abbracci

  • Per vivere meglio?

    Sul Patto abbiamo in diverse occasioni ricordato come la ricerca scientifica abbia evidenziato, con diversi studi, le conseguenze positive, sul fisico e sulla psiche umana, che derivano dal rapporto affettivo con un animale da compagnia.

    Specificamente accarezzare il proprio cane o gatto, o comunque un animale col quale si è instaurato un rapporto, porta al rallentamento del battito cardiaco e al rilascio di ossitocina, quello sostanza che molti ormai chiamano l’ormone del benessere.

    Due scienziati italiani hanno, qualche anno fa, pubblicato il libro La scienza degli abbracci nel quale sono raccolte diverse indagini che provano come gli abbracci tra esseri umani, abbracci non legati al sesso ma solo alla affettività, alla condivisione di sentimento e calore umano, portino beneficio e produzione della nota ossitocina.

    L’abbraccio diventa un gesto con il quale ci si dà reciproco aiuto fisico e mentale, si riduce lo stress e si potenzia il sistema immunitario, si combatte la solitudine che, in questa epoca è diventata una nuova forma di malessere o autentico prodromo di malattia.

    L’ossitocina migliora il riconoscimento delle emozioni, rende più empatici, dà maggiore salute al sistema vascolare.

    In questa società dove tutti siamo sempre più concentrati su noi stessi, sul nostro smartphone, computer e sui social di riferimento, convinti che l’importante sia avere sul nostro profilo mille amici sconosciuti piuttosto che coltivare il rapporto diretto con dieci amici veri che possiamo guardare negli occhi senza uno schermo, cerchiamo di tornare ad imparare quei piccoli e semplici gesti d’affetto che fanno tanto bene reciprocamente.

    Abbracciare un amico, un parente, una persona che ha bisogno, dando un gesto di solidarietà, accarezzare il nostro cane o gatto e imparare a sorridere un po’ potrebbero, dovrebbero essere, piccoli ma importanti obbiettivi per questo nuovo anno.

  • L’importanza degli abbracci

    In un recente libro, ‘La scienza degli abbracci’, il neuroscienziato Francesco Bruno e la biologa Sonia Canterini affrontano il tema della potenzialità degli affetti, dell’abbraccio come terapia. Analizzano cioè come gli abbracci creino stimoli affettivi di condivisione e vicinanza e aumentino i livelli di ossitocina, sostanza che si ripercuote in modo positivo sulla salute del sistema cardiovascolare. Gli abbracci allentano la tensione e le sostanze positive che mettono in circolo aiutano a combattere la mancanza di serenità e di sonno. Infatti l’ossitocina smorza l’agitazione del cuore. La tensione continua rompe l’equilibrio di neurotrasmettitori ed ormoni con le ovvie  conseguenze sulla psiche e sul fisico, dalla gastrite alla tachicardia, dall’ansia alla depressione, e lo stress cattivo si associa alla produzione di cortisolo che danneggia il sistema immunitario. 

    La giornalista Eliana Liotta in un articolo ricorda un aneddoto raccontato da Piero Angela al quale un medico disse: «Ci sono persone che vengono da noi e non avrebbero bisogno di tre pillole al giorno ma di tre abbracci». Secondo gli scienziati l’abbraccio stimola nel cervello messaggeri chimici in grado di influenzare il nostro comportamento, l’ossitocina riduce lo stress, migliora il riconoscimento delle emozioni, rafforza i legami tra le persone, rende più empatici. Nella nostra epoca l’indifferenza e l’autoreferenzialità stanno creando gravi problemi in quanto contrastano e spesso annientano proprio l’empatia e questo rende sempre più difficili i rapporti tra le persone,  impedisce la capacità di confrontarsi in maniera anche decisa ma serena, senza utilizzare linguaggi o comportamenti fuori misura. La mancanza di empatia verso gli altri esseri umani in alcune occasioni, fortunatamente, porta ad avere maggiore attenzione verso gli animali. Se questo è un fatto certamente positivo, rimane però negativo che l’affetto che riusciamo magari a dimostrare al nostro cane o gatto non sappiamo dimostrarlo al nostro partner, ai nostri colleghi di lavoro e qualche volta purtroppo neppure ai nostri figli.

    Il periodo dell’estate e dei giorni di vacanza dovrebbero darci il tempo e la voglia di tentare di nuovo a provare quei sentimenti e quelle manifestazioni di affetto che non solo stimolano, per il nostro e altrui benessere, l’ossitocina ma che ci possono anche aiutare a ritrovare l’empatia perduta.

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