Tecnologia

  • L’intelligenza artificiale prosciugherà le risorse di acqua

    Un’operazione elementare come l’invio di una e-mail comporta la produzione di anidride carbonica in misura variabile tra i 4 e i 50 grammi, a seconda della presenza di allegati, e l’arrivo dell’intelligenza artificiale lascia intravedere un forte incremento dell’inquinamento dovuto ad emissioni di apparecchiature tecnologiche.

    Qualcuno ha già pronosticato che nel 2040 le emissioni prodotte dall’utilizzo di tecnologie  saranno il 14% del totale, però intanto si registra che nel solo mese di gennaio del 2023 OpenAI, la società di ChatGpt, ha utilizzato un’energia equivalente al consumo di un intero anno di oltre 170.000 famiglie danesi, mentre l’addestramento del Gpt3, il modello su cui si basa ChatGPT, avrebbe generato circa 500 tonnellate di carbonio (l’equivalente di un viaggio in auto fino alla luna e ritorno) e consumato 700.000 litri di acqua dolce, un quantitativo sufficiente a realizzare 370 auto Bmw o 320 Tesla.

    Lo scambio di conversazioni di un utente medio con ChatGpt equivale al consumo di una bottiglia di acqua e i ricercatori si aspettano che i consumi idrici aumenteranno ulteriormente con i modelli più recenti, come Gpt-4, che si basano su un insieme e una elaborazione più ampia di dati rispetto ai software predecessori.
    Nel frattempo i data center di Google negli Stati Uniti hanno bevuto 12,7 miliardi di litri di acqua dolce nel 2021, di cui circa il 90% potabile.

  • La Commissione invia a TikTok e YouTube una richiesta di informazioni a norma del regolamento sui servizi digitali

    La Commissione europea ha formalmente inviato a TikTok e YouTube una richiesta di informazioni a norma del regolamento sui servizi digitali perché fornisca maggiori informazioni sull’uso dei loro servizi da parte dei minori e sulle misure adottate per adempiere agli obblighi in materia di tutela dei minori ai sensi del regolamento sui servizi digitali.

    TikTok e YouTube devono fornire alla Commissione le informazioni richieste entro il 30 novembre 2023. Sulla base dell’esame delle risposte, la Commissione valuterà le prossime tappe, che potrebbero includere l’avvio formale di un procedimento a norma dell’articolo 66 del regolamento sui servizi digitali. La Commissione può infliggere, infatti, sanzioni pecuniarie per la fornitura di informazioni inesatte, incomplete o fuorvianti in risposta a una richiesta di informazioni. In caso di mancata risposta, la Commissione può decidere di chiedere le informazioni mediante decisione. In tale circostanza, la mancata risposta entro il termine potrebbe comportare l’imposizione di penalità di mora.

    TikTok ha già ricevuto il 19 ottobre 2023 una richiesta di informazioni sulla diffusione di contenuti terroristici e violenti e di incitamento all’odio, sulla presunta diffusione della disinformazione e su aspetti generali relativi alla tutela dei minori online.

  • L’intelligenza artificiale non può tutto, ci sono calcoli ‘impossibili’

    Ha imparato ad analizzare dati medici e a leggere immagini astronomiche, vince con disinvoltura a poker e sa pilotare droni, ma guai ad attribuirle abilità superiori a quelle reali: a mettere in guarda dal fatto che l’intelligenza artificiale possa diventare una sorta di ‘superpotere’ è Luca Trevisan, professore ordinario di Informatica all’Università Bocconi e direttore del master in Intelligenza artificiale.

    “Stiamo assistendo a un progresso continuo nello sviluppo di algoritmi che fanno sempre più cose e, in prospettiva, nei prossimi anni si vedano sempre più applicazioni, a partire dalla medicina con lo sviluppo di nuove terapie, diagnosi più precoci e cure personalizzate, ma questo progresso può darci l’impressione che non ci siano limiti a ciò che è possibile fare con gli algoritmi”, ha detto all’Ansa Trevisan, che a inizio settembre a Milano ha tenuto la lettura inaugurale della Cattedra Fondazione Invernizzi in Computer Science, della quale è titolare. Hanno partecipato all’incontro Salil Vadhan, dell’Univesità di Harvard, il presidente della Fondazione ‘Romeo ed Enrica Invernizzi’. Giuseppe Bertoni, Francesco Billari e Andrea Sironi, rispettivamente rettore e presidente dell’Università Bocconi.

    “In realtà – ha rilevato Trevisan – ci sono cose che gli algoritmi non potranno fare, calcoli per i quali non si potranno sviluppare algoritmi efficienti”. Questo vale, per esempio, per le operazioni di home banking o le transazioni finanziarie, la cui sicurezza “passa attraverso app basate su calcoli che, se fosse possibile fare efficientemente, potrebbero lasciare campo libero a operazioni non autorizzate. Per esempio, potrebbe essere possibile infiltrarsi in un sistema sicuro, impersonare l’utente di un servizio di online banking che richieda di identificarsi. È vero che esistono problemi di calcolo che potrebbero permettere questo, ma non esistono algoritmi che riescano a permetterli in un tempo ragionevole: ci vorrebbero miliardi di anni”, ha osservato il ricercatore, rientrato in Italia nel 2019, dopo molti anni trascorsi negli Stati Uniti, fra le università Columbia di New York e quelle californiane di Berkeley e Stanford. “È una questione di complessità: ci sono calcoli – ha aggiunto – che richiederebbero miliardi di operazioni, per le quali non c’è nessuna scorciatoia” e che nemmeno un sistema di Intelligenza artificiale potrebbe eseguire. “Per certi servizi – ha detto ancora – le scorciatoie non esistono: la complessità è tale che non è possibile aggirare la sicurezza in nessun tempo ragionevole. Sarebbero necessari miliardi di anni”.

    Secondo l’esperto è possibile che “in futuro esisteranno algoritmi con un’intelligenza simile alla nostra, ma più veloci. Non c’è ragione di dubitarne, ma anche un sistema di IA super-intelligente non potrà essere in grado di eseguire calcoli tali da violare la sicurezza”. Se normalmente si usa dire che se qualcosa è teoricamente possibile allora si può fare, “la matematica fa eccezione: fin dai tempi di Pitagora ci sono risultati che mostrano che alcune cose sono impossibili perché porterebbero a paradossi e contraddizioni. Per esempio – ha detto ancora l’esperto – sappiamo che il moto perpetuo è impossibile perché sono le leggi della fisica a descrivere quello che si può fare con una macchina”. In sostanza, «è probabile che futuri sistemi di intelligenza artificiale con capacità intellettive superiori alla nostra potranno sviluppare algoritmi più avanzati e portare a nuove scoperte, ma non potranno mai dimostrare che 2+2 fa 5″.

  • Pagamenti sempre più digitali, sale l’uso di carte

    Non si arresta la crescita nell’utilizzo di carte, bonifici e bancomat da parte degli italiani. I dati della Banca d’Italia, riferiti al 2022, certificano la presenza sempre più massiccia del digitale nei comportamenti e nell’infrastruttura del comparto bancario e finanziario. Anche per questo il settore sta riducendo sempre più le filiali ‘fisiche’ oppure le sta trasformando in punti di consulenza o altro. Le filiali bancarie nel nostro paese infatti lo scorso anno sono calate ulteriormente dalle 21.650 del 2021 a 20.985 (cui vanno aggiunte le oltre 12mila filiali di Poste, rimaste stabili).

    Una tendenza all’immateriale e al digitale che la crisi Covid ha accelerato e che sta cambiando il panorama italiano incentrato, vuoi per retaggio culturale, vuoi per la vasta presenza dell’economia in ‘nero’ o in ‘grigio’ in diverse zone del Paese, sul largo uso dei contanti.

    Al netto così della diffusione sempre maggiore delle app fintech su smartphone, smartwatch o bracciali, scorrendo le tabelle diffuse dall’istituto centrale infatti si rileva come le operazioni con le carte di credito (aziendali e personali) lo scorso anno siano salite ancora. Il loro controvalore ha superato la soglia dei 100 miliardi a quota 101 miliardi di euro sebbene il numero di carte attive sia leggermente diminuito a 13,4 milioni.

    Per quanto riguarda le carte di debito (fra cui i Bancomat) hanno rafforzato la loro leadership salendo di numero da 60,9 a 63,4 milioni. Il controvalore dei pagamenti è cresciuto a circa 224 miliardi contro i 184 del 2021 (+21%) e a queste vanno aggiunte poco più di 30,4 milioni di prepagate, un fenomeno tipico italiano. E poi ci sono i bonifici: nel 2022 il loro controvalore è cresciuto a poco più di 9mila miliardi di euro.

  • Maximulta da 345 milioni di euro per TikTok in Irlanda

    L’Irlanda multa TikTok per aver violato la privacy dei minori. Sul social media dedicato a musica, video e live arriva una ‘stangata’ da 345 milioni di euro ma, ancora una volta, l’Authority per la protezioni dei dati di Dublino arriva con grande lentezza alla decisione finale, tre anni dopo i fatti contestati che riguardano il periodo 31 luglio-31 dicembre 2020, scattando così una ‘fotografia’ ormai scolorita.

    “Le criticità sollevate dall’autorità irlandese si concentrano su alcune impostazioni e funzionalità presenti in app tre anni fa e che abbiamo modificato ben prima dell’avvio dell’indagine, come l’impostazione dei profili degli utenti sotto i 16 anni privati di default” spiega un portavoce di TikTok che della sanzione contesta in particolare l’importo e valuta un possibile ricorso.

    La decisione dell’Authority irlandese è stata sottoposta alle altre ‘consorelle’ europee e da Berlino è arrivata la richiesta di includere un’ulteriore constatazione di violazione del principio di equità per quanto riguarda i “dark pattern” , ovvero quelle interfacce e quei percorsi di navigazione progettati per influenzare l’utente affinché intraprenda azioni inconsapevoli o non desiderate – e potenzialmente dannose dal punto della privacy del singolo – ma favorevoli all’interesse della piattaforma o del gestore del servizio. Anche il Garante italiano ha presentato le sue osservazioni chiedendo che ci fosse un capo d’accusa specifico sui processi di verifica dell’età. Il comitato europeo per la protezione dei dati (Edpb), che garantisce l’applicazione coerente delle norme in materia di protezione dei dati in tutta l’Unione europea ha accolto le contro deduzioni della Germania (e chiesto al Data Protection Commission Irish di includerlo nel suo provvedimento) e accantonato quelle italiane.

    Ora, in base alla decisione finale comunicata dall’Authority irlandese TikTok deve “rendere conforme il proprio trattamento dati entro il termine di tre mesi dalla data in cui la decisione è stata notificata e pagare una sanzione amministrativa per complessivi 345 milioni di euro”. Wired ha calcolato che si tratta della quinta più pesante mai emessa da quanto è entrato in vigore il Gdpr: Ben lontana da quella da 1,2 miliardi contro Meta, Amazon ha dovuto pagare (in Lussemburgo) 746 milioni, mentre Instagram sempre in Irlanda ha dovuto pagare 405 milioni per gli stessi motivi e 390 milioni per il cambio della base legale del consenso al trattamento dei dati. TikTok però ribatte: “Ci impegniamo costantemente a rafforzare la privacy e la sicurezza degli utenti e a fornire trasparenza. Le questioni a cui fa riferimento questa decisione sono ampiamente datate e abbiamo già risolto molte di quelle sollevate, attraverso cambiamenti proattivi implementati ancora prima che l’indagine avesse inizio”.

    Al di là del singolo caso sempre più spesso emerge un problema di ‘collo di bottiglia’ in Irlanda e Lussemburgo, legato al fatto che il Gdpr (la normativa europea sulla protezione dei dati) prevede che ogni Authority nazionale si occupi dei casi in cui l’azienda è insediata. Dublino, dove hanno ‘casa’ Meta, Google, Apple e TiktTok in 5 anni ha visto accumularsi 19.581 reclami, solo nel 2022 ha trattato 9.370 nuovi casi, e nell’ultimo anno ne ha chiusi oltre 10mila.

  • US-China chip war: Beijing unhappy at latest wave of US restrictions

    China has hit back at the Biden administration’s decision to impose new restrictions on advanced chip exports.

    The foreign ministry said the curbs “violate the principles of the market economy and fair competition”.

    The measures target chipmaking tools as well as advanced chips, including two from market leader Nvidia.

    The move is being seen as an attempt to close loopholes that became apparent after aninitial wave of chip controls last October.

    America said the measures were designed to prevent China from receiving cutting-edge technologies that it could use to strengthen its military, especially in the field of artificial intelligence (AI).

    The Biden administration has denied it was trying to hurt China economically, but Beijing’s foreign ministry branded the move “forced de-coupling for political purposes”.

    Chinese stock markets which feature chip-related companies have seen modest falls since the announcement. The CSI Semiconductor Index dropped 1.4% on Wednesday, while the STAR Chip Index lost 1.2%.

    An index tracking China’s AI companies also closed 1.8% lower.

    US chip stocks have also seen falls as the curbs also hit American firms Advanced Micro Devices and Intel.

    Nvidia has said in a filing that the new export restrictions will block sales of two high-end artificial intelligence chips it created for the Chinese market – A800 and H800. It said that one of its gaming chips will also be blocked.

    Although the curbs also affect other chip makers, analysts believe Nvidia will be hit the hardest because China accounts for up to 25% of its revenues from data centre chip sales. Nvidia’s shares, which are considered a star stock, fell by as much as 4.7% in the wake of the announcement.

    The Semiconductor Industry Association, which represents 99% of the US semiconductor industry by revenue, said in a statement that the new measures are “overly broad” and “risk harming the US semiconductor ecosystem without advancing national security as they encourage overseas customers to look elsewhere”.

    Two months ago, China retaliated by restricting exports of two materials, gallium and germanium, which are key to the semiconductor industry.

    China is by far the biggest player in the global supply chain of gallium and germanium. It produces 80% of the world’s gallium and 60% of germanium, according to the Critical Raw Materials Alliance (CRMA) industry body.

    The materials are “minor metals”, meaning that they are not usually found on their own in nature, and are often the by-product of other processes.

    Besides the US, both Japan and the Netherlands – which is home to key chip equipment maker ASML – have also imposed chip technology export restrictions on China.

    The constant tit-for-tat between the world’s two biggest economies has raised concerns over the rise of so-called “resource nationalism” when governments hoard critical materials to exert influence over other countries.

  • Tecnologie per il terzo mondo

    Riceviamo e pubblichiamo un articolo di Mario Lettieri e Paolo Raimondi apparso ‘ItaliaOggi’ il 29 settembre 2023

    Chi ancora pensa che i Brics siano un club di paesi con idee interessanti ma poche chance di successo, dovrebbero prendere in considerazione con maggior attenzione il recente summit del G77 + la Cina tenutosi a Cuba pochi giorni fa. Realisticamente si dovrebbe prendere atto che è in corso un inarrestabile e incontenibile processo per ridefinire la governance globale.

    Il Gruppo dei 77 fu creato nel 1964 dai paesi in via di sviluppo del Sud del mondo, i cosiddetti non allineati, che volevano mantenersi indipendenti, fuori dall’orbita degli Usa e di Mosca. Fin dal suo inizio ha lottato per realizzare un nuovo ordine economico internazionale più giusto, senza nuovi colonialismi e vincoli che generino sotto sviluppo.

    Oggi il G77, organizzazione intergovernativa delle Nazioni Unite, con la Cina conta ben 134 paesi membri e rappresenta l’80% della popolazione mondiale e 2/3 degli Stati membri dell’Onu. Non ne fanno parte i paesi occidentali dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), quelli della Comunità degli stati indipendenti, guidata dalla Russia, e quelli del Commonwealth britannico.

    La Cina, pur non essendo membro del gruppo, lo sostiene fortemente da decenni. E’ per questa ragione che il summit di Cuba s’intitola «G77 + Cina. Current development challenges: the role of science, technology and innovation».

    Sono ben consapevoli della continua e irrisolta crisi economica e finanziaria internazionale. Essi notano con profonda preoccupazione che «le principali sfide generate dall’attuale ingiusto ordine economico internazionale per i paesi in via di sviluppo hanno raggiunto la loro espressione più acuta».

    Nella dichiarazione finale si avanzano la proposta di «una riforma dell’architettura finanziaria globale” e la richiesta di “un approccio più inclusivo e coordinato alla governance finanziaria globale con maggiore enfasi sulla cooperazione tra i paesi».

    Evidenziano che «le sanzioni unilaterali contro i paesi in via di sviluppo non solo minano i principi sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite e dal diritto internazionale, ma costituiscono un ostacolo serio al progresso della scienza, della tecnologia e dell’innovazione, e alla piena realizzazione dello sviluppo economico e sociale». Ne chiedono l’immediata eliminazione.

    Evidenziano anche «le ripercussioni negative e devastanti delle misure coercitive sul godimento dei diritti umani, compreso il diritto allo sviluppo e al cibo».

    Il fatto che abbiano posto al centro i temi della scienza, della tecnologia e dell’innovazione dice molto sulle strategie future delle economie dei paesi in via di sviluppo. Le emergenze continue provocate dal debito, dall’inflazione, dalla mancanza di cibo e dai disastri climatici restano in prima fila, ma il cosiddetto Sud globale ormai consapevolmente si pone con forza di fronte alle nuove sfide tecnologiche epocali. La scienza, la tecnologia e l’innovazione e la collaborazione scientifica aperta ed equa, si è afferma, sono gli strumenti imprescindibili per superare la subalternità rispetto al vecchio mondo e ai monopoli tecnologici.

    Il summit si è soffermato molto sui grandi danni prodotti dall’illusione dell’unipolarismo, contrapponendo con vigore l’approccio multilaterale per uno sviluppo più equo e pacifico.

    Al riguardo è molto significativo l’intervento del segretario dell’Onu Antonio Guterres che ha riconosciuto come il «G77 + la Cina» sia «da sempre sostenitore del multilateralismo».

    Rispetto al tema della conferenza egli ha aggiunto che «le regole per le nuove tecnologie non possono essere scritte solo dai ricchi e dai privilegiati». Con i prezzi degli alimenti alle stelle, con il debito che aumenta, con i disastri climatici, la situazione si presenta sempre più insostenibile e serve un cambiamento per creare un nuovo mondo che non può seguire ancora i dettami delle strutture globali degli organismi internazionali, che a detta di Guterres stesso, sono stati deludenti.

    *già sottosegretario all’Economia **economista

  • Banche in allerta contro le truffe dell’intelligenza artificiale

    L’intelligenza artificiale è in grado di imitare la voce delle persone, attraverso voice deepfake realizzati grazie a software che utilizzano algoritmi di deep learning. Ed è giù scattato l’allarme.

    Wall Street Italia riferisce che un esperto di Pindrop, azienda che monitora che esamina i sistemi automatici di verifica vocale per otto delle maggiori banche americane, ha dichiarato al New York Times di aver riscontrato quest’anno un’impennata nella sua diffusione e nella sofisticazione dei tentativi di frode vocale dei truffatori. Imitazioni di voci reali hanno comunicato intenzioni che il titolare della voce non ha mai avuto.

    Il ceo il ceo Vijay Balasubramaniyan ha spiegato: “Tutti i call center ricevono chiamate dai truffatori, in genere da 1.000 a 10.000 all’anno. È normale che ogni settimana arrivino 20 chiamate da parte di truffatori. Finora, le voci false create da programmi informatici rappresentano solo una manciata di queste chiamate. Queste truffe hanno iniziato a verificarsi solo nell’ultimo anno”.

    La maggior parte degli attacchi con voci false che Pindrop ha riscontrato sono avvenuti nei call center dei servizi di carte di credito. Un altro grande fornitore di autenticazione vocale, Nuance, ha riscontrato un attacco deepfake a un suo cliente attivo nei servizi finanziari alla fine del 2022.

    Gli attacchi più rudimentali utilizzano la tecnologia type-to-text, per cui il truffatore digita le parole in un programma, che poi le legge con un parlato sintetico.

    Ma vi sono anche sistemi di intelligenza artificiale generativa, come VALL-E di Microsoft, in grado di creare una finta voce che dice tutto ciò che l’utente desidera, utilizzando solo 3 secondi di audio campionato.

    Tutti gli attacchi sono accomunati dalla rilevazione delle informazioni personali dei clienti delle banche. Secondo la Federal Trade Commission, tra il 2020 e il 2022 i dati personali di oltre 300 milioni di persone sono finiti nelle mani degli hacker, causando perdite per 8,8 miliardi di dollari. Non sono i ladri a usare direttamente le informazioni, ma le mettono in vendita. Sono poi altri ad associarle a persone reali.

  • Nella sede della Rappresentanza della Commissione europea a Milano la conferenza stampa di presentazione di Trieste Next 2023

    Venerdì 8 settembre alle ore 11.00 presso la Sala Blu della Rappresentanza della Commissione europea a Milano (Corso Magenta 59, Milano) si svolgerà la conferenza stampa di presentazione della dodicesima edizione di Trieste Next, il festival della ricerca scientifica a Trieste.
    Durante l’incontro sarà presentato in anteprima nazionale il programma della manifestazione, con approfondimenti su contenuti e ospiti. Il titolo di questa edizione è Un mondo nuovo. Scienza, cultura e innovazione per un futuro sostenibile e diversi saranno i temi trattati, accomunati dal filo conduttore della sostenibilità. Inoltre, durante Trieste Next sarà annunciato e premiato il libro vincitore della prima edizione del Premio Science Book of the Year. Come ogni anno, infine, parteciperanno al festival centinaia di scienziati e scienziate ed esperti e divulgatori da tutto il mondo.
    Il calendario completo della manifestazione sarà disponibile sul sito di Trieste Next (www.triestenext.it).

     

  • La Commissione apre il programma Europa digitale alla Turchia

    La Commissione europea ha firmato un accordo di associazione con la Turchia nell’ambito del programma Europa digitale. L’accordo di associazione entrerà in vigore dopo le firme e il completamento dei processi di ratifica. Le imprese, le pubbliche amministrazioni e altre organizzazioni ammissibili in Turchia potranno accedere agli inviti del programma Europa digitale, che gode di una dotazione complessiva di 7,5 miliardi di € per il periodo 2021-2027.

    In particolare, i partecipanti della Turchia potranno prendere parte a progetti che diffondono nell’UE tecnologie digitali in settori specifici quali l’intelligenza artificiale e le competenze digitali avanzate. Potranno inoltre istituire poli dell’innovazione digitale in Turchia.

    Con questo accordo di associazione l’Unione europea e la Turchia rafforzeranno i loro forti legami nel settore delle tecnologie digitali, con potenziali benefici derivanti dalle capacità e dalle risorse della Turchia negli ambiti contemplati dal programma Europa digitale, compresa l’IA.

    La Commissione auspica inoltre che la Turchia promuova legami più stretti con l’economia e la società dell’UE, collabori maggiormente allo sviluppo delle nostre capacità tecnologiche e sostenga la digitalizzazione, in particolare delle piccole e medie imprese.

    I fondi del programma Europa digitale integreranno i finanziamenti a disposizione della Turchia a titolo di altri programmi dell’UE, come Orizzonte Europa. Gli obiettivi e i settori tematici specifici attualmente ammissibili al finanziamento sono specificati nei programmi di lavoro.

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