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Le difficoltà del 2023 non scalfiscono i conti dell’Eni

Eni ha chiuso il 2023 con “risultati eccellenti”, nonostante uno scenario “incerto e volatile”. Con queste parole l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, ha commentato i conti finanziari del 2023 e del quarto trimestre resi noti qualche giorno fa. I risultati finanziari di Eni sono stati “eccellenti” con un Ebit proforma di circa 18 miliardi di euro e un utile netto adjusted pari a 8,29 miliardi di euro, nonostante un calo del 38% rispetto allo scorso anno. La generazione di cassa operativa con 16,5 miliardi di euro su base adjusted “prima dell’assorbimento del circolante ha assicurato un significativo surplus in aggiunta al sostanziale ritorno di cassa agli azionisti di 4,8 miliardi di euro, mantenendo un rapporto di indebitamento di 0,2” ha sottolineato Descalzi. I risultati confermano che nel 2023 “abbiamo superato tutti i nostri obiettivi” e soprattutto, “abbiamo continuato a lavorare nel percorso di transizione”. Nonostante la volatilita’ dello scenario caratterizzato dalla flessione dei prezzi del petrolio Brent (-5% rispetto al quarto trimestre 2022) e del gas (diminuiti del 57% nel mercato europeo), l’utile ante imposte adjusted del quarto trimestre 2023 di 3,2 miliardi di euro, pari a 15,1 miliardi di euro su base annua, “evidenzia la robusta performance conseguita dal Gruppo grazie alla efficace gestione industriale e alla disciplina finanziaria”. L’utile netto adjusted sul trimestre si attesta a 1,6 miliardi a fronte dei 2,5 miliardi dello stesso periodo del 2022 (-34%). L’utile netto è pari a 4,7 miliardi (-66%), sul quarto trimestre il dato è di 149 milioni (in diminuzione del 76%).

Su base annua, Eni ha conseguito un utile operativo adjusted di 13,8 miliardi di euro, in riduzione del 32% rispetto al 2022, che “riflette il minor contributo dei business E&P, anche per effetto del deconsolidamento delle società operative angolane conferite alla JV Azule nel terzo trimestre del 2022, e dei business della Raffinazione e della Chimica, in parte compensati dalla performance del settore GGP e dai risultati positivi dei business Enilive e Plenitude & Power” ha osservato il Gruppo. Il settore Ggp, ha spiegato Descalzi, “ha realizzato risultati record facendo leva sulla qualità del portafoglio, azioni di ottimizzazione e favorevoli accordi contrattuali”. Mentre Enilive, attiva nei business dei biocarburanti e dei servizi di mobilità, “ha ampliato la propria presenza internazionale attraverso l’acquisizione della partecipazione del 50 per cento nella bioraffineria di Chalmette negli Stati Uniti e l’accordo di joint venture con LG Chem per la realizzazione di un nuovo impianto in Corea del Sud” ha continuato ancora l’Ad. Intorno al tassello di Plenitude, in particolare, nelle giuste condizioni di mercato, l’Ipo di Plenitude “resta per Eni un’opzione anche dopo la cessione di una quota di circa il 9% al fondo Eip”. Lo ha detto il cfo Francesco Gattei, durante la conference call con gli analisti commentando i risultati del 2023 e del quarto trimestre, osservando che “continueremo a monitorare le condizioni di mercato nel 2024 e 2025”.

Passando invece al quarto trimestre 2023, Eni ha conseguito l’utile operativo adjusted di 2,7 miliardi di euro con una riduzione del 23% rispetto al quarto trimestre 2022 dovuta principalmente al settore E&P (-17% a 2.431 milioni di euro) per “effetto della flessione del prezzo del petrolio e delle quotazioni del gas naturale, alla debole performance del business della Chimica”, ha sottolineato una nota del Gruppo, che ha registrato una perdita operativa adjusted di 237 milioni di euro, -172% rispetto al quarto trimestre 2022, a causa della flessione della domanda e dell’incremento della pressione competitiva da parte di prodotti più economici, nonché al significativo deterioramento dello scenario della raffinazione che ha determinato una sensibile riduzione dell’utile operativo della Raffinazione (-322 milioni di euro). Descalzi ha commentato a riguardo, infatti, che “siamo consapevoli della situazione della chimica e abbiamo fatto molto per cambiare ma ora sono necessarie radicali iniziative che vadano verso il cambiamento. Dobbiamo trasformare i nostri impianti. Dobbiamo fare qualche azione più forte perchè è un’area dove possiamo creare valore”. Tale trend è stato in parte compensato dai risultati record di Ggp (+614 milioni di euro il risultato operativo adjusted).

Nel quarto trimestre 2023 la produzione di idrocarburi è stata in media di 1,71 milioni di boe/giorno pari a 1,66 milioni di boe/giorno nell’anno 2023, in aumento del 6 per cento rispetto al quarto trimestre 2022, +3% rispetto all’anno precedente. La produzione è stata sostenuta dal ramp-up in Mozambico, dallo start-up del progetto Baleine in Costa d’Avorio, dalla maggiore attività in Algeria che beneficia anche delle acquisizioni, in Kazakhstan a causa di eventi non pianificati verificatisi nello stesso periodo del ’22, nonché in Libia e Indonesia. Questi aumenti sono stati compensati dalla minore produzione dovuta al declino dei campi maturi. Nel confronto sequenziale, la produzione è in aumento di circa il 5% per gli stessi driver descritti in precedenza. A tal proposito l’ad ha commentato: “Abbiamo recentemente finalizzato l’acquisizione di Neptune che, con il suo portafoglio prevalentemente a gas, e sinergico ai nostri asset in Nord Europa, Indonesia e Nord Africa, costituirà un elemento chiave per i nostri piani di sviluppo. Nel 2023 abbiamo avviato nel rispetto dei tempi e dei budget i due rilevanti progetti Baleine in Costa d’Avorio e Floating Gnl Congo. Grazie agli straordinari successi esplorativi in Indonesia e in altre geografie abbiamo confermato la nostra leadership nel settore; al tempo stesso abbiamo conseguito il massimo livello di produzione rispetto all’intervallo obiettivo annunciato”.

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