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Un regime corrotto e che corrompe

‘Quello che semini, raccoglierai’. La legge del Karma è inesorabile, l’evasione è impossibile.

L’aiuto di Dio non serve quasi più, egli ha fatto la legge e poi è come se fosse uscito di scena.

Mohandas (Mahatma) Gandhi; da “Autobiografia”

Un regime quello restaurato e consolidato in questi ultimi anni in Albania, una nuova dittatura sui generis che, con tutti i modi, inganni e soldi compresi, cerca di camuffare la grave, preoccupante, pericolosa, vissuta e sofferta realtà. Una dittatura che cerca di nascondersi dietro una facciata di pluripartitismo. Una dittatura gestita anche da alcuni dei rampolli, diretti discendenti dei dirigenti e/o degli alti funzionari della dittatura comunista, l’attuale primo ministro e alcuni ministri compresi. Una dittatura, questa attuale, nella cui gestione sono direttamente coinvolti anche dei funzionari attivi durante il regime comunista. Si tratta di dipendenti dei famigerati servizi segreti, di inquirenti e giudici che hanno sulla coscienza tante vittime innocenti. Vittime condannate solo per inculcare paura e terrore tra la popolazione. Una dittatura, questa attuale in Albania, che sotto certi aspetti si presenta più pericolosa di quella comunista. Potrebbe sembrare strano ma, da tanti fatti accaduti, documentati, denunciati e pubblicamente noti alla mano, risulta essere una forma di organizzazione delle strutture statali, governative e del sistema della giustizia, gestita, oltre che dai massimi rappresentanti del potere politico, come accadeva durante la dittatura comunista, anche da noti rappresentanti della criminalità organizzata e di determinati raggruppamenti finanziari internazionali occulti. Soprattutto da oltreoceano. Una dittatura, questa attuale, che calpesta e viola consapevolmente, quando è necessario, la Costituzione e le leggi in vigore.

Durante la dittatura comunista tutto si faceva “in nome della legge”. Ovviamente erano delle leggi approvate durante la dittatura e che servivano proprio per garantire quella forma di organizzazione dello Stato. Ma, almeno si sapeva cosa si poteva fare e cosa era vietato, non consentito e perciò da essere molto attenti. Perché se no, inevitabilmente, ci si doveva affrontare e poi subire diverse condanne, alcune molto severe. Invece in Albania, da qualche anno, da quando è stata restaurata la nuova dittatura sui generis, la Costituzione e le leggi in vigore si ignorano quando serve a coloro che gestiscono tutto e tutti. Mentre i cittadini, che cercano di rispettare le leggi e i loro sacrosanti diritti, sanciti dalla stessa Costituzione albanese, nonché dalle convenzioni internazionali alle quali l’Albania ha aderito, “stranamente” vengono condannati e subiscono delle punizioni di ogni genere. Attualmente in Albania, fatti accaduti, documentati e pubblicamente noti alla mano, anche il principio della separazione dei poteri, definito maestosamente già nel 1748 da Montesquieu in una raccolta di trentadue libri messi insieme in due volumi si ignora Il suo De l’esprit des lois (tradotto in italiano come Lo spirito delle leggi; n.d.a.) è uno tra i più noti e riferiti della storia del pensiero politico. La distinta separazione del potere esecutivo da quello legislativo ed il potere giudiziario rappresenta una delle principali fondamenta di qualsiasi Paese democratico, dove funziona lo Stato di diritto, mentre in Albania il primo ministro controlla, da alcuni anni ormai e purtroppo, tutti i poteri. Avendo messo sotto personale controllo il potere legislativo e quello giudiziario, lui da alcuni mesi, fatti accaduti e pubblicamente noti alla mano, controlla anche un’altra importante istituzione dello Stato, quella della Presidenza della Repubblica. Il nostro lettore è stato ormai informato l’estate scorsa di questa nuova conquista, o meglio usurpazione del primo ministro (Messinscene e collaborazioni occulte a sostegno di un autocrate; 25 luglio 2022). Così come è stato informato, con tutta la dovuta responsabilità ed oggettività di una simile, molto preoccupante e pericolosa realtà in Albania. Se non è un regime, una dittatura, questa che non è più una forma di organizzazione dello Stato, ma bensì e purtroppo proprio l’annientamento dello stesso Stato, allora cos’è?! E, peggio ancora, si tratta proprio di una dittatura gestita da una pericolosa alleanza tra il potere politico, rappresentato dallo stesso primo ministro, la criminalità organizzata e certi raggruppamenti occulti locali ed internazionali. Raggruppamenti che hanno degli interessi soprattutto finanziari, di controllo dei territori, ma anche della manipolazione e del condizionamento della mente umana, per poi riuscire meglio e più facilmente ad attuare le loro strategie a medio e lungo termine. Raggruppamenti occulti che, quasi tutti, si definiscono come “liberali” e “progressisti” della sinistra. Uno di loro, il più presente e determinante in Albania, fa capo ad un multimiliardario speculatore di borsa statunitense. Secondo le cattive lingue è proprio quel raggruppamento, che agisce nell’ambito della società aperta e che “consiglia” e sostiene il primo ministro albanese ed altri suoi stetti collaboratori. Ed è proprio quel raggruppamento occulto che si vanta della stesura della riforma del sistema della giustizia in Albania. Una riforma quella ideata, programmata e poi attuata, dopo essere stata approvata in parlamento nel luglio 2016, per garantire proprio il controllo del sistema dal primo ministro e/o da chi per lui. Ma,dati e fatti alla mano, risulta essere altro che un successo. Risulta essere un clamoroso fallimento, se si fa riferimento agli obiettivi pubblicamente dichiarati all’inizio. Obiettivi che formalmente ed ingannevolmente si riferivano ad un giusto ed indipendente sistema di giustizia a servizio dei cittadini indifesi e dei loro innati ed acquisiti diritti. Quello che è realmente successo, però e purtroppo, dimostra senza equivoci esattamente il contrario. Il nostro lettore da anni e spesso è stato informato di quello che è accaduto con la riforma del sistema della giustizia in Albania.

Le conseguenze dell’attivo, determinato e multidimensionale funzionamento della pericolosa alleanza tra il potere politico, rappresentato dallo stesso primo ministro, la criminalità organizzata e certi raggruppamenti occulti locali ed internazionali si stanno soffrendo da qualche anno in Albania. Ed è proprio questa la principale causa di un gravissimo fenomeno, con delle preoccupanti conseguenze a medio e lungo termine che, tra l’altro, da alcuni anni, si sta verificando in Albania. Si tratta dello spopolamento del Paese, soprattutto da parte dei giovani e delle persone istruite, ma anche di altre fasce sociali della popolazione. Come numero assoluto, i migranti albanesi in diversi Paesi europei sono tra i primi. Ma poi, se il riferimento si fa al numero complessivo della popolazione, allora gli albanesi sono senz’altro i primi nella graduatoria dei migranti. Superando anche coloro che scappano dalle guerre. Quanto sta accadendo durante questi ultimi mesi, ma anche prima, in Inghilterra ne è una inconfutabile testimonianza. Ma le conseguenze dell’attivo funzionamento della pericolosa alleanza tra il potere politico con la criminalità organizzata, locale ed internazionale, stanno diventando sempre più una seria preoccupazione anche per altri Paesi europei. Italia compresa.

Quella restaurata da alcuni anni in Albania è una nuova dittatura che, fatti accaduti e documentati alla mano, ha fatto della corruzione e dell’abuso del potere un importante pilastro ed uno dei suoi principali obiettivi strategici. Ed essendo una pericolosa alleanza con la criminalità organizzata e determinati raggruppamenti occulti internazionali, che gestiscono ingenti somme di denaro, la nuova dittatura che si sta consolidando sempre più durante questi ultimi anni in Albania ha tutti i mezzi finanziari per corrompere chi serve. E non solo in Albania. Si tratta di una dittatura che tramite il suo rappresentante istituzionale, il primo ministro e/o chi per lui, è riuscita a “convincere” ed in seguito ha beneficiato ed ha fatto uso propagandistico in patria, tra l’altro, dei servizi da parte di alti funzionari delle istituzione dell’Unione Europa. Il nostro lettore è stato informato da anni e spesso anche di questa realtà (Patti con Satana e irritanti bugie, 3 giugno 2019; Il vertice di Berlino, 6 maggio 2019; Che possano servire di lezione, 26 novembre 2018; Operato abominevole e dannoso, 23 luglio 2018; Soltanto per merito, 23 aprile 2018; Di nuovo falsità e fandonie da Bruxelles, 26 marzo 2018; Irresponsabili falsità e fandonie da Bruxelles, 11 dicembre 2017; Era troppo presto per dimenticare, 6 marzo 2017; Ciarlatani e corrotti di alto livello istituzionale; 19 dicembre 2022 ecc..).

Quella restaurata da alcuni anni in Albania è una nuova dittatura che, fatti accaduti, documentati e che si stanno verificando anche in queste settimane alla mano, è riuscita a corrompere anche alcuni alti funzionari dell’FBI (Federal Bureau of Investigation – Ufficio Federale d’Investigazione n.d.a.), una delle più importanti istituzioni degli Stati Uniti d’America, costituita nel lontano 1908. Secondo gli annunci ufficiali resi pubblici dalle autorità statunitensi che stanno indagando, ma anche da molte credibili e ben informate fonti mediatiche statunitensi ed europee, si tratta di uno scandalo clamoroso internazionale, che coinvolge direttamente anche il primo ministro albanese. Si tratta di uno scandalo tuttora in corso, che si arricchisce ogni giorno che passa di ulteriori dettagli. Il nostro lettore è stato informato di questo scandalo due settimane fa. Al centro di questo scandalo c’è un ex alto funzionario dell’FBI, arrestato il 21 gennaio scorso. Si tratta di colui che è stato a capo dei servizi di controspionaggio dell’FBI a Washingotn D.C. fino al 2016. In seguito ha diretto, dall’inizio d’ottobre 2016 fino al 2018, quando è andato in pensione, la più importante divisione del servizio di controspionaggio con sede a New York. Il nostro lettore veniva informato due settimane fa anche dei rapporti tra l’ex alto funzionario dell’FBI ed il primo ministro albanese. Quest’ultimo, parlando di questi rapporti dichiarava nel settembre scorso che “lui, il capo del controspionaggio dell’FBI è stato ed è mio amico, non si discute!”. Ma poi, dopo l’arresto del suo “amico”, lo stesso primo ministro, in vistose difficoltà, ha parlato di “malintesi”. Si perché lui, il primo ministro si era espresso in inglese e parlava di “una relazione amichevole” (Collaborazioni occulte, accuse pesanti e attese conseguenze; 30 gennaio 2023).

Quella restaurata da alcuni anni in Albania è una nuova dittatura che, fatti accaduti alla mano, con i miliardi accumulati dalla diffusa e radicata corruzione e dallo smisurato abuso di potere riesce a corrompere anche i media e non solo in Albania. Si tratta di una dittatura pericolosa che tramite il suo rappresentante istituzionale, il primo ministro e/o chi per lui, sempre fatti accaduti alla mano, risulterebbe di aver corrotto e beneficiato, tra l’altro, anche dei servizi di non pochi media europei e di oltreoceano. Compresi alcuni dei media in Italia. Tutto grazie a delle attività lobbistiche di determinati organizzazioni di “orientamento progressista di sinistra radical chic. E tutto ciò per “pulire la faccia sporchissima” del primo ministro che adesso ha più “ragioni” per riuscire, costi quel che costi, a rimanere al potere. Non solo per abusare, ma anche e soprattutto per proteggere se stesso dalle indagini che lo vedono direttamente coinvolto. Ovviamente non in Albania, perché il sistema “riformato” della giustizia non oserebbe mai neanche pensare di indagare il primo ministro. Ma si tratta di altre indagini che si stanno svolgendo in altri Paesi, comprese quelle due sopracitate, ormai in corso negli Stati Uniti d’America. E “stranamente” da tre settimane ormai, il primo ministro albanese è “scomparso”. Colui che non perdeva occasione per apparire, adesso non si presenta neanche in parlamento, nonostante gli obblighi istituzionali e le richieste ufficiali fatte dall’opposizione per chiarire la sua posizione che lo coinvolge direttamente nello scandalo insieme con il suo “amico”, l’ex funzionario dell’FBI, ormai sotto indagini. Chissà perché?!

Chi scrive queste righe è convinto che quello albanese è realmente un pericoloso regime corrotto e che corrompe. Ma prima o poi i veri responsabili ne pagheranno anche le conseguenze, primo ministro compreso. Anzi, lui per primo. Si, perché, come ne era convinto Mohandas Gandhi: “‘Quello che semini, raccoglierai’. La legge del Karma è inesorabile, l’evasione è impossibile. L’aiuto di Dio non serve quasi più, egli ha fatto la legge e poi è come se fosse uscito di scena”.

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