lavoro

  • La Danimarca consente di lavorare agli immigrati in attesa di permesso, ma scoppiano le polemiche

    Nel centro di detenzione danese di Ellebæk gli immigrati in attesa di verifica della sussistenza dei presupposti per ottenere asilo possono lavorare e di essere retribuiti. «Lavoriamo perché non abbiamo scelta. Se non lo facciamo, restiamo seduti tutto il giorno in cella» raccontano. Alcuni ritengono che la loro situazione configuri una situazione di lavoro forzato indiretto, ma lavorare non è un obbligo per chi si trova nella struttura. Le cronache registrano che in questo centro danese sono stati avviati programmi in collaborazione con aziende private che permettono ai detenuti di lavorare all’interno della struttura. Le paghe molto basse (0,8 euro per ora) fanno pensare ad alcuni che il centro serva di fatto solo a fornire manodopera a basso costo alle aziende coinvolte.

    Tra le aziende che danno lavoro agli ospiti di Ellebæk figura Premium Acqua, il distributore danese di San Pellegrino, il marchio italiano di acqua minerale di proprietà della multinazionale svizzera Nestlé. Sanpellegrino ha comunicato di non essere direttamente presente nel mercato danese. Premium Acqua afferma di aver avviato la collaborazione con il servizio penitenziario danese nel 2015, descrivendola come parte di un’iniziativa volta a sostenere il reinserimento dei detenuti.

  • La Commissione cerca candidati per il gruppo di esperti scientifici sull’IA

    La Commissione europea sta istituendo un gruppo scientifico di esperti indipendenti per sostenere l’attuazione e l’applicazione del regolamento sull’intelligenza artificiale (IA). Il gruppo si concentrerà sui modelli e sui sistemi di IA per finalità generali, fornendo consulenza all’Ufficio europeo per l’IA e alle autorità nazionali in merito ai rischi sistemici, alla classificazione dei modelli, alle metodologie di valutazione e alla vigilanza transfrontaliera del mercato. Avvertirà inoltre l’Ufficio per l’IA dei rischi emergenti.

    La Commissione cerca 60 membri per un mandato rinnovabile di 24 mesi.

    Per candidarsi occorre avere esperienza in modelli e sistemi di IA per finalità generali, effetti dell’IA, o settori correlati, come la valutazione dei modelli, la valutazione del rischio e le misure di attenuazione, la cibersicurezza, i rischi sistemici emergenti e le misure e soglie di calcolo. Gli esperti devono avere un dottorato di ricerca o esperienza equivalente e rimanere indipendenti da qualsiasi fornitore di IA.

    Il processo di selezione garantirà l’equilibrio di genere e la rappresentanza degli Stati membri dell’UE e nei paesi SEE/EFTA. Sebbene la cittadinanza dell’UE non sia un requisito, l’80% degli esperti deve provenire dagli Stati membri dell’UE o dell’EFTA.

    È possibile candidarsi fino al 14 settembre.

  • Patto per le competenze: formati oltre 6,1 milioni di lavoratori

    L’indagine annuale nell’ambito del patto per le competenze per il 2024 rivela che oltre 6,1 milioni di persone sono state formate nell’ambito del patto. Più di 3.200 organizzazioni che investono nello sviluppo delle competenze hanno aderito al patto, tra cui industria, parti sociali, erogatori di istruzione e formazione, autorità locali e servizi per l’impiego.

    Il patto riunisce organizzazioni pubbliche e private che collaborano in partenariato per individuare le carenze di competenze e intraprendere azioni concrete per affrontarle.

    Dall’indagine emerge anche che il patto ha accelerato il sostegno ai lavoratori e alle imprese in tutti i settori economici. Nel 2024 i membri di 20 partenariati su vasta scala hanno formato in media il 33% della loro forza lavoro. Nell’ambito dell’Unione delle competenze, la Commissione ha invitato i membri del patto a raddoppiare gli impegni a favore del miglioramento delle competenze e della riqualificazione.

  • Human rights groups warn of ‘surge’ in migrant worker deaths in Saudi Arabia

    Human rights groups are warning of a “surge” of deaths of migrant construction workers in Saudi Arabia, as it prepares to host the World Cup in 2034.

    Labourers are already dying from preventable workplace accidents in the country, according to Human Rights Watch and FairSquare which have both published reports today.

    Many such deaths are wrongly classified as having occurred due to natural causes and the families of workers are not compensated, the reports say.

    Both groups have called on the Saudi Authorities to ensure basic safety protections for the country’s huge migrant work-force.

    “The 2034 Saudi World Cup will be the largest and most expensive ever, but it could also have the highest cost in human lives, as millions of migrant workers build infrastructure, including 11 new stadiums, a rail and transit network, and 185,000 hotel rooms,” Minky Worden, director of Global Initiatives at Human Rights Watch, said.

    The warnings come a day after the President of FIFA, Gianni Infantino, visited the country along with Donald Trump – attending a US-Saudi investment forum.

    FIFA – football’s global governing body – says it has a “steadfast commitment to the protection and promotion of human rights in the context of its operations.”

    But Human Rights Watch has accused FIFA of failing to learn lessons from migrant worker deaths in the lead-up to the World Cup in Qatar in 2022.

    Data on migrant deaths is hard to come by in a country where human rights groups have very limited access and labour unions are banned.

    But Human Rights Watch interviewed the families of 31 workers from Bangladesh, India and Nepal who fell from heights, were crushed or decapitated by heavy machinery or were electrocuted.

    Heat is another major concern, as Saudi Arabia ramps up construction work in preparation for hosting the 2034 tournament.

    In March, a Pakistani foreman, Muhammad Arshad, was reported to have fallen from a construction site at a stadium being built in the eastern city of Al Khobar – the first death related to the World Cup.

    Last year, the Saudi government said that there had been “tangible achievements” in occupational health and safety, with rates of deaths and injuries decreasing.

    FIFA also praised “significant steps” taken by Saudi Arabia to reform its labour laws since 2018.

    But the global construction worker’s union, BWI, said there had been an “alarming rise” in accidents that could have been prevented.

    “These are the result of systematic negligence, corruption and inadequate oversight and accountability,” said BWI General Secretary, Ambet Yuson.

    And Saudi medical authorities rarely conduct autopsies to establish the exact cause of migrant workers’ deaths, according to FairSquare.

    “Hundreds of thousands of young men, many of whom have young families, are being pitched into a labour system that poses a serious risk to their lives, a medical system that doesn’t have the capacity to determine the cause of their deaths, and a political system that doesn’t appear to either protect them or find out how they died, let alone compensate the families shattered by Saudi Arabia’s negligence,” FairSquare co-director James Lynch said.

    He described FIFA’s human rights policies as a “sham.”

    “While FIFA praises Saudi Arabia to the rafters and highly-paid western law firms generate vast profits for curating Saudi’s reputation, children in places like Nepal grow up without their fathers and never even learn how they died, he said.”

    FIFA told Human Rights Watch that it plans to establish a workers’ welfare system dedicated to mandatory standards and enforcement mechanisms for World Cup-related construction and service delivery in Saudi Arabia.

    In a letter it said: “We are convinced that the measures implemented to ensure construction companies respect the rights of their workers on FIFA World Cup sites can set a new standard for worker protection in the country and contribute to the wider labour reform process, helping to enhance protections for workers on World Cup sites and beyond.”

    But Human Rights Watch said no further details were provided on how the welfare system would work.

    “Saudi authorities, FIFA, and other employers should ensure that all migrant worker deaths, regardless of perceived cause, time, and place are properly investigated and that families of deceased workers are treated with dignity and receive fair and timely compensation,” the group said.

    The BBC has approached the Saudi authorities for comment.

  • L’intelligenza artificiale renderà efficiente la pubblica amministrazione italiana?

    Semplificazione del rapporto tra cittadino e pubblica amministrazione, riduzione dei tempi della burocrazia e supporto alla produttività delle aziende pubbliche e private. Sono queste alcune delle applicazioni rese possibili dalla piattaforma proprietaria di Deloitte di Intelligenza Artificiale Generativa (GenAI), presentata il 16 aprile in occasione dell’inaugurazione ufficiale del Solaria Space di Roma, il nuovo hub interamente dedicato alla GenAI nella sede di Via Veneto, 89.

    Protagonisti del Solaria Space sia l’agente virtuale progettato per interagire con gli utenti in linguaggio naturale e fornire risposte contestualizzate, assistenza operativa e automazione personalizzata, sia l’applicativo avanzato di Intelligence Science, che consente l’analisi semantica di grandi volumi di dati in un ambiente sicuro. Applicazione già utilizzata, ad esempio, per la prevenzione delle frodi, il monitoraggio delle politiche pubbliche o il supporto decisionale in ambito sanitario e industriale, questa tecnologia offre una combinazione unica di interazione intuitiva e potenza analitica, trasformando i dati in soluzioni operative ad alto impatto.

    “Sull’intelligenza artificiale – commenta Fabio Pompei, CEO di Deloitte Italia – si gioca una partita chiave per il futuro del sistema Paese e, come Deloitte, ci poniamo al fianco delle aziende per realizzare grandi processi di trasformazione dei modelli di business e processi che la GenAI renderà imprescindibili per continuare a competere nel mercato globale. È fondamentale inoltre continuare a investire e a implementare progetti all’avanguardia di collaborazione tra pubblico e privato perché soltanto rafforzando la sinergia tra gli ecosistemi istituzionale, imprenditoriale e della ricerca sarà possibile competere in un mondo in profonda trasformazione”.

    “Solaria Space rappresenta un luogo dove toccare con mano l’innovazione – afferma Lorenzo Cerulli, GenAI Leader di Deloitte -. Grazie a questo ecosistema dinamico guidato dalla tecnologia e dalle nuove competenze, istituzioni, imprese, università e cittadini possono sperimentare dal vivo come la GenAI può ridurre i tempi della burocrazia, migliorare la qualità dei servizi pubblici, abilitare nuovi modelli di business o semplificare l’accesso all’informazione. Non parliamo più solo di potenzialità, ma di soluzioni già disponibili e progettate insieme ai nostri partner tecnologici”.

    Solaria Space, grazie ai professionisti del Deloitte GenAI Center of Excellence, permette di esplorare e interagire con soluzioni di GenAI pensate per oltre cento casi d’uso, che possono essere provate attraverso tecnologie immersive su postazioni digitali avanzate. Realizzate con una rete di partner tecnologici d’eccellenza come NVIDIA, Google, AWS, Meta e IBM, le applicazioni sono in grado di sviluppare soluzioni personalizzate per ogni esigenza.

    Secondo i dati dell’ultimo report “State of Generative AI in the Enterprise”, il 78% delle imprese intervistate da Deloitte a livello globale prevede un aumento della spesa complessiva per l’AI nel 2025. Inoltre, la GenAI tende ad aumentare la propria quota all’interno del budget complessivo per l’AI. A livello globale, secondo lo studio Deloitte, quasi il 40% della forza lavoro mondiale utilizza l’AI generativa e il 74% delle aziende che l’ha implementata registra ritorni positivi sugli investimenti.

    In Europa, secondo Eurostat, il 13,5% delle imprese UE ha adottato tecnologie AI nel 2024 (erano l’8% nel 2023), con picchi in Danimarca (27,6%), Svezia (25,1%) e Belgio (24,7%). In Italia, secondo Istat, il 32,5% delle grandi imprese usa l’AI e l’adozione della GenAI è cresciuta del 163% rispetto al 2023. Le PMI del Nord Italia sono protagoniste della corsa all’AI e GenAI, con sperimentazione di utilizzo soprattutto in ricerca e sviluppo, marketing e commerciale.

  • I medici in corsia nel 2032 saranno fin troppi

    Da ‘categoria in estinzione’, o quasi, a settore in sovrannumero. Appare essere questo il destino dei medici ospedalieri, stando ai numeri dell’ultimo studio del sindacato di categoria Anaao-Assomed: fino al 2027, infatti, si potrà ancora parlare di carenza di specialisti negli ospedali del Ssn, stimata in circa 20/25.000 unità. Ma lo scenario potrebbe radicalmente cambiare negli anni successivi quando, almeno fino al 2032, si potrebbe sviluppare il fenomeno contrario, cioè quello della pletora medica con ben 60.000 neolaureati. Un numero “assolutamente superiore a quello necessario a coprire i pensionamenti” e destinato a rimanere “in cerca di lavoro”. Si creerà dunque, avverte il sindacato, un esercito di camici bianchi pronto a foraggiare la sanità privata o i sistemi sanitari di mezza Europa.
    “Chi si illude – commenta Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao Assomed – che la soluzione più efficace sia aumentare i posti nelle Facoltà di Medicina e Chirurgia, moltiplicando a dismisura il loro numero o quello dei Corsi di Laurea, pubblici e privati, senza prima risolvere le criticità del sistema, dimostra una pericolosa superficialità con il rischio di favorire uno sperpero di risorse pubbliche in mancanza di prospettive occupazionali all’interno del Servizio sanitario nazionale”.  Questo perchè, rileva, “gli interventi limitati all’offerta formativa appaiono sostanzialmente inefficaci nel fermare l’esodo dal sistema sanitario pubblico”, mentre è “cruciale rendere attrattivo il lavoro nell’ospedale e nei servizi territoriali per cercare di accrescere l’opzione in favore del Ssn da parte dei medici specialisti e specializzandi”. Ecco perchè, secondo il sindacato, all’offerta formativa deve essere abbinato un sistema di incentivi e di valorizzazione del lavoro medico in termini di riconoscimento sociale ed economico, oltre che di ruolo all’interno delle aziende. “Il medico oggi abbandona il Ssn perché male retribuito, aggredito, esposto a rischi di contenzioso medico-legale e privato del tempo necessario per dedicarsi senza ostacoli alla vita sociale e familiare”.
    Un ulteriore elemento che emerge dallo studio è legato all’aumento del bisogno di salute conseguente al progressivo invecchiamento della popolazione. Dal 2002 al 2022, l’età media è passata da 41,9 a 46,2 anni, gli over 65 sono passati dal 18,7% al 23,8%, gli over 80 dal 4,38% al 7,6% in rapporto alla popolazione totale. Eppure i medici in questo ventennio, si legge nello studio, “non sono aumentati così come ci si aspetterebbe, ma sono addirittura diminuiti rispetto all’anno di massima espansione delle dotazioni organiche, il 2009, e nel confronto con la media europea in rapporto a 1000 abitanti over 75”.
    Affrontare questa situazione senza interventi adeguati, sottolinea ancora Di Silverio, “è semplicemente impossibile. Non si può pensare di affrontare una richiesta di cure notevolmente più alta di 20 anni fa con una ridotta forza lavoro, stimata in 24.797 medici, tenendo conto della maggiore domanda da parte dei cittadini con oltre 75 anni di età”. Da qui le proposte dell’Anaao-Assomed, tra le quali aumentare subito il numero di medici nel Ssn facendo in modo che i giovani specialisti abbiano la possibilità di essere assunti.
    Ed ancora: “Bisogna abbattere il tetto alla spesa del personale e investire miliardi sul capitale umano, vero motore della sanità italiana”, afferma il leader sindacale. Infine, la retribuzione (con il contratto 2019/21 mediamente circa 85.000 euro lordi/anno) “deve stare al passo con i paesi europei similari: attualmente siamo fanalino di coda in Europa (media europea circa 145.000 euro), assieme a Portogallo e Grecia. Gli altri (Lussemburgo, Islanda, Olanda e Belgio per esempio) – conclude Di Silverio – viaggiano oramai sui 180.000/200.000 euro lordi/anno”.

  • I diversi orizzonti economici di Stati Uniti ed Unione Europea

    Riceviamo e pubblichiamo un articolo del Prof. Francesco Pontelli

    L’inevitabile diverso destino economico e di sviluppo di Stati Uniti ed Unione Europea raggiunge una ulteriore conferma con i primi effetti della politica espressa dalla nuova amministrazione statunitense. Va infatti ricordato come ogni strategia economica governativa dovrebbe individuare come obiettivo quello di assicurare le migliori condizioni per lo sviluppo delle imprese, soprattutto nel settore industriale. Solo in questo modo si potrà accrescere l’occupazione di livello e ben retribuita e così offrire uno scenario futuro di crescita ai lavoratori e al proprio paese, solo così in definitiva si assicurano gli strumenti di progettualità alle famiglie e alle imprese.

    Una politica industriale, ancora oggi sconosciuta a tutti i governi che si sono succeduti alla guida del Paese negli ultimi trent’anni, compreso quello in carica, rappresenta la sintesi di una complessa strategia energetica attraverso la quale si dovrebbero assicurare costi ragionevoli nell’approvvigionamento energetico non solo alle famiglie ma anche alle imprese come fattore di competitività.

    Mai come ora, invece, sia a livello nazionale che europeo le istituzioni governative si sono rivelate sorde ad ogni richiesta da parte delle stesse organizzazioni di categoria.

    Tuttavia, da gennaio, il torpore politico ed istituzionale esercitato come forma di mantenimento di un potere assolutamente conservativo da parte del governo nazionale quanto della Commissione Europea trovano un nuovo riferimento istituzionale che li ridicolizza mettendo in dubbio la loro stessa natura democratica in materia di libertà di informazione.

    Mentre l’Europa si interroga sui toni espressi dalla nuova amministrazione statunitense, Stellantis proprio grazie alla nuova politica industriale del presidente Trump, ha riportato dal Canada negli Stati Uniti la produzione di un Suv, per il quale è prevista l’assunzione è di circa 1500 nuovi lavoratori.

    Viceversa in Italia il gruppo Radici ha legittimamente ceduto i propri asset chimici per un miliardo ad un fondo americano ed ha mantenuto la proprietà del solo dipartimento tessile.

    Tornando, invece, al di là dell’Oceano Atlantico, Apple ha reso noto di voler investire più di 500 Mld di dollari negli Stati Uniti nei prossimi quattro anni con la conseguente assicurazione di circa 20mila nuove assunzioni in una nuova fabbrica in Texas, un’accademia di produzione in Michigan e investimenti accelerati in AI e in ingegneria del silicio.

    Come inevitabile conseguenza di queste diverse strategie aziendali, le quali sono fortemente influenzate dalle diverse politiche economiche messe in campo dalle istituzioni governative, gli orizzonti che si intravedono per gli Stati Uniti e l’Europa risultano assolutamente sfavorevoli a quest’ultima sia in termini economici ma soprattutto occupazionali. Ancora oggi, infatti, l’Unione Europea non perde l’occasione per riconfermare il delirio ideologico legato al Green Deal, la vera causa della crisi europea, perseverando su di una impossibile decarbonizzazione della economia continentale.

    La grande differenza tra la politica economica statunitense e quella europea si può individuare nel fatto che la prima abbia scelto come principale obiettivo lo sviluppo dell’occupazione individuandolo come principale fattore di crescita del paese e, di conseguenza, le politiche tendono favorirlo, a cominciare da una seria politica energetica.

    Viceversa in Europa si predilige l’applicazione di un quadro ideologico all’economia reale, dimostrando come la realizzazione di visioni etico politiche ricevano una maggiore considerazione della crescita degli occupati.

    Il fattore occupazionale viene così considerato addirittura un elemento dispersivo e nemico rispetto al conseguimento di un traguardo ideologico e puramente infantile come transizione ecologica ed energetica.

    Mai come ora il destino economico europeo rispetto a quello statunitense risulta diverso e diretta conseguenza di una sostanziale inadeguatezza complessiva della UE come dei governi nazionali europei.

  • Chi ha salario e posto fisso si sente stressato

    L’83,4% dei dipendenti italiani ritiene una priorità che il suo lavoro contribuisca al proprio benessere: olistico, fisico e psicologico. Condivide tale priorità il 76,8% dei dirigenti, l’86,1% degli impiegati e il 79,5% degli operai. E anche il 75,0% dei dipendenti tra 18 e 34 anni, l’85,7% tra 35 e 54 anni, l’88,4% dai 55 anni in su.

    Lo rileva l’ottavo Rapporto Censis-Eudaimon sul welfare aziendale, realizzato in collaborazione con Eudaimon, con il contributo di Credem, Edison, Michelin e OVS. Il 31,8% dei lavoratori dipendenti ha provato sensazioni di esaurimento, di estraneità o comunque sentimenti negativi nei confronti del proprio lavoro, cioè forme di burn-out. Tale stato psicologico coinvolge il 47,7% dei giovani, il 28,2% degli adulti, e il 23,0% dei dipendenti più anziani.

    Molte le sofferenze sperimentate dai dipendenti poiché il 73,0% ha vissuto situazioni di stress o ansia legate al lavoro; il 76,8% non sempre è riuscito a trovare un equilibrio tra vita privata e lavoro; il 75,9% si sente spesso sopraffatto dalle responsabilità quotidiane; il 73,9% sente di avere troppa pressione addosso quando lavora.

    Inoltre, il 67,3% ha provato frustrazione per via del mancato supporto da parte del datore di lavoro; il 68,5% sente che in azienda non viene promosso un ambiente lavorativo buono e sano; il 65,0% ha comunque difficoltà a concentrarsi sul lavoro a causa dello stress; il 36,7% è andato da uno psicologo o ha fatto ricorso al counseling a causa del proprio lavoro.

    Tre milioni di dipendenti, annota il Censis, sono affetti dalla ‘sindrome da corridoio’, cioè l’osmosi di ansie e disagi tra lavoro e vita privata, che riduce drasticamente il benessere soggettivo, la qualità della vita e la salute mentale. Il 25,7% dei dipendenti si porta al lavoro i problemi di casa, privati, con effetti negativi sulla performance lavorativa, il 36,1% si porta i problemi lavorativi a casa con effetti negativi sulle relazioni familiari, amicali, ecc.

    Si portano a casa i problemi lavorativi con relativi effetti negativi il 41,0% dei più giovani, il 34,9% degli adulti e il 33,7% dei più anziani. Si portano invece al lavoro i problemi di casa restandone negativamente condizionati, il 22,7% dei dipendenti giovani, il 29,2% dei dipendenti adulti e il 20,6% dei più anziani.

    Il 63,5% dei dipendenti vorrebbe supporto a svolgere attività di meditazione o yoga e aiuto nel ricorrere a uno psicologo, e il 38,2% ritiene che la meditazione lo aiuterebbe a gestire meglio lo stress.

    Per affrontare gli effetti delle sofferenze da lavoro è forte la richiesta di tempo: l’89,4% vorrebbe più tempo per se stessi e le cose che piacciono, l’86,2% per stare di più con amici e parenti, il 78,9% per svolgere attività fisica, il 73,9% per svolgere attività culturali, il 79,0% per potersi riposare. Un buon lavoro fa stare meglio.

    Le dimensioni del lavoro che contano positivamente per il benessere soggettivo sono per il 94,6% dei dipendenti un buon rapporto con superiori e colleghi, cioè un buon clima aziendale, per il 93,1% la possibilità di operare con un certo grado di autonomia, per il 92,2% un riuscito bilanciamento tra vita privata e lavoro, per il 91,6% la flessibilità degli orari, per l’87,6% sentirsi valorizzati in azienda e per il 64,1% lavorare anche in smart working.

  • L’UE avvia la prima azione per affrontare la carenza di personale infermieristico

    La Commissione avvia la prima azione dell’UE per sostenere gli Stati membri nel trattenere e attrarre infermieri, con un bilancio di 1,3 milioni di € nell’ambito del programma “UE per la salute”. L’azione, istituita dalla Commissione europea in collaborazione con l’ufficio regionale europeo dell’OMS a seguito dell’accordo di contributo della Commissione con detto ufficio regionale firmato nel settembre 2024, prende il via a Varsavia in occasione di una riunione di alti funzionari in ambito medico, infermieristico e odontoiatrico, nel contesto della presidenza polacca del Consiglio dell’UE.

    L’azione prevede attività per 36 mesi in tutti gli Stati membri dell’UE, con particolare attenzione ai paesi con notevoli sfide per il personale sanitario. Mediante una stretta cooperazione con gli Stati membri, le organizzazioni di infermieri e le parti sociali, l’iniziativa sarà adattata alle specifiche esigenze nazionali e subnazionali. Le attività principali comprendono programmi di tutoraggio per attrarre una nuova generazione di infermieri, valutazioni d’impatto della forza lavoro infermieristica per comprendere i problemi alla base delle carenze strutturali, strategie per migliorare la salute e il benessere degli infermieri e azioni per sfruttare i benefici della trasformazione digitale e dell’IA.

  • Spese coatte: a fine gennaio scade il termine per rinnovare l’assicurazione contro gli infortuni domestici

    L’assicurazione contro gli infortuni in ambito domestico, istituita dalla legge 493 del 1999, è obbligatoria per tutte le persone di età compresa tra i 18 e i 67 anni che, a titolo gratuito e senza vincolo di subordinazione, si occupano della cura della propria casa e dei propri familiari in modo abituale ed esclusivo.

    Modalità di iscrizione o di rinnovo. La polizza può essere attivata in qualsiasi momento; per chi è già iscritto, la scadenza per il rinnovo è fissata al 31 gennaio 2025. Il pagamento può essere effettuato facilmente online tramite il servizio PagoPA, e se il versamento avviene entro la scadenza, la copertura decorre dal 1° gennaio. Se il pagamento è in ritardo, la polizza partirà dal giorno successivo al versamento.

    L’iscrizione avviene esclusivamente tramite i servizi online dell’Inail, a cui è possibile accedere tramite credenziali Spid, Cie o Cns. La polizza ha validità dal giorno seguente al pagamento del premio.

    Il costo dell’assicurazione è di soli 24 euro all’anno, deducibile fiscalmente, e a carico dello Stato per le famiglie a basso reddito.

    Tramite i servizi telematici è possibile, inoltre, visualizzare sia la situazione assicurativa con i pagamenti effettuati, sia scaricare il certificato annuale di iscrizione per ogni finalità di legge.

    La tutela assicurativa. La polizza ha lo scopo di tutelare gli assicurati contro gli infortuni domestici, ossia gli eventi accidentali, non intenzionali, che si verificano nell’abitazione o nelle sue pertinenze, come giardini, balconi, cantine, soffitte e anche le aree comuni del condominio, durante lo svolgimento di attività domestiche. La protezione si estende anche alle piccole riparazioni fai-da-te e alla cura degli animali domestici, come cani, gatti, pappagallini, conigli, criceti, ecc., che fanno parte integrante della vita familiare.

    È considerata al pari dell’abitazione in cui dimorano l’assicurato e la sua famiglia anche la casa in affitto in cui si trascorrono le vacanze, purché si trovi sul territorio nazionale.

    Le prestazioni offerte dall’assicurazione. La polizza prevede diverse prestazioni che comprendono una rendita diretta, che oscilla da un minimo di 119,23 euro a un massimo di 1.454,08 euro, per inabilità permanente al lavoro pari o superiore al 16%; una prestazione una tantum rivalutabile, attualmente pari a 337,41 euro, per infortuni che comportano un’inabilità permanente compresa tra il 6% e il 15%, e una rendita ai superstiti in caso di morte dell’assicurato, dell’importo massimo di 1.454,08 euro.

    Per gli infortuni domestici, con esito mortale, è prevista anche l’erogazione a favore dei superstiti, o di chiunque dimostri di aver sostenuto le spese funerarie, di un assegno una tantum di 12.240,00 euro, e un’ulteriore prestazione una tantum a carico del Fondo vittime gravi infortuni. Ai titolari di rendita per inabilità permanente assoluta al 100%, che versano in condizioni particolarmente gravi è corrisposto l’assegno mensile per l’assistenza personale continuativa (APC), pari ad euro 667,12.

    Per ulteriori informazioni e chiarimenti sui requisiti di assicurazione e sulle modalità di iscrizione e pagamento del premio si può: chiamare il contact center Inail, dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 18.00, raggiungibile esclusivamente al numero 06.6001, disponibile sia da rete fissa sia da rete mobile secondo il piano tariffario del gestore telefonico di ciascun utente; consultare il sito www.inail.it > Attività e servizi > Assicurazione > Assicurazioni speciali > Lavoro domestico, ove troverà tutti i documenti e le indicazioni relative all’assicurazione.

    Ci si può anche rivolgere a una qualsiasi sede Inail o inviare un’e-mail ad una delle seguenti associazioni delle casalinghe: Obiettivo famiglia/Federcasalinghe: federcasalinghe.segreteria@gmail.com; Movimento italiano casalinghe-Moica: moicanazionale@moica.it; Sindacato casalinghe lavoratrici europee-Scale Ugl: scale@ugl.it.

    Per inoltrare specifiche richieste, anche in relazione alle modalità di accesso e di utilizzo ai servizi online, e per richiedere assistenza, si può utilizzare il canale di accesso telematico ‘Inail risponde’ presente sulla barra blu del portale www.inail.it e raggiungibile alla voce ‘Supporto’.

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