International

Patti con Satana e irritanti bugie

La brama di ricchezze è la radice di tutti i mali

San Paolo

Vade retro me Satana! Allontanati da me Satana! Così si descrive nel Vangelo di Marco (8;33) la scena del diverbio tra Gesù e Pietro. Tutto accadeva subito dopo l’annuncio, da parte di Gesù, della sua prossima morte e l’immediata reazione determinata e contraria di Pietro. Il riferimento da parte dell’evangelista Marco al Satana non è stato casuale. Perché così si metteva in chiaro che Pietro, con la sua reazione, si stava opponendo alla volontà di Dio. Volontà alla quale Gesù non doveva far altro che obbedire. Proprio quel Gesù che alcuni anni prima aveva subito e affrontato, per quaranta giorni nel deserto, le tre tentazioni di Satana. Riferendosi all’evangelista Marco, sappiamo che “Subito dopo lo Spirito lo sospinse (Gesù; n.d.a.) nel deserto e vi rimase quaranta giorni, tentato da Satana; stava con le fiere e gli angeli lo servivano” (Marco; 1/12-13). Secondo gli evangelisti, dopo essere stato battezzato da Giovanni Battista, Gesù digiuna per quaranta giorni e quaranta notti nel deserto. In quel periodo Satana lo tenta per tre volte. Le tentazioni riguardavano il cibo, il facile successo e il potere. Ma dopo ogni tentazione Gesù rispondeva fermamente e con saggezza a Satana, testimoniando la sua profonda ed imperturbabile fede nel Signore.

La vita quotidianamente vissuta, dalla notte dei tempi ad oggi, insegna che quelle tre tentazioni sono sempre alla base di tante altre tentazioni con le quali possono essere affrontati ogni giorno gli esseri umani. Dipende poi da loro come reagiranno e da che parte staranno. Con Dio o con Satana. Con il Bene o con il Male. Una scelta, di fronte alla quale non sfugge e non può sfuggire nessuno durante la vita.

Il 29 maggio scorso a Bruxelles, i rappresentanti della Commissione europea hanno presentato il Rapporto di progresso, per il 2019, dei Paesi aspiranti ad aderire all’Unione europea. Un Rapporto scritto in “burocratese”, come spesso accade in simili occasioni. Lo dimostrerebbe benissimo, perlomeno, il capitolo che riguarda l’Albania. Frasi che dicono e non dicono. Constatazioni importanti che dovrebbero essere e che invece mancano. Espressioni con le quali si cerca di spiegare, ma che, al contrario, si crea confusione. Un capitolo, quello sull’Albania che, soprattutto, tenta di nascondere la vera e allarmante situazione nella quale si trova il paese.

Ma quelle che sono state veramente irritanti e prive di qualsiasi realtà erano le dichiarazioni di alcuni tra i massimi rappresentanti della Commissione. Il Commissario per la Politica di Vicinato e i Negoziati per l’Allargamento, Johannes Hahn, riferendosi all’adempimento delle condizioni poste dal Consiglio europeo per l’Albania dichiarava il 29 maggio scorso che “alla luce del significativo progresso raggiunto […] la Commissione raccomanda al Consiglio di aprire i negoziati con l’Albania”. Parlando di successi, visti soltanto da lui e da pochi suoi simili, Hahn dichiarava che si sentiva “contento di vedere come l’Albania ha proseguito con la riforma della giustizia”. Ebbene, fatti alla mano, se c’è un enorme e stridente fallimento quello è proprio il totale fallimento della riforma della giustizia. Poi, riferendosi alle condizioni poste dal Consiglio europeo, che invece di cinque, dopo il vertice di Lussemburgo del 26 giugno 2018, sono diventate tredici e ben articolate, bisogna che qualcuno dica al Commissario Hahn che, sempre fatti alla mano, nessuna di quelle tredici condizioni, ad oggi, è stata adempita. Anzi! Ci sono alcune nelle quali sono stati fatti passi indietro. Come nella riforma della giustizia, per esempio. Che qualcuno glielo dica!

Ovviamente non potevano mancare gli elogi dell’Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, Federica Mogherini. Secondo lei “l’Albania è pronta per l’apertura dei negoziati”. Anche lei ha elogiato il successo con la riforma della giustizia e ha concluso la sua dichiarazione ripetendo che “l’Albania è pronta per l’avvio dei negoziati all’adesione”. Irritanti bugie e completa mancanza di senso di responsabilita istituzionale! Ma la Mogherini è recidiva in simili dichiarazioni, tanto che ormai nessuno la prende sul serio in Albania, anzi! Sembra che finalmente si sia reso conto anche il suo “garante”, Matteo Renzi. Nel suo libro appena pubblicato e intitolato “Un’altra strada. Idee per l’Italia” Renzi, riferendosi alla Mogherini, scrive che “l’impatto sulla politica estera è stato prossimo allo zero”! In più Renzi se ne assume la responsabilità per essersi imposto nel 2014 per la nomina di Mogherini.

L’autore di queste righe poteva scrivere tanto sulle [volute] inadempienze nell’operato di alcuni alti dirigenti e rappresentanti della Commissione europea, sia a Bruxelles che a Tirana. Con tutte le gravi conseguenze, tuttora presenti. Sarà per un’altra volta. Una cosa è però certa. E cioè che l’Unione europea intesa, ideata ed attuata dai Padri Fondatori con la firma dei Trattati di Roma, il 25 marzo 1957, non è mai e poi mai quella rappresentata da alcuni rappresentati e funzionari della Commissione europea. Mogherini compresa.

Chi scrive queste righe pensa che i rappresentanti della Commissione europea, sia a Bruxelles che a Tirana, con il loro operato e le loro dichiarazioni offendono l’intelligenza dei cittadini albanesi. Egli non riesce a capire dove trovano il coraggio coloro che raccomandano, senza condizioni, l’apertura dei negoziati all’Albania per l’adesione nell’Unione europea. Perché, dati e fatti alla mano, l’Albania sta diventando ogni giorno che passa un regime totalitario sui generis. Perché l’Albania è ormai un paese dove, tra l’altro, da un anno non funziona più la Corte Costituzionale, essendo l’unico paese al mondo in una simile e gravissima situazione. Di certo non si parla di dittature. Era accaduto soltanto in Austria nel 1938, durante l’Anschluss. Ma allora si trattava dell’occupazione dell’Austria da parte dei nazisti. Mentre in Albania adesso, oltre alla Corte Costituzionale, non funziona più neanche la Corte Suprema. È forse un caso?! Nel frattempo però nessuno degli alti rappresentanti della Commissione europea ha mai detto una sola parola su questa allarmante e pericolosissima realtà. E forse un caso?!

Chi scrive queste righe da tempo è convinto che la riforma della giustizia in Albania rappresenta uno dei più clamorosi fallimenti ideati, previsti, voluti e attuati dal primo ministro e da tutti coloro che lo sostengono. Compresi anche alcuni alti rappresentanti della Commissione europea, i quali, dopo aver aiutato a rendere possibile la costituzione di tutte le condizioni che hanno portato a questa grave crisi in cui versa l’Albania, adesso vogliono e cercano di nascondere anche i loro continui fallimenti. Egli altresì è stato sempre convinto e pensa che i cittadini albanesi e chi li rappresenta devono mirare, cercare, lavorare, impegnarsi seriamente ed essere orgogliosi solo e soltanto se l’adesione dell’Albania all’Unione europea venga effettuata in base ai meriti.

Finalmente chi scrive queste righe pensa che Satana non avrebbe e non ha mai avuto bisogno di chiedere un patto con alcuni alti rappresentanti della Commissione europea, sia a Bruxelles che a Tirana. Loro stessi sono corsi da lui mettendogli le anime in mano in cambio di quello che loro sanno, cedendo poi a tutte le sue tentazioni. Perché la brama di ricchezze, essendo la radice di tutti i mali, come diceva San Paolo, quando ti prende non conosce limiti.

 

Mostra altro

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio