attacco

  • Attacco di Israele all’Iran e situazione geopolitica

    Ho sempre considerato l’Iran il vero problema nell’ottica di un nuovo possibile equilibrio del Medio Oriente, in quanto il regime degli Ayatollah, in nome della religione, finanzia tutte le organizzazioni terroristiche mediorientali, da Hamas agli Hezbollah fino ai fratelli musulmani.

    L’amministrazione Biden ha la grandissima responsabilità di non aver contrastato il ciclo di arricchimento dell’uranio che era stato interrotto durante la prima amministrazione Trump, il quale aveva isolato sostanzialmente la teocrazia iraniana grazie all’alleanza con la sunnita Arabia Saudita, nemica storica del regime sciita dell’Iran e, si pensi, con Putin.

    Viceversa, l’amministrazione democratica di Biden, riavviando i rapporti diplomatici con la teocrazia sciita, forte anche del solito servile appoggio dell’Unione Europea, ha fornito la complicità politica alla teocrazia nel perseguimento del sogno nucleare continuando nel processo di arricchimento dell’uranio ultimato poche settimane addietro. E come sempre gli effetti degli errori di politica estera si manifestano non immediatamente ma nell’arco di qualche anno.

    Del resto è altrettanto evidente che la sfrontatezza bellica di Israele possa contare su un implicito mandato da parte di tutti gli stati arabi, quindi non solo dell’Arabia Saudita, i quali vedono nell’Iran il loro grande concorrente nella gestione dell’egemonia politica ed economica mediorientale e soprattutto un ostacolo nella secolarizzazione delle società arabe che assicura loro una nuova prosperità economica.

    Tuttavia rimane evidente che un’azione di guerra di questa entità diretta e dichiarata verso uno stato sovrano, per quanto sia l’Iran, rappresenta un atto di una gravità senza precedenti, anche in relazione alla possibile risposta dell’Iran stesso il quale, avendo appunto ultimato il ciclo di arricchimento dell’uranio e di conseguenza con la disponibilità della bomba atomica, potrebbe scatenare, proprio in nome di un mandato divino ed istituzionale finalizzato ad “annientare l’entità giudaica”, una controffensiva nucleare la quale nella visione religiosa non provocherebbe vittime civili, ma semplicemente martiri che potranno, però, accedere al regno dei cieli.

    Tutto questo ovviamente mentre la comunità politica nazionale ed europea si dimostrano ancora una volta inadeguate e distratte da argomenti imbarazzanti e di una pochezza disarmante.

    Il primo partito dell’opposizione italiano, infatti, il PD, propone una legge relativa alla limitazione dell’uso dello zucchero alla quale fa riscontro il patetico tentativo di un presunto sultano di periferia che vorrebbe essere rieletto alla guida della propria regione per la quarta volta. Mentre il governo in carica assicura, esattamente come il precedente di Draghi, di essere in grado di tagliare le tasse grazie alla riforma del cuneo fiscale. Un’affermazione comune agli ultimi due governi, Draghi e Meloni, ridicolizzata dall’ufficio contabile del Parlamento il quale ha dimostrato che a fronte di un aumento di due punti percentuali dell’inflazione il prelievo fiscale aumenta del 13% (fiscal drag).

    Contemporaneamente in Europa si impone il blocco alle autovetture a gasolio euro 5, il cui acquisto era stato addirittura incentivato dallo Stato, convinti di risolvere la questione relativa ad un ipotetico cambiamento climatico.

    In questo contesto, intanto, l’India e la Cina hanno firmato un accordo per l’apertura di decine e decine di nuove centrali elettriche a carbone che ridicolizza gli obiettivi pseudoambientalisti ed ideologici dell’Unione Europea.

    In questo surreale quadro politico nazionale ed europeo mai come ora lo spettro di una guerra atomica, magari di bassa entità, ammesso che questo possa essere un termine corretto, si affaccia come una reale opzione e rende ancora più ridicole le istituzioni nazionali ed europee che in questi ultimi anni hanno pensato alle desinenze dei nomi nel delirio legato al Woke ed al Green Deal, ma assolutamente incapaci di avere una visione geopolitica degna del termine. La stessa idea di avviare una strategia di riarmo per acquisire maggiore credibilità alla Ue definisce senza ombra di dubbio il livello imbarazzante ed ormai al di sotto del minimo sindacale raggiunto.

    Mai come ora risulta necessario uno sforzo politico e istituzionale per riportare gli scontri politici e militari mediorientali e russo ucraini all’interno di un perimetro che, per quanto possa comunque definirsi di una guerra, escluda una escalation nucleare mondiale.

    Nel frattempo la Cina accelera i programmi di riarmo (forse copiando la strategia della Unione Europea?) finalizzati all’invasione di Taiwan.

    Andrebbe ancora una volta ricordato come una situazione geopolitica esprima gli effetti di decisioni adottate anni addietro e non, come si crede in Italia ed Europa, il week end precedente.

  • Attacco russo a due voli finlandesi sopra l’Estonia, in pieno spazio Nato

    Risulta che nell’area balcanica nel corridoio di Suwalki la Russia abbia messo la sede del Baltic Jummer. Negli ultimi giorni due voli della compagnia aerea Finnair in viaggio da Helsinki verso Tartu in Estonia, e cioè in pieno spazio Nato, giunti nei pressi dell’aeroporto, non abbiano potuto atterrare a seguito di un attacco ai loro sistema di navigazione.

    I Gps degli aerei sono stati completamente oscurati e perciò senza alcun segnale per proseguire la rotta, i due aerei, uno giovedì sera e l’altro venerdì sera, non potendo atterrare sono dovuti ritornare all’aeroporto di partenza.

    Il Lotte-Triin Narusk, che è il responsabile delle comunicazioni dei servizi aerei estoni, ha dichiarato che le interferenze Gps sono aumentate con gravi problemi per le procedure del traffico aereo. Il disturbo dei Gps è in atto dalla fine del 2022 e le notizie darebbero la responsabilità alla Russia e al suo Baltic Jummer che ha sede nell’enclave di Kaliningrad.

    Nel passato vi erano stati altri problemi dei segnali Gps per aerei che viaggiavano da Varsavia a Berlino e proprio sopra Kaliningrad ci sarebbe il più alto livello di interferenze.

    Secondo quanto riportato dal Messaggero l’aviazione britannica ha pubblicato, nei giorni scorsi, un report dal quale risulta che oltre 45.000 voli siano stati colpiti da interferenze dai loro sistemi di navigazione mentre sorvolavano l’area balcanica. Le fonti dell’aviazione sospettano che la Russia abbia lanciato pericolosi attacchi elettronici contro voli turistici britannici.

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