lavoro

  • Parte la produzione di Fiat Panda in Serbia

    La società Fca Serbia ha inaugurato la nuova linea di produzione di prova del modello elettrico della Fiat Grande Panda nello stabilimento Stellantis di Kragujevac. Alla cerimonia erano presenti il presidente serbo, Aleksandar Vucic e Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis, insieme alle più alte cariche statali serbe tra cui il ministro delle Finanze Sinisa Mali, il ministro dei Trasporti Goran Vesic e l’ambasciatore d’Italia a Belgrado, Luca Gori. Ci sono voluti due anni per adattare lo stabilimento di Kragujevac, in cui prima si produceva la Fiat 500L, dalla produzione automobilistica convenzionale a quella elettrica, dopo che l’anno scorso il ministero dell’Economia serbo e la stessa società hanno firmato un accordo per la produzione di auto elettriche negli stabilimenti di Kragujevac.

    Il contratto prevedeva un investimento di 190 milioni di euro per il riammodernamento delle linee di produzione, l’investimento da parte della Serbia ammontava a 48 milioni. Le linee di produzione, quindi, sono ora automatizzate e robotizzate e lo stabilimento dà lavoro oggi a circa mille persone. Il nuovo modello di Grande Panda sarà realizzato nelle due versioni, elettrica e ibrida, e da Kragujevac l’auto arriverà prima in Europa, poi in Medio Oriente e in Africa. Con l’inizio della produzione in serie, previsto per ottobre, il Paese balcanico diventerà il primo dei Balcani ad avere una produzione completa di veicoli elettrici, a partire dalle batterie. Il passo di oggi infatti segue la firma della settimana scorsa tra i rappresentanti dell’Unione europea e del governo di Belgrado sul Memorandum d’intesa per il partenariato strategico nel campo delle materie prime sostenibili, della catena del valore delle batterie e dei veicoli elettrici.

    La sigla del documento, oltre a ridare slancio al progetto di estrazione del litio, elemento fondamentale per la transizione verde e digitale e di cui il Paese dispone di grandi quantità, prevede l’avvio anche della produzione interna di batterie elettriche. Il presidente serbo ha sottolineato nella conferenza stampa di inaugurazione di prevedere nel 2025 “una crescita del Pil dello 0,5 per cento” solo grazie allo stabilimento di Kragujevac, chiedendo ai cittadini di avere un occhio di riguardo verso la Grande Panda, al momento dell’acquisto di una nuova vettura. “Dobbiamo prenderci cura di questa macchina”, ha detto Vucic, invitando ad acquistare un prodotto “locale” poiché, ha sottolineato, “aiuta il progresso della nostra industria”.

    “Aiutiamo le persone a trovare lavoro. Duemila cittadini di Kragujevac lavoreranno qui, 7 mila persone dipenderanno da questa fabbrica”, ha sottolineato il presidente serbo, ricordando i difficili colloqui di due anni fa tra i rappresentanti del governo e i sindacati dei lavoratori, e gli scioperi, quando lo stabilimento in cui prima si produceva la Fiat 500L ha chiuso e a una parte degli operai è stato chiesto di formarsi all’estero. “Ce l’abbiamo fatta tutti insieme, dopo difficili colloqui e scioperi nella fabbrica di Kragujevac”, ha ricordato il capo dello Stato. “Abbiamo attraversato un periodo difficile nella fabbrica di Kragujevac, ma eravamo uno accanto all’altro. Stellantis ha mantenuto ciò che aveva promesso”, ha ricordato a tal proposito Tavares, il quale ha affermato che è dovere di Stellatis scrivere “un altro capitolo degli affari della Fiat in Serbia”.

  • La Cina alza l’età pensionabile

    Il governo della Cina innalzerà gradualmente l’età pensionabile prevista dalla legge, tra le più basse al mondo, per alleggerire la crescente pressione sul sistema di previdenza sociale. È quanto si apprende da un documento pubblicato dalle autorità cinesi, in cui vengono delineati piani per contrastare il calo della natalità e l’invecchiamento della popolazione, con il completamento dei relativi obiettivi entro il 2029. Attualmente, l’età pensionabile in Cina è fissata a 60 anni per gli uomini, a 55 anni per le donne che svolgono lavori impiegatizi e a 50 per le lavoratrici delle fabbriche. La riforma procede di pari passo con l’aumento dell’aspettativa di vita nel Paese asiatico, passata da circa 44 anni nel 1960 a 78 anni nel 2021. Entro il 2050, dovrebbe superare gli 80 anni.

    Come spiegato da Michael Herrmann, consulente senior presso il fondo delle Nazioni Unite per lo sviluppo della popolazione”, gran parte dei governi ricorrono all’aumento dell’età pensionabile in risposta alle pressioni demografiche, con l’obiettivo di salvaguardare i fondi dedicati alla previdenza e frenare una potenziale contrazione della forza lavoro. Attualmente, ogni pensionato in Cina è sostenuto dal contributo di cinque lavoratori: il rapporto risulta dimezzato rispetto a dieci anni fa e dovrebbe diventare di 4 a 1 nel 2030 e di 2 a 1 nel 2050. La riforma del sistema pensionistico cinese è appoggiata da diversi economisti, secondo cui il programma che prevede la riduzione della forza lavoro attiva per sostenere un numero crescente di pensionati è “insostenibile” e “deve essere riformato”. Secondo i dati del ministero delle Finanze, undici delle 31 giurisdizioni cinesi a livello provinciale registrano attualmente un deficit di bilancio relativamente alle pensioni. L’Accademia cinese delle scienze, controllata dallo Stato, prevede che il sistema pensionistico si esaurirà entro il 2035.

  • La Polizia locale di Milano assume nuovi agenti

    Il Comune ha pubblicato due bandi di concorso per agenti di Polizia locale di Milano. Prosegue il percorso di assunzioni intrapreso dall’Amministrazione per avere 3.350 vigili entro il 2025 al fine di rafforzare e rinnovare il Corpo della Polizia locale affinché possa meglio rispondere alle esigenze della città.
    Il primo concorso pubblicato prevede l’assunzione di 30 agenti a tempo pieno e determinato con contratto di formazione e lavoro. Al termine del percorso di formazione lavoro, entro un anno, i contratti saranno trasformati a tempo indeterminato, salvo risultati non soddisfacenti. I candidati e le candidate devono avere un’età compresa tra i 18 e i 32 anni. Il concorso prevede una prova di accesso scritta che si svolgerà in forma digitale da remoto e una prova di efficienza fisica. Costituisce una novità l’utilizzo della ‘formazione lavoro’, molto semplificato e rapido, che mantiene le prove fisiche, ha una prova scritta più rapida e investe molto di più nella formazione durante l’attività lavorativa. Il concorso permetterà di assumere persone molto giovani con un’offerta mirata a chi ha appena sostenuto la maturità o si è diplomato di recente.
    Il secondo concorso è per l’assunzione a tempo indeterminato di agenti di Polizia Locale mediante la formazione di una graduatoria valida per due anni, inizialmente per 10 posti, utilizzabile successivamente per altre assunzioni. I candidati, uomini o donne, devono avere un’età compresa tra i 18 e i 65 anni e devono superare la prova scritta, la prova di efficienza fisica e successivamente la prova orale.
    “Stiamo lavorando per proseguire il percorso di assunzioni avviato nel 2022 con a oggi 500 assunzioni e altrettante nel prossimo biennio – dichiara Marco Granelli, assessore alla Sicurezza –. Nel 2024, a oggi, abbiamo assunto 60 agenti e 25 ufficiali, proseguiamo nella seconda parte dell’anno e poi nel 2025. Servono sempre più sicurezza stradale, meno incidenti e infrazioni alle regole ma anche più sicurezza urbana, più collaborazione con le forze dell’ordine per aumentare la sicurezza in città. È importante avere più pattuglie in strada, anche di sera e di notte, servizi sempre più adeguati alle necessità e maggiore capacità di essere presenti e efficienti sul territorio, nei quartieri e ovunque serve. Abbiamo preso un impegno con Milano e lo stiamo mantenendo”.

    Tutte le prove scritte si svolgeranno a partire dal 9 settembre e le prove di efficienza fisica dal 25 settembre.

    La prova orale, prevista nel secondo concorso, è fissata il 28 ottobre 2024.
    Per partecipare a entrambi i concorsi è necessario iscriversi entro le ore 12 del prossimo 1° agosto ed essere in possesso di alcuni requisiti specificati dal bando tra cui, a titolo esemplificativo, avere la cittadinanza italiana, essere in possesso di diploma di scuola secondaria di secondo grado o di un titolo di riconoscimento di studi equivalente se conseguito all’estero e avere la patente B.

    Il percorso di selezione prevede, dopo il superamento delle prove, in rapida successione nei prossimi mesi, le visite mediche di idoneità, quindi le nuove e i nuovi allievi agenti saranno assunti. A quel punto sarà obbligatorio partecipare a un percorso formativo di tre mesi con attività in aula e sul campo e prove di valutazione finali cui seguirà l’entrata in servizio in un contesto di accompagnamento operativo, ovvero lavorando con agenti e ufficiali più esperti per imparare anche in strada, in centrale operativa o nei gruppi specialistici come meglio svolgere il proprio compito.
    Nelle scorse settimane era stato pubblicato anche un bando per l’individuazione di ufficiali di Polizia locale.

    Link ai bandi:

    https://servizi.comune.milano.it/web/guest/dettaglio-contenuto/-/asset_publisher/pqxq/content/apl-c-2024-10posti

    https://servizi.comune.milano.it/web/guest/dettaglio-contenuto/-/asset_publisher/pqxq/content/apl-cfl-2024-30-posti

  • Le migrazioni interne della Cina creano milioni di orfani di fatto

    Il termine cinese è “liushou ertóng”, significa “bambini lasciati indietro” e indica i bambini lasciati al paese dai genitori andati a lavorare in città lontane. Nel Paese del Dragone si stima che 300 milioni di contadini hanno lasciato la campagna per trovare occupazione in catene di montaggio e cantieri creando una massa di orfani di fatto.

    Nel 2013 l’Associazione statale delle donne cinesi pubblicò un primo rapporto secondo il quale 61 milioni di minori sotto i 17 anni vivevano lontani dai genitori: il 38% di tutti i figli della Cina. Le prime tragedie emerse da quel clima di disgregazione familiare (violenze, abbandono della scuola, depressione, suicidi) spinsero il governo di Pechino a intervenire con un piano da 14 miliardi di yuan per mandare insegnanti nei paesi più diseredati. Nel 2016 il Ministero degli affari civili proclamò che il numero dei “liushou” era stato ridotto a 9 milioni ma nel 2023 l’Ufficio nazionale di statistiche di Pechino e l’Unicef hanno rivelato che sono 66,9 milioni i minorenni lasciati in campagna o in piccoli centri di province remote dai genitori che lavorano lontano. I sociologi dicono che il 30% dei bambini che crescono senza padre e madre sono a carico dei nonni; l’11% di altri parenti o dei vicini del villaggio. E almeno 2 milioni di “liushou“ vengono semplicemente abbandonati a loro stessi in casupole dove non c’è un adulto. Un terzo dei minori in queste condizioni è clinicamente depresso. I bimbi fino ai 6 anni di età sono il 75% dei «lasciati indietro».

    Il governo centrale ha comunque fatto molto, almeno per assicurare un’istruzione ai bambini soli. Ci sono controlli per ridurre il numero di chi non frequenta la scuola, fondi per ospitarli in dormitori più confortevoli delle loro catapecchie. E nel 2018 da una classe delle elementari nello Yunnan arrivò la storia di “Fiocco di neve”. Wang Fuman, 8 anni, ogni giorno faceva a piedi da solo quattro chilometri nei campi per arrivare a lezione; quella mattina c’erano 9 gradi sotto zero. Entrò con i capelli ridotti a fili di ghiaccio e le sopracciglia bianche. Il maestro scattò una foto col telefonino e la lanciò sui social, per mostrare ai cinesi la dedizione del piccolo “liushou”. Le autorità di Pechino si impossessarono del caso, invitarono Fuman nella capitale, lo ospitarono per qualche giorno in un bell’albergo, trovarono un impiego al paese per il papà. “Fiocco di neve” che aveva colpito il cuore della Cina e del Partito fu riscattato. Ma altri 66 milioni di figli lasciati indietro pesano sulla coscienza dei pianificatori della seconda economia del mondo.

  • Gelato ricoperto di bacon e crocchette: negli USA McDonald’s sospende l’uso dell’intelligenza artificiale per gli ordini

    McDonald’s sta rimuovendo la tecnologia di ordinazione basata sull’intelligenza artificiale (AI) dai suoi ristoranti drive-through negli Stati Uniti dopo che i clienti hanno condiviso on line alcuni incidenti letteralmente comici.

    Nel 2019 è stata annunciata una prova del sistema, sviluppato da IBM, che utilizza un software di riconoscimento vocale per elaborare gli ordini, il quale però non si è dimostrato del tutto affidabile, dando vita a video virali di bizzarri ordini interpretati erroneamente, che vanno dal gelato ricoperto di pancetta alle crocchette di pollo del valore di centinaia di dollari.

    McDonald’s ha fatto sapere ad IBM che rimuoverà la tecnologia dagli oltre 100 ristoranti in cui la sta testando entro la fine di luglio anche se, ha aggiunto, di essere fiducioso che la tecnologia sarà ancora “parte del futuro dei suoi ristoranti”.

    L’applicazione della tecnologia è stata controversa fin dall’inizio, anche se le preoccupazioni erano incentrate sulla possibilità di rendere obsoleti i posti di lavoro delle persone. Tuttavia, è diventato evidente che sostituire i lavoratori umani dei ristoranti potrebbe non essere così semplice come si temeva inizialmente – e come speravano i sostenitori del sistema.

    Gli incidenti dell’addetto all’ordine dell’IA sono stati documentati online. In un video che ha 360.000 visualizzazioni, ad esempio, una persona afferma che il suo ordine è stato confuso con quello effettuato da qualcun altro, con il risultato che nove ordini di tè sono stati aggiunti al suo conto.

    Un altro video popolare mostra due persone che ridono mentre vengono aggiunte al loro ordine crocchette di pollo per un valore di centinaia di dollari, mentre il New York Post ha riferito che ad un’altra persona l’addetto agli ordini dell’AI aveva aggiunto pancetta al gelato per errore.

    IBM ha comunicato che continuerà a lavorare con McDonald’s in futuro, poiché “questa tecnologia ha dimostrato di avere alcune delle capacità più complete del settore, veloce e precisa in alcune delle condizioni più impegnative”.

  • La spesa pubblica ed il “capitalismo” relazionale

    Da decenni l’Italia viene criticata in ragione di un capitalismo familiare ormai superato, in contrapposizione ad una versione internazionale più manageriale, all’interno della quale le famiglie rappresentano la proprietà ma non più il braccio operativo.

    L’impresa contemporanea, e soprattutto l’industria attuale, propongono i propri prodotti e servizi all’interno di mercato globale, avvalendosi di un network di subfornitori, i quali entrano nella filiera consolidata fino a diventare partner esclusivi e talvolta ad avviare un vero e proprio processo di insourcing (*).

    Questo cambiamento organizzativo offre alle industrie la possibilità di competere contemporaneamente in tutti i mercati mondiali, caratterizzati da stagioni completamente diverse e quindi gestibili solo attraverso filiere produttive sempre più corte.

    Esiste, poi, il capitalismo relazionale, i cui attori principali sono rappresentati da personalità “imprenditoriali” che fanno capo ad interessi finanziari, assieme ad un mondo della politica il quale si trova a gestire la spesa pubblica con la consapevolezza di non doverne mai rendere conto, se non nei casi estremi, alla magistratura.

    Questa forma di capitalismo, la cui stessa natura e forza viene determinata dalla presenza di risorse finanziarie gestite dalla politica e frutto dei prelievo fiscale, rappresenta la peggiore versione di un capitalismo speculativo.

    Questo, infatti, avvalendosi di una catena di subappalti e cooperative molto spesso non determina alcuna ricaduta occupazionale stabile (il parametro fondamentale per valutare la validità di una strategia economica) a fronte di investimenti pubblici notevoli.

    Da questa semplice analisi emerge evidente come l’aumento della spesa pubblica negli ultimi trent’anni abbia tradito le proprie istituzionali funzioni e tanto più in quell’effetto redistributivo, su cui ancora oggi buona parte del mondo accademico e politico fanno affidamento.

    In altre parole, la spesa pubblica italiana (1.129 miliardi oltre il 57% del PIL) rappresenta semplicemente la prima forma di potere italiano, la seconda è rappresentata dalla gestione del credito (novembre 2018, https://www.ilpattosociale.it/attualita/la-vera-diarchia/) la quale, trovandosi ora all’interno di un mercato globale, offre a chi ne usufruisca di utilizzare ogni leva della disperazione umana (come già detto subappalti e cooperative) con l’unico obiettivo di abbassare i costi e aumentare i profitti, anche grazie a strumenti normativi forniti dai committenti stessi, cioè dalla classe politica.

    Puntare, quindi, ancora oggi sulla centralità della spesa pubblica come motore economico e sui suoi effetti redistributivi rappresenta l’errore fondamentale comune al mondo politico ed accademico, come dimostra la perdita di potere d’acquisto negli ultimi trent’anni dei cittadini italiani a fronte di una esplosione della spesa pubblica, del debito e della pressione fiscale.

    La stessa vicenda relativa all’utilizzo dei fondi PNRR si è rivelata sostanzialmente una serie di  finanziamenti a pioggia dei più disparati progetti proposti da irresponsabili enti locali e lontano dalle ragioni istitutive per le quali i fondi avrebbero dovuto finanziare opere finalizzate all’aumento della competitività del sistema paese.

    Del resto, come anticipato, lo stesso andamento del reddito disponibile per i cittadini italiani che si è ridotto negli ultimi trent’anni del – 2,7%, mentre in Germania è cresciuto di oltre il +34% ed in Francia del +27%, dimostra la sostanziale “inutilità retributiva” della  della spesa pubblica e di ogni sua crescita.

    Un andamento confermato dagli ultimi dati relativi alle retribuzioni in Europa dal 2019 ad oggi che ha visto, a fronte di una diminuzione europea del -3% dei redditi disponibili, svettare l’italia con un -8% .

    Dati incontrovertibili che rappresentano  la conferma della sostanziale indifferenza economica di tale capitalismo relazionale il quale trova l’humus per la sua sopravvivenza nella presenza di una spesa pubblica assolutamente smisurata rispetto alle competenze di chi dovrebbe gestirla.

    (*) un processo avviato anni fa nel settore dell’alta orologeria Svizzera e che ha qualche evidenza anche in quello della occhialeria bellunese, i quali prediligono l’ottimizzazione dei tempi di produzione alla scelta strategica tra costi fissi e variabili.

  • L’intelligenza artificiale aumenterà del 25% la produttività mondiale

    L’Intelligenza artificiale generativa – anche detta Generative AI -, oggi rappresenta la nuova frontiera dell’innovazione tecnologica che trasformerà il settore delle utilities. Si stima infatti, che per le Utilities, la Generative AI potrà portare a un incremento della produttività fino al 25% a livello mondiale. Queste sono alcune delle evidenze emerse dall’analisi Agici-Accenture presentata a Milano in occasione del Workshop: “Le utilities nell’era della Generative AI: ottimizzazione, competitività e gestione degli asset” organizzato dalle due società, alla presenza dei top manager delle principali aziende del settore. A oggi il 77% dei dispositivi elettronici include già una qualche forma di Generative AI. Lo scorso febbraio, a distanza di un anno da ChatGPT 3.5, è stato lanciato Sora, un modello di generazione di video da testi, oltre a Dall-E 3, in grado di generare immagini ad alta definizione da testi. Le grandi aziende dell’IT sembrerebbe punti con “decisione” su questa tecnologia, con investimenti in start-up dedicate che nel 2023 sono stati pari a 33 miliardi di dollari per Meta, 13 miliardi per Microsoft, 4 miliardi per Amazon e 2 per Google.

    Cresce infatti il numero delle realtà che puntano alla Generative AI, come Siram Veolia, “perché é una tecnologia che ha una potenzialità incredibile. Soprattutto nel nostro mestiere, che ha a che fare con l’ambiente e, nel nostro caso specifico, con l’efficientamento energetico, il digitale ha un effetto moltiplicatore estremamente importante” ha spiegato Emanuela Trentin, Amministratore Delegato di Siram Veolia, che “questo dal punto di vista dei risvolti ottimistici e positivi”. Sarà necessario poi costruire un modello flessibile per rendere l’intelligenza artificiale scalabile, accertarsi che questa venga usata in modo responsabile e senza generare rischi (Accenture calcola che il 28% dei lavoratori usi già la Generative AI, il 50% dei quali senza supervisione) e riqualificare e riorganizzare la forza lavoro, che dovrà arrivare a uno stato “liquido”, pronto cioè a modificare velocemente ruoli e compiti in modo da stare al passo dell’evoluzione tecnologica. Infatti ha precisato Trentin che “questi sono anche strumenti che sono tanto potenti quanto da maneggiare con estrema cautela”. Per questo “ci siamo dotati di una compliance forte proprio per gestire al meglio l’utilizzo di questi strumenti che, appunto, devono essere governati”. Inoltre, per quanto riguarda il dato, Veolia “ha già sviluppato un suo sistema, di sua proprietà, perché con ChatGpt, se utilizzato in maniera inconsapevole e non strutturata, si rischia di diffondere all’esterno dei dati sensibili” ha osservato.

    La Gen AI trasformerà in modo sostanziale la Industry, a partire da tre direttrici principali che possiamo definire come “archetipi”: nuove modalità di interazione con i clienti, una ridefinizione degli asset aziendali attraverso l’incrocio fra “fisico” e “digitale” (phygital) e, infine, la progettazione di nuovi servizi, costruiti attorno ai lavoratori. Sulla scia della digitalizzazione e della ricerca Pier Lorenzo Dell’Orco, amministratore delegato di Italgas Reti spiega che ora “stiamo avviando una nuova fase, che sarà dominata dall’avvento prorompente dell’intelligenza artificiale generativa”. Inoltre, si è detto “fortemente convinto che la GenAI cambierà, in positivo, l’organizzazione complessiva del settore e il nostro modo di fare”. Infatti, “abbiamo avviato le prime iniziative di GenAI nell’ambito della gestione documentale, dei processi commerciali e delle manutenzioni degli asset, e i primi risultati sono davvero sorprendenti. Siamo molto fiduciosi sugli sviluppi futuri”. Il gruppo italgas ha avviato già dal 2017 “un ambizioso percorso diretto alla completa digitalizzazione degli asset e dei processi aziendali, iniziato con la totale migrazione on cloud nel e proseguito con il deployment massivo degli smart meters, la digitalizzazione di impianti e reti di distribuzione e lo sviluppo del primo sistema al mondo di comando e controllo remotizzato per reti gas. Di pari passo abbiamo avviato concrete applicazioni di intelligenza artificiale, che ci hanno portato in pochi anni a conseguire risultati sorprendenti in termini di adoption ed efficienza. Oggi, in Italgas, una persona su 4 utilizza quotidianamente strumenti di intelligenza artificiale per svolgere in modo più rapido ed efficace il proprio lavoro” ha concluso.

    La Generative AI “rappresenta un fattore trasformativo dirompente anche per il mondo delle Utilities e consentirà a tutti gli attori del mercato di ripensare radicalmente il modo in cui si svolgono processi e modalità di interazione con i consumatori, abilitando soluzioni fino a oggi inimmaginabili. Pensiamo, infatti, che nel comparto delle Utilities in Italia fino al 40% delle ore lavorate sarà trasformato dalla Gen AI, migliorando la qualità del lavoro delle persone e la produttività attraverso le potenzialità di questa innovativa tecnologia, a beneficio dell’intero Sistema” ha sottolineato Claudio Arcudi, responsabile dell’Industry Group Energy e utility in Europa di Accenture. Il mondo dell’energia “si trova oggi sulla soglia di una grande trasformazione, quella dell’Intelligenza Artificiale, che potrà rivelarsi decisiva per lo sviluppo di un settore sempre più complesso” ha evidenziato Marco Carta, Amministratore Delegato di Agici. La crescente centralità dell’efficienza energetica, delle rinnovabili, dell’economia circolare e della gestione delle acque in Europa e in Italia “ha ampliato, rispetto al passato, il perimetro delle attività svolte dalle Utilities. Aprirsi alla rivoluzione dell’IA Generativa sarà quindi funzionale alla gestione di questa complessità, favorendo anche un aumento della produttività delle Utilities. Per questo motivo, con l’incontro di oggi abbiamo voluto dare il nostro contributo al tema, per lanciare lo sguardo su un futuro che è sempre più vicino” ha concluso.

    Al termine dell’incontro sono stati consegnati i premi “Manager Utilities – Andrea Gilardoni” per l’anno 2023, votati dai prestigiosi comitati della Rivista Management delle Utilities e delle Infrastrutture di Agici. In questa diciassettesima edizione, vince nella categoria Energia Monica Iacono, ceo di Engie Italia, premiata dalla giuria “per i risultati raggiunti nel promuovere la leadership di Engie Italia nel processo di transizione energetica del nostro Paese”. Luca Dal Fabbro, Presidente Esecutivo di Iren, si aggiudica la vittoria nella categoria “Servizi Pubblici Locali “per la visione strategica fortemente innovativa ed i risultati industriali raggiunti da Iren nei servizi ambientali e nella circular economy”. Infine, Valentina Tamburini, head of strategy di A2A, ha ottenuto il Riconoscimento Speciale “L’energia di domani: il futuro è donna”, giunto alla seconda edizione e destinato alle professioniste under 40 nel settore delle utilities, “per il prezioso contributo al disegno della strategia del gruppo A2A”.

  • La delocalizzazione intellettuale

    Dagli anni ‘90 l’intera classe accademica, ed in particolare quella bocconiana, affermava come le delocalizzazioni produttive verso i paesi a basso costo di manodopera rappresentassero la soluzione ideale in quanto le professioni ad alto valore aggiunto sarebbero rimaste all’interno dei paesi occidentali più evoluti.

    Questa banale strategia ideologica ha aperto le porte ad un’infinita possibilità di posizioni speculative, come conferma l’attuale scelta di Stellantis, perfettamente in linea con quella di Google e di altre grandi aziende internazionali che smentiscono clamorosamente la infantile dottrina accademica e definiscono quello che potrebbe essere chiamato il ritardo culturale ed economico dell’intero mondo accademico e politico italiano.

    Il lavoro e il suo prodotto, indipendentemente dal contenuto tecnologico, rappresentano una sintesi di molteplici apporti professionali complessivi e proprio per questo la loro tutela non può che risultare complessiva.

    La esternalizzazione di determinate produzioni o servizi ha rappresentato sicuramente il modo per ridurre i costi fissi e parallelamente aumentare la flessibilità in rapporto alla complessità dei mercati.

    Tuttavia, questo processo ha creato anche delle filiere talmente complesse e distribuite nel mondo le quali ora, all’interno di una crisi legata agli eventi bellici come la guerra russo-ucraina e nel medio oriente, risultano insostenibili anche economicamente.

    A queste problematiche si aggiunge ora anche l’opportunità fornita dalla digitalizzazione dei sistemi nel loro complesso, la quale, di fatto, favorisce l’avvio di un processo di delocalizzazione intellettuale relativa a quelle professionalità che il miope mondo accademico aveva assicurato sarebbero rimaste all’interno dei paesi evoluti occidentali.

    In altre parole, la stessa definizione e distinzione delle diverse fasi di realizzazione di un prodotto o di un servizio in rapporto ad un diverso valore aggiunto nella fase di realizzazione di per sé rende impossibile la tutela complessiva del prodotto finale e quindi delle medesime professionalità utilizzate nel ciclo produttivo.

    La complessità di un prodotto, infatti, si rivela come l’espressione di articolate fasi e rappresenta, come si diceva prima, una sintesi di diverse professionalità ognuna delle quali assolutamente meritevole di tutela giuridica e normativa, in quanto espressione dei più diversi contributi professionali.

    L’inconsistenza strategica dimostrata dalla classe politica e da quella accademica che hanno, invece, sempre sostenuto questa “valutazione” del lavoro e in base a questa decidere quale fosse meritevole di una tutela, si rivela come il più grande fallimento economico e strategico nel mondo occidentale in relazione al proprio futuro.

    Il mercato globale può rappresentare un’occasione di sviluppo se e solo se i diversi attori che vi partecipano si dimostrano in grado di tutelare la propria cultura industriale ed economica.

    Viceversa, senza queste tutele ogni traguardo culturale e sociale delle singole Nazioni viene azzerato e con loro lo stesso futuro economico, favorendo così le posizioni speculative.

  • Nuovi finanziamenti dell’UE a favore di idee innovative per ridurre la disoccupazione di lungo periodo e aiutare le persone a trovare un lavoro

    La Commissione ha pubblicato un invito a presentare proposte, del valore di 23 milioni di euro, per aiutare gli Stati membri dell’UE a sviluppare nuovi strumenti per contrastare la disoccupazione di lungo periodo e a sostenere il reinserimento delle persone nel mercato del lavoro. L’intenzione era stata annunciata nel recente piano d’azione per affrontare le carenze di manodopera e di competenze nell’UE.

    Con questo invito a presentare proposte, finanziato nell’ambito dell’iniziativa “Innovazione sociale+” del Fondo sociale europeo Plus (FSE+), la Commissione vuole dare seguito a precedenti iniziative promettenti e rafforzare il ruolo delle organizzazioni dell’economia sociale. Si tratta di organizzazioni che danno la priorità a finalità sociali e ambientali e reinvestono la maggior parte dei loro guadagni nelle loro iniziative. Esse hanno inoltre dimostrato la capacità di sostenere le persone in condizioni di isolamento e povertà a causa della disoccupazione di lungo periodo.

    Le organizzazioni hanno tempo fino al 30 settembre 2024 per presentare le loro proposte, seguendo le istruzioni riportate sul sito web dell’invito.

  • Zambia uncovers ‘sophisticated’ Chinese cybercrime syndicate

    A “sophisticated internet fraud syndicate” has been uncovered in Zambia, leading to the arrest of 77 people, including 22 Chinese nationals.

    It was a “significant breakthrough in the fight against cybercrime”, the authorities said after a multi-agency raid on a Chinese-run company.

    The firm employed Zambians who believed they were to be call-centre agents.

    Among equipment seized were devices allowing callers to disguise their location and thousands of Sim cards.

    Golden Top Support Services, the company at the centre of the raid, has not commented on the allegations.

    The swoop on its premises, located in Roma, an upmarket suburb of the capital, Lusaka, was led by the Drug Enforcement Commission (DEC) and also involved the police, the immigration department and anti-terrorism unit.

    It came after months of intelligence gathering by the agencies following an alarming rise in internet fraud cases in Zambia, DEC director general Nason Banda said after Tuesday’s raid.

    He said Golden Top Support Services had recruited ” unsuspecting” Zambians aged between 20 and 25.

    They had been tasked “with engaging in deceptive conversations with unsuspecting mobile users across various platforms such as WhatsApp, Telegram, chatrooms and others, using scripted dialogues”.

    During the operation 11 Sim boxes were found – these are devices that can route calls in a way that bypasses legitimate phone networks.

    This enables them to be used “for fraudulent activities, including internet fraud and online scams”, Mr Banda said.

    More than 13,000 Sim cards – both domestic and international – were also seized, which underscored “the extent of the operation’s reach”, the DEC head said.

    An increasing number of Zambians were losing money from their bank accounts through money-laundering schemes, though this scam’s alleged “illicit operations extended beyond Zambia’s borders”, he said.

    Evidence indicated people in countries including Singapore, Peru, the United Arab Emirates (UAE) and others across Africa had been targeted.

    Two firearms and about 78 rounds of ammunition were confiscated and two vehicles, belonging to a Chinese national linked to the business, have been impounded.

    Mr Banda said the Zambian nationals had been charged and released on bail so they could help the authorities with their investigations.

    The foreign nationals – 22 Chinese men and a Cameroonian – remain in custody.

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