lavoro

  • Gli Stati membri dell’UE sostengono la proposta della Commissione di imporre dazi sulle importazioni di veicoli elettrici a batteria dalla Cina

    La proposta della Commissione europea di istituire dazi compensativi definitivi sulle importazioni di veicoli elettrici a batteria dalla Cina ha ottenuto il sostegno degli Stati membri dell’UE necessario per l’adozione dei dazi. Si tratta di un ulteriore passo in avanti verso la conclusione dell’inchiesta antisovvenzioni della Commissione.

    Parallelamente l’UE e la Cina continuano a lavorare intensamente per esplorare una soluzione alternativa che sia pienamente compatibile con l’Organizzazione mondiale del commercio, adeguata ad affrontare le sovvenzioni pregiudizievoli accertate dall’inchiesta della Commissione, monitorabile e applicabile.

    Un regolamento di esecuzione della Commissione contenente le conclusioni definitive dell’inchiesta deve essere pubblicato nella Gazzetta ufficiale entro il 30 ottobre 2024.

  • China probes Calvin Klein over Xinjiang cotton

    China has announced it is investigating the company that owns US fashion brands Tommy Hilfiger and Calvin Klein for suspected “discriminatory measures” against Xinjiang cotton companies.

    The move marks a new effort by Beijing to fight back against allegations from western officials and human rights activists that cotton and other goods in the region have been produced using forced labour from the Uyghur ethnic group.

    The US banned imports from the area in 2021, citing those concerns.

    China’s Ministry of Commerce accused the firm of “boycotting Xinjiang cotton and other products without any factual basis”.

    PVH, which owns the two brands and has a significant presence in China as well as the US, said it was in contact with Chinese authorities.

    It has 30 days to respond to officials, at which point it could be added to the country’s “unreliable entities” list, raising the prospect of further punishment.

    “As a matter of company policy, PVH maintains strict compliance with all relevant laws and regulations in all countries and regions in which we operate,” the company said. “We are in communication with the Chinese Ministry of Commerce and will respond in accordance with the relevant regulations.”

    On Wednesday, a Chinese Ministry of Commerce official denied that the probe was linked to US plans to ban certain Chinese electric vehicle technology.

    “China has always handled the issue of the unreliable entity list prudently, targeting only a very small number of foreign entities that undermine market rules and violate Chinese laws,” they said.

    “Honest and law-abiding foreign entities have nothing to worry about.”

    Cullen Hendrix, senior fellow at the Peterson Institute of International Economics, said it was not clear exactly what prompted the investigation into PVH now.

    But he said the announcement was likely to hurt the firm’s reputation among Chinese shoppers – and send a wider warning to global firms of the risks of simply bowing to western concerns.

    “China is, to a certain extent, flexing its muscle and reminding, not necessarily western governments, but western firms… that actions have consequences,” he said.

    “This same kind of naming-and-shaming tactic, that human rights organisations in the west have used, can be weaponised here.”

    The investigation of PVH comes as tensions between China and the west have been growing on a range of issues, including electric cars and manufacturing.

    On Monday, the US proposed rules to ban the use of certain technology in Chinese and Russian cars, citing security threats.

    China has previously put US firms on its unreliable entities list, which it created as trade tensions heated up between Beijing and Washington.

    Those firms were major defence contractors, such as Lockheed Martin and Raytheon, over their business in Taiwan.

    Mr Hendrix said the decision to target PVH – a consumer-facing firm with a clearly recognisable US brand – showed the two countries’ disputes were widening beyond areas such as defence and advanced technologies.

    “These things have a way of spilling over,” he said. “It’s affecting a growing number of supply chains across different sectors of the economy.”

    In its annual report, PVH warned investors of revenue and reputational risks stemming from the fight over Xinjiang.

    It noted that the issue had been “subject to significant scrutiny and contention in China, the United States and elsewhere, resulting in criticism against multinational companies, including us”.

    The company was named in a 2020 report by the Australian Strategic Policy Institute that identified dozens of firms that were allegedly benefiting from labour abuses in Xinjiang.

    At the time PVH said it took the reports seriously and would continue to work to address the matter.

    PVH employs more than 29,000 people globally and does more than 65% of its sales outside of the US.

  • La deriva etica fiscale

    Non è un segreto per nessuno che il 50% della popolazione italiana sia rappresentata da single e che le famiglie esprimano una bassa natalità. Delle analisi, nel passato, avevano indicato nella natura “bambocciona” degli italiani le cause di questa preoccupante deriva demografica. Per fortuna la crescita culturale ci ha permesso di dimostrare come la sola qualità dei servizi a disposizione delle nuove famiglie permetta un maggiore incremento del tasso di crescita demografica, come la provincia di Bolzano ampiamente dimostra.

    Tornando al quadro nazionale, questa importante metà della complessa società italiana, esattamente come le famiglie, dovrebbe venire considerata degna di rispetto e di ogni tutela, anche fiscale, in quanto cittadini dello Stato italiano.

    Come spesso si è detto in passato ad una singola persona, quindi ad ogni cittadino italiano, dovrebbero venire assicurati dallo Stato le medesime tutele, indipendentemente dal proprio stato civile, sociale, estrazione politica o situazione economica.

    Questo principio risponde alla sublimazione del pensiero liberale, il quale non utilizza  alcun principio etico come fattore distintivo, e quindi discriminante, nell’individuazione delle persone a cui assicurare le  tutele previste.

    Una possibile diminuzione del carico fiscale e quindi l’introduzione di una tutela aggiuntiva da assicurare alle famiglie dimostra, invece, ancora una volta, come il pensiero socialista, e quindi promotore ed utilizzatore di fattori e parametri di natura etica e politica nell’individuazione dei fruitori di determinati diritti, sia ancora presente anche tra quelle compagini governative che si considerano liberali in ragione solo di una opinabile e soggettiva impreparazione politica..

    La famiglia rappresenta, certamente, il nucleo fondamentale di ogni  società e solo attraverso questa la stessa civiltà può pensare di progredire e quindi di assicurarsi un futuro.

    La sua tutela, tuttavia, e soprattutto una politica che voglia supportare le problematiche specialmente per i giovani nuclei familiari, non può assolutamente ridursi ad una risibile esenzione fiscale il cui costo andrà a danno di un 50% restante della  popolazione single.

    Viceversa, il sostegno alla famiglia, e quindi al progredire della stessa società, va individuato nella rimodulazione della spesa pubblica, la quale deve essere indirizzata ed utilizzata per la creazione di asili nido e di servizi alle nuove famiglie, piuttosto che alla continua ricerca di escamotage normativi per nuovi pensionati.

    Questa discriminazione fiscale e la conseguente individuazione delle categorie meritevoli di una maggiore tutela nasconde in buona sostanza un ancora ben radicato pensiero etico e politico (quindi di natura socialista) che anima anche questo governo come quelli precedenti (1).

    Negli ultimi trent’anni ogni governo ha sostanzialmente negato il principio di uguaglianza anche di fronte al fisco e privilegiato, esclusivamente per una propria convenienza politica o peggio ideologica, determinate categorie e con loro solo alcune classi di cittadini come meritevoli di agevolazioni di qualsiasi tipo, anche fiscali.

    Mai come ora l’uguaglianza anche di fronte al fisco viene messa in discussione a favore della solita applicazione di un pensiero politico ed ideologico assolutamente discriminante i cui risultati economici sono ormai evidenti a tutti.

    La scarsa crescita economica del nostro Paese nasce anche da una deriva ideologica ed etica nella stessa gestione e nella scelta dei privilegiati fruitori della spesa pubblica. Di fatto si entra all’interno di un sistema normativa basato sulla applicazione di un’etica fiscale molto lontana da un sempre perfettibile quadro normativo basato sul principio liberale di uguaglianza.

    (1) La stessa Iva maggiorata per i beni di “lusso” risultava discriminante nei confronti delle professionalità e dei lavoratori che intervenivano all’interno della complessa filiera produttiva.

  • Non trascuriamo chi lavora in modo flessibile

    Uno dei temi centrali, soprattutto per l’Italia, è la questione lavoro: retribuzioni a volte troppo basse, costo della vita eccessivo in alcune aree, disparità retributiva tra uomini e donne sono temi noti a tutti. Quello che invece sembra non essere abbastanza noto né al governo né ai sindacati e alle parti sociali in genere, è il problema legato al lavoro ed alla retribuzione di chi opera con alcune agenzie.

    Vi sono decine di migliaia di persone in Italia che lavorano per vere o presunte cooperative, associazioni con scopo di lucro, specie per quanto riguarda il lavoro nell’ambito sanitario o domestico, lavorativi che ricevono molto meno di quanto il richiedente la prestazione paga alla cooperativa o ad altro soggetto analogo.

    Il problema più grave riguarda le molte migliaia di persone che lavorano, su incarico di agenzie, per svolgere diverse attività: controllo qualità nei negozi, acquisti per campionature, verifica degli standard operativi di strutture e infrastrutture (dai servizi pubblici alla vendita retail), interviste e sondaggi per misurare la soddisfazione dell’utenza, exit poll e proiezioni dai seggi in occasione di elezioni, ricerche di mercato e data collection in generale, sono solo alcuni esempi di attività svolte da una platea di lavoratori che non sono inquadrati in alcun modo.

    Questi lavoratori, oltre a non essere inquadrati, sono retribuiti, per il loro specifico lavoro, di volta in volta e cioè dopo tre mesi dallo svolgimento del lavoro stesso. E sempre dopo tre mesi sono pagati per le spese sostenute nello svolgimento di tale lavoro, compreso l’eventuale acquisto che è stato commissionato per la campionatura dei prodotti o le spese di spostamento.

    In diverse occasioni questi lavoratori, che, ripetiamo, sono pagati dopo tre mesi sia per le spese sostenute che per il loro lavoro, si vedono rinviato ulteriormente il pagamento e, in alcuni casi, anche per cifre modeste, non sono pagati affatto.

    Ovviamente trattandosi di cifre non elevate non vi è la possibilità per il lavoratore, per l’esborso economico che ne conseguirebbe, di rivolgersi a un avvocato per ottenere interamente quanto dovuto.

    Lavorano in questi settori più persone di quanto si creda e anche agenzie estere, che peraltro sembrano più corrette nei pagamenti, si rivolgono ad italiani che, per motivi vari e ben intuibili a tutti, non hanno trovato un contratto a tempo indeterminato e neppure a termine.

    Una giungla che ovviamente rende sempre più precaria la vita di questi lavoratori, dando sempre più margine di guadagno ai committenti. Sotto l’aspetto economico e anche sociale, queste persone si trovano alle prese con vari problemi come quello di non poter accedere a un mutuo e, in generale, non avere la sicurezza il mese dopo di mantenere se stessi e la propria famiglia.

    La questione non può continuare ad essere ignorata da governo e forze sociali e in questa sede non si vuole tanto fare una denuncia quanto rivolgere un appello proprio al governo e alle parti sociali perché in questo settore ci siano un minimo di garanzie per i lavoratori. Ci potrebbe essere ad esempio uno sportello regionale o nazionale al quale gli stessi potrebbero rivolgersi, nel caso di inadempienza del loro committente, per avere un’assistenza legale gratuita, già questo sarebbe un deterrente che inviterebbe le agenzie che affidano questi lavori ad essere più puntuali e rispettose degli obblighi presi nell’assegnazione dell’incarico. Inoltre bisogna ottenere che le agenzie paghino il lavoro svolto, e le eventuali spese sostenute, entro 30 giorni.

  • Italia tra i Paesi in cui più i lavoratori sfruttano l’intelligenza artificiale

    L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il mondo delle imprese e si è affermata come una presenza stabile nel business delle stesse. Quasi tre quarti dei rispondenti italiani (76%) afferma di avere un’esperienza diretta con la nuova tecnologia. La maggior parte di loro utilizza l’AI prevalentemente nella vita privata (43%), o nel contesto lavorativo (12%), mentre il 20% la impiega in entrambi gli ambiti. Si evidenzia, quindi, un sostanziale ottimismo verso queste tecnologie. È quanto emerge dalla prima edizione dello studio “EY Italy AI Barometer” realizzato da EY, che ha coinvolto oltre 4700 manager di 9 Paesi europei, di cui 528 professionisti di imprese italiane in diversi settori, indagando aspettative e sfide future nei prossimi 12 mesi, nonché l’utilizzo attuale che viene fatto dell’intelligenza artificiale nel business. “L’intelligenza artificiale si sta affermando come una delle principali priorità e l’Italia è tra i primi tre Paesi che l’hanno adottata (77%o) – spiega Giuseppe Santonato, AI Transformation Leader di EY Italia – preceduta solo da Spagna (84 %) e Svizzera (82%). Investire oggi nell’intelligenza artificiale permette alle aziende di posizionarsi come leader in un contesto di mercato in costante evoluzione e sempre più competitivo. Un’azienda su tre, infatti, si prepara a investire sulle sue potenzialità per il prossimo anno e i settori che prevediamo saranno al fronte di questo movimento includono i servizi finanziari, il settore immobiliare e il retail e consumer products”.

    L’analisi evidenzia, quindi, come l’Italia sia avanti nell’implementazione dell’AI nei contesti lavorativi rispetto alla media europea (19%), con quasi un quarto dei rispondenti (24%) che afferma che l’AI sta già influenzando il loro lavoro e il 46% che prevede invece un incremento nei prossimi tre anni dell’impatto delle applicazioni AI nel business. Inoltre, il 24% dei rispondenti ritiene che l’intelligenza artificiale possa sostituire parti delle mansioni su larga scala e il 76% si aspetta che questa porti a una riduzione del numero di dipendenti man mano che il suo utilizzo si consolida. Il tema della formazione si conferma cruciale in questo campo e si evidenzia come le imprese possano fare di più per sostenere i propri lavoratori nell’implementazione dell’AI, adottando un ruolo attivo nella formazione e nell’aggiornamento professionale delle proprie persone: il 37% dei rispondenti, infatti, pensa che la propria azienda dovrebbe fornire maggiore formazione e il 32% ritiene di non avere abbastanza aiuto in questo senso. Solo il 16% dei rispondenti si ritiene soddisfatto della formazione che riceve sul posto di lavoro, inoltre, il 55% dei rispondenti si dedica all’autoformazione, sia privatamente (22%) che professionalmente (20%), entrambi il 13%, prediligendo per la maggior parte formazione dal vivo e workshop e corsi online.

    Le trasformazioni derivanti dalle nuove tecnologie che stanno pervadendo sempre più il business delle imprese non vengono viste in modo negativo dalla maggior parte dei rispondenti: il 52% di questi, infatti, ritiene che la propria azienda abbia sufficienti conoscenze per implementare l’AI nel modo corretto. Guardando ai settori, questo trend si evidenzia in particolare nel settore energetico, dei servizi finanziari e nei media e telecomunicazioni. Al contrario, il 67% dei rispondenti appartenenti al settore pubblico pensa di non avere abbastanza conoscenze. Nonostante le numerose sfide, i benefici dell’adozione dell’AI sono già evidenti, soprattutto in termini di risparmi sui costi: in Italia, più della metà dei manager (58%) afferma che l’uso dell’AI ha permesso loro di risparmiare sui costi, aumentare i profitti o entrambi. Il 16%, al contrario, non ha riscontrato risparmi. Queste tecnologie in Italia impattano maggiormente il 69% di coloro che hanno ruoli manageriali, a differenza di chi ha un ruolo non manageriale (49%).

  • Airbag prodotti in Asia difettosi, Stellantis ricorre al “Made in Colleferro”

    Stellantis ha dovuto sostituire gli airbag difettosi prodotti in Asia dalla giapponese Takata con quelli italianissimi, prodotti a Colleferro, stabilimento alle porte di Roma.

    Secondo cifre provenienti da Tokyo su 100 milioni di auto equipaggiate coi dispositivi prodotti dalla casa giapponese dai primi anni 2000 (fino al suo fallimento nel 2017) i dispositivi di protezione in caso di incidente potrebbero arrivare ad esplodere violentemente senza preavviso per via di un difetto di fabbricazione.

    In Italia, la 23enne Martina Guzzi, secondo la Procura di Catanzaro è stata vittima il 28 maggio scorso di uno degli airbag difettosi, che era montato sulla sua Citroen C3. Si tratta della prima vittima ufficiale italiana degli airbag Takata.

    A luglio Stellantis ha comunicato che “anche in Italia, sta condividendo tutte le informazioni disponibili sull’attuale campagna di richiamo ‘stop drive’ per i veicoli C3 e DS3 prodotti tra il 2009 e il 2019, con cui ha informato i clienti delle problematiche degli airbag sulla loro autovettura e il divieto assoluto di utilizzo, fino al loro ripristino”. Il gruppo franco-italiano ha reso noto che già sta “collaborando con le autorità competenti sui richiami” e fatto sapere di non poter quindi “rilasciare dichiarazioni laddove ci sia una indagine in corso in seguito a specifici casi”.

    Il gruppo Stellantis ha anche fatto presente di essersi già attivato per “ridurre il disagio dei clienti coinvolti”, specificando che è stata “più che raddoppiata la capacità del call center, da 58 a 128 operatori, per rispondere alle chiamate”, che “sono stati messi a disposizione 11.000 veicoli di cortesia per i clienti italiani e sta esplorando ulteriori soluzioni per garantire la mobilità dei clienti coinvolti”. Quanto ai numeri della campagna, Stellantis assicura che, “grazie a una capacità raddoppiata, al 23 di luglio sono stati sostituiti gli airbag in 20.000 veicoli C3 e DS3, mentre altri 24.000 veicoli sono attualmente in via di riparazione”. Infine, è stata aumentata anche la produzione dei dispositivi grazie alla realizzazione di una linea apposita presso la fabbrica della Joyson a Colleferro, vicino Roma: “La fornitura di airbag in Europa ha raggiunto le 14.500 unità a settimana”.

    A quanto comunicato da Stellantis, sono stati già sostituiti circa 102.000 Citroën e DS dotate di airbag difettosi forniti dal produttore giapponese Takata, corrispondenti a un quinto dei veicoli interessati. Gli interventi sono stati effettuati in Francia, Italia, Spagna e Portogallo. Altri 128.000 veicoli dovrebbero essere riparati a breve. Questi quattro Paesi europei rappresentano il 91% dei veicoli coinvolti in questa importante campagna di richiamo, che richiede l’immobilizzazione del veicolo fino alla riparazione. In Francia, 56.000 veicoli sono stati riparati e 43.000 sono in programma di riparazione. In totale sono interessati 530.000 veicoli Citroën C3 e DS3 venduti tra il 2009 e il 2019 in Europa e Nord Africa, di cui 246.000 in Francia. Da quando la campagna di richiamo è stata annunciata a maggio, Stellantis ha offerto veicoli sostitutivi e ha raddoppiato la produzione di airbag adattati grazie anche allo stabilimento di Colleferro.

    Il marchio lancerà una campagna pubblicitaria in questi quattro Paesi, sui giornali, alla radio e su Internet, per incoraggiare i proprietari a registrarsi sulla sua piattaforma e a fissare un appuntamento per visitare un’officina. Anche Volkswagen, Nissan e Toyota hanno recentemente lanciato campagne di richiamo per gli airbag Takata. Quest’estate, BMW ha richiamato più di 1,7 milioni di veicoli negli Stati Uniti e in Cina per lo stesso problema.

  • Ciao ombrellone, ad agosto ora si trova un posto dove timbrare il cartellino

    Sono circa 315mila i contratti di assunzione, di durata superiore a un mese o a tempo indeterminato, programmati dalle imprese ad agosto. Le previsioni evidenziano un andamento positivo rispetto al mese di agosto 2023, con +22mila ingressi e un tasso di crescita del +7,5%, e anche per il trimestre agosto-ottobre la richiesta si attesta su 1,3 milioni di assunzioni, in aumento rispetto all’analogo periodo del 2023 (+2,3% con +30mila contratti). È quanto emerge dal bollettino del sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e ministero del Lavoro e delle Politiche sociali che elabora le previsioni occupazionali di agosto. Sale al 48,9% la difficoltà di reperimento dei profili ricercati dalle imprese dovuta prevalentemente alla mancanza di candidati. “Le imprese italiane continuano a trovare con grande difficoltà i lavoratori che stanno cercando e questo problema, che ha anche a che fare con il tema della denatalità, ci sta costando molto anche in termini di Pil”, ha sottolineato il presidente di Unioncamere, Andrea Prete, che ha aggiunto: “Questa situazione è causata da un disallineamento tra percorsi formativi e bisogni del sistema produttivo. Per risolverla bisogna agire sulla formazione e l’informazione dei giovani perché sappiano dove è più facile che verranno soddisfatte le loro giuste aspirazioni. Ma nel breve periodo uno sforzo importante di programmazione dei flussi migratori potrà certamente aiutare”.

    Ad agosto, l’industria nel suo complesso ricerca circa 88 mila lavoratori e prevede 392mila assunzioni nel trimestre agosto-ottobre. Per il manifatturiero, che è alla ricerca di quasi 57mila lavoratori nel mese e di circa 243 mila nel trimestre, le maggiori opportunità di lavoro sono offerte dalle industrie alimentari, bevande e tabacco che ricercano circa 16mila lavoratori nel mese e oltre 47mila nel trimestre, seguite dalle industrie della meccatronica che ricercano 14mila lavoratori nel mese e 61mila nel trimestre e da quelle metallurgiche e dei prodotti in metallo (9mila nel mese e 43mila nel trimestre). La domanda di lavoro proveniente dal comparto delle costruzioni, poi, supera le 31mila assunzioni nel mese e nel trimestre si attesta su circa 150mila. Sono invece 227mila i contratti di lavoro previsti dal settore dei servizi nel mese in corso e oltre 919mila nel trimestre agosto-ottobre. È il turismo a offrire le maggiori opportunità di impiego con oltre 68 mila lavoratori ricercati nel mese e 227mila nel trimestre, seguito dal commercio (circa 46mila nel mese e 183mila nel trimestre), dal comparto dei servizi alle persone (40mila nel mese e oltre 201mila nel trimestre) e dai servizi operativi di supporto a imprese e persone (quasi 26mila nel mese e oltre 103mila nel trimestre).

    Il tempo determinato si conferma la forma contrattuale maggiormente proposta con 187mila unità, pari al 59,4% del totale, seguiti dai contratti a tempo indeterminato (52mila, 16,5%) e da quelli di somministrazione (34mila, 10,8%). Ad agosto, le imprese dichiarano difficoltà di reperimento per circa 154mila assunzioni (il 48,9% del totale), confermando come causa prevalente la “mancanza di candidati” con una quota del 32,4%, mentre la “preparazione inadeguata” si attesta al 12,3%. L’analisi del borsino delle professioni del sistema informativo Excelsior segnala, tra quelle di più difficile reperimento, ingegneri (60,4% è di difficile reperimento) e insegnanti di scuola primaria e pre-primaria (57,5%) per le professioni intellettuali, scientifiche e con elevata specializzazione; tecnici in campo ingegneristico (70,8%) e tecnici della salute (60,6 per cento) per le professioni tecniche; operatori per la cura estetica (80,1%) ed esercenti ed addetti nelle attività di ristorazione (55,5%) per le professioni qualificate nelle attività commerciali e dei servizi; operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (79,1%) e fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica (75,8%) per gli operai specializzati.

    Le imprese sono alla ricerca di lavoratori immigrati per coprire circa 69mila ingressi programmati nel mese di agosto, pari al 21,8% del totale contratti. Tra i settori che ricorrono maggiormente alla manodopera straniera si segnalano: i servizi operativi di supporto a imprese e persone (il 36,4% degli ingressi programmati sarà coperto da personale immigrato), i servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio (32,3%), la metallurgia (27,3%), l’alimentare (24,6%) e i servizi di alloggio e ristorazione (22,9%). Sotto il profilo territoriale il più elevato mismatch è riscontrato dalle imprese nel Nord est, per cui sono difficili da reperire circa il 54,2% dei profili richiesti, seguono le imprese del Nord ovest (49,9%), del Centro (47,4%) e quelle del Mezzogiorno (44,9%).

  • Parte la produzione di Fiat Panda in Serbia

    La società Fca Serbia ha inaugurato la nuova linea di produzione di prova del modello elettrico della Fiat Grande Panda nello stabilimento Stellantis di Kragujevac. Alla cerimonia erano presenti il presidente serbo, Aleksandar Vucic e Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis, insieme alle più alte cariche statali serbe tra cui il ministro delle Finanze Sinisa Mali, il ministro dei Trasporti Goran Vesic e l’ambasciatore d’Italia a Belgrado, Luca Gori. Ci sono voluti due anni per adattare lo stabilimento di Kragujevac, in cui prima si produceva la Fiat 500L, dalla produzione automobilistica convenzionale a quella elettrica, dopo che l’anno scorso il ministero dell’Economia serbo e la stessa società hanno firmato un accordo per la produzione di auto elettriche negli stabilimenti di Kragujevac.

    Il contratto prevedeva un investimento di 190 milioni di euro per il riammodernamento delle linee di produzione, l’investimento da parte della Serbia ammontava a 48 milioni. Le linee di produzione, quindi, sono ora automatizzate e robotizzate e lo stabilimento dà lavoro oggi a circa mille persone. Il nuovo modello di Grande Panda sarà realizzato nelle due versioni, elettrica e ibrida, e da Kragujevac l’auto arriverà prima in Europa, poi in Medio Oriente e in Africa. Con l’inizio della produzione in serie, previsto per ottobre, il Paese balcanico diventerà il primo dei Balcani ad avere una produzione completa di veicoli elettrici, a partire dalle batterie. Il passo di oggi infatti segue la firma della settimana scorsa tra i rappresentanti dell’Unione europea e del governo di Belgrado sul Memorandum d’intesa per il partenariato strategico nel campo delle materie prime sostenibili, della catena del valore delle batterie e dei veicoli elettrici.

    La sigla del documento, oltre a ridare slancio al progetto di estrazione del litio, elemento fondamentale per la transizione verde e digitale e di cui il Paese dispone di grandi quantità, prevede l’avvio anche della produzione interna di batterie elettriche. Il presidente serbo ha sottolineato nella conferenza stampa di inaugurazione di prevedere nel 2025 “una crescita del Pil dello 0,5 per cento” solo grazie allo stabilimento di Kragujevac, chiedendo ai cittadini di avere un occhio di riguardo verso la Grande Panda, al momento dell’acquisto di una nuova vettura. “Dobbiamo prenderci cura di questa macchina”, ha detto Vucic, invitando ad acquistare un prodotto “locale” poiché, ha sottolineato, “aiuta il progresso della nostra industria”.

    “Aiutiamo le persone a trovare lavoro. Duemila cittadini di Kragujevac lavoreranno qui, 7 mila persone dipenderanno da questa fabbrica”, ha sottolineato il presidente serbo, ricordando i difficili colloqui di due anni fa tra i rappresentanti del governo e i sindacati dei lavoratori, e gli scioperi, quando lo stabilimento in cui prima si produceva la Fiat 500L ha chiuso e a una parte degli operai è stato chiesto di formarsi all’estero. “Ce l’abbiamo fatta tutti insieme, dopo difficili colloqui e scioperi nella fabbrica di Kragujevac”, ha ricordato il capo dello Stato. “Abbiamo attraversato un periodo difficile nella fabbrica di Kragujevac, ma eravamo uno accanto all’altro. Stellantis ha mantenuto ciò che aveva promesso”, ha ricordato a tal proposito Tavares, il quale ha affermato che è dovere di Stellatis scrivere “un altro capitolo degli affari della Fiat in Serbia”.

  • La Cina alza l’età pensionabile

    Il governo della Cina innalzerà gradualmente l’età pensionabile prevista dalla legge, tra le più basse al mondo, per alleggerire la crescente pressione sul sistema di previdenza sociale. È quanto si apprende da un documento pubblicato dalle autorità cinesi, in cui vengono delineati piani per contrastare il calo della natalità e l’invecchiamento della popolazione, con il completamento dei relativi obiettivi entro il 2029. Attualmente, l’età pensionabile in Cina è fissata a 60 anni per gli uomini, a 55 anni per le donne che svolgono lavori impiegatizi e a 50 per le lavoratrici delle fabbriche. La riforma procede di pari passo con l’aumento dell’aspettativa di vita nel Paese asiatico, passata da circa 44 anni nel 1960 a 78 anni nel 2021. Entro il 2050, dovrebbe superare gli 80 anni.

    Come spiegato da Michael Herrmann, consulente senior presso il fondo delle Nazioni Unite per lo sviluppo della popolazione”, gran parte dei governi ricorrono all’aumento dell’età pensionabile in risposta alle pressioni demografiche, con l’obiettivo di salvaguardare i fondi dedicati alla previdenza e frenare una potenziale contrazione della forza lavoro. Attualmente, ogni pensionato in Cina è sostenuto dal contributo di cinque lavoratori: il rapporto risulta dimezzato rispetto a dieci anni fa e dovrebbe diventare di 4 a 1 nel 2030 e di 2 a 1 nel 2050. La riforma del sistema pensionistico cinese è appoggiata da diversi economisti, secondo cui il programma che prevede la riduzione della forza lavoro attiva per sostenere un numero crescente di pensionati è “insostenibile” e “deve essere riformato”. Secondo i dati del ministero delle Finanze, undici delle 31 giurisdizioni cinesi a livello provinciale registrano attualmente un deficit di bilancio relativamente alle pensioni. L’Accademia cinese delle scienze, controllata dallo Stato, prevede che il sistema pensionistico si esaurirà entro il 2035.

  • La Polizia locale di Milano assume nuovi agenti

    Il Comune ha pubblicato due bandi di concorso per agenti di Polizia locale di Milano. Prosegue il percorso di assunzioni intrapreso dall’Amministrazione per avere 3.350 vigili entro il 2025 al fine di rafforzare e rinnovare il Corpo della Polizia locale affinché possa meglio rispondere alle esigenze della città.
    Il primo concorso pubblicato prevede l’assunzione di 30 agenti a tempo pieno e determinato con contratto di formazione e lavoro. Al termine del percorso di formazione lavoro, entro un anno, i contratti saranno trasformati a tempo indeterminato, salvo risultati non soddisfacenti. I candidati e le candidate devono avere un’età compresa tra i 18 e i 32 anni. Il concorso prevede una prova di accesso scritta che si svolgerà in forma digitale da remoto e una prova di efficienza fisica. Costituisce una novità l’utilizzo della ‘formazione lavoro’, molto semplificato e rapido, che mantiene le prove fisiche, ha una prova scritta più rapida e investe molto di più nella formazione durante l’attività lavorativa. Il concorso permetterà di assumere persone molto giovani con un’offerta mirata a chi ha appena sostenuto la maturità o si è diplomato di recente.
    Il secondo concorso è per l’assunzione a tempo indeterminato di agenti di Polizia Locale mediante la formazione di una graduatoria valida per due anni, inizialmente per 10 posti, utilizzabile successivamente per altre assunzioni. I candidati, uomini o donne, devono avere un’età compresa tra i 18 e i 65 anni e devono superare la prova scritta, la prova di efficienza fisica e successivamente la prova orale.
    “Stiamo lavorando per proseguire il percorso di assunzioni avviato nel 2022 con a oggi 500 assunzioni e altrettante nel prossimo biennio – dichiara Marco Granelli, assessore alla Sicurezza –. Nel 2024, a oggi, abbiamo assunto 60 agenti e 25 ufficiali, proseguiamo nella seconda parte dell’anno e poi nel 2025. Servono sempre più sicurezza stradale, meno incidenti e infrazioni alle regole ma anche più sicurezza urbana, più collaborazione con le forze dell’ordine per aumentare la sicurezza in città. È importante avere più pattuglie in strada, anche di sera e di notte, servizi sempre più adeguati alle necessità e maggiore capacità di essere presenti e efficienti sul territorio, nei quartieri e ovunque serve. Abbiamo preso un impegno con Milano e lo stiamo mantenendo”.

    Tutte le prove scritte si svolgeranno a partire dal 9 settembre e le prove di efficienza fisica dal 25 settembre.

    La prova orale, prevista nel secondo concorso, è fissata il 28 ottobre 2024.
    Per partecipare a entrambi i concorsi è necessario iscriversi entro le ore 12 del prossimo 1° agosto ed essere in possesso di alcuni requisiti specificati dal bando tra cui, a titolo esemplificativo, avere la cittadinanza italiana, essere in possesso di diploma di scuola secondaria di secondo grado o di un titolo di riconoscimento di studi equivalente se conseguito all’estero e avere la patente B.

    Il percorso di selezione prevede, dopo il superamento delle prove, in rapida successione nei prossimi mesi, le visite mediche di idoneità, quindi le nuove e i nuovi allievi agenti saranno assunti. A quel punto sarà obbligatorio partecipare a un percorso formativo di tre mesi con attività in aula e sul campo e prove di valutazione finali cui seguirà l’entrata in servizio in un contesto di accompagnamento operativo, ovvero lavorando con agenti e ufficiali più esperti per imparare anche in strada, in centrale operativa o nei gruppi specialistici come meglio svolgere il proprio compito.
    Nelle scorse settimane era stato pubblicato anche un bando per l’individuazione di ufficiali di Polizia locale.

    Link ai bandi:

    https://servizi.comune.milano.it/web/guest/dettaglio-contenuto/-/asset_publisher/pqxq/content/apl-c-2024-10posti

    https://servizi.comune.milano.it/web/guest/dettaglio-contenuto/-/asset_publisher/pqxq/content/apl-cfl-2024-30-posti

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