tutela

  • Aumentano le pene per i maltrattamenti agli animali

    Finalmente è in vigore la nuova legge a tutela degli animali per la quale, interpretando il pensiero della maggioranza degli italiani, si sono tanto spesi l’on. Brambilla ed i componenti dell’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali.

    Come avevamo già scritto sul Patto, quando doveva ancora esserci la votazione finale, la legge riconosce a tutti gli animali lo status di esseri senzienti e che, come tali, hanno diritti che devono essere rispettati e tutelati.

    Le pene aumentano, anche quelle detentive, per i maltrattamenti, fino a due anni di carcere e trentamila euro di multa, e se l’animale è ucciso si può arrivare a quattro anni di carcere e sessantamila euro di multa.

    Se saranno riscontrate delle aggravanti, se il reato è commesso davanti ad un minore, se le immagini dei maltrattamenti sono diffuse via social, se sono più animali a subirli vi sarà un aumento di un terzo della pena.

    Alle organizzazioni criminali che organizzano gare, lotte, scommesse con e su animali e si arricchiscono con il commercio clandestino di cuccioli sarà applicato il codice antimafia sia livello personale che patrimoniale.

    Nella nuova legge vi è anche il divieto di tenere i cani alla catena.

    Un grande passo avanti è stato fatto mentre ancora c’è molto da fare per controllare meglio lo stato dei canili e dei rifugi, molti infatti sono dei lager, e per contrastare la triste piaga degli abbandoni e del randagismo ma siamo fiduciosi che si faranno altri passi importanti

  • Animali: aumentate le pene per chi li maltratta e li uccide

    Ormai è noto che la violenza contro gli animali dimostra la presenza, negli umani, di un’aggressività e una violenza interpersonale pericolosa per tutti, sia essa si sia già manifestata o che sia prodromo di comportamenti antisociali.

    Finalmente anche il legislatore si è accorto della necessità di riformare le norme e con la proposta di legge approvata, nei mesi scorsi, alla Camera dei Deputati si sono date nuove risposte, anche tenendo conto che la Cassazione aveva già dichiarato, in più pronunce, che gli animali vanno tutelati in quanto esseri viventi suscettibili di tutela diretta.

    Sono aumentate, per chi uccide animali, le pene detentive, con multe fino a trentamila euro, pene e multe che aumentano nel caso di sevizie.

    Sono finalmente aumentate anche le pene per i maltrattamenti, carcere e multe, così come quelle per le competizioni non autorizzare o per i combattimenti che, ovviamente, sono assolutamente vietati ma rappresentano ancora un grosso business per la malavita, saranno puniti anche coloro che parteciperanno come spettatori.

    Per tutti questi reati le pene aumentano se i fatti avvengono davanti a minori, nei confronti di più animali o i reati sono diffusi attraverso la rete.

    Altro traguardo raggiunto dalla legge è la maggiore punizione per chi uccide o ferisce animali altrui.

    Le associazioni, riconosciute dal Ministero della Salute, potranno impugnare giudizi cautelari, presentare appello e istanza di riesame in merito a sequestri.

    Le misure di prevenzione del codice antimafia diventano applicabili a chi organizza combattimenti tra animali o a chi organizza il traffico illegale di cuccioli, o di animali non in possesso del passaporto e del microchip.
    Nel caso di traffici illegali chi è sorpreso per tre volte a introdurre illegalmente animali perde anche la licenza di trasportatore o la licenza commerciale.

    La legge introduce anche il divieto di tenere cani alla catena e aumentano le pene pecuniarie per chi abbandona un animale o lo detiene in condizioni antigieniche e disagiate. Con il nuovo codice della strada l’abbandono di un animale porta anche la sospensione della patente.

    L’uccidere, il catturare o il detenere animali di specie protetta portano ad aumenti di pena.

    Ora bisogna che lo Stato, attraverso le forze di Polizia e la collaborazione con gli enti territoriali, intensifichi i controlli e dia anche il via ad una campagna di sensibilizzazione in sinergia con le meritevoli associazioni che da anni si battono in difesa dei diritti degli animali e del rispetto dell’ecosistema.

  • Anima Natura

    Per coloro che amano gli animali la buona notizia è che l’anno scorso è stata aperta al pubblico ‘Anima Natura’: 70 ettari di territorio brado, con tantissimi animali salvati dalla sofferenza che sono tornati a vivere in sicurezza e nella massima libertà possibile.

    ‘Anima Natura’ è sulle colline dell’Amiata maremmana, in Toscana, il centro è diretto da un veterinario che da decenni ha la missione di recuperare animali sofferenti.

    Ad ‘Anima Natura’ ci sono tigri, leoni, zebre, scimmie, cammelli oltre ovviamente a cervi, capre e vitelli. Sono tutti animali salvati dai laboratori o confiscati alla criminalità organizzata o ai circhi. C’è anche un branco di lupi ibridi.

    Gli animali sono affidati al centro/rifugio da associazioni come Wwf, Lav, la britannica Born Free, la francese One Voice e anche dallo stesso ministero.

    Il luogo merita una visita, che si può fare guidati dal personale di ‘Anima Natura’ e consentirà di vedere come finalmente tanti animali sono tornati a vivere in sicurezza, in un ambiente e con un panorama suggestivi anche per gli occhi di noi umani.

  • La Commissione e le autorità nazionali adottano misure per proteggere i minori dalle pratiche dannose nei videogiochi

    Coordinata dalla Commissione europea, la rete di cooperazione per la tutela dei consumatori ha avviato un’azione di esecuzione nei confronti di Star Stable Entertainment AB allo scopo di garantire un’esperienza più sicura e trasparente per i giocatori di Star Stable Online. La rete ha chiesto alla società di fornire informazioni sulle pratiche commerciali che i minori potrebbero incontrare nel gioco online. Con questa azione, la rete di cooperazione per la tutela dei consumatori sottolinea la necessità di adattare i videogiochi e le loro pratiche commerciali ai minori e di non sfruttarne le vulnerabilità. Star Stable Entertainment AB dispone ora di un mese per rispondere per iscritto alle questioni evidenziate nella posizione comune della rete e proporre impegni in merito.

    La rete di cooperazione per la tutela dei consumatori inoltre ha presentato una serie di principi fondamentali per aiutare il settore dei videogiochi a conformarsi alle norme europee di protezione dei consumatori relative alle valute virtuali nei giochi. Questi principi fondamentali contribuiranno a produrre un’esperienza più sicura e più trasparente per i giocatori. La Commissione organizzerà un seminario in cui le società di videogiochi operanti nell’UE saranno incoraggiate a presentare misure concrete per attuare tali principi fondamentali. La rete di cooperazione per la tutela dei consumatori monitorerà i progressi e, se le pratiche dannose continueranno, potrà adottare ulteriori misure.

    Michael McGrath, Commissario per la Democrazia, la giustizia, lo Stato di diritto e la tutela dei consumatori, ha dichiarato: “I minori trascorrono molto tempo online, giocano e interagiscono sui social media. Ciò li rende un bersaglio attraente per gli operatori commerciali e gli inserzionisti. È fondamentale garantire un ambiente online sicuro per i consumatori, in particolare i minori, affinché possano usufruire dei giochi senza dover far fronte a pratiche sleali. Sostengo gli sforzi della rete di cooperazione per la tutela dei consumatori e accolgo con favore la possibilità di collaborare con il settore del gioco per proteggere i consumatori e i minori“.

  • In 50 anni ridotta del 73% la popolazione animale

    Il 3 marzo è, dal 1973, la giornata mondiale dedicata alla fauna selvatica. In quell’occasione venne sottoscritta la convenzione di Washington sul commercio di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione. Pur non sempre rispettata segnò un passo decisivo nel sancire che la natura è patrimonio di tutti e che deve essere tutelata a livello globale.

    Purtroppo il rapporto sia del WWF che della società zoologica di Londra, uscito ad ottobre, certifica che negli ultimi cinquanta anni si è perso il 73% della popolazione animale e che un milione di specie sono a rischio.

    Si spende troppo poco per aiutare e difendere la natura e molti, come gli Stati Uniti, sono vicini ad un ulteriore disimpegno dimenticando due fattori, uno economico e l’altro, ancora più importante, vitale.

    Senza l’equilibrio dell’ecosistema non c’è in futuro vita neppure per l’essere umano, per quanto riguarda l’aspetto economico vi sono diversi paesi che proprio dalla natura e dagli animali ricavano un importante introito anche dal punto di vista del turismo.

    A Ginevra le Nazioni Unite propongono di mobilitare 200 miliardi all’anno con approcci innovativi per convertire i debiti nazionali in fondi per la conservazione perché la perdita di biodiversità è una minaccia anche per la stabilità finanziaria.

    Speriamo che questo sia chiaro anche a coloro che vorrebbero sterminare lupi ed orsi invece di organizzare i territori ed educare le persone alla reciproca convivenza.

  • Reati contro gli animali: leggi e cultura del rispetto

    In novembre il Parlamento ha approvato, in prima lettura, una proposta di legge di modifica del codice penale e di procedura per migliorare la disciplina in materia di reati contro gli animali.

    Dobbiamo però ricordare, in attesa della definitiva approvazione, che inasprire le pene non basta, Infatti, nonostante le precedenti leggi in materia, del 2004 e del 2010, non si è avuto un sensibile calo dei maltrattamenti, spesso molto gravi, contro gli animali.

    La Corte di Cassazione, nel 2016, aveva sancito che il legislatore, inserendo il concetto di sofferenza dell’animale, aveva espresso la scelta di considerare gli animali come esseri viventi suscettibili di tutela diretta.
    Nella nuova proposta di legge, approvata in prima lettura, si prevede che la tutela penale avrà per oggetto ogni singolo animale in quanto essere senziente e perciò soggetto riconosciuto e protetto dall’ordinamento penale, a prescindere dal suo eventuale legame con l’essere umano.
    Tra i principi fondamentali della nostra Costituzione la tutela degli animali fa parte dei principi supremi, che appartengono all’essenza dei valori sui quali poggia  la Costituzione italiana.
    In verità però sono ancora troppi i casi nei quali le violenze sugli animali non trovano la giusta corresponsione delle  pene previste e, sempre troppo spesso, sono solo le associazioni animaliste a fare le denunce e a costituirsi nei procedimenti.
    Inoltre le norme sono completamente disattese in molti campi, basti pensare a quegli allevamenti intensivi dove gli animali sono trattati con estrema brutalità e le condizioni sono tali da poter portare anche conseguenze negative agli umani.
    Né può essere dimenticato come vi siano ancora casi di vivisezione, di sperimentazione cruenta, di sevizie ed abbattimenti ingiustificati di animali selvatici.
    Abbiamo bisogno di leggi adeguate e giuste e in parte ne abbiamo ma se non si applicano sono inutili, restano buone intenzioni sulla carta.

    Se insieme  a nuove leggi, ed alla loro celere applicazione, non saremo capaci di estendere, a tutto campo, partendo dalle scuole, la cultura del rispetto verso gli altri esseri senzienti che abitano la terra e che, con la loro esistenza, garantiscono l’equilibrio dell’ecosistema e la nostra stessa vita, non impediremo le tante inutili sofferenze che gli animali subiscono ogni giorno e sempre di più creeremo problemi anche a noi stessi.

  • Il lupo non un pericolo ma è in pericolo

    Spesso in questi ultimi tempi sono aumentate le richieste di aprire la caccia al lupo, di togliere il lupo dalle specie protette perché il loro numero è in aumento.

    Sommessamente ma a ragion veduta e con caparbia costanza continuiamo a sostenere che l’aumento del numero dei lupi è gran parte dovuto alla fantasia, alla voglia dei cacciatori di sparare a qualcosa di più impegnativo della lepre e di meno pericoloso del cinghiale, e che se si vede qualche lupo sceso più a valle questo è dovuto a ben note ragioni.

    Sappiamo infatti che i lupi inseguono caprioli e cinghiali e che questi animali sono ormai arrivati ai bordi dei paesi e delle città a cause delle molte immondizie abbandonate o dei cassonetti non chiusi ermeticamente, così come sappiamo che molti allevatori invece di smaltire correttamente le carcasse di animali morti e le placente attraverso i canali che la legge prevede per evitare anche un piccolo esborso di denaro le buttano sui letamai attirando così i lupi vicino agli allevamenti.

    Qualunque, anche superficiale, studioso della nature sa bene che delle nuove cucciolate della coppia alfa, l’unica che può riprodursi, pochi arrivano all’anno di età perché molti soccombono per tutti i pericoli e le malattie che esistono in natura, non ultima la rogna che corrodendo il pelo dei cuccioli li condanna a morte per ipotermia.

    Se a tutto questo aggiungiamo i lupi uccisi sulle strade, quelli vittima del bracconaggio, delle trappole e delle sevizie di alcuni sciagurati è facile capire che il problema lupi è un problema minimale anche per gli allevatori, se hanno l’intelligenza e la volontà di dotarsi di quei presidi di sicurezza che per altro sono loro offerti gratuitamente come i cani da guardiania.

  • Centri storici tra crisi, trasformazioni e buone pratiche europee

    L’identità dell’Europa è tracciata in larga parte dalle sue città e delle città, come di questa identità del continente, i centri storici ne costituiscono il cuore. Tuttavia non esiste una vera riflessione da parte delle istituzioni europee sulla dimensione metropolitana, e anche le misure di sostegno sono relativamente scarse rispetto a quanto elargito ad altri settori – agricoltura, politica regionale del territorio, pesca. I centri storici rappresentano, soprattutto in Italia, il talismano della città, il territorio che raccoglie i principali monumenti, le glorie e le ragioni dell’orgoglio di una città. Con la trasformazione della società, i centri storici sono stati e sono destinati ancora a importanti cambiamenti; di questi, il segno principale è stato in Italia la chiusura al traffico o una sua limitazione. In buona parte questa scelta è restata la sola misura di qualificazione del centro storico – come se essa bastasse.

    Una soluzione all’italiana, perché una dimensione europea deve tener conto di un certo numero di esigenze:

    • Prioritaria è la difesa della salute dei Cittadini, provvedendo a misure che limitino l’inquinamento, atmosferico come acustico, reso più pernicioso dalle misure ristrette delle strade antiche. A queste in buona parte si ovvia proprio con un accesso limitato ai mezzi di trasporto; ma non solo: occorre anche investire sulla riconversione dei mezzi di trasporto, in particolare pubblici, sfruttando anche i finanziamenti europei disponibili per dotare autobus e altri veicoli pubblici con impianti elettrici. Tuttavia altro deve essere fatto in questa direzione: taxi-collettivi e perfino risciò. Decoro: il centro storico deve essere il biglietto da visita della città. Occorre procedere a una mappatura dei restauri da effettuare e trovare le migliori forme di co-finanziamento private e pubblico, e anche europeo attraverso fondi diretti, e recuperare, anzi valorizzare dal punto di vista sia estetico che dell’impiego, gli edifici non solo storici ma anche quelli dell’architettura minore. Una regolamentazione sui colori da usare e anche su alcuni criteri per fissare le insegne sono altri strumenti essenziali.
    • Vita: il centre storico ha un senso solo se è Per questo occorre mantenere alcune funzioni dei servizi pubblici – uffici comunali, banche, posta – ma soprattutto permettere ai negozi di poter lavorare nelle migliori condizioni. Un coinvolgimento con le categorie è fondamentale. Un centro chiuso ma accogliente per il passeggio, ben restaurato, illuminato, può creare ottime opportunità commerciali. Percorsi tematici, carte di acquisto comune e formule di agevolazioni, giornate o settimane dedicate, aiutano a sollecitare delle nuove forme di fare acquisiti, sempre basate su un’identità peculiare al centro storico – “i negozi del quartiere”.
    • Cultura: il commercio e i servizi però sono solo una gamba, perché il centro ha bisogno di affermare la sua vocazione culturale. Meglio dieci iniziative diffuse per le strade che una sola più eclatante ma riservata a pochi. Gli spazi degli edifici pubblici – centri civici, uffici comunali, piazze pedonali o altro – devono trasformarsi in altrettante occasioni di incontro, laboratori creativi, spazi espositivi. In queste il ruolo principale è quelle delle associazioni, alle quali si possono dare in concessione la gestione di specifici spazi.
    • Sostenibilità: il centro deve essere luogo del futuro. Pannelli solari – regolando la questione dei divieti da parte delle sovrintendenze-abbattimento delle barriere architettoniche, panchine per anziani, bagni pubblici, fontanelle: tutto questo è necessario per rendere il centro facile da usare, per la terza età, per genitori con passeggini, per turisti.
    • Parcheggi e mobilità: è il problema principale. II successo degli outlet dimostra, al di là della convenienza degli acquisti, che la facilità di parcheggio è un pezzo irrinunciabile del successo. La costruzione di un parcheggio non è mai cosa facile, e a seconda della sua collocazione occorre predisporre biciclette in prestito, autobus elettrici, percorsi pedonali. Il piano dei parcheggi costituisce l’investimento più oneroso, anche perché la formula delle generose concessioni a società private che si accollano la maggior parte delle spese di costruzione, comporta spesso dei prezzi per la sosta che non incentivano gli utenti.

    Tutti questi elementi, nessuno escluso, devono far parte di un approccio globale, che metta insieme le varie sfide in modo integrate. Un tale metodo è anche la condizione migliore per rivolgersi alla Commissione Europea per ottenere dei finanziamenti. Numerosi sono i programmi di finanziamento disponibili, altrettanti tasselli per realizzare un centro storico a misura d’uomo. In alcuni casi occorre una collaborazione tra enti locali o imprese e università in altri la creazione di consorzi internazionali. Ma tutte le esigenze di un centro storico possono essere soddisfatte con i finanziamenti europei, a patto di conoscere le regole di fondo dell’euro-progettazione. Dunque bisogna lavorare con metodo, coinvolgendo vari attori – associazioni di categoria, volontariato, operatori culturali, forze dell’ordine, comitati di cittadini – e mettere insieme un disegno complessivo.

    Spetta alle amministrazioni comunali farsi carico del coordinamento di queste lavoro, per far capire che tutti devono prendere parte a una decisione, nei rispettivi ruoli, e che chiudere una strada al traffico e basta è spesso indispensabile ma semplicistico. Nelle città ad alto flusso turistico queste strade pedonali si trasformano spesso in un mercificio che tradisce i connotati storici e allontana i residenti; in quelle meno battute dal turismo di massa, il centro storico si svuota di negozi e di residenti. Due forme di un medesimo deserto contemporaneo, tutt’altro che irresistibile perché, a volerle usare, ci sono idee e risorse per trasformare i centri “storici” in centri di vita.

  • Nemici di abbattere

    Così Fugazzi ha colpito ancora  anticipando una uccisione, che probabilmente gli sarebbe stata vietata, e  ha dato il suo ordine di abbattere l’orsa tanto odiata.
    Non si smentisce mai e il suo desiderio di eliminare, con ogni mezzo, gli orsi è più forte di tutto, sete di sangue ed incapacità di gestire il territorio visto che ancora oggi, a distanza di anni, non ci sono i cassonetti dell’immondizia che dovrebbero essere predisposti per impedire ai selvatici di abituarsi a mangiare gli avanzi e di essere così sempre più vicini all’abitato.

    Lupi, orsi, tutti gli animali che garantiscono l’equilibrio dell’ecosistema sono per Fugazzi nemici da abbattere, ci dispiace che un’area dell’Italia così bella e civile abbia personaggi come Fugazzi a decidere di vita e di morte e del futuro del territorio.
    Speriamo non se la prenda anche con le volpi, vegetariane all 80% come gli orsi, e poi non passi anche agli scoiattoli, rei di rubare noci e nocciole e il cui pelo gli servirebbe per cappelli alla David Crochet da regalare ai suoi fans.
    Non sarà che a Fugazzi piace mangiare la carne d’orso?

  • La Commissione pubblica nuovi orientamenti per fare maggiore chiarezza sui diritti dei passeggeri aerei

    La Commissione europea ha pubblicato orientamenti interpretativi aggiornati sui diritti dei passeggeri aerei. Tali orientamenti mirano ad accrescere il rispetto e a promuovere un’applicazione coerente della normativa da parte delle autorità nazionali. Dal 2016 la Commissione fornisce orientamenti per rispondere alle preoccupazioni comuni sollevate dagli organismi nazionali di controllo, dai passeggeri e dalle relative associazioni e dai rappresentanti del settore. L’aggiornamento tiene conto tra l’altro delle sentenze pronunciate dalla Corte di giustizia dal 2016 a oggi, chiarendo alcune disposizioni. Sono stati inoltre pubblicati orientamenti riveduti sui diritti dei passeggeri con disabilità e a mobilità ridotta durante i viaggi aerei.

    Sebbene i diritti dei passeggeri siano definiti a livello dell’UE, la loro applicazione spetta ai fornitori di servizi di trasporto e la loro attuazione è responsabilità degli organismi nazionali. Le discrepanze tra le prassi nazionali possono generare confusione nei passeggeri, in particolare per quanto riguarda i viaggi transfrontalieri. Trovare un’assistenza adeguata può essere difficile.

    Una nuova indagine Eurobarometro rivela che molti europei si sentono ancora male informati sui diritti dei passeggeri anche se, rispetto a cinque anni fa, la loro consapevolezza è aumentata.

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