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Nasce la Banca della voce per i malati di Sla

Niente più voce metallica ed impersonale. Per i pazienti affetti da Sclerosi laterale amiotrofica (Sla), che non possono comunicare, sarà possibile ricorrere ad una voce dall’espressività umana. E ciò grazie al gesto di generosità che ognuno potrà compiere donando, appunto, la propria voce. Il tutto grazie all’Intelligenza artificiale.

Parte dall’Italia il progetto internazionale ‘Voice for purpose – Diamo voce alla Sla’, ovvero la creazione di una vera e propria ‘Banca della voce’ che vede unite Università Campus Bio-Medico di Roma, Centri Clinici NeMO, Nemo Lab, Translated e Dream On. Insieme per consentire alle persone con disabilità vocali di utilizzare una voce espressiva.

Nata da un’intuizione di Pino Insegno, attore e doppiatore, il progetto – presentato oggi – mira dunque a dare vita ad una Banca delle voci dal duplice valore: da una parte consentirà alle persone che hanno perso la parola di scegliere una voce espressiva fra tutte quelle che verranno donate; dall’altra permetterà di ‘salvare’ la propria voce, registrandola. Possibilità, quest’ultima, che sarà accessibile a tutti i malati che hanno ancora la capacità di parlare. L’obiettivo è migliorare la qualità di vita dei pazienti, aiutandoli a mantenere la propria identità anche attraverso una voce ‘umana’ con l’ausilio di dispositivi tecnologici ad hoc, mentre le tecnologie attualmente garantite dal Ssn prevedono una sintesi vocale standard robotica e metallica.

Chiunque può donare la propria voce e, ad oggi, sono già 250 le voci regalate alla Banca. Durante la creazione del proprio profilo sulla piattaforma ‘Voice For Purpose’ verrà richiesto al donatore di effettuare la registrazione della propria voce leggendo un breve messaggio. Il potenziale donatore verrà poi contattato solo quando verrà selezionato da un paziente.

“La perdita della capacità di parlare con la propria voce è una delle ragioni di maggiore sofferenza per le persone con Sla – ha sottolineato la premier Giorgia Meloni in un videomessaggio – .Voi avete scelto di raccogliere questa sfida, di mettere la tecnologia al servizio della persona e di immaginare una sinergia capace di ridare la voce a chi l’ha persa. La salute non è solo cura ma pieno benessere della persona e il benessere di una persona con Sla passa, anche, dalla capacità di potersi esprimere con la propria voce”. Per il ministro della Salute, Orazio Schillaci, “dobbiamo rafforzare il sostegno alla ricerca e aumentare le risposte ai bisogni delle persone; riacquistare la voce per un malato di Sla significa inclusione e non perdere

le interazioni sociali”. Un progetto fondamentale anche per il direttore generale dell’Oms, Tedros Ghebreyesus, e la direttrice per la Salute e sicurezza alimentare della Commissione europea Sandra Gallina, in videocollegamento. La Ricerca, ha concluso Gallina, “è cruciale e per la Sla, malattia priva di terapie risolutive, è anche attivo un progetto che punta a realizzare un vaccino terapeutico».

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