Nella corruzione di questo mondo, la mano dorata del delitto può scansare
la giustizia e si vede spesso la legge farsi accaparrare dalla sua preda.
William Shakespeare, da “Amleto”
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato il 31 ottobre 2003 la Convenzione contro la Corruzione. Tra l’altro la Convenzione affermava che le Nazioni Unite erano “…preoccupate per la gravità delle problematiche e delle minacce che la corruzione rappresenta per la stabilità e la sicurezza delle società”. Una preoccupazione quella che si basava sulla convinzione, espressa nella sopracitata Convenzione, che la corruzione logora e danneggia “…le istituzioni e i valori della democrazia, i valori etici e della giustizia, mettendo a repentaglio lo sviluppo sostenibile e lo Stato di diritto”. La stessa Convenzione ha proclamato la Giornata internazionale contro la corruzione, che si celebra, da allora, ogni 9 dicembre.
Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America, dal 2021, ha cominciato a conferire un premio intitolato ‘Campioni Globali dell’Anticorruzione’ (Global Anti-Corruption Champions; n.d.a.). Si tratta di un riconoscimento che ha come obiettivo quello di “…onorare delle persone, in tutto il mondo, che fanno degli sforzi straordinari per combattere la corruzione”. Un premio che adesso viene legato proprio alla Giornata internazionale contro la corruzione e, perciò, le persone premiate si proclamano proprio il 9 dicembre.
Nel primo anno dell’assegnazione di questo premio però i nomi dei premiati sono stati resi noti il 23 febbraio 2021. Allora il Segretario di Stato statunitense ha proclamato dodici ‘Campioni globali dell’anticorruzione’. Secondo lui loro “…hanno instancabilmente lavorato, spesso affrontandosi con delle inimicizie, per difendere la trasparenza, per combattere la corruzione e per garantire il rendiconto nei propri Paesi”. Tra i dodici premiati c’era anche un giudice albanese. Il nostro lettore è stato informato a tempo debito di tutto ciò. L’autore di queste righe scriveva, riferendosi a questa scelta, che lui, il giudice albanese, era “…una persona molto “chiacchierata” … Non solo perché è un ex inquisitore del regime comunista”. Aggiungendo che “…si tratta anche di un “uomo della legge” che, dati e fatti accaduti alla mano, ha continuamente infranto la legge. Anche quando, per rimanere in carica come giudice della Corte Suprema, nonostante il suo mandato fosse finito da sei anni, ha usato dei “trucchetti” ed ha beneficiato del diretto appoggio governativo. Si tratta di un “giusto” che aveva “dimenticato” di dichiarare parte dei beni in suo possedimento, come prevede proprio la legge! […] Tutto fa pensare ad una densa e ben pagata attività lobbistica” (Un vergognoso, offensivo e preoccupante sostegno alla dittatura;1 marzo 2021).
Il 9 dicembre scorso, proprio alla ricorrenza della Giornata internazionale contro la corruzione, il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America ha reso pubblico i nomi dei Campioni Globali dell’Anticorruzione per il 2024. Ebbene, tra i dieci nuovi premiati c’era, di nuovo, un albanese. Ma questa volta non un giudice, ma un procuratore. Anzi, il dirigente della Struttura speciale contro la Corruzione e la Criminalità organizzata. Un’istituzione costituita nel novembre 2019, nell’ambito della riforma del sistema della giustizia. Una riforma approvata dal Parlamento albanese nel luglio del 2016, sulla quale l’autore di queste righe ha spesso informato il nostro lettore con la dovuta e richiesta oggettività e sempre in base a tanti fatti, dati, denunce e documenti resi pubblici. Una riforma, quella del sistema della giustizia in Albania, che è stata ideata, consigliata ed assistita dagli specialisti e dai rappresentanti dalla Fondazione per la Società Aperta (Open Society Foundations; n.d.a.), fondata nel 1993 da George Soros, il noto multimiliardario e speculatore di borsa statunitense. Un fatto questo, dichiarato con tanto vanto e in diverse occasioni, anche dal dirigente della Fondazione per la Società Aperta in Albania. Si tratta di una riforma finanziata sia dagli Stati Uniti d’America che dall’Unione europea. Ragion per cui, bisogna dimostrare in tutti i modi che si tratta di un “successo” per giustificare i milioni spesi. Una riforma che doveva fare giustizia e condannare tutti i colpevoli, partendo dai massimi rappresentanti della politica, nel caso avessero commesso dei crimini di ogni genere, come abusi con il denaro pubblico, corruzione attiva e passiva e ben altro. Ma purtroppo, sempre fatti, dati, denunce e documenti resi pubblici alla mano, ormai risulta essere una “riforma” che ha messo tutte le istituzioni del sistema della giustizia sotto il diretto controllo del primo ministro e/o di chi per lui. Anche di questo fatto il nostro lettore è stato spesso informato con la dovuta e richiesta oggettività.
Durante la cerimonia della premiazione, il 9 dicembre scorso, il Segretario di Stato statunitense ha detto: “…Gli Stati Uniti hanno lanciato il Premio ‘Campioni Globali dell’Anticorruzione’ nel 2021 per riconoscere le persone che hanno adottato misure straordinarie per contrastare la corruzione, nonché per dimostrare la solidarietà degli Stati Uniti con questi partner eroici’. E poi ha aggiunto: “Oggi, in occasione della Giornata internazionale contro la corruzione, riconosciamo 10 campioni della lotta alla corruzione che hanno guidato o sostenuto riforme e indagini che stanno portando un mondo più giusto e trasparente per i loro concittadini”. Ed uno di questi “partner eroici” era anche il dirigente della Struttura speciale contro la Corruzione e la Criminalità organizzata. Chissà perché?! Ma le cattive lingue hanno subito detto che si trattava di nuovo, come nel 2021, di una “scelta” ed una sponsorizzazione fatta dalle potenti lobby negli Stati Uniti, quelle che sostengono da anni il primo ministro albanese, in cambio di “servizi e ubbidienza”, proprio per dimostrare il successo della “riforma” del sistema della giustizia in Albania. E soprattutto perché si tratta di una riforma ideata e sostenuta proprio da una di queste lobby.
Durante questi ultimi anni il nostro lettore è stato spesso informato, sempre fatti alla mano, anche dell’operato della Struttura speciale contro la Corruzione e la Criminalità organizzata in Albania e dell’ormai nota “ubbidienza” del dirigente della Struttura, appena premiato, alle “direttive” che gli arrivavano dalle massime autorità governative, primo ministro in testa. Sono tante, veramente tante le denunce che da anni “dormono” negli uffici della Struttura speciale contro la Corruzione e la Criminalità organizzata. E si tratta di denunce che coinvolgono direttamente il primo ministro, suoi famigliari ed alcuni suoi stretti collaboratori. Si tratta di una realtà confermata anche dalle dichiarazioni fatte dal noto procuratore antimafia italiano Nicola Gratteri. E proprio lui, già nel 2019, dichiarava convinto che “In Europa, nel futuro, credo che ci impegneremo molto con l’Albania”. Anche di questo il nostro lettore è stato sempre informato (Pericolose e preoccupanti presenze mafiose, 1 febbraio 2021; Similitudini tra l’Afghanistan e l’Albania, 30 agosto 2021; Clamorosi abusi rivelati da un programma televisivo investigativo, 23 aprile 2024; Altre verità rivelate da un programma televisivo investigativo, 7 maggio 2024; Minacce ai giornalisti europei che denunciano una grave realtà, 7 ottobre 2024…). Ma nonostante ciò proprio il dirigente della Struttura speciale contro la Corruzione e la Criminalità organizzata in Albania è stato tra i dieci ‘Campioni Globali dell’Anticorruzione’ per il 2024! Chissà perché?!
Chi scrive queste righe, riferendosi al sopracitato riconoscimento, è convinto che si tratta di un riconoscimento irreale e ingannevole, che offende l’intelligenza degli albanesi. E trova attuale quanto scriveva Shakespeare più di quattro secoli fa. E cioè che nella corruzione di questo mondo, la mano dorata del delitto può scansare la giustizia e si vede spesso la legge farsi accaparrare dalla sua preda. Un insegnamento che non hanno tenuto presente nel Dipartimento di Stato statunitense.