spazio

  • Entra in vigore il regolamento SES2+ per un cielo europeo più efficiente e sostenibile

    E’ entrato in vigore il nuovo regolamento sul cielo unico europeo (SES2+), che segna un passo avanti verso uno spazio aereo europeo più efficiente e sostenibile.

    Il nuovo regolamento è volto a incoraggiare i fornitori di servizi di navigazione aerea ad aumentare l’efficienza e ad adottare tecnologie moderne, al fine di ridurre la congestione dello spazio aereo europeo e fornire servizi migliori. Mira inoltre a promuovere l’innovazione e lo sviluppo di nuovi servizi nel settore.

    Il regolamento contribuirà ad alleviare le situazioni di congestione dell’aria, come quelle che hanno perturbato il trasporto aereo quest’estate, quando quasi un volo su due ha subito ritardi, in particolare a causa della congestione dello spazio aereo europeo.

    Il regolamento è inoltre volto a ridurre l’impatto ambientale dei voli fissando obiettivi di prestazione climatica e ambientale per i fornitori di servizi di navigazione aerea e incoraggiando le compagnie aeree ad adottare pratiche più sostenibili grazie a un sistema di tariffazione equo. L’effettiva attuazione del regolamento dipenderà dall’elaborazione di misure di attuazione da parte della Commissione, che saranno adottate con l’accordo degli Stati membri.

  • World’s first wood-panelled satellite launched into space

    The world’s first wood-panelled satellite has been launched into space to test the suitability of timber as a renewable building material in future exploration of destinations like the Moon and Mars.

    Made by researchers in Japan, the tiny satellite weighing just 900g is heading for the International Space Station on a SpaceX mission. It will then be released into orbit above the Earth.

    Named LignoSat, after the Latin word for wood, its panels have been built from a type of magnolia tree, using a traditional technique without screws or glue.

    Researchers at Kyoto University who developed it hope it may be possible in the future to replace some metals used in space exploration with wood.

    “Wood is more durable in space than on Earth because there’s no water or oxygen that would rot or inflame it,” Kyoto University forest science professor Koji Murata told Reuters news agency.

    “Early 1900s airplanes were made of wood,” Prof Murata said. “A wooden satellite should be feasible, too.”

    If trees could one day be planted on the Moon or Mars, wood might also provide material for colonies in space in the future, the researchers hope.

    Along with its wood panels, LignoSat also incorporates traditional aluminium structures and electronic components. It has sensors on board to monitor how its wood reacts to the extreme environment of space during the six months it will orbit the Earth.

    Dr Simeon Barber, a space research scientist at the Open University in the UK, said: “We have to be clear that this is not a satellite completely made of wood… but the basic premise behind the idea is really interesting.

    “From a sustainability point of view, wood is a material that can be grown and is therefore renewable,” he told the BBC.

    “The idea that you might be able to grow wood on another planet to help you explore space or make shelters – explorers have always used wood to make shelters when they’ve gone to a new land.”

    Dr Barber said it wasn’t the first time that wood had been used on spacecraft.

    “We use wood – cork – on the re-entry, outer shell of vessels of spacecraft to help them survive re-entry into Earth’s atmosphere.”

    Russian and Soviet lunar landers used cork to help the rover have grip as it was descending to the surface, he added.

    “There’s nothing wrong with using wood in space – it’s using the right material for the right task.”

    He pointed out that wood has properties that are hard to control.

    “So from an engineering point of view it’s quite a difficult material to work with… I think wood’s always going to have a problem to make critical structures like parts of spacecraft where you need to predict how strong it’s going to be.”

    The researchers at Kyoto University hope using wood in making spacecraft could also be much less polluting than metal ones when they burn-up on re-entry at the end of their life.

    Experts have warned of the increasing threat of space junk falling to Earth, as more spacecraft and satellites are launched.

    Dr Barber acknowledged the space industry was under growing pressure over the amount of pollution it puts into the atmosphere but he was sceptical using wooden spacecraft could provide the answer.

    “In principle having materials such as wood which can burn up more easily would reduce certainly those metallic contaminants… But you may end up taking more material with you in the first place just to burn it up on the way down.”

  • Nuovo satellite Copernicus messo in orbita per continuare a fornire dati gratuiti sul nostro pianeta

    La Commissione ha lanciato il nuovo satellite Sentinel di Copernicus, denominato Sentinel-2C, per continuare a fornire gratuitamente dati e servizi di osservazione della Terra all’avanguardia a utenti pubblici e privati.

    L’accesso a dati ottici aggiornati consentirà a soggetti pubblici e privati di migliorare il loro processo decisionale e di affrontare meglio urgenti sfide ambientali quali incendi boschivi, inondazioni e siccità. Altri settori che beneficeranno di una maggiore fornitura di dati saranno l’agricoltura, il settore marittimo, la silvicoltura e non solo.

    Sentinel-2C sarà calibrato nei prossimi mesi, prima di diventare pienamente operativo e fornire le prime immagini del nostro pianeta. Il lancio è il risultato della collaborazione con partner fidati, l’Agenzia spaziale europea e Arianespace.

  • Tesla lavora alla commercializzazione di un robot umanoide entro il 2025

    Tesla sta ancora lavorando allo sviluppo del suo robot umanoide Maximus, ma punta a commercializzarlo entro la fine del prossimo anno. Lo ha dichiarato ieri l’amministratore delegato dell’azienda, Elon Musk. Tesla punta ad arrivare per prima al traguardo della commercializzazione di robot umanoidi, che potrebbero aiutare a far fronte alla carenza di manodopera per mansioni ripetitive o pericolose in settori come la logistica, lo stoccaggio, la vendita al dettaglio e la manifattura. Altre aziende, come Honda e Boston Dynamics, lavorano da anni allo sviluppo di robot umanoidi, e quest’anno Microsoft e Nvidia hanno sostenuto la startup Figure, che si propone di sviluppare robot umanoidi da impiegare negli stabilimenti produttivi statunitensi del costruttore di auto tedesco Bmw.

    Il costruttore di auto elettriche Tesla ha registrato un calo del fatturato pari al 9 per cento annuo nel secondo trimestre 2024, a 21,3 miliardi di dollari. Lo riferisce il quotidiano “Wall Street Journal”, ricordando che dall’inizio del 2024 il valore delle azioni di Tesla è calato complessivamente del 42 per cento. Per far fronte alla flessione delle vendite, l’azienda di Elon Musk intende accelerare la commercializzazione di nuovi modelli, puntando in particolare sulla guida autonoma: ieri Musk ha illustrato nuovi dettagli in merito ai piani di Tesla per la commercializzazione di robotaxi e reti dedicate al ride hailing, tramite flotte di autovetture di proprietà della stessa casa costruttrice. I piani illustrati da Musk sembrano aver restituito fiducia agli investitori, e ieri il titolo dell’azienda ha conseguito un rialzo superiore al 10 per cento dopo la chiusura del mercato.

    Tesla ha tagliato di circa 2mila dollari il prezzo unitario di tre dei suoi modelli più venduti a partire da venerdì 19 aprile, giorni dopo la chiusura del primo trimestre di esercizio dell’anno fiscale 2024 con risultati inferiori alle attese. I tagli, che sono entrati in vigore in tutti i mercati globali dell’azienda, seguono la pubblicazione della notizia secondo cui Tesla ha cancellato i piani per la commercializzazione della Model 2, un’auto elettrica con un costo unitario di circa 25mila dollari che doveva costituire un’offerta a più basso costo da parte del costruttore di proprietà di Elon Musk. Questi ha rinviato inoltre un viaggio in India, durante il quale avrebbe dovuto annunciare l’ingresso di Tesla in quel mercato dell’Asia meridionale.

    L’azienda ha annunciato la scorsa settimana che taglierà oltre il 10 per cento della sua forza lavoro a livello globale nel tentativo di contenere le perdite legate al rallentamento delle vendite dei veicoli elettrici. Lo ha comunicato lo stesso Musk in una email interna inviata ai dipendenti. “Come parte di questo impegno, abbiamo effettuato una revisione approfondita dell’organizzazione e preso la difficile decisione di ridurre il nostro organico di oltre il 10 per cento a livello globale”, ha scritto l’imprenditore. “Non c’è niente che odio di più, ma deve essere fatto. Ciò ci consentirà di essere snelli, innovativi e desiderosi di affrontare il prossimo ciclo di fase di crescita”, ha aggiunto, giustificando i tagli con la rapida crescita della compagnia e l’allargamento di numerose fabbriche internazionali, fase durante la quale in alcune aree si è verificata duplicazione di ruoli e di funzioni lavorative.

  • ‘Operazione satellite’, presentazione a Milano del libro di Frediano Finucci che racconta i conflitti invisibili dalla terra

    Martedì 19 marzo, alle ore 18, presso la Fabbrica del Vapore, a Milano, nell’ambito dei ‘Salotti dell’Intelligenceì, sarà presentato il libro-inchiesta Operazione satellite del giornalista Frediano Finucci, capo redattore economia ed esteri de La7. Con l’autore dialogheranno il giornalista e saggista Andrea Vento, moderatore della tavola rotonda, Novica Mrdovic Vianello, CEO e general Partner Add Value & Star Tech Ventures, (in collegamento) Simonetta Di Pippo, ‘Professor of Practice of Space Economy’, direttrice SEELab SDA Bocconi e l’astronomo Marco Langbroek che insegna alla Delf Techinical University “space situational awarness”, cioè la caccia ai satelliti.

    Nel libro, che è stato presentato al Parlamento Europeo di Bruxelles e all’Istituto Italiano di Cultura di Londra, Finucci ricostruisce, per la prima volta, con documenti inediti e fonti esclusive, le incredibili e sconosciute attività che accadono a centinaia di chilometri di distanza dalla terra. Dal ruolo di Elon Musk ai satelliti ‘fantasma’ mandati in orbita dalla Russia per intercettare e disturbare le comunicazioni dei satelliti occidentali, compresi gli attacchi informatici alle infrastrutture satellitari dell’Ucraina prima dell’invasione del Paese, agli esperimenti satellitari tra Russia e Cina. Un’inchiesta rigorosa e divulgativa che svela e spiega le ultime tecnologie satellitari, un tempo riservate solo a militari e governi, oggi disponibili anche a utenti non specialisti, con risvolti economici, sociali e geopolitici finora impensabili.

  • Borsa di studio presso gli Archivi storici dell’Unione europea per sostenere la ricerca sulla storia dell’Europa nello spazio

    Gli archivi storici dell’Unione europea stanno accettando domande per la borsa di ricerca post-dottorato dell’Agenzia spaziale europea (ESA).

    I ricercatori post-laurea in storia e scienze sociali, nonché gli accademici all’inizio della carriera, sono invitati a presentare domanda per il sostegno allo svolgimento di ricerche d’archivio sull’Agenzia spaziale europea e sulle sue organizzazioni precedenti, l’Organizzazione europea per lo sviluppo dei lanciatori (ELDO) e l’Organizzazione europea per la ricerca spaziale (ESRO), presso gli Archivi storici dell’Unione europea a Firenze, Italia.

    Nel 2023, sono particolarmente incoraggiate le proposte incentrate sulla Convenzione del 1975 che istituisce l’ESA, o sul periodo di elaborazione che ha preceduto la creazione dell’ESA utilizzando i documenti dei fondi depositati presso HAEU (ad es. ESC).

    L’ESA Post-graduate Research Grant nasce grazie a un accordo tra l’ESA e l’IUE. Nel 2023 saranno disponibili due borse di studio di € 5.000 ciascuna e i candidati selezionati saranno affiliati all’IUE durante la loro visita di ricerca a Firenze.

    La scadenza per la presentazione delle domande è il 31 luglio 2023. Per informazioni complete sui requisiti di ammissibilità, sulle modalità di candidatura e sulle condizioni della borsa, consultare la pagina Web della borsa di ricerca post-laurea dell’ESA (ESA Post-graduate Research Grant web page).

  • Dubbi

    Il direttore generale dell’Agenzia Spaziale Europea ha definito un successo incredibile il decollo di Starship anche se non si è separata dal razzo ed è riuscita a raggiungere solo la quota di 39 km invece dei 233 previsti. Le due parti hanno così cominciato ad oscillare e a cadere perciò, ad appena quattro minuti dal lancio, si è deciso, per evitare catastrofi, di fare esplodere la navetta e lo stadio superiore del Super Heavy.

    Anche l’amministratore capo della Nasa ha scritto “congratulazioni a Spacex etc etc”.

    Siamo come tutti consapevoli che le grandi innovazioni hanno bisogno di prove, esperimenti ed insuccessi per arrivare ai successi desiderati e certamente i tecnici e gli scienziati che Musk ha messo al lavoro sono persone di rare ed invidiabili capacità.

    I nostri dubbi riguardano due aspetti.

    Il primo: in un tema così delicato per il possibile futuro dell’umanità nello spazio quanto è accettabile, giusto, mentre già ci sono noti e meno noti, conflitti tra gli interessi delle varie potenze e super potenze, che uno o più privati diventino i capofila di esperimenti così determinanti? Quali possono essere le conseguenze? Certe scoperte, possibilità, non dovrebbero appartenere allo stato, cioè alla collettività, invece che a dei singoli pensando alle conseguenze in termini di potere?

    Il secondo aspetto riguarda l’arcinoto problema della tragedia ambientale che ha già cominciato ad abbattersi sulla terra e della quale, ogni giorno, vediamo le sempre più pericolose conseguenze.

    E’ corretto, accettabile che, mentre l’ecosistema vacilla, spinto ancor di più verso il baratro dalle conseguenze di quanto sta avvenendo per le guerra in Ucraina (milioni di proiettili, bombe, razzi), dagli esperimenti con armi nucleari e quant’altro che, distruggono l’ossigeno, inquinano inesorabilmente l’aria di tutti, modificano le temperature e le colture (basti pensare solo alle piogge acide), non si abbia la capacità di rinunciare, almeno per qualche tempo, ad esperimenti nello spazio?

    Nessuno mi risponda che di fronte alla conquista scientifica è poca cosa perforare in continuazione l’etere perché se è vitale per contrastare l’inquinamento impedire ai singoli, i pochi che ancora lo possiedono, di accendere un caminetto, per scaldarsi o per avere compagnia, se diventa proibito fumare anche all’aperto, se le macchine devono essere elettriche, e chi non può cambiarla dovrà andare a piedi, non si dica che non si può mettere una moratoria a questi continui esperimenti, almeno lo facciano i paesi civili.

  • Europa dello spazio più forte, accordo sui lanciatori

    E’ un’Europa dello spazio più forte e compatta, quella uscita dalla Conferenza Ministeriale dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa). Riuniti a  Parigi, la città che nel 1977 aveva ospitato la prima Ministeriale dell’Esa, i rappresentanti degli Stati membri, dell’Unione europea e delle organizzazioni europee attive nello spazio hanno decisamente rinnovato il sostegno ad attività e programmi italiani. Presenti anche gli astronauti dell’Esa, compresi Samantha Cristoforetti e Luca Parmitano. C’è stato anche un primo risultato importante che riguarda direttamente l’Italia, che nella Ministeriale è stata rappresentata dal ministro delle  Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.

    E’ stato “un buon inizio”, ha detto Urso, riferendosi al dichiarazione sul futuro quadro di utilizzo dei lanciatori europei firmata a Parigi, subito prima dell’apertura ufficiale dei lavori della Conferenza Ministeriale. La dichiarazione di intenti è stata firmata da Urso con i colleghi Bruno Le Maire per la Francia e Robert Habeck per la Germania.

    L’obiettivo è riequilibrare i finanziamenti relativi ai due nuovi lanciatori europei Ariane 6 e Vega C, in modo da garantire un ritorno all’industria italiana. “La dichiarazione riconosce la necessità di riequilibrare il modello che ha finora governato l’utilizzo dei due lanciatori europei Ariane6 e Vega C in cui l’industria italiana svolge un ruolo da protagonista. In particolare – ha osservato il ministro – la dichiarazione auspica una più ragionevole distribuzione di finanziamenti dell’Esa, che tenga conto dei rischi assunti dal ‘prime contractor’ di Vega C e che garantisca il ‘giusto ritorno’ all’intera filiera spaziale italiana e agli altri Stati membri che contribuiscono al successo dei 2 lanciatori”. I 3 ministri hanno inoltre convenuto sull’apertura del mercato commerciale europeo ai nuovi mini lanciatori che, in una prospettiva futura, potranno altresì beneficiare di commesse istituzionali dell’Esa.

    Con i lanciatori, sono stati numerosi e importanti i temi sul tavolo della Ministeriale: da risorse e strumenti avanzati per l’Osservazione della Terra e dalla Space Economy, alla partecipazione alla stazione spaziale nell’orbita lunare Gateway fino alla missione ExoMars diretta a Marte e alla generale riorganizzazione necessaria in seguito alla rottura della collaborazione con la Russia, dopo l’invasione dell’Ucraina. Le decisioni in merito sono attese domani, a conclusione dei lavori, e indicheranno la via che lo spazio europeo intende percorrere nei prossimi tre anni. Si dovrà decidere, per esempio, sull’aumento del finanziamento di circa il 25% rispetto a quello deciso nella Ministeriale del 2019.

    I 22 Paesi membri, all’unanimità hanno anche confermato la volontà di continuare a sostenere l’Esa. ”Insieme dobbiamo fare squadra”, ha detto il ministro francese Le Maire, riferendosi alla necessità di contrastare le ambizioni spaziali della Cina.

  • Nel 2025 operativa una fabbrica nello spazio

    Alla fine del 2025 si potrà produrre nello spazio. La prima fabbrica si chiama Rev1: è un veicolo spaziale, completamente autonomo, riutilizzabile e senza astronauti a bordo, che per produrre sfrutterà l’assenza di gravità. L’ha realizzata Space Cargo Unlimited, primo operatore commerciale privato in Europa per la produzione nello spazio, in collaborazione con Thales Alenia Space, grazie all’eredità dei programmi Space Rider e IXV commissionati dall’Esa. Ad annunciarlo sono stati Nicolas Gaume, ceo e co-fondatore di Space Cargo Unlimited, e Karine Courtin, consigliere di amministrazione della società, durante la New Space Europe Conference in Lussemburgo.

    Nel 2023 Space Cargo Unlimited-. fondata nel 2014 e nota per il lancio nel 2019 di vino rosso verso la Stazione Spaziale Internazionale per una missione di un anno – aprirà una sede a Torino per sviluppare Rev1 con Thales Alenia Space e farà una decina di assunzioni.

    Progettato per essere riutilizzabile per un massimo di 20 missioni, Rev1 sarà operativo alla fine del 2025. Il veicolo e i suoi carichi utili rimarranno nello spazio per una durata di 2 o 3 mesi a missione. Per finanziare lo sviluppo della fase 1 del programma Rev1, Space Cargo Unlimited raccoglie fondi da importanti società di venture capital, come Eurazeo, Expansion.

    La produzione nello spazio sarò la rivoluzione 5.0. E se la stima per la produzione spaziale è di 10 miliardi di dollari entro il 2040 (Morgan Stanley), Space Cargo Unlimited ritiene che, grazie a soluzioni come Rev1, il mercato potrebbe raddoppiare entro il 2035. “È un viaggio incredibile che Space Cargo Unlimited ha iniziato sette anni fa. Sono molti i settori industriali che ne trarranno beneficio, tra cui le biotecnologie, i prodotti farmaceutici, l’agricoltura e i nuovi materiali”, spiega Karine Courtin. “Oggi, realizziamo una pietra miliare e siamo orgogliosi di averlo fatto grazie alle innovazioni apportate dalla leadership dell’Esa (e dell’Asi) e al sostegno di un partner d’eccellenza come Thales Alenia Space. Rev1 è il risultato finale dei nostri esperimenti spaziali passati. Abbiamo fatto volare carichi utili con i principali operatori spaziali e ora stiamo facendo un ulteriore passo avanti per impegnarci nella nuova rivoluzione industriale spaziale a beneficio della vita della Terra” sottolinea Gaume.

  • Primo test per difendere la Terra dagli asteroidi

    Finora poter deviare la traiettoria di un asteroide minaccioso per la Terra era fantascienza, ma qualche notte fa è accaduto davvero a 13 milioni di chilometri dalla Terra, nel primo esperimento di difesa planetaria. Alle 1,14 italiane la sonda Dart (Double Asteroid Redirection Test) della Nasa impatterà contro il piccolo asteroide Dimorphos per deviarne la traiettoria, mentre il minisatellite LiciaCube dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) sfreccerà sul luogo della collisione per catturare le primissime immagini e i dati, come un fotoreporter cosmico.

    Finanziato dall’Asi e realizzato dall’azienda Argotec di Torino, LiciaCube è il frutto di un grande gioco di squadra al quale partecipano Istituto Nazionale di Astrofisica, Politecnico di Milano, Università di Bologna, Università Parthenope di Napoli e Istituto di Fisica Applicata ‘Nello Carrara’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Ifac). Lanciato il 24 novembre 2021 con la sonda Dart, LiciaCube è già vicina a un primato: quello di “primo satellite tutto italiano a operare in totale autonomia da una distanza alla quale nessun veicolo italiano si era mai avventurato, e che sarà gestito da un centro di controllo in Italia”, ha detto all’Ansa Simone Pirrotta, responsabile della missione LiciaCube per l’Asi.

    “Mentre la sonda Dart si avvicinerà al suo obiettivo, continuerà a catturare immagini dell’asteroide fino a pochi secondi prima dell’impatto, poi il segnale si interromperà”, ha detto Pirrotta poco prima del test. Quel silenzio sarà il segnale che la sonda non è  più funzionante e che probabilmente avrà raggiunto il suo  obiettivo. “In quel momento – ha osservato l’esperto – LiciaCube sarà a poco meno di mille chilometri dal punto dell’impatto e potrebbe vedere un leggero aumento della luminosità”. Non è però sicuro che questo possa accadere in quanto gli strumenti di LiciaCube acquisiscono le immagini con una cadenza prestabilita. Se l’impatto dovesse accadere in uno dei momenti previsti per l’acquisizione delle immagini, allora “questo sarà un valore aggiunto”.

    Il minisatellite italiano comincerà a catturare le prime immagini a partire da 3 minuti dopo l’impatto di Dart, che arriveranno a Terra dopo alcune ore. Alla velocità di 6 chilometri al secondo, LiciaCube dovrà modificare il suo assetto per catturare le immagini del luogo dell’impatto: “sarà come guidare in autostrada e girare la testa per guardare un oggetto fermo al lato della strada”, ha detto Pirrotta. “Con il suo reportage in tempo reale, LiciaCube fornirà informazioni quantitative sull’efficacia della tecnica di deflessione, cosa che ai telescopi basati a Terra richiederà un certo tempo, e sulla natura dell’asteroide”, ha detto ancora Pirrotta. Poco dopo il minisatellite si allontanerà, rivolgendo i suoi strumenti verso il lato dell’asteroide che Dart non ha potuto vedere: in modo da” ricostruire la forma dell’asteroide per classificarlo scientificamente”.

    Sarà l’inizio di una nuova stagione di missioni dedicate alla difesa planetaria: dopo Dart, nel 2024 l’Agenzia Spaziale Europea (Esa) prevede di lanciare Hera, la missione che dovrà esaminare e misurare il cratere lasciato dall’impatto di Dart e raccogliere dati su composizione e massa dell’asteroide. Con Dart e LiciaCube, Hera fa parte della collaborazione internazionale Aida (Asteroid Impact and Deflection Assessment), nella quale confluiranno i dati raccolti nelle tre missioni.

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