Ludopatia

  • ‘E’ ancora un gioco?’, il vademecum dei Carabinieri che aiuta a riconoscere i sintomi da ludopatia

    Pensi al gioco tutto il giorno, ti capita di nascondere il tuo vizio del gioco a quelli che ti stanno più vicino, ti poni dei limiti che poi trovi difficile rispettare. Sono alcuni dei comportamenti segnalati nell’opuscolo sui rischi della dipendenza da gioco d’azzardo, E’ ancora un gioco?, distribuito dal Comando provinciale dei Carabinieri di Piacenza. La pubblicazione aiuta a mettere tutti in guardia dai sintomi, spesso, e magari volutamente, sottovalutati di una vera e propria patologia, la ludopatia, che va ben oltre il desiderio di una vincita che possa aiutare a vivere economicamente meglio.

    Parlando di un problema, conosciuto sin dall’antichità, come ricerche archeologiche e antropologiche dimostrano, e riconosciuto ormai come malattia che pone al centro della vita quotidiana il gioco, la ricerca spasmodica di denaro per giocare mettendo a serio rischio la propria vita e quella dei familiari, l’opuscolo offre consigli per affrontare la dipendenza.

    Innanzitutto invita a capire che si è davanti ad un problema e a chiedere perciò aiuto ai propri cari per cominciare a risolverlo; parlare con il medico di famiglia per essere indirizzati in centri specializzati per curarsi con trattamenti terapeutici adeguati: provare ad organizzare un’attività ricreativa che possa sostituire il gioco d’azzardo; convincersi che non serve cercare di risolvere il problema da soli, ma che è necessario un aiuto esterno.

  • Ludopatia, male diffuso e in aumento tra i giovani

    Tra le tante aperture necessarie che si stanno effettuando dopo le chiusure per il covid in molti pensiamo che quella dei luoghi per i giochi d’azzardo poteva ancora aspettare considerato che sono luoghi sempre al chiuso e soprattutto che la ludopatia è ancora un male diffuso ed in aumento anche nei più giovani.

    Durante i lunghi mesi del covid si è parlato molto della pandemia ma non a sufficienza di quanto il gioco d’azzardo e la sempre più diffusa ludopatia hanno, correndo sulle reti, continuato a diffondersi online. Già nel febbraio 2020 si parlava di circa 700.000 minorenni che avevano giocato, secondo i dati dell’Iss, on line e molti di questi avevano già sviluppato una vera e propria dipendenza che a sua volta dà origine non solo a conseguenze economiche ma a varie forme patologiche pericolose, inoltre nei giocatori abituali diminuiscono le capacità riflessive e di autocontrollo. Purtroppo vi sono anche giochi per i più piccoli che riproducono i rulli delle slot machine o i giochi di carte aumentando il rischio che, crescendo, i bambini vedano il gioco d’azzardo come un gioco normale senza rischi e conseguenze.

    Scommettere, tentare la fortuna, non fermarsi ma continuare sperando che arrivi la tanto agognata vincita non è più solo un problema degli adulti ma uno dei problemi che portano tanti adolescenti a confondere il gioco d’azzardo con la vita. Aprire di nuovo le sale gioco senza avere cercato di valutare meglio il problema comporterà ulteriori rischi per tanti ragazzi che oltre a giocare online giocano nei bar, nelle sale scommesse, con i vari gratta e vinci cercando di sopperire a mancanze strutturali, caratteriali, famigliari, e anche della società che li circonda, con la compulsività del gioco.

    Dato non da sottovalutare è che il gioco illegale risulta ancora più frequente nei giovani che negli adulti creando così un’abitudine all’illegalità. Il gioco d’azzardo, quando non è una esperienza assolutamente sporadica, diminuisce la vitalità, le risorse mentali, la concentrazione, l’obbiettività, il senso del pericolo, la capacità di valutazione di quello che si sta facendo con le conseguenze anche in termini economici.

    In Italia da molti anni vige il divieto per i minorenni di giocare quando vi sono vincite e perdite di denaro ma il web traveste il gioco d’azzardo così che sembrino giochi ludici e la criminalità organizzata, proprietaria della maggior parte delle sale gioco e delle macchinette, ha ovviamente tutto l’interesse a facilitare il gioco dei minorenni che diventeranno così clienti affezionati anche da adulti. Che ancora oggi, nonostante l’aumento della ludopatia, sia permessa la pubblicità, non solo in rete, dimostra come ci sia ancora molta strada da fare.

  • Bene il divieto per la pubblicità del gioco d’azzardo

    Tra le tante iniziative prese dal governo, che non condivido o reputo sbagliate, vi è però la positiva svolta per quanto riguarda la pubblicità del gioco d’azzardo che sarà finalmente vietata, come da anni ho inutilmente chiesto sia in Italia che in Europa.

    I dati sulle nefaste conseguenze del gioco d’azzardo, che Il Patto Sociale ha periodicamente pubblicato, sono allarmanti sia per quanto riguarda gli interessi ed i guadagni della criminalità che per la salute delle persone e la loro sicurezza personale ed economica. Solo nelle ultime ore l’omicidio di una madre che rifiutava i soldi per giocare al figlio. Ingenti somme sono state spese per curare i malati di ludopatia, ma oltre ai danni economici, che ha subito lo Stato anche in tema di mancate entrate di tasse dai colossi di questo business, vi sono stati gravi danni alle famiglie, specie le meno abbienti. In troppi hanno buttato via i risparmi di una vita, e non solo i propri, e molti pensionati e minorenni si sono lasciati attrarre dalla speranza di un facile guadagno che non è mai arrivato. Alcuni travolti dai debiti e dal desiderio di continuare ad avere denaro per continuare a giocare hanno intrapreso attività illegali, dal furto allo spaccio di droga.

    In più occasioni, avevo chiesto che per la pubblicità del gioco di azzardo si applicassero le stesse leggi  che proibiscono la pubblicità per le sigarette, in quanto dannose per la salute. Non si tratta di impedire il gioco ma di vietare ogni forma di pubblicità compresa quella via internet.

    Ci auguriamo che quanto detto e scritto dal governo si tramuti in fatti concreti e non si torni sulla decisione, sappiamo come infatti sono potenti certe lobby che ora muovono i loro uomini gridando che questo divieto porterà alla perdita di posti di lavoro. Gli unici posti che saranno persi saranno forse nella malavita, e la società civile ci guadagnerà in salute e sicurezza.

  • L’anno scorso gli italiani si sono giocati 97 miliardi e lo Stato ne ha ‘vinti’ 19

    Gli italiani sono i maggiori giocatori d’azzardo d’Europa: l’anno scorso hanno speso tra i 95 e i 97 miliardi. Al mondo, solo statunitensi e giapponesi giocano d’azzardo più degli italiani. Diciannove miliardi la vincita dello Stato nel 2017, sotto forma di prelievo fiscale sulle somme erogate ai giocatori, il gettito fiscale legato al gioco d’azzardo nella penisola è il quadruplo rispetto a quello di Spagna e Germania. Il primato viene confermato nel rapporto tra spesa effettiva e PIL, con l’Italia allo 0,8%, il Regno Unito allo 0,7% e le altre nazioni dallo 0,5% in giù. Il risultato è in perfetta linea con la realtà nazionale, che conta più di 100.000 impiegati nel settore dell’azzardo. In tutto sono 6.600 le imprese registrate nel nostro Paese, senza dimenticare che le macchinette portano guadagni preziosi a bar, edicole e tabaccherie. Il volume di gioco si concentra intorno alle grandi città e la Lombardia è al primo posto nazionale, con una raccolta di circa 14 miliardi di euro all’anno. Roma è la città con il maggior numero di macchinette e la spesa più alta, ma il Lazio litiga per il secondo posto con la Campania di anno in anno. A livello di spesa pro capite invece è l’Abruzzo a conquistare la prima posizione. Ogni abruzzese maggiorenne scommette in media 1.767 euro all’anno, poco più di Lombardia (1.748) ed Emilia-Romagna (1.668). Al Sud i valori medi della raccolta sono più bassi della media, ma uno dei problemi principali è legato al gioco online, soprattutto per i neo-maggiorenni

  • A Piacenza più slot machine che a Parigi, Ingroia in campo come avvocato

    La ludopatia crea lavoro non solo a chi gestisce slot machine e simili ma anche a chi cura i ludopatici. A Piacenza, dove la sale da gioco sono più numerose che a Parigi (secondo quanto dichiara il dottor Maurizio Avanzi, responsabile del Sert per le ludopatie), l’anno scorso sono stati trattati oltre 170 soggetti (in tutta la provincia i giocatori d’azzardo compulsivi sono stimati in oltre 3mila) e il trend, il che può anche essere una buona notizia, è di un aumento dei soggetti in cura.

    Il settore delle slot machine e delle scommesse online attira anche l’attenzione della malavita organizzata, che lo utilizza per riciclare denaro di provenienza illecita, secondo indagini avviate dalla procura di Palermo, che vedono l’ex pm oggi avvocato Antonio Ingroia nei panni di difensore di uno degli arrestati, l’imprenditore Benedetto Bacchi, nell’ambito dell’operazione  significativamente battezzata ‘Game over’.

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