Il mare e il cielo di Piero Guccione in mostra a Mendrisio
Il Museo d’arte di Mendrisio inaugura la stagione primaverile con la prima retrospettiva post mortem dedicata al grande maestro siciliano Piero Guccione. Dal 7 aprile al 30 giugno sarà possibile visionare, attraverso l’esposizione di 56 capolavori, tra oli e pastelli, il viaggio attorno al mare di Guccione, a partire dal 1970 fino alla conclusione del suo percorso. Nato nel 1935 a Scicli e scomparso di recente, è stato tra i maggiori protagonisti della pittura italiana del secondo Novecento. Tutta la sua opera è stata caratterizzata dalla presenza del mare, o meglio, dallo sguardo che egli aveva deciso di rivolgere al mare per raccontarlo nella sua straordinaria bellezza e potenza. Luce e azzurro, potenza del mare e del cielo, questi gli emblemi dell’arte di Guccione che, nel dipingerli, sottolinea tutta la sua attrazione per la forza e il colore di quell’impercettibile linea che divide i due elementi infiniti. Ed è questa impercettibilità che ha sempre cercato di riportare sulla tela. Come scrisse Alberto Moravia, che ne colse bene l’essenza: «Guccione non illustra figure e situazioni, ma cerca anzi di ridurre il più possibile il riferimento illustrativo…si è messo fuori dalla storia, si è tenuto alla passione che è di tutti i tempi e di tutti i luoghi e a quella soltanto».
Questo “mettersi fuori dalla storia” ha portato l’artista a prediligere, oltre all’olio, l’uso del pastello, mezzo che scopre tra il 1973 e il 1974 come tecnica “veloce”, in alternativa, o meglio in sostegno al lento procedere dell’olio. Da quel momento in avanti il pastello assume sempre più importanza nella sua opera, dandogli modo di esprimere un’emozione più immediata e diretta, animando la natura e trasferendo alla natura i sentimenti e le passioni umane, dalla gioia al dolore, dalla malinconia all’indignazione.
Guccione ha portato la sua ricerca ai limiti dell’astrazione, restando tuttavia ben ancorato alla realtà. Persino nelle ultime opere dove la rarefazione è condotta all’estremo e il senso di vuoto diventa qualità principale, egli vuole e sa rimanere pittore di un’antica tradizione radicata nel dato realistico, figurativo.
La scelta delle opere è stata curata dal Museo d’arte Mendrisio in collaborazione con l’Archivio Piero Guccione.