on line

  • Chinese fashion giant Shein re-enters India five years after ban

    Chinese fast fashion app Shein has relaunched in India five years after it was banned by Delhi, under a deal with Indian firm Reliance Retail.

    An official from Reliance Retail, who did not wish to be named, told the BBC the firm has entered a long-term licensing deal with the parent company to sell products manufactured and sourced in India on the platform. The group has not yet made an official announcement.

    Shein’s re-entry to the Indian market comes with strict terms, which include saving all data within the country, India’s Commerce Minister Piyush Goyal said in December.

    In 2020 India banned Shein and dozens of other Chinese apps including TikTok.

    It said this was in response to data security concerns and it followed a spike in tensions with China after clashes between the two countries’ armies in a disputed Himalayan border area.

    The app was launched in India on Friday night and has so far been downloaded by more than 10,000 people. It is offering fashionwear for as little as 199 rupees ($2.30; £1.90).

    Shein is currently delivering to consumers only in the cities of Delhi, Mumbai and Bengaluru, but will soon offer services across India, according to a notification on the app.

    Over the last decade, Shein has gone from a little-known brand among older shoppers to one of the biggest fast fashion retailers globally. Today, it ships to customers in 150 countries across the world.

    Before the ban it became a big hit in India as it gave people a variety of options to buy trendy designs at an affordable price. The ban initially left a vacuum in the Indian market which was later filled by many local players.

    Experts say that with Shein India, Reliance Retail – owned by Indian billionaire Mukesh Ambani – is diversifying from its existing strategy of selling international brands through its flagship Ajio online retailer.

    The revival comes with strict conditions that give Reliance Retail full control over its operations and data while Shein will be a technological partner, Goyal told the Indian parliament in December.

    All customer and application data will be stored in India and Shein will not have any access rights, he said.

    Goyal also clarified that the app was banned in India, not the “sale of Shein-branded products”.

    Shein will use India as a “supply source for its global operations” and will help Reliance Retail in “building the network” and training Indian garment manufacturers, as it aims to promote export of textile and garments from India, an official from Reliance Retail said.

    Shein’s comeback under the deal with Reliance Retail is a rare exception to India’s ban on more than 200 Chinese apps over the last five years.

    At the time, Indian officials said the ban followed many complaints against the apps for “stealing and surreptitiously transmitting users’ data in an unauthorised manner”.

    ByteDance’s TikTok and popular combat and survival game PlayerUnknown’s Battleground (PUBG) were also banned.

    However PubG was later rebranded and launched for the Indian market under the name Battlegrounds Mobile India (BGMI), which is held by Krafton India.

  • La Commissione adotta misure per affrontare i rischi derivanti dalle importazioni di basso valore vendute tramite rivenditori online di paesi terzi

    Tali azioni fanno parte della comunicazione sul commercio elettronico “Un pacchetto completo di strumenti dell’UE per un commercio elettronico sicuro e sostenibile”, che la Commissione propone incoraggindo azioni, tra l’altro, nei settori delle dogane e del commercio, quali l’avvio di controlli doganali, la protezione dei consumatori e le leggi sui servizi digitali e sui mercati digitali.

    L’anno scorso, circa 4,6 miliardi di spedizioni di basso valore, vale a dire merci con un valore non superiore a 150 EUR, sono entrate nel mercato dell’UE per un totale di 12 milioni di pacchi al giorno. Si tratta del doppio rispetto al 2023 e del triplo rispetto al 2022 e molte di queste merci sono risultate non conformi alla legislazione europea. Questa crescita esponenziale sta sollevando numerose preoccupazioni. Principalmente, ci sono sempre più prodotti nocivi che entrano nell’UE. Inoltre, i venditori europei, che rispettano i nostri elevati standard di prodotto, rischiano di essere danneggiati da pratiche sleali e dalla vendita di merci contraffatte attraverso i mercati online. Infine, il gran numero di pacchi spediti e trasportati ha un’impronta ambientale e climatica negativa.
    In Europa, i consumatori dovrebbero sfruttare appieno il potenziale del commercio elettronico e avere accesso a prodotti online convenienti, economici, sicuri e di alta qualità. Allo stesso modo, le imprese europee dovrebbero beneficiare di condizioni di parità nel mercato unico.
    Nella comunicazione la Commissione illustra tutti gli strumenti di cui l’UE dispone già e mette in evidenza le iniziative attualmente discusse dai colegislatori. Propone inoltre nuove azioni congiunte per affrontare le preoccupazioni derivanti dall’aumento di prodotti non sicuri, contraffatti e altrimenti non conformi o illeciti che entrano nel mercato:

    Riforma doganale, compresa la richiesta ai colegislatori di adottare rapidamente il pacchetto di riforma dell’unione doganale proposto, consentendo la rapida attuazione di nuove norme per garantire condizioni di parità nel settore del commercio elettronico. Tali misure comprendono la soppressione dell’esenzione dai dazi per le parcelle di valore inferiore a 150 EUR e il rafforzamento delle capacità di controllo, quali una migliore condivisione dei dati e una migliore valutazione dei rischi.

    Misure mirate per le merci importate, compreso l’avvio di controlli coordinati tra le autorità doganali e le autorità di vigilanza del mercato, nonché azioni coordinate in materia di sicurezza dei prodotti, come la prima indagine a tappeto sulla sicurezza dei prodotti. Ciò dovrebbe portare all’eliminazione dal mercato delle merci non conformi e contribuire alla raccolta di prove per alimentare l’analisi dei rischi e le azioni complementari. I futuri controlli saranno intensificati per taluni operatori, merci o flussi commerciali, su base continuativa, alla luce dell’analisi dei rischi.

    Proteggere i consumatori sui mercati online, evidenziando le pratiche di commercio elettronico come una chiara priorità nell’applicazione della legge sui servizi digitali, nonché strumenti come la legge sui mercati digitali e quelli che si applicano a tutti gli operatori commerciali: il regolamento sulla sicurezza generale dei prodotti, il regolamento sulla cooperazione per la tutela dei consumatori e la rete per la tutela dei consumatori.

    Utilizzo di strumenti digitali, che possono contribuire a facilitare la supervisione del panorama del commercio elettronico attraverso il passaporto digitale dei prodotti e nuovi strumenti di IA per l’individuazione di prodotti potenzialmente non conformi.

    Protezione dell’ambiente, compresa l’adozione del primo piano d’azione sul regolamento sulla progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili e la richiesta di una rapida adozione della modifica mirata della direttiva quadro sui rifiuti.

    Responsabilizzare i consumatori e i professionisti attraverso campagne di sensibilizzazione sui diritti dei consumatori, i rischi e i meccanismi di ricorso.

    Cooperazione internazionale e commercio, compresa l’organizzazione di attività di formazione sulle norme dell’UE in materia di sicurezza dei prodotti e la valutazione di eventuali elementi di prova relativi al dumping e alle sovvenzioni.

    La Commissione invita gli Stati membri a riunirsi per svolgere un ruolo forte come Team Europa al fine di migliorare l’efficacia delle azioni intraprese dalle autorità nazionali e dalla Commissione.

    Anche la rete di cooperazione per la tutela dei consumatori (CPC) delle autorità nazionali per la tutela dei consumatori e la Commissione hanno informato Shein dell’avvio di un’azione coordinata.
    Entro un anno la Commissione valuterà l’effetto delle azioni annunciate e pubblicherà una relazione sui risultati dei controlli rafforzati.
    Se i quadri e le attività di applicazione esistenti non saranno sufficienti e adeguati saranno prese in considerazione ulteriori azioni e proposte per rafforzare l’attuazione e l’applicazione delle norme dell’UE.

  • Come difendersi da truffe on line e malfattori

    Continuano, anzi si intensificano, le truffe, sia fatte di persona che via internet o per telefono, che colpiscono in special modo le persone più anziane più facilmente portate a credere alla buona fede dei loro interlocutori e meno esperte nell’uso dei sistemi informatici.

    Arrivano mail così ben congegnate dai truffatori, che, ad un occhio meno esperto ed attento, possono sembrare effettivamente inviate da banche, società telefoniche o assicurative, supermercati esistenti. Bisogna perciò verificare molto attentamente prima di rispondere e, in ogni caso, non rispondere mai fornendo dati personali, è buona norma non rispondere a mail che non si capisce per quale motivo ci siano state inviate, soprattutto non bisogna credere a quelle che dicono di inviare i propri dati per poter riscuotere un credito di una bolletta o di una vincita di un concorso a premi o che prospettano affari ed investimenti chiedendo di inviare denaro.

    Carabinieri e polizia fanno circolare pubblicazioni con suggerimenti da seguire quali:

    1 – non fidarsi di una persona che per strada cerca di ottenere la nostra fiducia dandoci la mano, abbracciandoci e sostenendo di essere un nostro vecchio conoscente che al momento non ricordiamo;

    2 – non aprire mai la porta a persone che non si conoscono, non fidarsi neppure di tesserini esibiti davanti allo spioncino o al videocitofono: spesso i tesserini sono falsificati da individui che si fingono dipendenti di società di gestione dei servizi (luce, acqua, gas) o anche delle Forze dell’Ordine;

    3 – non dare retta a telefonate che offrono affari o che sostengono che una persona, parente o amica, ha necessità urgente di soldi per superare un problema di salute o di un incidente. Anche In questi casi bisogna subito avvertire il 112;

    4 – non dare mai la propria password, dati bancari o altri dati sensibili a qualcuno su internet, sui social non vanno date notizie personali.

    Per quanto sia ormai costume di molti annunciare via social che si va in vacanza o ci si assenta da casa per partecipare a qualche evento è buona norma, se proprio si vogliono rendere pubbliche attività personali, farlo dopo che queste si sono concluse, altrimenti si rischia proprio di comunicare ai malfattori che in certi giorni e/o orari si è assenti da casa e perciò è più agevole perpetrare un furto.

    Per strada bisogna sempre essere molto attenti a chi ci circonda, i malfattori approfittano della distrazione, della fragilità fisica, sia per conquistare la fiducia delle proprie vittime che per strappare loro oggetti personali.

    Purtroppo siamo in una società che non consente distrazioni o debolezze, chi ha un familiare che lo può assistere o consigliare si affidi a lui per farsi aiutare, chi invece è solo abbia fiducia nelle Forze dell’Ordine che però vanno avvertite ogni volta che c’è un sospetto o un incertezza perché chiamarle dopo che l’evento si è verificato è utile per altri ma non per chi ha subito il danno.

  • L’UE chiede a piattaforme e motori di ricerca online di grandi dimensioni le prime relazioni di revisione e di valutazione dei rischi

    I fornitori dei primi 19 motori di ricerca online di dimensioni molto grandi (VLOSE) e piattaforme online di dimensioni molto grandi (VLOP) designati nell’aprile 2023 devono pubblicare per la prima volta le loro relazioni annuali di valutazione dei rischi e di revisione, a norma del regolamento sui servizi digitali.

    Tali relazioni devono includere le valutazioni effettuate dai fornitori di piattaforme e motori di ricerca online di dimensioni molto grandi per individuare e analizzare i rischi derivanti dai loro servizi, quali la diffusione di contenuti illegali, la disinformazione o la protezione dei minori. Tali relazioni illustrano inoltre le misure messe in atto da piattaforme e motori di ricerca per attenuare i rischi individuati.

    La Commissione organizzerà inoltre seminari in cui i fornitori di tali servizi designati saranno invitati a presentare le valutazioni dei rischi pubblicate ai coordinatori nazionali dei servizi digitali, alle organizzazioni della società civile e ad altre parti interessate. Tali seminari dovrebbero svolgersi all’inizio del 2025.

  • Il phishing arriva con false raccomandate on line TNotice

    Sempre più frequenti le mail, apparentemente inviate da gestori telefonici, enti pubblici o Agenzia delle Entrate nelle quali si avvisa l’ignaro utente, con tanto di numero di ricevuta per accreditare l’oggetto della comunicazione, dell’avviso di giacenza di una raccomandata on line TNotice. Facile cadere in inganno e per questo, in un articolo della propria rivista on line, che riportiamo di seguito, l’Agenzia delle Entrale mette in guardia utenti e cittadini invitandoli a non aprire allegati di mail sospette e link se non si è davvero sicuri dell’affidabilità del mittente.

    “L’Agenzia delle entrate segnala l’ennesima campagna di phishing in circolazione in questi giorni. Destinatari sono, indistintamente, imprese private e pubbliche amministrazioni, il mezzo utilizzato sono false comunicazioni del servizio di raccomandata online TNotice, ingannevolmente inviate dal Fisco, relative a falsi avvisi di giacenza di raccomandate elettroniche.

    Come di consueto, l’Agenzia indica anche le caratteristiche delle e-mail truffa. In questo caso i messaggi sono individuabili perché:

    • il mittente ha un indirizzo estraneo all’Agenzia delle entrate
    • hanno come oggetto “Avviso di giacenza posta raccomandata #XXXXXXXXXX” (il numero di raccomandata è variabile)
    • fanno riferimento a una fantomatica raccomandata elettronica, alla quale si potrebbe accedere tramite un link malevolo dal testo “Ritira la raccomandata
    • i riferimenti nel corpo del messaggio sono l’“Agenzia delle Entrate” come mittente della raccomandata elettronica e l’oggetto della raccomandata stessa è “Pignoramento conto terzi”
    • specificano il senso d’urgenza generale.

    L’Amministrazione finanziaria raccomanda ancora una volta ai cittadini di prestare la massima attenzione e, qualora ricevessero comunicazioni simili a quella sopra riportata, di cestinarle senza aprire allegati né tantomeno cliccare sui link in esse presenti.

    L’Agenzia disconosce questa tipologia di comunicazioni, rispetto alle quali si dichiara totalmente estranea e ribadisce che in caso di dubbi sulla veridicità di comunicazioni inviate dal Fisco è sempre preferibile verificare se si tratta di una casistica di phishing nota, consultando la pagina “Focus sul phishing” del sito dell’Agenzia delle entrate, rivolgersi ai contatti reperibili sul portale dell’Agenzia o direttamente all’ufficio territorialmente competente”.

  • La trappola del sesso online

    Si chiama gaslighting uno dei fenomeni perversi che possono avere luogo sulla rete e in particolare sui social. Si tratta della manipolazione psicologica che un individuo esercita su un altro, mettendo in discussione la sua vita, il suo vissuto, facendo dubitare la persona della sua stessa memoria, intelligenza. La continua esposizione di sé, la biografia costante che molti postano sui social, può infatti dar luogo a reazioni critiche, se non  di aperta derisione, che possono minacciare i soggetti più deboli, che cercano conferma e approvazione sui social e ricevono invece reazioni di segno avverso.

    Accanto a questo, c’è il problema, ormai classico, della pornografia vera e propria. Psicologi e psichiatri  mettono in allarme rispetto al fatto che la possibilità dell’adolescente, o addirittura del bambino, di attingere a immagini e video pornografici senza difficoltà alcuna stia modificando il rapporto delle nuove generazioni con il sesso.  Avere come paradigma la pornografia – avvisano gli esperti – ha portato i giovani a due forme di relazione antitetiche col sesso. Una percentuale importante dei ragazzi lo vive il sesso in modo inattivo, perché temono di non riuscire a competere con quello che vedono sullo schermo. Altri, all’estero opposto, trovano nella pornografia un modello aspirazionale e non esitano quindi ad assumere sostanze come il Viagra per sentirsi più performanti. La pornografia peraltro ha fatto perdere il senso di gravità di uno strupro, anche di gruppo, posto che immagini di sesso di gruppo sono ricorrenti nei film hard core (dove però tali pratiche sono svolte di norma da adulti tutti consenzienti).

    Ci sono poi il revenge porn e la pornografia a scopo estorsivo. La normalità con cui si è ormai sommersi da immagini di sesso e nudità spinge molti a filmare i propri momenti di intimità. Un diletto privato pienamente lecito finché resta tale ed è svolto col consenso di tutti i partecipanti (due o più che siano), ma che non è più lecito quando quelle immagini vengono diffuse fuori dalla cerchia dei diritti interessati. Accade, di norma, quando in una coppia o in gruppo qualcuno vuole vendicarsi di qualcun altro, tipicamente dopo la rottura di una coppia. Da tempo, peraltro, la diffusione di simili immagini può essere anche solo minacciata, con la richiesta (estorsiva) di pagare del denaro per evitare la messa in rete di tali immagini. Non è una novità, eppure accade ancora, che sui social vi siano tentativi di adescamento, inviti a spogliarsi, toccarsi e masturbarsi. Le immagini registrate di chi cade in questi adescamenti, che accadono ancora nonostante il fenomeno sia ormai notorio, vengono poi utilizzate per estorcere denaro a chi è caduto nell’adescamento (in realtà si può fare denuncia alla polizia postale, il pudore che impedisce a molti di fare denuncia consente solo a chi opera il ricatto di continuare a chiedere denaro sotto minaccia di diffondere le immagini).

    La rete offre infine nuove opportunità alla prostituzione. Il sesso mercenario online è più difficile da stroncare di quello per strada, perché non consente di multare chi accosta lungo la strada, e rende sicuramente più difficile scoprire se si sia in presenza di sfruttamento di persone obbligate a offrire il proprio corpo a pagamento. Ma l’aspetto più drammatico è che la facilità di accesso alla rete da ogni luogo consente anche a minorenni di offrirsi a sconosciuti. E’ successo, è finito sui giornali, ma ad oggi non è stata individuata soluzione per scongiurare tale eventualità.

  • La Commissione UE e AGCOM firmano un accordo per sostenere l’applicazione del regolamento sui servizi digitali

    La Commissione ha firmato un accordo amministrativo con l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) a sostegno dei poteri di vigilanza e di esecuzione della Commissione ai sensi del regolamento sui servizi digitali.

    L’accordo è volto a sviluppare competenze e capacità che aiuteranno la Commissione a individuare e valutare rischi sistemici nell’ambito del regolamento sui servizi digitali, tra cui i rischi correlati alla diffusione di disinformazione e contenuti illegali e gli effetti negativi sui minori. Contribuirà a organizzare lo scambio pratico di informazioni, dati, buone pratiche, metodologie, sistemi tecnici e strumenti con l’autorità di regolamentazione.

    L’AGCOM è stata nominata coordinatore dei servizi digitali per l’Italia e diventerà pertanto parte del comitato per i servizi digitali, che sarà istituito entro febbraio 2024 e sarà composto da un’autorità competente per Stato membro.

    Il servizio della Commissione responsabile dell’attuazione e dell’applicazione del regolamento sui servizi digitali (CNECT) ha recentemente concluso accordi amministrativi analoghi con le autorità di regolamentazione dei media di Francia e Irlanda e sono in corso colloqui con altre autorità.

    Gli accordi fanno seguito alla recente raccomandazione della Commissione agli Stati membri in cui questi ultimi vengono invitati a coordinare la loro risposta alla diffusione e all’amplificazione di contenuti illegali su piattaforme e motori di ricerca online di dimensioni molto grandi.

    Il regolamento sui servizi digitali stabilisce norme fondamentali per plasmare un ambiente online sicuro e affidabile all’interno dell’UE.

  • Il nuovo centro per la trasparenza fornisce per la prima volta informazioni e dati sulla disinformazione online

    I firmatari del codice di buone pratiche sulla disinformazione del 2022, comprese tutte le principali piattaforme online (Google, Meta, Microsoft, TikTok, Twitter), hanno varato il nuovo centro per la trasparenza e pubblicato per la prima volta le relazioni di riferimento sul modo in cui mettono in pratica gli impegni derivanti dal codice.

    Il nuovo centro per la trasparenza garantirà sia la visibilità e la rendicontabilità degli sforzi compiuti dai firmatari per combattere la disinformazione, sia l’attuazione degli impegni assunti nell’ambito del codice, mettendo a disposizione di cittadini, ricercatori e ONG dell’UE una banca dati unica in cui accedere alle informazioni online e scaricarle.

    Con queste relazioni di riferimento, per la prima volta le piattaforme forniscono informazioni e dati iniziali esaustivi, come il valore degli introiti pubblicitari che si è evitato arrivasse agli attori della disinformazione; il numero o il valore degli annunci politici accettati ed etichettati o respinti; i casi di comportamenti manipolatori rilevati (ossia creazione e utilizzo di account fasulli); e informazioni sull’impatto della verifica dei fatti, anche a livello degli Stati membri.

    Tutti i firmatari hanno presentato le loro relazioni in tempo utile, utilizzando un modello di relazione armonizzato concordato che contempla tutti gli impegni e le misure sottoscritti. Ciò tuttavia non vale pienamente per Twitter, la cui relazione è carente di dati e priva di informazioni sull’impegno a conferire maggiori poteri alla comunità di verificatori dei fatti.

  • La Commissione fornisce a piattaforme online e motori di ricerca orientamenti sulla pubblicazione del numero di utenti nell’UE

    La Commissione ha pubblicato orientamenti non vincolanti per aiutare le piattaforme online e i motori di ricerca che rientrano nell’ambito di applicazione della normativa sui servizi digitali a conformarsi all’obbligo di comunicare il numero di utenti nell’UE entro il 17 febbraio 2023 e successivamente almeno una volta ogni sei mesi.

    La Commissione pubblica questi orientamenti per rispondere a domande pratiche sulle disposizioni della normativa sui servizi digitali relative all’obbligo di pubblicare il numero di utenti. Qualora il numero di utenti raggiungesse più del 10% della popolazione dell’UE (45 milioni di utenti), la Commissione designerebbe le piattaforme e i motori di ricerca come, rispettivamente, piattaforma online di dimensioni molto grandi e motori di ricerca online di dimensioni molto grandi. Ciò significa che sarebbero soggetti a obblighi aggiuntivi, come la valutazione del rischio e l’adozione delle relative misure di mitigazione.

    La normativa sui servizi digitali, entrata in vigore il 16 novembre 2022, è un insieme di norme fondamentali dell’UE che mirano a promuovere un ambiente online più sicuro e responsabile, e si applica a tutti i servizi digitali che mettono i consumatori in collegamento con beni, servizi o contenuti. Stabilisce nuovi obblighi globali per le piattaforme online allo scopo di ridurre i danni e contrastare i rischi online, introduce forti tutele per i diritti degli utenti e colloca le piattaforme digitali in un nuovo quadro di trasparenza e responsabilità unico nel suo genere.

  • Oltre 2,8 milioni di italiani frodati con le carte elettroniche

    Una ricerca commissionata da Facile.it agli istituti mUp Research e Norstat censisce in oltre 2,8 milioni gli italiani che, in un anno, hanno subito una truffa nell’ambito delle carte elettroniche. Un pericolo che diventa più reale con l’aumento dello shopping natalizio. Il danno economico medio viene calcolato essere pari a 196 euro. Più di una frode su 3 (37,7%), nel caso delle carte, è passata tramite un’email, mentre il 28,8% attraverso un falso sito web. Il 26,7%, invece, è stata portata a termine con un sms.

    Come si comportano i truffati dopo aver subito una frode legata ad una carta di debito, credito o prepagata? Il 30,8% di chi è caduto in trappola ha deciso di non denunciare; molti (più di 2 su tre) lo hanno fatto per ragioni economiche (il danno era basso o erano sicuri di non recuperare quanto perso), mentre l’11% per motivi di natura psicologica: “si sentivano ingenui per esserci cascati” o “avevano paura di essere scoperti dai familiari”.

    Le vittime predilette dei truffatori nell’ambito delle carte elettroniche sono soprattutto gli uomini (7,2% rispetto al 5,9% del campione femminile), gli appartenenti alla fascia anagrafica 18-24 anni (13,3%) e, a dispetto di quanto si possa pensare, i rispondenti con un titolo di studio universitario (7,1% rispetto al 6,2% rilevato tra i non laureati).

    Per aiutare i consumatori a riconoscere i rischi quando si utilizzano carte elettroniche, Facile.it ha messo nero su bianco 4 regole da seguire per mettersi al riparo dai malintenzionati

    La tecnologia può venire in nostro soccorso. Per tenere sempre sotto controllo i movimenti della carta è possibile attivare le notifiche sms o quelle dell’app della banca così da ricevere un messaggio sul proprio smartphone nel momento in cui viene utilizzata una delle carte collegate al conto. Questo consente, in caso di furto, di intervenire immediatamente.

    L’estratto conto non è da sottovalutare. Il riepilogo delle spese, il cosiddetto estratto conto, è uno strumento molto importante, non solo per monitorare le uscite, ma anche per rilevare eventuali anomalie ed errori di pagamento come ad esempio un doppio addebito. In casi come questo, è bene sapere che normalmente si hanno a disposizione 60 giorni di tempo per disconoscere il pagamento.

    Attenzione ai pagamenti non tracciati. Quando fate acquisti online diffidate da richieste di pagamenti non tracciati come ad esempio la ricarica di una carta prepagata; è proprio questa la modalità preferita dai malfattori. Allo stesso modo, però, è bene fare attenzione anche a quei siti che non permettono metodi di pagamento alternativi alla carta di credito; la verità sta sempre nel mezzo.

    L’antivirus può fare la differenza. Che sia tramite smartphone o computer, quando si opera online è importante dotare il dispositivo di un antivirus così da proteggerlo da eventuali intrusioni. Bisogna evitare, inoltre, di scaricare programmi craccati o illegali perché possono rappresentare un pericolo per la sicurezza del device e per il nostro conto.
    Pin e carte non vanno mai insieme. Per evitare che, una volta sottratta, la carta venga usata liberamente, il consiglio è di non tenere mai il codice di sicurezza nel portafogli insieme alla carta e, in ogni caso, di camuffarlo così da non renderlo riconoscibile.

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