Aiutiamoli – Aiutiamoci
“Aiutiamoli a casa loro”, “aiutiamoli a casa nostra”. Tra i proclami degli uni e degli altri politici e maestri di pensieri, di fatto, i disperati non sono stati aiutati da nessuno. In compenso si sono arricchiti gli scafisti, gli aguzzini dei campi profughi, i governi liberticidi, le associazioni criminali ed i terroristi, molti detentori di centri di accoglienza e agricoltori ed imprenditori senza scrupoli che da anni, con il lavoro nero, truffano la gente e lo Stato. E’ dei giorni scorsi la notizia dell’arresto di sei persone che gestivano almeno 500 migranti con un’organizzazione di caporalato, complici un sindacalista ed un ispettore del lavoro. La copertura dell’organizzazione criminale era una cooperativa di Sezze. Sono di questi giorni le notizia di nuovi tragici naufragi.
Chissà se il ministro dell’Interno, mentre blocca i porti e non fa una piega di fronte alla morte, annunciata ed avvenuta, di tante povere persone e bambini, o il ministro dello Sviluppo economico o il Presidente del Consiglio hanno pensato di promuovere le necessarie iniziative non solo per una grande mobilitazione dell’ispettorato del lavoro che possa mappare e colpire chi sfrutta e tratta come schiave le persone ma anche per verificare che all’interno dell’ispettorato del lavoro non si annidino connivenze. Inoltre bisogna ripulire, con polizia e carabinieri, quelle vaste sacche di delinquenza italiana e straniera che tengono in ostaggio le persone normali, siano esse italiane o straniere, e che si dedicano, seminando la paura, alle più svariate attività criminali.
Chissà se qualcuno sta veramente organizzando aiuti per costruire, nelle zone più povere dell’Africa, pozzi e desalinatori o se anche questo è lasciato all’azione cinese che dell’Africa si è in gran parte appropriata. Chissà se qualcuno ha pensato ad emanare una legge che stabilisca che chi arriva in Italia è obbligato, comunque, ad imparare subito la lingua e la Costituzione e deve avere, nel frattempo, un minimo di lavoro socialmente utile, nel territorio dove è stato mandato, così da non essere in alcuni casi spinti a delinquere o comunque a diventare accattoni o nullafacenti. Chissà se qualcuno, al governo o all’opposizione, oltre a lanciare cinguettii di dubbio gusto ed intelligenza, ha pensato a disegni di legge, a proposte di legge, a ragionamenti compiuti. Chissà se qualcuno ha capito che per ottenere qualcosa dall’Europa il sistema non è insultare e minacciare ma presentare progetti realizzabili e, avendo ben chiari i dossier che il Consiglio deve approvare, utilizzare il proprio voto contro quegli Stati che non rispettano gli impegni che prevedono quote di immigrati per ogni Paese membro dell’Unione europea. Ogni Stato ha interessi da difendere, noi da troppi anni non difendiamo i nostri e non conosciamo quelli degli altri e così non possiamo aprire nessuna trattativa per raggiungere quei necessari compromessi che vedano rispettate le nostre esigenze.
La politica non è improvvisazione o battute ad effetto ma conoscenza del passato, studio del presente e visione del futuro. I voti servono per andare al governo ma per governare, per saper governare non basta il consenso della piazza che, come sa bene non solo Renzi, è oltremodo mutevole.