consumatori

  • La Commissione aggiorna le norme sulla commercializzazione dei prodotti agroalimentari

    La Commissione ha proposto di rivedere le vigenti norme che riguardano la commercializzazione di una serie di prodotti agroalimentari, quali frutta e verdura, succhi e confetture di frutta, miele, pollame o uova. Le revisioni proposte dovrebbero aiutare i consumatori a operare scelte informate per una dieta più sana e contribuire a prevenire gli sprechi alimentari.

    Tra le scelte proposte dalla Commissione:

    etichettatura di origine – norme più chiare e obbligatorie per miele, frutta a guscio e frutta secca, banane mature, nonché frutta e verdura rifilate, trasformate e tagliate (come le foglie di insalata confezionate). In caso di miscele, occorrerà riportare sull’etichetta il o i paesi di origine. Il fatto di elencare i paesi di origine consentirà di aumentare la trasparenza per i consumatori, oltre a promuovere la produzione di questi prodotti nell’UE;

    sprechi alimentari – le revisioni proposte riguardano sia i rifiuti alimentari che quelli di imballaggio. Ad esempio, per gli ortofrutticoli esteticamente meno attraenti (con difetti esterni, ma comunque adatti al consumo locale/diretto) venduti a livello locale e direttamente dai produttori ai consumatori è prevista una deroga dalle norme di commercializzazione. Valorizzarne la freschezza potrebbe offrire ai consumatori maggiori opportunità di acquistare frutta e verdura fresca a prezzi più accessibili e andare a vantaggio dei produttori attivi nelle filiere corte. Lo stesso vale per alcuni prodotti colpiti da calamità naturali o da altre circostanze eccezionali, se il loro consumo è sicuro;

    imballaggio – i prodotti destinati alla donazione potrebbero essere esentati dai principali requisiti di etichettatura. Ciò potrà ridurre gli adempimenti burocratici e le esigenze di etichettatura, facilitando il lavoro degli operatori;

    succhi di frutta – potranno recare la menzione “senza zuccheri aggiunti” per chiarire che, contrariamente ai nettari di frutta, i succhi non possono per definizione contenere zuccheri aggiunti, una caratteristica di cui la maggior parte dei consumatori non è a conoscenza. Inoltre, per rispondere alla crescente domanda di prodotti con meno zuccheri, un succo riformulato potrebbe indicare sull’etichetta “succo di frutta a tasso ridotto di zuccheri”. Per semplificare ulteriormente e adattarsi ai gusti dei consumatori, il termine “acqua di cocco” potrebbe essere utilizzato accanto a “succo di cocco”;

    confetture e marmellate – il contenuto di frutta sarà portato da 350 a 450 grammi minimi (550 per i prodotti di alta qualità) per chilogrammo di prodotto finito. Con l’aumento generalizzato del contenuto di frutta, ai consumatori verrebbe offerto un prodotto con meno zuccheri liberi e una quantità di frutta superiore a quella attuale. Il termine “marmellata”, finora autorizzato soltanto per le confetture di agrumi, si applicherebbe a tutte le confetture, in modo da adeguare il nome del prodotto a quello più utilizzato a livello locale;

    uova – i pannelli solari potrebbero essere introdotti nei sistemi di produzione all’aperto per stimolare l’approvvigionamento di energia da fonti rinnovabili. Anche la stampigliatura delle uova verrebbe effettuata direttamente in azienda per migliorare la tracciabilità.

  • Arriva il nuovo punto di riferimento per l’informazione dei consumatori italiani

    È on line www.dallapartedelconsumatore.com il nuovo sito internet dell’Associazione Nazionale “Dalla Parte del Consumatore”.

    Con esso, l’Associazione a difesa dei consumatori si prefigge di fornire una informazione ai cittadini sui loro diritti e sui temi di maggiore attualità e dibattito che li riguardano.

    Il sito, infatti, non si limita ad illustrare le iniziative, le battaglie e le notizie concernenti l’Associazione Nazionale “Dalla Parte del Consumatore” ma contiene focus di approfondimento su tematiche note e meno note concernenti i consumatori.

    “Abbiamo voluto creare uno spazio virtuale di informazione, approfondimento e confronto per i consumatori italiani – afferma l’avv. Emilio Graziuso, Presidente Nazionale “Dalla Parte del Consumatore” – Riteniamo, infatti, che esso possa essere un ulteriore passo avanti nella formazione di un “consumatore militante”, al quale la nostra Associazione lavora costantemente.

    Attraverso contenuti semplici ma nello stesso tempo completi e redatti da esperti di settore, riteniamo che i cittadini si possano avvicinare al piacere di informarsi costantemente in merito ai propri diritti”.

    Proprio per creare un vero e proprio “laboratorio” di informazione del consumatore, espresso da qualificati saperi diffusi, al sito www.dallapartedelconsumatore.com partecipano attivamente, oltre ai dirigenti ed attivisti dell’Associazione, alcuni dei quali come Massimo Bomba, Vice Presidente Nazionale “Dalla Parte del Consumatore”, sono giornalisti, il dott. Lamberto Colla, direttore della “Gazzetta dell’Emilia”, la dott.ssa Chiara Perrucci, giornalista degli “Stati Generali”, Ugo Massari e Cristina Lucchetti di “Sinestesia fra le Arti”.

    “Il sito sarà costantemente e puntualmente aggiornato – afferma Massimo Bomba, Vice Presidente Nazionale “Dalla Parte del Consumatore” – Ogni settimana, infatti, il gruppo di lavoro dell’Associazione ad esso dedicato selezionerà e pubblicherà informazioni essenziali per i consumatori”.

    “Attraverso il sito vogliamo avvicinare anche i più giovani alla informazione sui diritti dei consumatori – dichiara Irene Zapparata, Segretaria Nazionale “Dalla Parte del Consumatore” – Abbiamo riscontrato, infatti, che molti giovani si stanno rivolgendo sempre più spesso ai nostri sportelli per problemi concernenti, soprattutto, il mondo online degli acquisti, dei pagamenti e delle truffe”

     

  • Le società di carte di credito si impegnano a impedire abbonamenti online nascosti

    A seguito di un dialogo con la rete di cooperazione per la tutela dei consumatori (CPC), coordinato dalla Commissione europea e guidato dal mediatore danese dei consumatori, Mastercard, VISA e American Express hanno convenuto di introdurre modifiche per garantire il rispetto delle norme dell’UE a tutela dei consumatori.

    Gli impegni mirano a garantire che gli esercenti forniscano informazioni chiare sui pagamenti ricorrenti ai consumatori prima che questi ultimi si impegnino a sottoscrivere un abbonamento.

    Da un’indagine sulle truffe e sulle frodi a danno dei consumatori pubblicata nel 2020 è emerso che in passato quasi il 10% dei consumatori dell’UE aveva sottoscritto inavvertitamente un abbonamento. Le pratiche di MasterCard, VISA e American Express sono state esaminate dalle autorità della rete di cooperazione per la tutela dei consumatori, in particolare per quanto riguarda le modalità di autorizzazione delle operazioni tramite carta attraverso le loro reti di pagamento. Le autorità hanno constatato che le regole di queste società non garantivano che le operazioni mediante carta fossero correttamente autorizzate quando includevano pagamenti regolari successivi, ad esempio obbligando gli operatori a specificare, in fasi specifiche, che accettando una prova gratuita il consumatore avrebbe sottoscritto un abbonamento.

    Nell’ambito di tale azione, American Express ha introdotto regole più rigorose per gli operatori commerciali, compreso l’obbligo di inviare una notifica del primo abbonamento. MasterCard e VISA si sono spinte oltre, imponendo agli operatori di visualizzare le spese di abbonamento applicabili nella finestra di pagamento in cui i consumatori inseriscono i dati della carta di credito per il primo acquisto o la prima prova che comportino un abbonamento.

  • Saldi: l’Associazione ‘Dalla Parte del Consumatore’ fornisce un vademecum ai consumatori

    Siamo prossimi alla partenza dei saldi e l’Associazione Nazionale “Dalla Parte del Consumatore” fornisce a tutti i consumatori un utile vademecum volto ad evitare disavventure di fine stagione.

    Ecco i consigli dell’Associazione:

    1) fare attenzione ai saldi superiori al 50 percento: potrebbero nascondere bufale, come ad esempio la vendita di merce dell’anno precedente (che ovviamente potrebbe essere ugualmente un buon affare purché il negoziante informi il cliente);

    2) la merce in saldo deve essere tenuta separata nettamente da quella venduta a prezzo pieno;

    3) è obbligatorio esporre sul cartellino il vecchio prezzo, la percentuale di sconto ed il prezzo scontato;

    4) il consumatore ha diritto di provare i capi, esclusa la biancheria intima;

    5) i negozianti sono obbligati ad accettare il pagamento con carte di credito anche con i saldi. In caso di rifiuto non comprate e segnalate il caso per iscritto alla società Servizi Interbancari e a un’associazione di consumatori;

    6) conservare lo scontrino, perché costituisce prova di acquisto che obbliga il negoziante a sostituire e/o riparare la merce difettosa o ‘non conforme’, anche in presenza di cartelli con la dicitura che i capi in svendita non si possono cambiare;

    7) la garanzia per vizi occulti e per assenza di qualità promessa è dovuta dal venditore anche nelle vendite a saldo ed è di due anni dalla vendita secondo il Codice del Consumo;

    8) fare attenzione all’‘effetto sforamento’: spesso, infatti, spendiamo più di quanto crediamo di stare risparmiando. Utile sarebbe fare una lista degli acquisti in anticipo, e tenerla sempre sott’occhio nel fare compere.

  • Al via il Festival della digitalizzazione

    Dal 5 all’8 maggio 2022 si svolgerà la seconda edizione del ‘Festival della Digitalizzazione’, evento nazionale, organizzato dall’Accademia Civica Digitale, Lo Sbuffo ed Elzevirus, che analizza il mondo digitale in tutti i suoi aspetti, dalla letteratura all’editoria, dall’imprenditoria al giornalismo, dalla divulgazione a mezzo social all’industria musicale.

    All’evento ed in particolare al focus specifico sui diritti nel mondo digitale, dal titolo “Diritti online”, che avrà inizio alle ore 16,00 del 7 maggio 2022, parteciperanno, in qualità di relatori, l’avv. Emilio Graziuso, Responsabile dell’Associazione Nazionale “Dalla Parte del Consumatore”, e la dott.ssa Irene Zapparata, Responsabile del dipartimento “Truffe online” istituito dall’Associazione Nazionale “Dalla Parte del Consumatore”, i quali tratteranno, rispettivamente, i temi diffamazione a mezzo social e truffe online e tutela del consumatore.

    “All’edizione 2022 del Festival della Digitalizzaizone faremo sentire in modo ancora più forte ed incisivo, rispetto allo scorso anno, la voce dei consumatori. Per noi è un grande onore poter partecipare, come relatori, per il secondo anno consecutivo a questo importante evento, unico nel suo genere nel panorama nazionale, di grande spessore culturale e rilevanza sociale – affermano l’avv. Emilio Graziuso e la dott.ssa Irene Zapparata –. Il Festival costituisce, infatti, oltre che un momento di informazione e formazione per i cittadini che vi assistono, un’occasione di confronto e dibattito tra operatori del settore dalla quale, così come è avvenuto lo scorso anno, possono scaturire idee e strategie comuni per rendere sempre più abitabile il mondo digitale”.

    La tutela del consumatore online è un fronte sul quale, nel corso dell’ultimo anno l’Associazione Nazionale Dalla Parte del Consumatore è stata particolarmente impegnata, non soltanto nel fornire informazione ai cittadini sui propri diritti e suggerimenti sul come evitare di essere vittima di truffe informatiche, ma anche fornendo consulenza ed assistenza ai cittadini che avevano, purtroppo, subito prelievi fraudolenti o addebiti non autorizzati.

    Proprio per fornire il migliore servizio possibile ai consumatori ed avere un osservatorio costante sul fenomeno, l’Associazione Nazionale Dalla Parte del Consumatore ha istituito al proprio interno uno specifico Dipartimento dedicato alla tutela del consumatore dalle truffe on line, responsabile del quale è stata nominata la dott.ssa Irene Zapparata.

    “Sulla base dei dati in nostro possesso nonché della notevole esperienza maturata sul campo, attraverso l’attività dell’Associazione Nazionale Dalla Parte del Consumatore – affermano l’avv. Emilio Graziuso e la dott.ssa Irene Zapparata –  daremo il nostro contributo al Festival della Digitalizzazione in termini di consigli pratici e l’esame delle possibili forme di tutela del consumatore. Analizzeremo, inoltre, le prospettive di interventi legislativi alla luce delle decisioni dell’Arbitro Bancario Finanziario e delle sentenze registratesi in sede giurisprudenziale”.

  • Protezione dei consumatori da recensioni ingannevoli: il 55% dei siti web sottoposti a screening viola il diritto dell’UE

    La Commissione europea e le autorità nazionali per la protezione dei consumatori hanno pubblicato i risultati di uno screening (“sweep”) delle recensioni dei consumatori sui siti web.

    Quasi due terzi dei negozi online, dei marketplace, dei siti web di prenotazione, dei motori di ricerca e dei siti di servizi di comparazione analizzati hanno suscitato dubbi sull’affidabilità delle recensioni: in 144 dei 223 siti web controllati, le autorità non hanno potuto confermare che gli operatori facciano abbastanza per assicurarsi che le recensioni siano autentiche, ossia pubblicate da consumatori che hanno effettivamente utilizzato il prodotto o il servizio recensito.

    Le autorità per la protezione dei consumatori hanno concluso che almeno il 55% dei siti web controllati viola potenzialmente la direttiva sulle pratiche commerciali sleali, che richiede che ai consumatori siano presentate informazioni veritiere per consentire una scelta informata.

    La Commissione continuerà a collaborare con la rete Cooperazione per la protezione dei consumatori su questa importante questione e sosterrà le autorità nazionali nelle loro azioni di contrasto.

    Fonte: Commissione europea

  • Concentrato di pomodoro cinese. No grazie

    L’Italia è il primo paese europeo per la produzione di pomodori e proprio nei giorni scorsi gli agricoltori hanno siglato i nuovi contratti ma, ancora una volta, una concorrenza sleale e, in alcuni casi pericolosa per la salute, arriva dalla Cina.

    La Cina è negli anni diventata, a livello internazionale, un grandissimo produttore ed esportatore di salsa di pomodoro derivante da pomodori coltivati, per la maggior parte, dagli Uiguri, la minoranza etnica mussulmana in gran parte detenuta in campi di lavoro, secondo quanto affermano le Nazioni Unite. I campi di lavoro in Cina sono molti nei quali si coltivano prodotti agricoli o sono realizzati prodotti d’abbigliamento ed altri manufatti. L’Oviesse ha da poco dichiarato che per le violazioni dei diritti umani perpetrate dal governo cinese specialmente nei campi di lavoro, e cioè in veri campi di concentramento, non comprerà più il cotone cinese.

    La Cina produce, con decine di aziende di trasformazione che lavorano i pomodori coltivati su migliaia di ettari, il triplo concentrato di salsa di pomodoro che è praticamente tutto esportato e che arriva in tutto il mondo, compresa una ingente quantità nel porto di Salerno. Qui alcune aziende italiane lo acquistano e, aggiungendo acqua e sale, lo trasformano in doppio concentrato prodotto in Italia… Questo doppio concentrato con bandierina tricolore è poi venduto ed esportato. Certo il pomodoro cinese costa meno perché la manodopera è sottopagata, o non pagata nel caso dei campi di lavoro, ed inoltre è utilizzato anche molto lavoro minorile. Se poi, oltre alla violazione dei diritti umani, teniamo conto che i sistemi di coltivazione in Cina non hanno certo le norme di controllo europee per vietare sostanze chimiche nocive per la salute si comprende bene come si debba vigilare con particolare attenzione su questo prodotto, vigilare attraverso le leggi e le autorità competenti ma anche come consumatori dobbiamo verificare, per quanti possibile, quello che acquistiamo. Le battaglie per l’ambiente e per un commercio corretto partono anche da qui, dal pomodoro.

  • Credito al consumo: riscontrate potenziali irregolarità in oltre un terzo dei siti di prestiti online

    La Commissione europea e le autorità nazionali per la tutela dei consumatori hanno pubblicato i risultati di una revisione a livello dell’UE di 118 siti online di credito al consumo.

    L’obiettivo della revisione era verificare le offerte su dispositivi quali tablet o smartphone e verificare se gli operatori rispettino le norme dell’UE in materia di protezione dei consumatori per quanto riguarda le informazioni standard nel settore della pubblicità online per il credito al consumo. È emerso che più di un terzo (36%) dei siti web oggetto dell’indagine violava potenzialmente il diritto dei consumatori dell’UE. Mancavano o non erano chiare informazioni fondamentali quali il costo del credito, i tassi di interesse o l’obbligo di assicurazione. Inoltre, i siti web non sempre menzionano eventuali misure straordinarie nel quadro della pandemia di COVID-19 che possono sortire un impatto sul credito al consumo (ad esempio, la possibilità di richiedere un periodo di rimborso per gli anticipi). Le autorità nazionali responsabili della tutela dei consumatori daranno seguito ai casi di potenziali irregolarità segnalati.

    Nell’ambito della nuova agenda per i consumatori, la Commissione sta lavorando alla revisione della direttiva sul credito al consumo, già oggetto di una valutazione nel novembre 2020.

    Maggiori informazioni sulla revisione a livello dell’UE delle offerte di credito online e dati recenti sulla valutazione dei mercati del credito al consumo da parte dei consumatori sono disponibili online.

  • Viaggi ed eventi annullati per il coronavirus: quali soni i diritti dei consumatori?

    In questi giorni le immagini trasmesse da tutte le emittenti televisive italiane, e non solo, hanno restituito il ritratto spettrale di una parte del nostro Paese con città, a partire da una Milano, quasi deserte e con gente, di contro, che, in preda ad un delirio collettivo di proporzioni inaudite, affollava i supermercati di Lombardia e Veneto, regioni in cui si sono registrati alcuni casi di contatto e una manciata di decessi per coronavirus, per fare scorte di cibo in vista di una probabile chiusura dei negozi di cui nessuno aveva mai parlato. Ordinanze regionali e ministeriali hanno stabilito, in via cautelativa, la chiusura di scuole, università e luoghi deputati all’istruzione, la riduzione delle attività di uffici pubblici e privati, il divieto o la sospensione di manifestazioni sportive e culturali e delle funzioni religiose. Sospesi anche i viaggi di istruzione per gli studenti e la chiusura alle ore 18 di bar, ristoranti e locali. Ma i cittadini che avevano prenotato soggiorni di vario tipo o viaggi o avessero acquistato biglietti per assistere a varie tipologie di manifestazioni come devono comportarsi? Che diritti hanno e come sono tutelati in situazioni simili?

    Un articolo pubblicato da ADUC – Associazione diritti utenti e consumatori ce lo spiega.

    “Ora che il nostro Paese è diventato, tra Europa e Usa, quello con più casi di contagiati (1), occorre porre maggiore attenzione ai problemi relativi a diritti dei consumatori. Accade grazie a vari annullamenti: viaggi, eventi di vario tipo. L’informazione in generale non manca e le autorità sanitarie stanno dimostrando le loro diffuse eccellenze.
    Cosa succede per i diritti dei consumatori, per esempio, se uno spettacolo viene annullato, se un treno non non parte o non ferma ad una stazione, se un volo aereo viene annullato.
    Dipende:
    A – Se a decidere l’annullamento è una qualche autorità (voli bloccati per la Cina, partite di qualche sport, gite scolastiche, manifestazioni a pagamento, etc), chi ha raccolto la prenotazione non può pretendere il pagamento di nulla. Chi ha già avuto il pagamento deve integralmente rimborsare quanto già versato dal consumatore, indipendentemente dalle regole e dalle leggi di disdetta che il singolo servizio prevedeva.
    B – Se a decidere l’annullamento è la precauzione del singolo organizzatore (del viaggio, del trasporto, dell’evento), ognuno si paga le proprie precauzioni. Quindi l’organizzatore deve rimborsare il dovuto completamente, e non si stupisca se da parte del consumatore che avrebbe dovuto fruire di quel servizio gli possano anche essere chiesti i danni. Anche qui, indipendentemente dalle regole e dalle leggi di disdetta che il singolo servizio prevedeva.
    C – Se è il consumatore a decidere di non partecipare ad un evento o non fare un viaggio o non prendere un mezzo di trasporto (tutte situazioni in cui il servizio comunque viene erogato), lo stesso consumatore si paga la propria precauzione non percependo rimborsi se non rispetto alle regole del singolo servizio: biglietti di trasporto, quote di viaggi organizzarti, camere di albergo, biglietti di eventi, etc.. Vi è una sola possibile eccezione: chi ha acquistato un pacchetto turistico o “tutto incluso”, qualora la destinazione sia in zona oggettivamente a rischio, potrà pretendere la risoluzione del contratto e il rimborso del prezzo pagato per impossibilità di fruire dello scopo del viaggio (relax, piacere, ecc.).
    Quindi, visto che i fatti si evolvono giorno per giorno e ora per ora, il consiglio base è di informarsi prima di prendere qualunque decisionePresso la Farnesina per i viaggi verso l’estero, presso le autorità nazionali e locali in tutti gli altri casi. E, vista l’imprevedibilità della situazione soprattutto per i viaggi che comportano un certo esborso economico e che in genere si prenotano con una certo anticipo, per ogni evenienza è bene mettere in bilancio anche un’assicurazione sulla disdetta, e di quelle che prevedono il rimborso anche in caso di eventi straordinari, pandemia, etc (che sono più costose).
    Infine è bene fare molta attenzione ai falsi allarmismi e alle fake news che, purtroppo, anche in casi delicati e importati come questo, non mancano: informarsi sempre alle fonti dirette e diffidare sempre di quelle mediate e dei “sentito dire”.

    1 – forse perché siamo più scrupolosi e/o meglio organizzati?

  • La lezione del 2019 per il 2020: i saldi convengono soprattutto a febbraio

    In occasione dei saldi 2020 idealo, il portale internazionale di comparazione prezzi leader in Europa ha analizzato i dati dei saldi dell’anno scorso per verificare le percentuali di risparmio possibili e i periodi in cui si trovano i maggiori ribassi sui prezzi.

    Considerando un periodo temporale medio da inizio gennaio a fine febbraio 2019, ovvero quando i saldi sono nel pieno delle proprie potenzialità e l’interesse dei consumatori è ancora alto, idealo ha rilevato come la settimana più conveniente sia stata l’ultima di febbraio, mentre quella più cara, quindi con meno offerte, la terza di gennaio.

    Sempre analizzando i primi due mesi dell’anno scorso, i prodotti maggiormente convenienti sono stati gli pneumatici estivi (-33,0% nella settimana più conveniente rispetto a quella più cara durante i saldi invernali) – a dimostrazione del fatto che acquistare articoli al di fuori della stagionalità di utilizzo è il modo migliore per risparmiare – ci sono stati poi gli stivali (-30,8%) e altoparlanti (-27,1%). Ancora, giacche per outdoor (-22,7%), prodotti per la cura del viso (-16,5%), console di gioco (-15,4%), zaini (-12,6%), lavatrici (-10,3%), obiettivi fotografici (-10,0%) e frigoriferi (-10,0%).

    Analizzando, invece, l’interesse dei consumatori digitali è risultato che esso si è concentrato in particolar modo nella prima settimana di gennaio, ad inizio delle offerte. Viceversa, i giorni con meno intenzioni di acquisto sono stati quelli della terza settimana di febbraio e della quarta, probabilmente quando ormai i consumatori avevano già acquistato ciò che li interessava.

    Sempre analizzando l’interesse degli e-consumer italiani è possibile vedere come durante i saldi 2019 alcuni prodotti abbiano visto un notevole aumento delle relative ricerche online rispetto al periodo precedente, in particolar modo: scarpe da corsa (+79,4%), caschi da moto (+55,3%), scarpe da ginnastica (+46,9%), pneumatici estivi (+35,0%), giacche outdoor (+27,9%), fotocamere mirrorless (+24,0%), prodotti per la cura del viso (+23,8%), lavatrici (+22,5%), obiettivi fotografici (+15,9%), lavastoviglie (+15,2%), piani cottura (+14,5%) e infine frigoriferi (+13,3%). I saldi invernali diventano quindi occasione per comprare scontati oltre ai grandi elettrodomestici e agli pneumatici estivi, prodotti di uso comune come le macchine fotografiche o anche abbigliamento.

     

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