Attualità

L’economia turistica

La validità di un sistema economico, come anche di una singola parte di esso, andrebbe valutata non solo dalla crescita economica in termini di fatturato ed aumento delle opportunità professionali, ma anche valutando i costi impropri ed indiretti pagati dalla cittadinanza.

Per troppi anni, con una infantile superficialità, si è indicato nel turismo il “petrolio italiano”, la vera fonte di reddito con costi diretti minimali, in questo molto simile all’estrazione del petrolio nei paesi arabi. Dimenticando che anche il turismo presenta un inquinamento urbano non secondario con costi in crescita esponenziale e non solo in termini economici ma anche sociali.

Recentemente la provincia dell’Alto Adige, proprio in considerazione del sempre maggiore afflusso di turisti e della quadruplicazione degli appartamenti B&B (ormai oltre 4.000), ha deciso di fissare un numero di posti letto massimo per ogni singolo comune.

Il problema nasce, ed è innegabile, dalla sempre maggiore difficoltà che le giovani famiglie o semplicemente le persone che si vogliono trasferire per lavoro nell’Alto Adige devono affrontare nel reperire la disponibilità di appartamenti in affitto o anche da acquistare, proprio a causa della legittima loro conversione alla vocazione turistica del B&B.

La soluzione della Provincia Autonoma dell’Alto Adige risulta sicuramente invasiva, ed anche forse destabilizzante per il tessuto economico ed imprenditoriale altoatesino e rappresenta probabilmente un pericoloso intervento nell’economia di mercato di stampo liberale ed occidentale.

Tuttavia, dichiarando di volere intervenire con il chiaro obiettivo di creare un turismo non solo di quantità ma soprattutto di qualità, attraverso il quale riuscire a coniugare le entrambe legittime aspettative dei residenti e degli imprenditori turistici, la decisione dell’Alto Adige dimostra per la prima volta come un Comune a vocazione turistica si possa preoccupare, anche se con una controversa iniziativa, del livello di vita complessivo, comprendendo quindi anche i residenti.

Non va dimenticato, infatti, come le più rinomate località turistiche anche del Veneto, come Venezia e Cortina d’Ampezzo, conoscano ormai da anni un preoccupante spopolamento. Un fenomeno economico e sociale legato da una parte all’esplosione dei prezzi delle abitazioni e alla mancata disponibilità di appartamenti in affitto per la loro conversione in B&B e ad una economia locale troppo legata al turismo, e quindi stagionale.

Probabilmente questo intervento della Provincia Autonoma rappresenta un vero e proprio esperimento di economia sociale, molto discutibile. Ha il merito, tuttavia, di annullare in un solo colpo tutte le ridicole discussioni relative ad un ticket di ingresso a Venezia oppure ai passi dolomitici, indicati come strumento per salvaguardare le località turistiche e le loro residenzialità.

Il patrimonio culturale italiano, del quale le nostre località turistiche ne sono uno dei simboli più evidenti, potranno rimanere tali, e non trasformarsi in imbarazzanti luna park, se, e solo se, verrà garantita la loro residenzialità.

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