Flash

Proseguono le schermaglie tra Cina e Filippine

Le Filippine non consentiranno alla Cina di rimuovere l’avamposto militare mantenuto sulla Brp Sierra Madre, nave di fabbricazione statunitense incagliata dal 1999 nell’atollo di Second Thomas Shoal, parte del conteso arcipelago delle Isole Spratly, nel Mar Cinese Meridionale. Lo ha chiarito il vicecomandante della Marina filippina, Roy Trinidad, aggiungendo che Manila non consentirà neanche la realizzazione di alcuna struttura in un’altra area “calda” del Mar Cinese Meridionale, quella della secca di Scarborough. “Si tratta di linee rosse per le Filippine e per le loro forze armate”, ha dichiarato Trinidad in una conferenza stampa. L’ufficiale ha ricordato come tali “linee rosse” fossero state già tracciate dalla precedente amministrazione filippina, guidata dall’ex presidente Rodrigo Duterte, cui dal maggio del 2022 è succeduto l’attuale capo dello Stato Ferdinand Marcos Junior.

Le parole dell’ufficiale rappresentano l’ennesima tappa di una schermaglia in atto da tempo tra i due Paesi e giungono dopo che 4 membri dell’equipaggio di una nave filippina sono rimasti feriti in un attacco con cannoni ad acqua sferrato dalla Guardia costiera di Pechino contro l’imbarcazione filippina Uniza May 4 che stava effettuando una missione di rifornimento dell’avamposto militare a Second Thomas Shoal, una secca al centro di una lunga controversia territoriale con la Cina. L’incidente si è verificato poco dopo la collisione tra due imbarcazioni causata dalle “pericolose manovre di blocco” di un pattugliatore cinese, denunciato il 5 marzo da Manila. Poche ore più tardi, due navi della Guardia costiera cinese avrebbero attaccato la nave filippina con cannoni ad acqua, mandandone in frantumi il parabrezza e provocando il ferimento di quattro persone a bordo. Nella stessa giornata, il governo filippino ha convocato il vice responsabile della missione cinese a Manila, Zhou Zhiyong, cui ha espresso una formale protesta per l’incidente. La portavoce del ministero degli Esteri cinese Mao Ning, dal canto suo, ha difeso come “professionali e giustificate” le manovre della Guardia costiera cinese, denunciando violazioni delle acque territoriali.

Le Filippine hanno accusato ieri la Guardia costiera cinese di aver effettuato “manovre pericolose” risultate in una collisione con una imbarcazione della Guardia costiera filippina impegnata in una “missione di rifornimento” presso Second Thomas Shoal. Secondo il portavoce della Guardia costiera delle filippine, Jay Tarriela, la collisione ha causato “danni strutturali di lieve entità” al vascello filippino. “Le loro azioni sconsiderate e illegali hanno causato la collisione”, ha accusato il portavoce tramite un messaggio pubblicato su X (Twitter), accompagnato da un video in cui è ripreso il momento dell’urto tra le due imbarcazioni. La Guardia costiera cinese ha affermato tramite una nota di aver assunto misure contro una imbarcazione filippina che si era “introdotta illegalmente” nelle acque rivendicate d Pechino. Secondo la nota, Manila condurrebbe “provocazioni deliberate” nei confronti della Cina, e alimenterebbe “propaganda tesa a minare la pace e la stabilità nel Mar Cinese Meridionale”.

Dall’insediamento del presidente filippino Ferdinand Marcos Junior, nel maggio del 2022, per la sorpresa di numerosi osservatori che attribuivano al nuovo leader l’intenzione di perseguire una politica estera filo-cinese simile a quella del suo predecessore Rodrigo Duterte, le relazioni tra Filippine e Cina si sono rapidamente deteriorate. Manila ha rafforzato la cooperazione in materia di difesa con gli Stati Uniti, aumentando la frequenza e le dimensioni delle regolari esercitazioni congiunte e, soprattutto, concedendo alle forze armate Usa la possibilità di stanziare i propri uomini in quattro nuove basi militari nel Paese del sud-est asiatico, oltre alle cinque già previste da un accordo firmato nel 2014. Una concessione che Pechino ha fortemente criticato, anche perché due delle nuove basi sono distanti meno di 400 chilometri dall’isola di Taiwan, che la Cina continua a considerare una sua provincia, e potrebbero essere utilizzate dalle forze statunitensi in caso di conflitto nello Stretto.

Negli ultimi mesi i rapporti tra Cina e Filippine sono stati inoltre costellati da numerosi incidenti nelle acque del Mar Cinese Meridionale, bacino attraverso il quale passa oltre il 60 per cento del commercio mondiale via mare, circa 5.300 miliardi di dollari di merci l’anno, e il 65 per cento del commercio estero della Cina. Pechino ne rivendica la quasi totalità sulla base della cosiddetta “linea dei nove tratti”, che dagli anni Quaranta del secolo scorso delimita la porzione di mare che la Cina considera sotto la propria sovranità. A opporsi alle rivendicazioni cinesi sono Taiwan e tutti i Paesi rivieraschi: il Vietnam, la Malesia, l’Indonesia, Brunei e le Filippine. Con il crescere delle ambizioni internazionali della Cina di Xi Jinping è aumentata anche l’aggressività di Pechino, che negli ultimi anni ha dato il via a una corsa alla militarizzazione di tanti degli atolli e delle scogliere che puntellano il Mar Cinese Meridionale, così come più frequenti si sono fatti gli incidenti e i rischi di scontri tra navi militari e civili dei Paesi rivieraschi. Sempre più spesso, negli ultimi mesi, tali episodi hanno riguardato le Guardie costiere di Cina e Filippine e, soprattutto, l’atollo Second Thomas Shoal (conosciuto anche come Ayungin), nelle isole Spratly.

Qui dal 1999 è incagliata la Brp Sierra Madre, una nave militare di fabbricazione statunitense che la Marina filippina utilizza come avamposto nell’arcipelago. Quest’ultimo rientra all’interno della Zona economica esclusiva (Zee) di Manila, come confermato nel 2016 anche da una sentenza della Corte permanente di arbitrato de L’Aja che tuttavia è sempre stata ignorata da Pechino. La Cina, che considera le Spratly parte del proprio territorio, utilizza frequentemente la propria Guardia costiera per allontanare, spesso con l’utilizzo di cannoni ad acqua, le navi filippine inviate da Manila in missione di rifornimento ai militari di stanza alla Brp Sierra Madre.

Mostra altro

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio