lavoro

  • L’UE avvia la prima azione per affrontare la carenza di personale infermieristico

    La Commissione avvia la prima azione dell’UE per sostenere gli Stati membri nel trattenere e attrarre infermieri, con un bilancio di 1,3 milioni di € nell’ambito del programma “UE per la salute”. L’azione, istituita dalla Commissione europea in collaborazione con l’ufficio regionale europeo dell’OMS a seguito dell’accordo di contributo della Commissione con detto ufficio regionale firmato nel settembre 2024, prende il via a Varsavia in occasione di una riunione di alti funzionari in ambito medico, infermieristico e odontoiatrico, nel contesto della presidenza polacca del Consiglio dell’UE.

    L’azione prevede attività per 36 mesi in tutti gli Stati membri dell’UE, con particolare attenzione ai paesi con notevoli sfide per il personale sanitario. Mediante una stretta cooperazione con gli Stati membri, le organizzazioni di infermieri e le parti sociali, l’iniziativa sarà adattata alle specifiche esigenze nazionali e subnazionali. Le attività principali comprendono programmi di tutoraggio per attrarre una nuova generazione di infermieri, valutazioni d’impatto della forza lavoro infermieristica per comprendere i problemi alla base delle carenze strutturali, strategie per migliorare la salute e il benessere degli infermieri e azioni per sfruttare i benefici della trasformazione digitale e dell’IA.

  • Spese coatte: a fine gennaio scade il termine per rinnovare l’assicurazione contro gli infortuni domestici

    L’assicurazione contro gli infortuni in ambito domestico, istituita dalla legge 493 del 1999, è obbligatoria per tutte le persone di età compresa tra i 18 e i 67 anni che, a titolo gratuito e senza vincolo di subordinazione, si occupano della cura della propria casa e dei propri familiari in modo abituale ed esclusivo.

    Modalità di iscrizione o di rinnovo. La polizza può essere attivata in qualsiasi momento; per chi è già iscritto, la scadenza per il rinnovo è fissata al 31 gennaio 2025. Il pagamento può essere effettuato facilmente online tramite il servizio PagoPA, e se il versamento avviene entro la scadenza, la copertura decorre dal 1° gennaio. Se il pagamento è in ritardo, la polizza partirà dal giorno successivo al versamento.

    L’iscrizione avviene esclusivamente tramite i servizi online dell’Inail, a cui è possibile accedere tramite credenziali Spid, Cie o Cns. La polizza ha validità dal giorno seguente al pagamento del premio.

    Il costo dell’assicurazione è di soli 24 euro all’anno, deducibile fiscalmente, e a carico dello Stato per le famiglie a basso reddito.

    Tramite i servizi telematici è possibile, inoltre, visualizzare sia la situazione assicurativa con i pagamenti effettuati, sia scaricare il certificato annuale di iscrizione per ogni finalità di legge.

    La tutela assicurativa. La polizza ha lo scopo di tutelare gli assicurati contro gli infortuni domestici, ossia gli eventi accidentali, non intenzionali, che si verificano nell’abitazione o nelle sue pertinenze, come giardini, balconi, cantine, soffitte e anche le aree comuni del condominio, durante lo svolgimento di attività domestiche. La protezione si estende anche alle piccole riparazioni fai-da-te e alla cura degli animali domestici, come cani, gatti, pappagallini, conigli, criceti, ecc., che fanno parte integrante della vita familiare.

    È considerata al pari dell’abitazione in cui dimorano l’assicurato e la sua famiglia anche la casa in affitto in cui si trascorrono le vacanze, purché si trovi sul territorio nazionale.

    Le prestazioni offerte dall’assicurazione. La polizza prevede diverse prestazioni che comprendono una rendita diretta, che oscilla da un minimo di 119,23 euro a un massimo di 1.454,08 euro, per inabilità permanente al lavoro pari o superiore al 16%; una prestazione una tantum rivalutabile, attualmente pari a 337,41 euro, per infortuni che comportano un’inabilità permanente compresa tra il 6% e il 15%, e una rendita ai superstiti in caso di morte dell’assicurato, dell’importo massimo di 1.454,08 euro.

    Per gli infortuni domestici, con esito mortale, è prevista anche l’erogazione a favore dei superstiti, o di chiunque dimostri di aver sostenuto le spese funerarie, di un assegno una tantum di 12.240,00 euro, e un’ulteriore prestazione una tantum a carico del Fondo vittime gravi infortuni. Ai titolari di rendita per inabilità permanente assoluta al 100%, che versano in condizioni particolarmente gravi è corrisposto l’assegno mensile per l’assistenza personale continuativa (APC), pari ad euro 667,12.

    Per ulteriori informazioni e chiarimenti sui requisiti di assicurazione e sulle modalità di iscrizione e pagamento del premio si può: chiamare il contact center Inail, dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 18.00, raggiungibile esclusivamente al numero 06.6001, disponibile sia da rete fissa sia da rete mobile secondo il piano tariffario del gestore telefonico di ciascun utente; consultare il sito www.inail.it > Attività e servizi > Assicurazione > Assicurazioni speciali > Lavoro domestico, ove troverà tutti i documenti e le indicazioni relative all’assicurazione.

    Ci si può anche rivolgere a una qualsiasi sede Inail o inviare un’e-mail ad una delle seguenti associazioni delle casalinghe: Obiettivo famiglia/Federcasalinghe: federcasalinghe.segreteria@gmail.com; Movimento italiano casalinghe-Moica: moicanazionale@moica.it; Sindacato casalinghe lavoratrici europee-Scale Ugl: scale@ugl.it.

    Per inoltrare specifiche richieste, anche in relazione alle modalità di accesso e di utilizzo ai servizi online, e per richiedere assistenza, si può utilizzare il canale di accesso telematico ‘Inail risponde’ presente sulla barra blu del portale www.inail.it e raggiungibile alla voce ‘Supporto’.

  • Bandi di concorso aperti per professioni statali

    Il 2025 si apre con una serie di opportunità di lavoro grazie ai concorsi pubblici. Il sindacato UilPa fa il punto di tutti i bandi aperti a gennaio.

    Il Ministero dell’Istruzione e del Merito pubblica due bandi. Il primo, con scadenza il 15 gennaio 2025, prevede 1.435 posti per Dsga funzionari elevata qualificazione. Il secondo, con scadenza il 23 gennaio 2025, offre 145 posti per dirigenti tecnici.

    L’Inps prevede due bandi. Il primo, con scadenza il 16 gennaio 2025, offre 138 posti funzionari sanitari. Il secondo, con scadenza il 27 gennaio 2025, prevede 16 posti per professionisti legali.

    Anche il ministero della Giustizia prevede due bandi a gennaio. Il primo, con scadenza il 16 gennaio 2025, offre 350 posti per magistrati ordinari. Mentre il secondo, con scadenza 29 gennaio 2025, ne prevede 100 per funzionari tecnici e 136 per assistenti tecnici.

    La Corte dei Conti ha pure lanciato due bandi. Il primo, con scadenza 22 gennaio 2025, per 20 posti assistenti amministrativi. Il secondo, con scadenza 30 gennaio 2025, per 22 posti assistenti amministrativi e 18 posti per funzionari amministrativi e giuscontabili.

    Un bando anche per l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Scadenza 20 gennaio 2025 per 415 posti assistenti amministrativi tributari.

    Il Ministero dell’Ambiente sicurezza energetica (Mase), infine, pubblica un bando, con scadenza 29 gennaio 2025, per dirigenti tecnici e per dirigenti amministrativi contabili.

  • Shein lawyer refuses to say if it uses Chinese cotton

    A senior lawyer representing Shein has repeatedly refused to say whether the company sells products containing cotton from China, prompting an MP to brand her evidence “ridiculous”.

    Yinan Zhu, general counsel for the fast-fashion giant, confirmed its suppliers did manufacture products in the country, but declined to say whether they used Chinese cotton.

    Firms that source clothing, cotton, and other products from the Xinjiang region in the north west of China in particular have come under pressure following allegations of forced labour and human rights abuses.

    Ms Zhu’s refusal to answer questions was met with backlash from a committee of MPs, who accused her of “wilful ignorance”.

    Shein has grown rapidly since it was founded in 2008, and saw its business boom during the pandemic.

    Its steep rise has meant the company has gone from a little-known brand to one of the biggest fast fashion retailers globally, shipping to customers in 150 countries.

    But the company, which was founded in China but is now headquartered in Singapore, has come under fire over its environmental impact and working practices, which include allegations of forced labour in supply chains. Shein has denied this.

    China has been accused of subjecting members of the Uighur, a mainly Muslim ethnic minority, to forced labour. In December 2020, research seen by the BBC showed that up to half a million people were being forced to pick cotton in Xinjiang, but Beijing has denied any rights abuses.

    The allegations have led to some big fashion brands, including H&M, Nike, Burberry and Adidas, removing products using Xinjiang cotton, which has led to a backlash in China, and boycotts of the companies.

    On Tuesday, MPs on the Business and Trade committee repeatedly challenged Ms Zhu over whether Shein products contained Chinese cotton and in particular cotton from Xinjiang.

    Ms Zhu declined to answer and asked if she could write to the committee following the hearing.

    She told MPs that the company does not own any factories or manufacturing facilities, but works with a large network of suppliers, mostly in China, but also in Turkey and Brazil.

    She added that Shein complied with “laws and regulations in the countries we operate in”.

    Ms Zhu said its suppliers were required to sign up to robust standards and that third party agencies carried out thousands of audits.

    Challenged on whether the company specifically prohibits its suppliers from sourcing cotton from Xinjiang as part of its checklist of conditions, she said: “I’m going to have to ask for permission to write back to this.”

    The hearing came after the BBC reported the company had filed initial paperwork to list shares on the London Stock Exchange, which could value it at £50bn.

    Ms Zhu refused to provide answers on the potential listing.

    Charlie Maynard, a Liberal Democrat MP on the committee, hit out at Ms Zhu’s comments, and accused her for “wilful ignorance”.

    “I am on your website and I can see about 20 products which are all cotton…. and yet you say to our chair that you can’t state whether Shein is selling any products which are made in China, which are made of cotton? I find that completely ridiculous,” he said.

    “You mention every other spot of the compass, but you don’t mention west China, you don’t mention Xinjiang at all. It’s wilful ignorance.”

    Ms Zhu responded saying she was “doing the best I can”, and was “giving answers to the best of my ability”, which prompted Maynard to reply: “That is simply not true.”

    Appearing exasperated, Liam Byrne, chair of the committee, said for a company that sells £1bn worth of goods to consumers, and was looking to list in the UK, the committee had been “pretty horrified by the lack of evidence” Ms Zhu had provided.

    “You can’t tell us anything about listing, you can’t tell us anything about cotton in Shein products, and you can’t tell us much, in fact.”

    Byrne added that Ms Zhu’s reluctance to answer basic questions “bordered on contempt of the committee”.

    In contrast, fellow fast-fashion retailer Temu told the committee that it did not permit sellers from the Xinjiang region to sell products on the platform.

    Stephen Heary, senior legal counsel at Temu, said: “Any issues of labour practices are something that we take fundamentally very seriously.”

    Byrne said the company had given “some reassurance” over its supplier agreements.

  • Il 2025 sarà un anno pieno di ponti vacanzieri

    Dopo un anno “avaro” di ponti, ecco che arriva un generoso 2025 che ne ha ben 4 in più rispetto a quest’anno. Ottimizzando al massimo, infatti, con appena 9 giorni di ferie è possibile ritagliarsi più di un mese di vacanza, contando anche il sabato e la domenica. Insomma tante occasioni “ghiotte” da cogliere per i vacanzieri italiani ma anche opportunità in grado di tonificare il turismo interno, congiuntura economica e disponibilità finanziarie permettendo.

    Prova a fare dei calcoli su questo un’indagine di Cna Turismo e Commercio che l’agenzia Ansa ha pubblicato in anteprima: i “ponti” aggiuntivi rispetto al 2024 fanno perno sull’Epifania, che cade il 6 gennaio; sulla festa del lavoro del 1 maggio; sulla festa della Repubblica del 2 giugno; sull’Immacolata, che ricorre l’8 dicembre.

    Nel complesso questo mese di feste aggiuntivo spingerà oltre 12 milioni di vacanzieri italiani a pernottare fuori casa, con un media fra tre e quattro notti pro capite nei “ponti” lungo l’intero arco dell’anno per 45 milioni di pernottamenti complessivi. Il giro d’affari totale è quantificato in 9 miliardi di euro derivati da sistemazioni alberghiere e mangiare e bere principalmente, ma anche da spese per trasporti, attività esperienziali, iniziative culturali.

    Nello specifico l’anno che sta per iniziare inizia subito con un weekend lungo: l’Epifania cade di lunedì e consente di chiudere le vacanze natalizie sulla neve o in giro per l’Italia a cercare gli appuntamenti più divertenti per festeggiare la Befana. Carnevale, quest’anno dal 16 febbraio al 5 marzo, è come sempre l’occasione per organizzare settimane bianche o escursioni, nelle città d’arte o dove organizzano le sfilate carnevalesche più belle; le scuole chiudono dal 3 al 5 marzo, consentendo alle famiglie di fare una minivacanza da sabato a mercoledì, oppure con un paio di giorni di ferie in più anche un’intera settimana. Nel 2025 Pasqua e Pasquetta cadono di domenica 20 e lunedì 21 aprile: l’ideale per tre giorni di vacanza in montagna, nelle città d’arte o per la tradizionale escursione fuori porta. Ma la vicinanza del 25 aprile, che quest’anno cade di venerdì, regala un ponte perfetto per partire, unendo le festività di Pasqua alla festa della Liberazione: con appena 3 giorni di ferie si parte per 9 giorni all’estero, in crociera o in bici sulle ciclabili più spettacolari d’Italia.

    La festa dei lavoratori, il 1 maggio, è di giovedì: con un solo giorno di ferie è possibile fare una vacanza di quattro giorni e, anche in questo caso, le possibilità sono tantissime: dalle città d’arte alle terme, in una capitale europea o tra i borghi più belli d’Italia da scoprire lentamente. Il 2 giugno, festa della Repubblica, è un lunedì: un weekend lungo è l’ideale per un primo bagno di sole. Per progettare una vera vacanza però bisogna aspettare l’estate: Ferragosto cade di venerdì, regalando a chi lavora la possibilità di organizzare una fuga estiva di 3 giorni, senza prendere ferie. La festività successiva è Ognissanti: nel 2025 il primo novembre è un sabato, quindi non è da considerare un’occasione di evasione.

    L’8 dicembre, giorno dell’Immacolata, cade di lunedì, quindi poco utile per chi vuole fare un viaggio prenatalizio, ma ideale per tre giorni in montagna o tra i mercatini. Il Natale 2025 regala l’ultima vacanza dell’anno con interessanti opzioni: il 25 e il 26 dicembre sono, rispettivamente, un giovedì e un venerdì, quindi senza prendere ferie si possono fare 4 giorni di vacanza; ma con 2 giorni in più, si arriva a una vacanza di 8 giorni fino al primo gennaio, che cade di giovedì. Oppure ancora, con 3 giorni di ferie, la vacanza è molto più lunga, dal 24 dicembre al 6 gennaio, giorno dell’Epifania che cade di martedì. In totale sono 13 giorni di vacanza.

  • La crisi economica rappresenta l’elemento di “coesione” nazionale

    Novecentoquindici sono i chilometri che costituiscono la distanza tra lo stabilimento Bosch di Bari e quello di Quero, in provincia di Belluno. Queste due realtà economiche e occupazionali, tuttavia, risultano molto più vicine di quanto la lunga distanza possa far pensare. Entrambi gli stabilimenti, infatti, rientrano all’interno di un articolato piano di ristrutturazione industriale e conseguente riduzione del personale che la tedesca Bosch sta attuando per affrontare la crisi del settore Automotive.

    In questo drammatico contesto sociale esplode per l’ennesima volta la questione di una presunta legittimità relativa al progetto di autonomia regionale, per la quale il 22 ottobre 2017 era stato istituito un referendum nel quale la maggioranza dei veneti dimostrò il proprio consenso.

    Da allora sono passati sette anni caratterizzati da:

    . il covid

    . l’esplosione dei costi energetici

    . perdita del potere di acquisto delle famiglie per l’inflazione esogena

    . inflazione dei beni alimentari

    . la guerra Russo Ucraina

    . il PNRR

    . la consueta esplosione della spesa pubblica

    . crescita esponenziale del debito pubblico

    . la conseguente crescita dei costi di   servizio al debito

    . inflazione relativa alla crescita della tassazione sui carburanti e bollette energetiche

    . la crisi arabo israeliana

    . le elezioni statunitensi

    Ed ancora oggi, dopo sette anni, ci si ritrova al punto di partenza con la solita contrapposizione politica, per di più  relativa alla interpretazione di quanto deciso dalla Corte Costituzionale (la cui sentenza verrà pubblicata a dicembre), mentre una pletora di esponenti istituzionali continuano a contrapporsi semplicemente in ragione degli schieramenti politici ed ora più che mai si dimostrano lontani dalle allarmanti aspettative della Working Class, quella che negli Stati Uniti ha votato Donald Trump.

    Sarebbe carino capire se per le quaranta famiglie di Quero, poco più di tremila anime in provincia di Belluno, a 109 chilometri da Cortina d’Ampezzo sede delle prossime olimpiadi invernali del 2026, sia più importante la diatriba giuridica che dimostra come il progetto iniziale presentato dalla regione sia, ancora oggi, soggetto ad una serie di sette correzioni fondamentali da parte della Corte Costituzionale, oppure il mantenimento del proprio posto di lavoro. In più, dopo  venti mesi di sospensione dalla realtà, di fronte alle continue e consecutive flessioni della produzione industriale, oltre un anno e mezzo, l’intero mondo della politica nazionale e veneta, come tutte le associazioni di categoria tanto industriali quanto sindacali, hanno dimostrato di  sottostimare negli effetti immediati come nel medio termine.

    Ora, invece, siamo all’interno di una crisi senza precedenti dal dopoguerra ad oggi e che potrà avere degli effetti talmente devastanti molto simili a quelli  di un conflitto nucleare.

    Francamente vedere ancora una volta tutti questi personaggi che da oltre sette anni continuano a rimpallarsi le  responsabilità relative  ad un possibile mancato raggiungimento della autonomia del Veneto diventa veramente non solo stucchevole ma soprattutto insultante per quelle persone che stanno perdendo al posto di lavoro.

    Il vero problema ora non è più l’autonomia ma la competenza di chi l’ha proposta come di chi l’ha combattuta in questi termini, entrambi espressione  di un mondo e di un  modello politico completamente assenti ed ignoranti della realtà circostante.

    Il  mondo del lavoro si trova ora in una situazione di una difficoltà senza precedenti, mentre la politica, per nulla interessata, continua a  considera la propria contrapposizione politica primaria rispetto al futuro delle famiglie investite dalla crisi economica ed occupazionale.

    In ultima analisi è decisamente paradossale come, più della contrapposizione squisitamente ideologica tra favorevoli e contrari al progetto di autonomia regionale, il vero elemento di coesione del territorio italiano venga rappresentato dalla crisi economica ed occupazionale.

  • Dichiarazione della Vicepresidente Jourová e dei Commissari Schmit e Dalli in occasione della Giornata europea della parità retributiva

    “In occasione della Giornata europea della parità retributiva 2024 ribadiamo il nostro impegno a costruire un’Europa in cui le donne e le ragazze possano prosperare e in cui il loro contributo al mercato del lavoro sia pienamente valorizzato.

    Nell’Unione europea le donne continuano a guadagnare meno degli uomini, con un divario retributivo medio di genere che per il terzo anno consecutivo si attesta nell’UE a circa il 13%. Ciò significa che, per ogni euro percepito da un uomo, la retribuzione di una donna è pari 0,87 €. Tale divario retributivo di genere si traduce in una differenza di circa un mese e mezzo di salario all’anno. Considerando questa perdita di reddito, la Giornata europea per la parità retributiva, che cade il 15 novembre, vuole indicare simbolicamente l’inizio del periodo in cui le donne nell’Unione europea cominceranno a “lavorare gratuitamente” fino al termine dell’anno. Si tratta di un evento simbolico finalizzato a migliorare la sensibilizzazione sul divario retributivo di genere”.

  • La fuga dei cervelli: l’umiliazione della dignità nazionale

    I numeri rappresentano una realtà inequivocabile ed evidenziano, in considerazione di una totale omertà non solo politica ma anche mediatica, quali siano le priorità dell’intera classe politica e dirigente italiana nell’ultimo decennio in relazione ad una pandemia sociale che affligge le giovani generazioni. Basti ricordare, proprio a causa dell’abbandono del territorio italiano di molti laureati e diplomati, come siano 134 i miliardi, dal 2011 al 2023, calcolati come un semplice costo finanziario, oltre che umano, determinato dalla “fuga dei cervelli” che priva un paese del proprio futuro.

    In altri termini, un danno innanzitutto economico per oltre 8,4 miliardi all’anno che vale quasi tre volte l’aumento dei finanziamenti pubblici destinati al settore degli armamenti. Questo è il costo puramente economico per il Paese causato dalla fuga dei giovani che si sono formati all’interno del sistema dell’istruzione italiano, quindi finanziato da risorse pubbliche nazionali, e che ora vengono “regalati” a costo zero alle nazioni concorrenti le quali ringraziano sentitamente.

    In più, oltre al danno economico, che rappresenta una vera e propria beffa se si considera l’esportazione di talenti formati con risorse nazionali i cui benefici andranno a favore delle nazioni concorrenti, il Paese si trova a perdere quelle risorse umane che potrebbero permettere la sopravvivenza stessa della nazione nei decenni futuri non solo sotto il profilo demografico ma anche strategico.

    Un danno economico, comunque, di dimensioni epocali e pari ad oltre il 13% del debito pubblico creato nel medesimo arco temporale, cioè tra il 2011 ed il 2024 (cresciuto di quasi 1000 miliardi dai 1987 miliardi nel 2011 a 2984 miliardi del 2024). Ma anche considerando una semplice annualità il costo si dimostra superiore di oltre due volte rispetto a quanto lo Stato destini al sistema di accoglienza nella complessa gestione del fenomeno dell’immigrazione (3,5 miliardi) il quale, tuttavia, ottiene comunque dal sistema dei media una maggiore attenzione di quanta ne venga riservata all’esodo di intere generazioni che mina il futuro nel medio e lungo termine della nazione.

    Il semplice confronto tra le grandezze che i numeri esprimono dimostra le priorità dell’intera classe politica che ha guidato il nostro Paese negli ultimi anni e chiarisce come questo disastro economico, unito all’impoverimento sociale, risulti inequivocabilmente il frutto di una precisa strategia che si estrinseca in queste priorità e coinvolge l’intero panorama politico italiano.

    In altre parole, rimanendo la visione proiettata al massimo al prossimo appuntamento elettorale, questa indifferenza verso l’esodo giovanile da una parte evidenzia la volontà di sottovalutare il problema delle giovani generazioni e contemporaneamente esprime l’obiettivo di abbandonare, per colpevole inettitudine o dolosa volontà, il Paese ad un inevitabile declino politico, economico e sociale, minandone la propria sopravvivenza e con lei la sua stessa dignità nazionale.

  • Gli Stati membri dell’UE sostengono la proposta della Commissione di imporre dazi sulle importazioni di veicoli elettrici a batteria dalla Cina

    La proposta della Commissione europea di istituire dazi compensativi definitivi sulle importazioni di veicoli elettrici a batteria dalla Cina ha ottenuto il sostegno degli Stati membri dell’UE necessario per l’adozione dei dazi. Si tratta di un ulteriore passo in avanti verso la conclusione dell’inchiesta antisovvenzioni della Commissione.

    Parallelamente l’UE e la Cina continuano a lavorare intensamente per esplorare una soluzione alternativa che sia pienamente compatibile con l’Organizzazione mondiale del commercio, adeguata ad affrontare le sovvenzioni pregiudizievoli accertate dall’inchiesta della Commissione, monitorabile e applicabile.

    Un regolamento di esecuzione della Commissione contenente le conclusioni definitive dell’inchiesta deve essere pubblicato nella Gazzetta ufficiale entro il 30 ottobre 2024.

  • China probes Calvin Klein over Xinjiang cotton

    China has announced it is investigating the company that owns US fashion brands Tommy Hilfiger and Calvin Klein for suspected “discriminatory measures” against Xinjiang cotton companies.

    The move marks a new effort by Beijing to fight back against allegations from western officials and human rights activists that cotton and other goods in the region have been produced using forced labour from the Uyghur ethnic group.

    The US banned imports from the area in 2021, citing those concerns.

    China’s Ministry of Commerce accused the firm of “boycotting Xinjiang cotton and other products without any factual basis”.

    PVH, which owns the two brands and has a significant presence in China as well as the US, said it was in contact with Chinese authorities.

    It has 30 days to respond to officials, at which point it could be added to the country’s “unreliable entities” list, raising the prospect of further punishment.

    “As a matter of company policy, PVH maintains strict compliance with all relevant laws and regulations in all countries and regions in which we operate,” the company said. “We are in communication with the Chinese Ministry of Commerce and will respond in accordance with the relevant regulations.”

    On Wednesday, a Chinese Ministry of Commerce official denied that the probe was linked to US plans to ban certain Chinese electric vehicle technology.

    “China has always handled the issue of the unreliable entity list prudently, targeting only a very small number of foreign entities that undermine market rules and violate Chinese laws,” they said.

    “Honest and law-abiding foreign entities have nothing to worry about.”

    Cullen Hendrix, senior fellow at the Peterson Institute of International Economics, said it was not clear exactly what prompted the investigation into PVH now.

    But he said the announcement was likely to hurt the firm’s reputation among Chinese shoppers – and send a wider warning to global firms of the risks of simply bowing to western concerns.

    “China is, to a certain extent, flexing its muscle and reminding, not necessarily western governments, but western firms… that actions have consequences,” he said.

    “This same kind of naming-and-shaming tactic, that human rights organisations in the west have used, can be weaponised here.”

    The investigation of PVH comes as tensions between China and the west have been growing on a range of issues, including electric cars and manufacturing.

    On Monday, the US proposed rules to ban the use of certain technology in Chinese and Russian cars, citing security threats.

    China has previously put US firms on its unreliable entities list, which it created as trade tensions heated up between Beijing and Washington.

    Those firms were major defence contractors, such as Lockheed Martin and Raytheon, over their business in Taiwan.

    Mr Hendrix said the decision to target PVH – a consumer-facing firm with a clearly recognisable US brand – showed the two countries’ disputes were widening beyond areas such as defence and advanced technologies.

    “These things have a way of spilling over,” he said. “It’s affecting a growing number of supply chains across different sectors of the economy.”

    In its annual report, PVH warned investors of revenue and reputational risks stemming from the fight over Xinjiang.

    It noted that the issue had been “subject to significant scrutiny and contention in China, the United States and elsewhere, resulting in criticism against multinational companies, including us”.

    The company was named in a 2020 report by the Australian Strategic Policy Institute that identified dozens of firms that were allegedly benefiting from labour abuses in Xinjiang.

    At the time PVH said it took the reports seriously and would continue to work to address the matter.

    PVH employs more than 29,000 people globally and does more than 65% of its sales outside of the US.

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