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Il patrimonio olimpico

Le Olimpiadi, specialmente quando vengono disputate in piccole località turistiche, rappresentano sicuramente un’occasione unica.

Nel caso delle prossime Olimpiadi 2026 sicuramente anche per il bellunese l’occasione si presentava decisamente interessante ed importante nel senso di un nuovo potenziale economico e specificatamente turistico. Non andrebbe infatti dimenticato che una delle motivazioni giustamente addotte per sostenere la candidatura nel 2018 di Cortina d’Ampezzo come sede delle prossime Olimpiadi 2026 era stata indicata anche nella certezza che questa stupenda manifestazione mondiale si sarebbe potuta rivelare un importante volano nel tentativo di bloccare lo spopolamento delle comunità montane.

Viceversa, un articolo del 13 febbraio 2024 del Corriere delle Alpi dimostra semplicemente come già ora il primo obiettivo sia stato clamorosamente mancato in quanto viene certificato l’abbandono da parte dei giovani bellunesi dell’intera provincia verso zone ad intensità lavorativa maggiore.

Nessun effetto si è concretizzato evidente nei cinque anni dall’assegnazione dei giochi all’interno della provincia di Belluno nella quale, invece, si vede confermato il fenomeno dell’esodo giovanile in cerca di lavoro e di condizioni migliori.

Neppure la tanto contrastata realizzazione della prossima pista di bob nella Conca, per la quale verranno impegnati degli operai norvegesi, ha dato un minimo di respiro all’occupazione bellunese. Il tutto avviene clamorosamente con una implicita approvazione dei sindacati di categoria i quali dovrebbero avere, invece, come primo obiettivo lo sviluppo delle opportunità di lavoro per i residenti. Questo silenzio, infatti, certifica di fatto l’assenso delle maggiori organizzazioni sindacali alle importazioni di manodopera in sostituzione di quella italiana.

Tornando agli effetti sul territorio, avendo mancato quello occupazionale si potrebbe sperare, allora, nel valore aggiunto offerto come “Patrimonio Olimpico” il quale si compone essenzialmente, oltre l’evento sportivo, della rivalutazione degli asset esistenti e con l’inaugurazione di nuovi impianti per le discipline olimpiche invernali.

In questo contesto andrebbe considerato l’aspetto fortemente polemico e divisivo che l’allestimento della pista di bob negli ultimi cinque anni ha creato non solo all’interno della comunità ampezzana, ma con degli effetti devastanti in termini di immagine anche a livello internazionale in quanto si sta arrivando ad avere il CIO espressamente contrario alla realizzazione della nuova pista.

Allora a livello di semplice comunicazione l’obiettivo di una rivalutazione complessiva del paese e delle località (*) che ospiteranno le competizioni olimpiche risulta già ampiamente compromesso. Non solo a causa dei ritardi certificati ed evidenziati persino dagli stessi esponenti della maggioranza in regione, come il leader di Forza Italia, ma soprattutto perché l’evento olimpico si dimostra un elemento divisivo e non più di unità per un intero paese attorno ai contenuti valoriali olimpici. Le Olimpiadi rappresentano un momento meraviglioso di confronto agonistico all’interno però di un contesto che presenta dei valori umani, etici e sportivi molto chiari. A cinque anni dalla loro assegnazione invece il percorso verso la loro realizzazione sta assumendo i contorni di un semplice gioco di finanza e spesa pubblica (**) ma privo di impatti positivi per il territorio sia professionali che lavorativi e soprattutto ancora privi di un barlume di programmi gestionali post olimpici. In ultima analisi, poi, disperdere questo patrimonio rappresenta un delitto nei confronti del territorio bellunese, veneto e nazionale.

(*) Valutata in modo decisamente ambizioso in oltre 1 miliardo dall’università di Venezia

(**) Qualcuno disse: “Saranno Giochi ad impatto zero e diffusi con costi notevolmente inferiori rispetto alle precedenti”. Ad ora, a due anni dall’inaugurazione, siamo già arrivati a 3,2 miliardi di cui 2,8 finanziati dallo Stato

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