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Reazioni dopo le notizie di progetti milionari occulti nei Balcani

Dai potenti vengono gli uomini più malvagi

Socrate

La scorsa settimana il nostro lettore veniva informato su alcuni progetti milionari occulti, sia in Serbia che in Albania. Progetti finanziati da Jared Kushner, il genero del ex presidente statunitense Donald Trump, e resi pubblici da alcuni ben noti giornali internazionali come The New York Times, Newsweek, Bloomberg News ed il quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung. Secondo quanto riferiscono i giornalisti investigativi, il genero di Trump è convinto che si tratterebbe di progetti molto redditizi. “Per lui anche nei Balcani si potrebbe investire su delle lussuose strutture turistiche ed altro. Ragion per cui ha scelto di investire sia in Serbia che in Albania. Almeno da quello che si sa pubblicamente per il momento. E perché i suoi progetti milionari abbiano successo, il genero di Trump ha trattato direttamente con due autocrati, il presidente serbo ed il primo ministro albanese” (Poteri ed interessi occulti nei Balcani ed altrove; 25 marzo 2024).

Il progetto in Serbia riguarda la costruzione, in pieno centro di Belgrado, di una lussuosa struttura alberghiera ed un complesso di appartamenti. Un progetto che potrebbe avere un costo finanziario di circa 500 milioni di dollari. Costruzioni previste in un terreno dove fino al 1999 c’era la sede del Comando supremo dell’esercito jugoslavo. Una sede bombardata e distrutta allora durante gli attacchi aerei, nell’ambito dell’Operazione Allied Force (Forza Alleata; n.d.a.) contro la Repubblica federale di Jugoslavia. Invece in Albania sono stati previsti due, altrettanto occulti e milionari, progetti edilizi del valore di circa 1 miliardo di dollari. Si tratta sempre di lussuose strutture alberghiere e residenziali che sono state tenute nascoste al pubblico fino ad una decina di giorni fa. Invece, come prevede la legislazione in vigore, si doveva discutere e consultare i diversi gruppi di interesse. Il nostro lettore veniva informato la scorsa settimana che “…i due progetti in Albania prevedono costruzioni in aree protette. Uno sulla maggior isola albanese nel golfo di Valona, zona marina protetta. L’altro, sempre in un’isola in mezzo ad una bellissima laguna nel nord di Valona, anche quella zona protetta, sia per i valori naturali, che quelli storici ed architettonici. E, guarda caso, il parlamento albanese ha approvato il 22 febbraio scorso, con una procedura abbreviata, alcuni emendamenti sulla legge per le aeree protette. Adesso si capisce anche il perché. Ormai questi due progetti, sostenuti da poteri ed interessi occulti e portati avanti fino alla scorsa settimana in gran segreto, non hanno più delle difficoltà, neanche legali, per essere attuati”. Riferendosi ai progetti in Serbia ed in Albania, l’autore di queste righe specificava, altresì, che “….si tratta sempre di progetti, ideati e portati avanti in un modo occulto, che soddisfano sia coloro che li propongono che quelli che hanno dato il loro beneplacito; il presidente serbo ed il primo ministro albanese. Due autocrati che si trovano in difficoltà nei rispettivi Paesi e che sperano e fanno di tutto per avere un sostegno statunitense se Trump vincesse le elezioni il prossimo 5 novembre” (Poteri ed interessi occulti nei Balcani ed altrove; 25 marzo 2024).

Sono state immediate le reazioni dopo la propagazione delle notizie sui sopracitati progetti occulti. In Serbia alcuni movimenti politici e della società civile hanno subito contestato il progetto della costruzione di una lussuosa struttura alberghiera ed un complesso di appartamenti in pieno centro di Belgrado. In meno di un giorno sono state raccolte più di 10.000 firme per una petizione contro il progetto. Un dirigente dell’opposizione, riferendosi alle previste costruzioni lussuose lì dove fino al 1999 c’era il Quartiere generale dell’esercito jugoslavo, ha dichiarato che si trattava di “…una questione dell’orgoglio dello Stato e dei cittadini. E noi abbiamo il buon esempio quando i terroristi hanno abbattuto le torri gemelle a New York. Gli americani non hanno dato quel terreno ad alcuni investitori arabi per costruire i propri alberghi. Essi hanno costruito [invece] un monumento per le loro vittime”. Mentre un noto attivista, sempre riferendosi agli accordi occulti tra il genero  di Trump e il presidente serbo Aleksandar Vučić, tra l’altro ha detto una frase molto significativa: “…la Serbia non è un buffet svedese e Vučić non è un cameriere. Questa non è una sua proprietà privata”. I rappresentanti dell’opposizione hanno, inoltre, proclamato che il 6 aprile prossimo a Belgrado ci sarà la prima di una serie di proteste. E non a caso è stata scelta quella data. Perché il 6 aprile 1941 gli aerei della Wehrmacht nazista hanno bombardato e distrutto Belgrado.

In Albania, dopo essere stati resi noti i due sopracitati progetti occulti voluti dal genero di Trump, hanno reagito soprattutto alcuni giornalisti ed opinionisti. Mentre i rappresentanti dell’opposizione politica si sono limitati a delle dichiarazioni, ma senza nessun’altra iniziativa, come in Serbia. In Albania però c’è stato un altro episodio che ha attirato l’attenzione dell’opinione pubblica e delle associazioni dei giornalisti, sia locali, ma soprattutto internazionali. Il 19 marzo scorso, il primo ministro albanese ha perso il controllo dopo alcune domande “imbarazzanti” fatte a lui da una giornalista. Domande che si riferivano proprio ai sopracitati progetti occulti del genero di Trump e la totale mancanza di trasparenza, come prevede la legge in casi simili. All’inizio il primo ministro ha tentato di tergiversare alle dirette e molto chiare domande della giornalista, come fa quando si trova in difficoltà.  Ma siccome la giornalista insisteva, allora il primo ministro si è avvicinato a lei e le ha toccato con la mano il viso. Un gesto quello che ha subito suscitato una dura reazione sia della stessa giornalista che dei suoi colleghi. Il primo ministro però ha cercato di ingannare, come suo solito, nonostante dalle immagini di un video si vedeva chiaramente tutto. Immediata è stata anche la reazione dei diversi giornali internazionali e delle associazioni per la difesa dei diritti dei giornalisti. Una delle più note di queste associazioni, The Committee to Protect Journalists (CPJ – Il Comitato per difendere i giornalisti; n.d.a.), ha reagito sul caso mercoledì scorso. Una sua rappresentante, riferendosi al gesto del primo ministro, ha dichiarato: “Noi siamo inorriditi dal comportamento intimidatorio del primo ministro albanese”. Aggiungendo, in più, che “..condanniamo il gesto come parte di una tendenza più ampia dell’uso di un linguaggio abusivo e il comportamento intimidatorio da parte dei funzionari albanesi contro i giornalisti che fanno delle domande critiche”. Mentre l’associazione SafeJournalists Network (La rete per la difesa dei giornalisti; operativa nei Balcani occidentali; n.d.a.) ha considerato il gesto del primo ministro nei confronti della giornalista come “inaccetabile ed allarmante”. In più SafeJournalists Network ha ribadito che il primo ministro albanese “…ha una storia di vendetta contro i giornalisti che sono critici nei confronti del governo”.

Chi scrive queste righe, fatti accaduti alla mano, conferma queste dichiarazioni. E trova sempre attuale il pensiero di Socrate, il noto filosofo della Grecia antica, il quale affermava, venticinque secoli fa, che dai potenti vengono gli uomini più malvagi. Ed il primo ministro albanese è tale.

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