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  • Il Cheetah Conservation Fund segnala l’emergenza di traffico illegale nel Corno d’Africa con risvolti epidemici

    Riceviamo dal Cheetah Conservation Fund un comunicato stampa sul ritrovamento di alcuni cuccioli di ghepardo, vittime del traffico illegale e del bracconaggio, che il centro fondato in Namibia dall’antropologa americana Laurie Marker ha accolto e sta curando.

    Con 23 cuccioli di ghepardi intercettati nell’ambito del bracconaggio e attualmente in cura nel rifugio provvisorio di Hargeisa, il Cheetah Conservation Fund segnala l’emergenza bracconaggio nel Corno d’Africa, che assume proporzioni epidemiche. “Il CCF ha accolto dieci nuovi cuccioli negli ultimi 45 giorni; tutti si trovavano in pessime condizioni. Quattro sono stati trovati ad Hargeisa in una scatola di cartone. Due altri sono stati scoperti ad Erigavo, una regione remota del Somaliland, incatenati insieme al terreno, con corde strette intorno al collo. I tre precedenti sono stati recuperati da un contenitore giallo in plastica, senza acqua né cibo, e pochissimo ossigeno. Il cucciolo recuperato recentemente è stato intercettato ad Aynabo, legato sul fondo di un pick-up, pieno di pulci e molto spaventato”, ha dichiarato la Dr. Laurie Marker, Fondatrice e Direttore del CCF. Le nostre strutture per i cuccioli sono al limite delle loro capacità, e ci stiamo preparando a quanto succederà in seguito”.

    Dal mese di aprile del 2017, il CCF ha attivato una “casa sicura” per assistere il Ministero dell’Ambiente e dello Sviluppo Rurale del Somaliland (MoERD) e i suoi funzionari quando confiscano cuccioli catturati in Kenya, Somalia ed in Somaliland. I cuccioli vengono catturati e trasportati via Somaliland verso i suoi porti e poi in Yemen, e la maggior parte di essi riforniscono il mercato illegale del Medio Oriente. Una volta confiscati, i cuccioli vengono portati alla struttura del CCF, dove vengono sfamati, medicati e curati da un’équipe di volontari veterinari, studenti in veterinaria e addetti al benessere animale.

    “Mentre i funzionari del MoERD e gli studenti veterinari che abbiamo formato diventano sempre più efficienti nel loro impegno, ci rendiamo conto che il numero di animali da curare potrà solo aumentare. Il nostro rifugio provvisorio era stato concepito come soluzione temporanea, un luogo sicuro dove potevamo accudire i cuccioli in attesa del completamento di un santuario permanente. Ma il santuario non sarà disponibile in tempo utile, se dovremo fronteggiare la situazione attuale, e non saremo pronti a gestire un nuovo arrivo di cuccioli”, ha affermato la Dr. Marker.

    Per riuscire a fronteggiare questa emergenza, il CCF si appella alle aziende, alle fondazioni private, ai partner della conservazione e ai singoli perché si uniscano a questa lotta. Il CCF deve raccogliere almeno 10.000 USD al mese per sostenere le attività del rifugio temporaneo con tutte le cure dei cuccioli finché il nuovo santuario sarà pronto. Per completarlo, considerando i materiali di costruzione e la rete idrica ed elettrica, sono necessari altri 200.000 USD. Questi fondi di emergenza faranno sì che il CCF possa nutrire, alloggiare e fornire le cure veterinarie ai ghepardi confiscati al mercato clandestino, acquistando carne fresca (la spesa maggiore), i farmaci, i sostituti del latte artificiali, le vitamine e i integratori di calcio, i vaccini e le spese vive per i volontari, così come l’affitto e le utenze per l’attuale rifugio. Il peso della gestione di questa emergenza è tremendo, ma è assolutamente necessario, in quanto il CCF è l’unica organizzazione per la conservazione che lavora sul territorio in Somaliland, per i ghepardi ed altri animali. La Dr. Marker ritiene che in tal senso il CCF deve fare da apripista, e sottolinea quanto la situazione sia critica. “ Riteniamo che il numero di cuccioli catturati dai bracconieri del Corno d’Africa si aggiri sui 300 esemplari. Corrispondono allo stesso numero di ghepardi adulti che si trovano al di fuori dalle aree protette in questi Paesi, cioè dove i piccoli vengono catturati. A questo ritmo, i ghepardi saranno presto estinti localmente” afferma la Dr. Marker. “Abbiamo bisogno di aiuto per porre fine a questa emergenza prima che sia troppo tardi”.

    Fin dal 2005, il Cheetah Conservation Fund (CCF) ha iniziato a sorvegliare il traffico di ghepardi assistendo le autorità locali con le confische laddove possibile. Ad oggi, il CCF ha registrato centinaia di casi che coinvolgevano più di 1500 ghepardi, o parti di ghepardi. Di questi, meno del 20% sono sopravvissuti, mentre più del 30% sono stati dichiarati morti. La stragrande maggioranza del commercio di ghepardi vivi avviene tra l’Africa Orientale e la Penisola Arabica, dove i ghepardi sono considerati animali da compagnia popolari negli Stati del Golfo. I ghepardi catturati hanno origine in Etiopia, Kenya, Somalia e Somaliland, e vengono contrabbandati soprattutto dalle coste del Somaliland.

    Il CCF è una organizzazione non-profit con Quartier Generale in Namibia, con sedi negli Stati Uniti, in Canada, in Australia, Italia, Belgio e nel Regno Unito, e con organizzazioni partner in molte altre nazioni. Fondato in Namibia nel 1990, Il Cheetah Conservation Fund è il leader globale della ricerca e conservazione dei ghepardi, dedito alla salvaguardia del ghepardo in natura. La missione del CCF è di essere riconosciuto come centro internazionale di eccellenza per la conservazione del ghepardo e del suo ecosistema, e lavora con tutti gli attori per sviluppare le migliori prassi in ricerca, educazione ed uso del territorio per farne trarre beneficio a tutte le specie, umani compresi. Per maggiori informazioni, visita: www.cheetah.org. 

  • Torna in Italia Laurie Marker per parlare della difesa dei ghepardi e non solo

    Si intitola Interazioni all’apice della piramide alimentare: grandi carnivori e attività umane il convegno che si svolgerà lunedì 4 febbraio alle ore 14.15 presso la Facoltà di Medicina Veterinaria (Via dell’Università 6), a Lodi, in cui sarà protagonista l’antropologa americana Laurie Marker, Presidente Cheetah Conservation Fund, che torna il Italia per raccontare quanto di bello e importante sta facendo nel suo centro in Namibia per la tutela e conservazione dei ghepardi. Al convegno, introdotto da Gustavo Gandini –DIMEVET-UNIMI, parteciperanno  Giovanni Quintavalle Pastorino – DIMEVET-UNIMI e Manchester Metropolitan University , Luca Pedrotti – Settore Grandi Carnivori della Provincia Autonoma di Trento e Nicola Ferrari – DIMEVET-UNIMI e SIEF. Siamo tutti invitati!

  • L’appello di Laurie Marker: stop al traffico di ghepardi in Somalia!

    Riceviamo e pubblichiamo l’appello per porre fine alla traffico di ghepardi in Somalia che l’antropologa americana Laurie Marker, da anni impegnata nella difesa dei ghepardi in Namibia, dove ha creato il Chetah Conservation Fund, lancia dal sito CCF.

    HARGEISA, Somaliland (7 Sept. 2018) – La dr. Laurie Marker, Fondatrice e Direttore Esecutivo del Cheetah Conservation Fund (CCF), ha rilasciato la seguente dichiarazione in data odierna, dal suo albergo di Hargeisa, dove sta fornendo cure e assistenza 24/24 ad un cucciolo di ghepardo affetto da malnutrizione e disidratazione gravi. Insieme alla sorella, il cucciolo era stato sottratto alla madre in una remota regione del Paese, e tenuto in ostaggio dagli abitanti del luogo per rappresaglia alle predazioni sul bestiame. Inoltre, la dr. Marker sta monitorando la salute di altri 6 cuccioli, confiscati ai bracconieri il 5 di agosto, vicino alla città portuale di Berbera. I cuccioli hanno un’età che va dai 3 ai 7 mesi di età, e sono ricoverati in un rifugio provvisorio. Tutti sono in grave stato di salute. In collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e dello Sviluppo Rurale del Somaliland, la dr. Marker si è recata nel paese dalla Namibia, per fornire cure di emergenza agli animali.

    “Il contrabbando di ghepardi e il traffico nell’Africa Orientale devono essere fermati, e devono essere fermati oggi. Le popolazioni di ghepardi selvatici in Etiopia, Somalia e Kenya settentrionale sono già state decimate, e la specie è a rischio di estinzione a livello locale. Come la maggioranza delle popolazioni restanti in Africa, i ghepardi in Africa Orientale affrontano molteplici minacce, che comprendono il conflitto umani-fauna selvatica, perdita di habitat, perdita di prede, frammentazione, e mancanza di variabilità genetica. Sottrarre singoli animali alla natura, se per rappresaglia per le predazioni o per eliminare una minaccia percepita come tale, o anche per fare traffico di animali da compagnia nel Medio Oriente, ebbene, tutto cio’ porterà solo all’ estinzione della specie. Togliere i cuccioli appena nati alla madre quando hanno poche settimane di vita è inoltre estremamente crudele. Ti si spezza il cuore a tenere tra le mani un piccolo e inerme animale che lotta affannosamente fino ad esalare il suo ultimo respiro. Lo so perchè è cio’ che ho vissuto questa settimana, quando è spirato uno dei cuccioli, nonostante i miei tentativi ripetuti di rianimarlo. Ho chiamato persino un medico, per fargli somministrare ossigeno, ma tutti i nostri sforzi sono stati vani. I cuccioli di questa età sono estremamente delicati, e non sappiamo per quanto tempo sono stati senza mangiare o bere. Nonostante le probabilità di salvezza siano minime, continueremo a lottare per la vita del secondo cucciolo. E continueremo ad aiutare i nostri partner del Somaliland contro il flagello del contrabbando di ghepardi fino a che sarà sconfitto.”

    Il CCF ha lavorato per contrastare il bracconaggio e il traffico di animali fin dal 2005. Nel 2011, il CCF ha iniziato a costruire una rete in Somaliland, creando collaborazioni professionali con le autorità governative a livello locale. Da allora, il CCF ha prestato assistenza durante i sequestri, la cura e la collocazione di 49 cuccioli. Il 28 di agosto, una pietra miliare è stata la vittoria in tribunale quando 2 persone accusate di traffico di fauna selvatica sono state condannate a tre anni di prigione e ad una sanzione di 300$US – la prima detenzione per traffico illegale d ghepardi in Somaliland.

    IL CONTESTO

    Il traffico di ghepardi : dal Corno d’Africa alla Penisola Arabica.

    Il Somaliland è una regione della Somalia, autoproclamatasi autonoma fin dal 1991. E’ diventata anche la rotta principale di transito di ghepardi catturati dell’Africa Orientale. Tuttavia, poichè non è riconosciuta come nazione indipendente, non è Parte della Convenzione sul Commercio Internazionale di Specie a rischio (CITES), il che impedisce un riconoscimento ufficiale del commercio di fauna selvatica che avviene nel Paese. Dal 2005 a questa parte, il Vice Direttore per le Comunicazioni Strategiche e il Commercio Illegale della Fauna Selvatica, Patricia Tricorache, ha compilato il database piu’ completo, a livello mondiale, sui traffici di ghepardi, operando a favore dell’interessamento di governi e organizzazioni internazionali come la CITES.

    Nei territori africani, sono meno di 7500 i ghepardi selvatici, rispetto ai 100.000 di un secolo fa. Questo decremento rapido è una grande minaccia per i ghepardi, anche perchè essendo l’ottanta per cento dei ghepardi al di fuori delle aree protette, il contatto con gli umani è più ravvicinato e esacerba il conflitto, rendendoli piu’ facilmente oggetto di bracconaggio. Ogni anno, secondo le ricerche del CCF, si stima che 300 ghepardi vengono contrabbandati, soprattutto attraverso lo Yemen dal Corno dell’Africa, per essere immessi nel commercio illegale di fauna selvatica della Penisola Arabica. Molti muoiono prima di essere trasportati. Per una specie con popolazioni esigue, le perdite dovute ai traffici illegali mettono a rischio la mera esistenza del ghepardo.

    Nelle zone del Corno d’Africa che sono piu’ colpite dal traffico di ghepardi vivi, la popolazione di ghepardi adulti è stimata intorno ai 300 capi, soprattutto in Etiopia e in Kenya settentrionale (non sono disponibili dati relativi a Somalia e Somaliland). I cuccioli vengono recuperati mentre la madre è a caccia. Sottratti alla madre in tenera età, questi cuccioli non potranno mai essere rimessi in libertà, non avendo appreso dalla madre le abilità per sopravvivere. I cuccioli oggetto del bracconaggio non sopravvivono, di solito, piu’di tre mesi a causa di malattie e dell’alimentazione errata. Quando sopravvivono, non superano comunque i due anni di età, sempre per lo stesso motivo.

    Perchè la gente si dedica al contrabbando di cuccioli di ghepardo? Gli animali selvatici sono in cima alla lista dei desideri come status symbol negli stati del Golfo. Secondo una stima, sono piu’ di mille i ghepardi che si trovano nelle case e nelle residenze dell’Arabia Saudita, degli Emirati, in Kuwait e in Qatar, pagati migliaia di dollari, e condannati quasi tutti a morire prima dell’età adulta. Ci sono prove che confermano la provenienza di questi animali dal Corno d’Africa. Pur non accettando che si tengano ghepardi come animali domestici, il CCF si è recato piu’ volte negli Emirati Arabi Uniti per sensibilizzare al problema, organizzando seminari per veterinari e formazione per il personale accreditato degli zoo sulle cure corrette da prestare ai ghepardi. Nel dicembre del 2016, gli EAU hanno promulgato una legge che proibisce il possesso di animali esotici e pericolosi da parte di privati.

    Il CCF ed i suoi partner locali hanno trasferito i cuccioli sequestrati in Somaliland nelle strutture di salvataggio nei vicini Etiopia e Gibuti. Nel 2016, il governo del Somaliland ha deciso che i cuccioli confiscati sul suolo devono restare nel Paese. Quindi, per riuscire a trovare una struttura adatta in Somaliland, il CCF ha iniziato a raccogliere risorse finanziarie a livello locale ed internazionale. Pur trovandosi attualmente in sicurezza in una casa, mancando una struttura permanente, i ghepardi richiedono le cure migliori. Nell’aprile del 2017, il CCF ha attuato un partenariato con l’International Fund for Animal Welfare (IFAW), che ha fornito dei fondi che sosterranno i ghepardi confiscati per un anno intero. Sono arrivati anche i contributi del Busch Gardens Conservation Fund, medicinali dallo Zoo di Columbus oltre al sostegno del partner tedesco del CCF, Aktionsgemeinschaft Artenschutz (AGA) e del socio del CCF nel Regno Unito. Tuttavia, è necessario ricercare soluzioni a lungo termine.

     

     

  • Aggiornamento dal campo…

    Riceviamo e pubblichiamo con piacere la lettera che ci ha fatto pervenire la dott.ssa Laurie Marker, fondatrice del CCF (Cheetah Conservation Fund) in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambienta in cui ci racconta anche le iniziative importanti che la fondazione che tutela i ghepardi in Namibia sta svolgendo

    Cari amici,

    abbiamo festeggiato la Giornata Mondiale dell’Ambiente, che è una giornata indetta dalle Nazioni Unite per promuovere le azioni individuali a favore dell’ambiente. Il tema del 2018 riguarda la riduzione dei rifiuti in plastica. #BeatPlasticPollution è la sfida che molti hanno raccolto come opportunità di sfide reciproche sui Social. Io vi sfido a dare il vostro contributo pesonale, rinunciando ad un prodotto in plastica a favore di un prodotto riutilizzabile. Quest’anno, un elemento che fa parte delle Risoluzioni dell’Anno Nuovo è costituito dalla nostra decisione di rinunciare alle cannucce di plastica qui, in tutte le nostre aree di ristoro del CCF in Namibia.Eliminare le cannucce è un passo tra quelli che ci hanno fatto decidere di utilizzare piatti in ceramica, bicchieri in vetro, utensili di metallo sia per i pranzi degli ospiti che per il personale. Ricicliamo anche tutto il possibile! I rifiuti medicali in plastica stanno diventando un problema mondiale, ma noi ricicliamo i componenti in plastica per tutti quegli strumenti usa e getta, quando esiste un’alternativa. Inoltre, il CCF riceve forniture medicali in dono che altrimenti verrebbero buttate. Gli ambulatori veterinari e gli zoo di tutto il mondo aiutano il CCF inviandoci medicinali e attrezzature che non possono più utilizzare. La nostra lista dei desideri della veterinary clinic e del genetics lab è disponibile online. Il 25 maggio, un gruppo di 171 studenti e 4 insegnanti di tre diversi licei della nostra città di Otjiwarongo hanno partecipato con il personale ed i volontari del CCF alla Giornata di Pulizia della Namibia, il Namibia’s Clean Up Day. Alla vist raccolto un cucciolo orfano di soli 10 giorni di vita. Dominic, ormai questo è il suo nome, è stato ricoverato nella nostra nursery e ha ricevuto le poppate necessarie 24 ore al giorno dalle due nostre addette, Lora e Becky. Recentemente ha fatto le sue prime uscite nel cortile, e ha mangiato il suo primo pranzo a base di carne. I ghepardi che abbiamo rilasciato in marzo sono ritornati da noi, dopo che sono stati catturati in una fattoria. Li abbiamo esaminati attentamente e una volta di più abbiamo prelevato lo sperma che è stato messo in banca. Presto verrano nuovamente rilasciati. In Somalia, Dhoobi, uno dei ghepardi confiscato l’anno scorso, si è ammalato e rapidamente si è aggravato. Per alcuni lunghi giorni sono stata in contatto telefonico continuo per assistere alle cure, ma sfortunatamente non ce l’ha fatta. Stiamo analizzando le cause della sua morte e presto daremo i risultati. Il commercio illegale di animali selvatici continua a tenerci molto occupati e costituisce una sfida: siamo decisi a dare il nostro contributo per bloccare questo orribile traffico criminale di animali. Recentemente ho avuto l’onore di visitare la Gran Bretagna in occasione del Bradt Travel Guides Big Cat Festival nella sede della Royal Geographical Society, con la Principessa Michael of Kent, Ambasciatore Reale del CCF, e i nostri Patrocinatori, Jonathan ed Angela Scott. L’evento mi ha dato la possibilità di incontrare i sostenitori e volontari del Regno Unito. Presto ripartiro’ per gli Stati Uniti e le date del Disappearing Spots Fall Tour del CCF verranno annunciate entro il prossimo mese. Brian Badger, del CCF, e Dionne Stein si recheranno al vertice di AREDAY (American Renewable Energy Day) dal 18 al 23giugno. Per maggiori informazioni, andate alla nostra pagina degli eventi . Come sempre, spero che leggerete con piacere i blog e le storie del nostro sito web. Grazie per il vostro costante sostegno, e spero di incontrarvi durante i miei viaggi o a casa, in Namibia.

    Cordialmente,

    Dr. Laurie Marker Founder and Executive Director CCF

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