profughi

  • Metsola risponde a Muscardini: sì, la Ue deve impegnarsi ancora di più in Africa

    «Sono d’accordo con te che la situazione in alcuni campi profughi è spaventosa». Così la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola risponde il 23 marzo ad una lettera che Cristiana Muscardini le aveva indirizzato il 12 marzo, nella quale segnalava le condizioni spesso disumane dei centri per migranti gestiti in Africa da Unhcr, autorità locali o sorti al di fuori di qualsiasi aiuto istituzionale.

    «La commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (Lise) del Parlamento europeo ha inviato numerose missioni ad hoc nei campi profughi anche all’interno dell’Ue. Queste delegazioni hanno assistito in prima persona alle condizioni allarmanti in cui vivono, a volte per anni, i migranti e richiedenti asilo», conferma Roberta Metzola, assicurando che «il Sistema europeo comune di asilo e il Nuovo patto su migrazione e asilo rappresentano una priorità assoluta per il Parlamento europeo. In tale spirito, sono orgogliosa dell’impegno assunto, nei confronti dei nostri cittadini, dal Parlamento, insieme alle cinque Presidenze di turno del Consiglio, di portare a termine la riforma del quadro legislativo in materia di asilo e migrazione prima della fine dell’attuale ciclo politico. Sono fiduciosa che il nuovo Patto porterà soluzioni a molte delle questioni da te sollevate».

    Convenendo con la sollecitazione di Cristiana Muscardini di trovare un accordo tra la Ue e i Paesi africani «per costruire campi profughi organizzati come veri villaggi, con scuole, negozi, luoghi dove le persone possano vivere senza torture e vessazioni», la presidente dell’Eurocamera dichiara: «Dobbiamo fare la nostra parte nell’affrontare la migrazione e tutte le sue componenti, sia nell’Unione europea sia, come tu suggerisci, nei paesi di origine, dove risiedono le cause profonde del fenomeno».

  • Ucraina: al varo programma UE di accoglienza invernale e aiuti umanitari per 175 milioni di €

    La Commissione europea ha annunciato un nuovo programma di ricoveri di emergenza e strutture invernali per l’Ucraina, mentre la guerra della Russia continua a distruggere le infrastrutture civili. La Commissione ha inoltre stanziato ulteriori 175 milioni di € in assistenza umanitaria a sostegno dei più bisognosi in Ucraina e Moldova.

    L’annuncio è arrivato mentre il Commissario per la Gestione delle crisi, Janez Lenarčič, era proprio in visita in Ucraina per contribuire al coordinamento di una delle operazioni di risposta emergenziale tra le più vaste dell’UE.

    Durante la visita ha incontrato il Presidente Volodymyr Zelenskyy, la Vice Premier per l’Integrazione europea ed euro-atlantica Olga Stefanishyna, il Ministro degli Affari esteri Dmytro Kuleba, il Ministro dell’Interno Denys Monastyrsky e il Ministro delle Comunità e dei Territori Oleksiy Chernyshov.

  • REACT-EU: oltre 433 milioni di euro a Belgio, Italia e Lussemburgo per sostenere l’occupazione, la sanità e le persone in fuga dall’aggressione russa contro l’Ucraina

    Il Belgio, l’Italia e il Lussemburgo riceveranno ulteriori 433,79 milioni di € nell’ambito di REACT-EU per sostenere l’occupazione, la sanità e le persone in fuga dall’aggressione russa contro l’Ucraina. In Belgio, 33,4 milioni di € provenienti dal Fondo sociale europeo (FSE) miglioreranno l’orientamento, la consulenza e il sostegno all’occupazione. L’obiettivo è integrare nel mercato del lavoro i rifugiati ucraini e le persone vulnerabili in cerca di lavoro che hanno perso il lavoro dopo la pandemia di COVID-19 o si trovano in condizioni di lavoro precarie, con particolare accento sullo sviluppo delle competenze digitali. A Lussemburgo, il Fondo di aiuti agli indigenti riceverà 390 000 € per fornire più aiuti alimentari alle persone bisognose. Tali fondi consentiranno al Lussemburgo di continuare a rispondere non solo alle attuali esigenze delle famiglie in situazioni precarie, ma anche alle necessità più elevate e alle nuove esigenze di approvvigionamento alimentare causate dalle conseguenze sociali della pandemia. In Italia, 136 milioni di € saranno aggiunti al programma operativo “Governance e capacità istituzionale” per contribuire ad alleviare la pressione sul sistema sanitario nazionale, sostenere l’assunzione di nuovi operatori sanitari pubblici e coprire i costi delle ore lavorative supplementari prestate da 23 200 medici e da altro personale sanitario durante la pandemia. Inoltre, 264 milioni di € saranno utilizzati per l’acquisto di dosi di vaccini contro il COVID-19. A titolo della quota 2021 di REACT-EU erano già stati stanziati 40 miliardi di € per aiutare gli Stati membri a riprendersi dalla pandemia, investire nella transizione digitale e verde e, più recentemente, per integrare le persone in fuga dalla guerra in Ucraina. Dal marzo 2022 la Commissione ha inoltre versato agli Stati membri prefinanziamenti per un importo di 3,5 miliardi di € a titolo di REACT-EU. La Commissione ha poi recentemente presentato la proposta FAST-CARE per garantire che i prefinanziamenti siano aumentati di altri 3.5 miliardi di €, da versare nel 2022 e nel 2023.

    Fonte: Commissione europea

  • La Commissione al fianco degli Stati membri per agevolare l’inserimento dei minori rifugiati nelle scuole

    La Commissione ha pubblicato un manuale pratico per aiutare i bambini e i giovani ucraini a proseguire il loro ciclo di istruzione nell’UE, dall’educazione e cura della prima infanzia fino all’istruzione secondaria superiore (0-18 anni). Il documento raccoglie principi e pratiche fondamentali in materia di istruzione per agevolare l’inserimento nella scuola dei bambini sfollati dall’Ucraina. Si rivolge a tutte le parti interessate, compresi gli insegnanti e le autorità nazionali. I consigli concreti si basano sugli insegnamenti tratti collettivamente dagli Stati membri dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia il 24 febbraio. Il documento di lavoro dei servizi della Commissione è stato elaborato in consultazione con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) e con l’UNICEF, con i rappresentanti dei ministeri dell’Istruzione, con le organizzazioni partner riunitesi tra marzo e giugno 2022 in occasione di eventi di apprendimento tra pari e con i rappresentanti dell’NESET, la rete di esperti che lavorano sulla dimensione sociale dell’istruzione e della formazione.

  • L’Onu stima che ci siano oltre 100 milioni di sfollati nel mondo

    “Cento milioni è una cifra netta, che allarma e fa riflettere allo stesso tempo. È un record che non avrebbe mai dovuto essere stabilito”. Le parole sono di Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati. La cifra cui fa riferimento sono i cento milioni di sfollati che le guerre hanno generato nel mondo. Una soglia raggiunta e superata con il conflitto nel cuore dell’Europa dopo l’invasione russa dell’Ucraina: tre mesi – un lasso di tempo tutto sommato limitato – per arrivare a un numero di persone in fuga che così alto fino ad ora non era mai stato calcolato. Una cifra record che “deve servire da campanello d’allarme per risolvere e prevenire conflitti, porre fine alla persecuzione e affrontare le cause che costringono persone innocenti a fuggire dalle loro case”, ha insistito Grandi.

    Dell’esodo innescato dall’invasione lanciata da Mosca 90 giorni fa si sono viste le immagini in tutto il mondo, si è assistito alla mobilitazioni dei paesi confinanti con l’Ucraina e all’accoglienza in Europa e non solo. Immagini che si traducono, dall’inizio del 2022, in otto milioni di persone sfollate sullo stesso territorio ucraino e sei milioni che hanno lasciato il Paese. E vanno ad aggiungersi ai 90 milioni di persone che l’Unhcr indicava già per la fine del 2021 costrette alla fuga in tutto il mondo, per nuove ondate di violenza o il perpetrarsi di conflitti in paesi come Etiopia, Burkina Faso, Birmania, Nigeria, Afghanistan e la Repubblica Democratica del Congo.

    La lettura dei numeri non è un mero esercizio, ma contribuisce a visualizzare una realtà e a spiegare l’urgenza nella ricerca di strumenti che invertano la tendenza. E’ questo in sostanza l’appello dell’Onu perché 100 milioni di persone vuol dire l’1% della popolazione globale. Oppure un intero Paese, nello specifico il 14esimo per popolazione al mondo. “La reazione a livello internazionale verso chi fugge dalla guerra in Ucraina è stata straordinariamente positiva – ha concluso Grandi – c’è bisogno di una simile mobilitazione per tutte le crisi nel mondo. Ma l’aiuto umanitario è solo un palliativo, non la cura. Per invertire la tendenza serve pace e stabilità”.

  • Ucraina: stanziati 9 milioni di euro per l’assistenza alla salute mentale dei profughi

    La Commissione europea ha mobilitato 9 milioni di euro a titolo del programma EU4Health per assistere le persone in fuga dall’Ucraina che hanno urgente bisogno di servizi di sostegno per la salute mentale e per i traumi. Questo ulteriore finanziamento dell’UE consentirà alla Federazione internazionale delle società della Croce Rossa e alle organizzazioni non governative di sostenere l’attività degli operatori sanitari e garantirà servizi di salute mentale sotto forma di primo soccorso psicologico, triage, sostegno psicologico per traumi e consulenza ai profughi nelle loro lingue.

    La Commissaria per la Salute e la sicurezza alimentare, Stella Kyriakides, ha dichiarato: “La brutale aggressione russa in Ucraina ha messo a nudo gli orrori e gli sfregi della guerra. Ha costretto milioni di innocenti, molti dei quali bambini e persone vulnerabili, ad abbandonare l’unica casa, vita e modalità di sussistenza nota per un futuro di incertezze. Dobbiamo offrire il necessario sostegno psicologico a quanti ne hanno bisogno. Grazie a questo finanziamento aggiuntivo garantiremo una rapida assistenza sul campo con l’aiuto delle nostre organizzazioni partner. E daremo anche un esempio tangibile del nostro impegno a sostegno dei profughi ucraini che iniziano a ricostruirsi una vita.”

    Per rispondere alle esigenze sanitarie dei profughi e degli sfollati ucraini è stata anche istituita la rete “Sostenere l’Ucraina, gli Stati membri vicini e la Moldova” nell’ambito della piattaforma per la politica sanitaria. Il sito web del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie offre corsi di formazione e moduli di e-learning su migrazione e salute, disponibili nelle 24 lingue dell’UE.

    Fonte: Commissione europea

  • Accogliere i profughi non basta

    Le più note voci della cultura, delle religioni, della politica si uniscono nel dire che bisogna tendere una mano ai disperati che fuggono dall’Ucraina.

    Pochi per ora sembrano aver capito che bisogna, subito, dare anche una mano, una mano vera, a chi difende l’Ucraina perché i civili, i bambini, i vecchi, le donne che vorrebbero fuggire dalle città bombardate, dalle case e dagli ospedali distrutti non hanno neppure i corridoi umanitari, Putin non lascia scampo a chi cerca di scappare.

    La menzogna di colui che vuole essere il capo di un nuovo soviet appare una volta di più evidente nelle parole improvvide del suo ministro degli Esteri che, dalla Turchia, ha dichiarato vi siano, in Ucraina, laboratori americani preposti a studiare virus letali. Se così fosse perché Putin non lo ha denunciato al mondo prima di cominciare ad invadere il Paese? Se così fosse perché non ha mandato reparti speciali a circondare ed annientare questi ipotetici laboratori invece di bombardare e distruggere case, ospedali, scuole?

    La debolezza di Putin è anche qui: nell’incapacità di creare menzogne credibili, è rimasto alla scuola di controinformazione del vecchio Kgb. Intanto il suo potere militare si è scontrato con la capacità di un popolo di subire sofferenze atroci per difendere la propria integrità e libertà e la sua credibilità ormai vacilla non solo nel mondo ma proprio all’interno della Russia.

    Il mondo libero non può nuovamente commettere gli errori che hanno consentito ad Hitler il genocidio degli ebrei e l’assassinio di decine di migliaia di persone e se a quel tempo si può tentare di sostenere che le notizie arrivavano in ritardo e parziali oggi la realtà la vediamo di ora in ora.

    Accogliere gli ucraini è un dovere ma è altrettanto doveroso, per loro e per il nostro futuro, impedire che l’Ucraina sia distrutta e che prevalga la follia di un uomo che ha anteposto la smisurata considerazione di sé al bene del suo popolo e della stessa umanità.

    Preghiamo perché in Ucraina si alzino le temperature ed il fango impantani definitivamente i carri armati russi, preghiamo perché  il popolo russo abbia la capacità ed il coraggio, nonostante i pericoli enormi per chi si oppone al regime, di manifestare e di ribellarsi a Putin, preghiamo  ed agiamo per salvare ed accogliere gli ucraini in fuga, ma agiamo finalmente per dare agli ucraini gli strumenti necessari ora, non domani, per poter continuare a difendere il loro Paese e la loro indipendenza. Ogni ulteriore ritardo ci sarà imputato dalla storia.

    Noi non siamo in guerra con i russi, e vogliamo con loro una pace duratura e futuri rapporti rinsaldati con l’Unione Europea, ma se non daremo al popolo ucraino gli aiuti necessari per difendersi, aiuti che avremmo dovuto dare da tempo, saremo complici e non sarà, accogliendo i profughi, che puliremo le nostre coscienze.

  • Regioni europee in prima linea per l’emergenza profughi dall’Ucraina

    Le Regioni e le città europee passano come testimone al dibattito sul Futuro dell’Europa un Manifesto, approvato all’unanimità al Summit di Marsiglia: vuole sottolineare come per un miglior funzionamento democratico dell’Europa serva un maggior coinvolgimento delle regioni stesse, delle città e dei piccoli comuni. Più coesione, più sussidiarietà, si chiede, puntando anche a raggiungere così una maggior partecipazione dei cittadini. Tra le possibili riforme, anche maggiori poteri del Comitato europeo delle Regioni, che potrebbe venir dotato di un ruolo vincolante – e non solo consultivo – negli ambiti strategici con una chiara dimensione territoriale.

    Alla due giorni del Summit di Marsiglia, organizzato a inizio mese dal Comitato nella città francese nell’ambito della presidenza di turno Ue, si è imposta però l’attualità, con l’attacco della Russia all’Ucraina. E dalla sussidiarietà si è passati in un attimo alla solidarietà, stravolgendo l’agenda dell’evento, sia nel dibattito e sia per dar spazio ai collegamenti con gli esponenti dei territori ucraini, dal presidente del consiglio regionale di Kharkiv Serhiy Chernov, al vicesindaco di Mariupol’ Sergii Orlov, fino al sindaco di Kiev Vitali Klitschko, nominato membro onorario del Comitato europeo delle regioni dal presidente Apostolos Tzitzikostas. Tzitzikostas ha chiesto di “usare i fondi di coesione per l’accoglienza dei rifugiati ucraini”. A più riprese, del resto, è stato ricordato che saranno i rappresentanti degli enti sul territorio a dover gestire la crisi. “Non mi sarei mai aspettato tanta unità”, ha sintetizzato un esponente polacco del Comitato, il consigliere di Varsavia Mariusz Rafal Frankowski, con lo sguardo di chi è già in prima linea per i rifugiati ucraini (“Seicentomila sono già a Varsavia”). “Sento la solidarietà nel mio Paese e sono felice di vederla in tutta l’Unione”, ha detto Marius Ursaciuc, sindaco della città rumena di Gura Humorului, aggiungendo che gli arrivi più recenti di rifugiati sono di persone intenzionate a restare vicine al confine “perché si aspettano di poter tornare nelle loro case in Ucraina”. “Non scenderemo a compromessi, perché diamo per scontata la democrazia”, ha detto dell’attacco all’Ucraina la presidente del Parlamento europea Roberta Metsola. “Continueremo a lavorare insieme per garantire l’accoglienza dei profughi ucraini insieme, fedeli ai nostri valori”, ha fatto sapere in una dichiarazione per il Summit il presidente francese Emmanuel Macorn: “L’ideale umanistico europeo trova oggi un nuovo slancio. Insieme mostriamo il volto migliore dell’Europa, un’Europa solidale, vicina, giusta, democratica”.

    Nello choc per l’aggressione russa i vertici del Comitato hanno diffuso una dichiarazione di condanna: “Siamo pronti a presentare ai nostri rispettivi governi e al Consiglio dell’Unione europea la richiesta di imporre al governo della Federazione russa le sanzioni più dure possibili”, afferma tra l’altro, chiedendo poi “assistenza immediata ai cittadini dell’Ucraina attraverso la rapida attivazione del meccanismo di protezione civile dell’Ue per l’assistenza umanitaria”. Come presidente di Eurocities (200 le città europee aderenti), il sindaco di Firenze Dario Nardella, ha annunciato a Marsiglia che il 12 marzo ci sarà una manifestazione delle città europee. Hanno già aderito Milano, Roma, Bologna, Napoli, Braga, Marsiglia, Nizza e Rotterdam, Cluj-Napoca.

  • Ucraina, ANMVI: supporto alla regolarizzazione dei pets

    Il Presidente dell’ANMVI ha scritto al Ministero promuovendo il coinvolgimento dei Medici Veterinari liberi professionisti nella regolarizzazione dei pets al seguito di rifugiati ucraini in Italia. “Coordinandosi con l’Autorità Competente, in particolare con i Servizi Veterinari territorialmente competenti, i Medici Veterinari liberi professionisti potrebbero essere invitati, anche a titolo gratuito, ad eseguire adempimenti minimi necessari, come l’identificazione/registrazione e la vaccinazione antirabbica stante che l’Italia non ha previsto alcuna deroga di profilassi e pertanto sul territorio nazionale non sono ammessi pets da Paesi UE o extra UE non vaccinati contro la rabbia“.

    Lo scrive il Presidente dell’ANMVI Marco Melosiin una lettera inviata al Capo dei Servizi Veterinari italiani, Pierdavide Lecchini.
    Il riferimento è alle misure eccezionali disposte dalla Direzione Generale della Sanità Animale (Dgsaf) per consentire l’ingresso nell’UE di animali domestici movimentati al seguito di rifugiati provenienti dall’Ucraina. L’Italia è fra i Paesi che hanno dato seguito alle indicazioni della Commissione Europea per facilitare gli spostamenti. Una volta nel Paese di destinazione, i pets devono essere regolarizzati.

    Desideriamo suggerire e promuovere il ricorso ai Medici Veterinari liberi professionisti, a supporto degli interventi necessari per conformare i suddetti pets ai requisiti del regolamento (UE) 576/2013 – scrive Melosi –  quanto sopra anche alla luce di stime di consistenti ingressi in Italia di cittadini ucraini con pet al seguito“.

    Fonte: Comunicato ANMVI

  • Dozens massacred in DR Congo camp raid

    About 60 people living in a camp for the homeless have been killed in a brutal overnight attack in the north-east of the Democratic Republic of Congo.

    At around 02:00 local time, men armed with guns and machetes raided Plaine Savo, set up for those forced to flee their homes in the province of Ituri because of inter-ethnic conflict.

    The local chief said most of the victims were women and children. Many of them had their throats slit.

    “I first heard cries when I was still in bed. Then several minutes of gunshots. I fled and I saw torches and people crying for help,” a camp resident told the Reuters news agency.

    Another 40 people have been injured, according to the Norwegian Refugee Council (NRC), which provides aid to the camp.

    The Codeco militia has been blamed for the massacre.

    Its fighters are mainly drawn from the Lendu farming community, which has been at loggerheads with the province’s Hema cattle herders.

    The NRC says there has been a steep escalation of deliberate and targeted attacks by armed groups against displaced people in Ituri.

    Since November, nearly 70 people have been killed in raids on five other camps, it says.

    “These attacks have triggered new waves of mass displacement and plunged already vulnerable populations into a climate of terror,” the NRC said.

    An estimated 1.7 million people have been forced to flee their homes in Ituri since violence began to escalate several years ago.

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