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Il Sud crescerà più dell’Italia ma ha sempre meno residenti

Quest’anno il Pil del Mezzogiorno crescerà più del resto del Paese ma il Mezzogiorno continua a perdere abitanti: dal 2007 ad oggi il calo è stato pari a 800mila residenti. Sono i dati contenuti nell’analisi dell’ufficio studi di Confcommercio sull’economia del Sud presentata a Bari ad un convegno sul Pnrr.

Nel 2022 il Prodotto interno lordo del Mezzogiorno dovrebbe attestarsi al 2,8% contro una media italiana del 2,5%, alla pari con il Nord-Est e superiore alle altre aree del Paese. Ma non è sufficiente, basti pensare che, osservando il tasso di variazione del Pil nel periodo 1996-2019 delle macro-ripartizioni Nord e Sud, lo scarto è di quasi 17 punti percentuali: il Nord è cresciuto del 20,1%, il Sud del 3,3%.

Ma da cosa dipende? Da tre fattori: produttività del lavoro, che varia di quasi il 10% al Nord contro il 6,2% nel Mezzogiorno; il tasso di occupazione (+0,3% al Nord e -0,8% al Sud); e, infine, la popolazione residente, il Nord cresce del 9,3% come abitanti, quelli del Sud scendono del 2%. “Se non riparte il Mezzogiorno non riparte il Paese e il Pnrr rischia di rimanere una lista di desiderata”, ha avvertito il presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia, Carlo Sangalli. La ministra per il Sud, Mara Carfagna, ha però assicurato: “Il lavoro che stiamo portando avanti per favorire lo sviluppo e la crescita del Mezzogiorno si fonda” sull’impegno di “fare in modo che le ingenti risorse che ci arrivano dall’Ue servano a ridurre i divari nelle infrastrutture, nei servizi, nei diritti, nelle opportunità, nel tessuto economico e produttivo. E la scelta di destinare alle regioni del Mezzogiorno almeno il 40% delle risorse allocabili territorialmente è indicativa di come il governo intenda utilizzare questi fondi per favorire la ripresa di un processo di convergenza”. E ha aggiunto: “faremo del Sud una piattaforma logistica grazie alle Zsr”. Però, i sindacati incalzano e chiedono rispetto dei tempi: “Per sfruttare questa occasione serve intanto investire nella pubblica amministrazione per garantire il rispetto dei tempi, serve però avere anche un cronoprogramma degli impegni”, ha sostenuto il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri. Tesi condivisa da Andrea Cuccello, segretario confederale della Cisl: “Bisogna lavorare bene sui progetti e i bandi perché sono i luoghi dove si costruisce il futuro del Paese. Occorre costruire lavoro sicuro, più stabile possibile”. Per il vicesegretario della Cgil, Gianna Fracassi, “l’ottimismo è fondamentale, soprattutto quando dobbiamo spendere 230 miliardi. Il problema è saperli spendere e farlo per ciò che serve. In questo senso, qualche problema c’è: serve rafforzare la capacità amministrativa”.

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