Nel 2018 il minimo storico di nati in Italia dal 1861
La popolazione residente in Italia alla fine del 2018 è calata di oltre 124mila unità rispetto al 2017 (-0,2%). Rilevando questo dato l’Istat segnala che in Italia si assiste per il quarto anno consecutivo ad un calo demografico: dal 2015, infatti, il Paese ha perso oltre 400mila residenti, facendo registrare una popolazione complessiva di 60 milioni 359.546 persone. E se si fanno i conti dal 2014, il calo di italiani risulta equivalente alla scomparsa di una città grande come Palermo (-677 mila persone)
Il 2018 è stato anche l’anno che ha visto il nuovo minimo storico delle nascite, calate di oltre 18mila unità (-4%). All’anagrafe sono stati iscritti infatti soltanto 439.747 bambini, il numero più basso dall’Unità d’Italia. Il saldo naturale, la differenza tra i nati e i morti, è stato di -193 mila unità, il che significa che i morti sono stati 193mila in più dei nuovi nati. La Regione dove maggiore è lo spopolamento, dove maggiore è la differenza tra nati e morti, è la Liguria, seguita da Toscana, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Molise, l’area dove migliore è il saldo tra nati e morti è quella della provincia di Bolzano (+880 unità).
Il numero di figli per donna in età fertile, ricorda il presidente della Società Italiana di Neonatologia (Sin) Fabio Mosca, «è 1,34, siamo fanalino di coda in Europa e, secondo le ultime previsioni Eurostat, nel 2050 nasceranno appena 375 mila bambini. Questo vuol dire che stiamo ridisegnando l’idea di famiglia: tre quinti dei nostri bambini non avrà fratelli, cugini e zii; solo genitori, nonni e bisnonni».
Il calo ha in effetti riguardato anche i decessi, che nel 2018 sono stati 633mila, cioè 15mila in meno rispetto al 2017. Il numero delle morti, però, dipende ovviamente da fattori che non hanno praticamente nulla a che fare con la volontà degli italiani e che dipendono da fattori esterni. Le condizioni climatiche e le maggiori o minori virulenze delle epidemie influenzali stagionali, per esempio, possono influire sull’andamento del fenomeno come è avvenuto nel 2015 e nel 2017, anni in cui si è registrato un visibile aumento.