Gli interventi pubblici che dovrebbero figurare in un contratto di governo
Mentre si susseguono incontri e richieste per avere un po’ di tempo in più nella speranza trovare la famosa quadra (Bossi docet) tra M5s e Lega rimane preoccupante il silenzio su alcuni punti che, non solo noi, riteniamo importanti per l’Italia e gli italiani. Ne ricordiamo alcuni non in ordine di priorità.
Occorre un nuovo sistema che consenta di gestire, in tempi rapidissimi, le calamità naturali: la realtà attuale è che, a distanza di quasi 2 anni dall’ultimo terremoto, sono state consegnate solo circa 300 casette di legno, a fronte della richiesta di più di 3000, questo la dice lunga sull’attuale incapacità del sistema di gestire le emergenze e, tenuto conto che purtroppo le zone sismiche sono in aumento, sull’urgenza di dare risposte a chi non ne ha ancora avute e di preparare un piano per sopperire a qualunque nuova calamità.
L’ormai endemico crollo costante di parti di edifici scolastici, con tutti i rischi che ne conseguono, impone di realizzare quanto Renzi aveva promesso a vuoto e cioè il controllo e la bonifica di tutte le scuole.
E’ ormai noto a tutti come l’acqua sia un bene primario e come la sua dispersione rischi di creare desertificazione, aridità e infertilità con ovvi disagi per le popolazioni. Il sistema idrico italiano è da decenni obsoleto con la perdita secca di più della metà dell’acqua che dovrebbe transitare nelle tubature; gran parte del centro sud e della Sicilia soffre da sempre per la mancanza di acqua nella rete, vi sono decine di migliaia di persone che possono fare uso dell’acqua potabile solo in alcuni giorni ed in alcune ore! Ma anche al nord l’estate calda e secca del 2017 ha visto la necessità di portare, per lunghi periodi, l’acqua con della cisterne. E mentre la rete idrica perde vi sono interessi poco chiari, o chiarissimi, che da questa situazione traggono vantaggio.
Già solo affrontando queste problematiche, con tutto il lavoro che ne deriverebbe, si risolverebbe gran parte dell’altra grande emergenza, la povertà dovuta alla mancanza di lavoro: per far partire l’economia gli incentivi servono a poco se da un lato il lavoro non c’è e dall’altro non ci sono soldi; solo opere necessarie e importanti hanno i requisiti giusti e cioè risolvere problemi reali e dare lavoro e combattere le povertà sempre più emergenti.
Far partire l’economia vuol dire eliminare quella farraginosa burocrazia che scoraggia chiunque dall’intraprendere una nuova attività e condanna chi ha un’impresa, di qualunque tipo, a perdere giornate e giornate di lavoro per adempiere ad obblighi burocratici inutili e dannosi che gli altri Paesi europei hanno soppresso da anni! Salvini e Di Maio si confrontino con l’Europa anche su questi temi.
Ancora silenzio sui diritti che dovrebbero essere riconosciuti ai privati: a) sgravi su lavori fatti nelle abitazioni a prescindere dalle ristrutturazioni, b) possibilità di assumere direttamente una persona non solo come domestico o badante, c) possibilità di scaricare la propria parte per le spese di portierato.
E ancora silenzio sul grave problema delle centinaia di migliaia di persone che lavorano saltuariamente prestando servizi e sono pagati solo dopo tre mesi (se va bene!). Né l’Italia né l’Europa hanno ancora affrontato l’ingiusta e assurda sperequazione che colpisce proprio coloro che senza un lavoro a tempo indeterminato hanno l’ulteriore beffa di venire pagati mesi dopo la prestazione effettuata e senza alcun paracadute sociale, dal Tfr ad altro, ed in assenza di strumenti per tutelarsi, quando il pagamento è addirittura posticipato rispetto ai tre mesi o non arrivi del tutto (si parla di pagamenti di poche centinaia di euro, per i quali nessuno si rivolge all’avvocato che costerebbe di più, ma lo Stato non offre garanzie e anche i sindacati non se ne occupano).
Da quanto ci è stato dato di sapere tra i vari punti del programma che Lega e M5s stanno cercando di redigere non si parla né di acqua né di scuole né di calamita naturali né dei lavoratori flessibili con retribuzioni precarie, problemi ben più urgenti della Tav o del terzo valico; d’altra parte anche in campagna elettorale i partiti, tutti, si dono ben guardati dall’affrontare temi scottanti e reali.
Per quanto riguarda invece i rapporti con l’Europa forse, per colpa di una non sufficiente conoscenza dei problemi (essere eletti al parlamento non significa nulla in sé se non si studiano i dossier), risulta veramente incomprensibile come, per difendere correttamente il nostro sistema produttivo e sociale, non si parli di armonizzare il sistema doganale, il sistema fiscale, i diritti dei bambini e non si affronti, sia in Italia che in Europa, il problema della divisione tra banche di risparmio e banche di affari e della messa al bando di derivati, ed altri marchingegni nati solo per strappare gli ultimi soldi si risparmiatori. Ci sarebbero molte altre cose da dire, ma bisognerebbe trovare qualcuno intenzionato ad ascoltare; ci sarebbero mille cose da fare ma per farle bene occorrerebbe prima studiare e pensare… ad maiora.