Dai governi balneari alle tregue balneari del governo
Un tempo c’erano i governi balneari, duravano poco, erano pasticciati, facevano errori, ma sembravano governare, oggi ci sono le tregue balneari all’interno dello stesso governo che dichiara molto, è in continua
conflittualità, sembra continuamente spaccarsi ed ogni volta ritrova una tregua che dura qualche ora. Poi si ricomincia da capo tra insulti, minacce e tregue. Il problema è che questo governo non governa, non risolve i nodi né economici né sociali, non ha autorevolezza nei consessi internazionali e neppure europei, non ha risolto né progetta di risolvere i problemi più urgenti, parole, promesse, dichiarazioni sui Social e tutto finisce lì. I 5 Stelle non hanno una linea politica, Conte cerca di rappresentare le Istituzioni ma non ha la forza e neppure l’esperienza e le solidarietà necessarie, Salvini parla di coerenza ma sembra abbia mentito, inutilmente e spudoratamente, sulla presenza di Savoini ad incontri hai quali solo chi era autorizzato e conosciuto poteva partecipare. Un tempo si sarebbe detto dilettanti allo sbaraglio ma la realtà è che l’intera politica italiana è affidata a dilettanti o incapaci, dalla maggioranza alle opposizioni tutti ripetono slogan, rispondono con polemiche alle polemiche altrui, tutti cercano un’idea ma sono privi di conoscenza della realtà e della capacità di analizzarla e di elaborare, trovare soluzioni. Certo anche il panorama intorno
non dà buona immagine, dal Regno Unito all’America Latina, dalla Corea del Nord al Medio Oriente, dagli Stati Uniti alla Libia il panorama rende scettici sulla qualità e capacità di chi è stato chiamato a governare.
Comunque due errori, o più errori, non fanno mai una ragione e, per occuparci di casa nostra, quello che sta avvenendo in Italia dimostra che il Paese per stare male in ogni caso può fare a meno di un governo che non c’è, di sindacati fantasma e di una magistratura che annienta, nel mal costume, il sacrificio di tanti magistrati che lavorano per la giustizia e che sono morti nell’adempimento del loro dovere. La società civile? Mai come in questo momento è risultata assente, quando non incivile, mentre i mezzi di informazione o si inchinano al comandante del vapore o si impancano in battaglie faziose, spesso utilizzando notizie false o negando la stessa realtà.
Disperare è normale ma siamo caparbiamente convinti che i nostri concittadini meritino di più, che l’Italia sia un grande paese, una grande nazione con un grande popolo che aspetta di potersi risvegliare dall’ottundimento procurato dalle promesse false e dagli incubi che, in ormai diversi anni, si sono succeduti,
ma non si può aspettare il messia, non si può aspettare che altri facciano quello che, almeno in minima parte, compete a ciascuno di noi e cioè alzare la testa, non farci abbindolare dalle parole ad effetto, sapere dire basta alle promesse false, chiedere quanto ci spetta, difendere la democrazia e la libertà. Nessuno combatterà al nostro posto, o lo faremo noi, come individui e poi come collettività, o non ci sarà quel futuro che una gran parte di noi si è guadagnato e che vorremmo trasmettere alle future generazioni.