La Cina non ricicla più la plastica europea, Bruxelles vara una nuova strategia
La Commissione europea ha varato una nuova strategia sulla plastica, con l’obiettivo di arrivare ad avere il 100% di imballaggi riciclabili entro il 2030 così da riciclare per quella data il 55% di tutta la plastica. Oggi di 25,8 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica prodotti ogni anno solo il 30% viene riciclato, il 31% finisce in discarica e il 39% viene incenerito. «Dobbiamo intervenire per creare un’economia per la plastica circolare ed evitare di mettere sul mercato prodotti che si confezionano in 5 secondi, si usano per 5 minuti e poi ci mettono 500 anni per smaltirsi nell’ambiente» ha detto il vicepresidente della Ue, Frans Timmerman.
Tra le 75mila e le 300mila tonnellate di microplastica vengono rilasciate nell’ambiente in Europa ogni anno ed in tutto il mondo la plastica rappresenta l’85% dei rifiuti marini. Si stima che solo il 5% del valore degli imballaggi in plastica viene mantenuto, il resto viene perso dopo un brevissimo primo utilizzo, con una perdita economica tra i 70 e i 105 miliardi di euro l’anno.
Secondo il documento della Commissione la plastica riciclata copre solo il 6% del mercato. L’85% della plastica utilizzata viene mandata in Cina, per essere trattata, ma Pechino ha da poco deciso di fermare l’importazione della plastica europea.
A fronte di questo quadro, Bruxelles propone un’etichettatura più chiara per distinguere ciò che è biodegradabile da ciò che è compostabile e multe molto più salate per chi disperde plastica in mare. Ma sopratutto propone che gli imballaggi vengano progettati per durare e per essere riutilizzati il più a lungo possibile e mette sul piatto finanziamenti per 100 milioni di euro fino al 2020 per lo sviluppo di imballaggi “verdi” riutilizzabili e riciclabili (con creazione di 200mila posti di lavoro, a detta di Bruxelles). Sempre per il 2030, la Ue vuole arrivare a ridurre da 90 a 40 l’anno l’uso di borse di plastica per persona.
Secondo quanto riporta il Financial Times, peraltro, i produttori di beni di largo consumo stanno già lavorando a confezioni eco-sostenibili e rispettose dell’ambiente, anche in risposta alla diffusione tra i consumatori di ansia a carattere ambientale tali da indurre a rivedere i propri acquisti in mancanza di un impegno ecologico da parte delle aziende.