Tutto continuerà come prima?
La follia, la spregiudicatezza, l’ignoranza, l’avidità di un uomo hanno procurato la tragica morte di tre vigili del fuoco, hanno spezzato la vita delle loro famiglie creando voragini di disperazione e dolore. Li abbiamo ricordati dicendoci ancora una volta di quanto coraggio ci voglia a domare incendi, a scavare sotto le macerie, a mettere a repentaglio vita e sicurezza per salvare altre vite.
Ma dopo le cerimonie, le parole, gli articoli, per noi tutto tornerà come prima mentre nelle loro case resterà il buio della loro assenza.
La follia, l’odio, la crudeltà e la vigliaccheria hanno ferito in modo gravissimo i nostri soldati a Kirkuk, in Iraq. Ancora una volta uomini coraggiosi sono stati colpiti dall’Isis e da quel terrorismo che da anni miete vittime. Il dolore e la rabbia sono forti mentre pensiamo a quei militari che, dopo anni di addestramento e di pericoli affrontati e vinti, si trovano ora invalidi, pensiamo alle loro famiglie che si sono trovate sbattute con i nomi in prima pagina senza che alcuno pensasse ai rischi che ne possono derivare. Ma per noi tutto tornerà come prima.
O forse no? Forse ci possono essere modi diversi con i quali la politica e l’informazione possono affrontare queste tragedie? Forse c’è un modo anche per noi cittadini di provare a non dimenticare, di provare a dare una solidarietà che non si esaurisca in una lacrima o in un fiore? Forse possiamo chiedere di più alle istituzioni e chiedere di più a noi stessi, forse possiamo anche semplicemente, quando incontriamo una persona in divisa, dirgli grazie perché sta servendo il suo, il nostro Paese, la comunità civile nel mondo, la nostra vita messa troppo a rischio sia dalle calamità naturali che dalla scelleratezza di altri uomini.
Noi possiamo fare che non sia più come prima, possiamo provare a migliorare noi e le cose intorno, basta volerlo e poi farlo.