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Nel 2021 quasi 900.000 pensionati, agli uomini assegni più pesanti del 48%

Sfiorano la soglia delle 900.000 unità le pensioni erogate dal 2021, nel nostro Paese, ma pur essendo i trattamenti in maggioranza femminili, gli assegni delle donne risultano essere (costantemente) più ‘leggeri’ dal punto di vista economico, rispetto a quanto percepiscono gli uomini. È lo scenario che affiora dalla lettura dei dati frutto del monitoraggio effettuato dall’Inps sui flussi delle persone andate in quiescenza nell’anno passato e nel primo semestre di quello in corso: i trattamenti concessi a partire dal 2021, fa sapere l’Istituto di previdenza pubblico, sono esattamente pari a 877.724, per un importo medio mensile di 1.203 euro e, di questi, 490.097 finiscono nelle tasche delle donne, per un ammontare medio mensile di 1.018 euro, mentre le 387.627 prestazioni che vengono distribuite alla componente maschile, sempre mediamente, valgono 1.436 euro al mese.

Il quadro non cambia nei primi sei mesi di quest’anno. Le pensioni assegnate nella prima fase del 2022 sono 390.932 e in media hanno un ‘peso’ di 1.173 euro: a prevalere, anche qui, unicamente punto di vista quantitativo, sono i trattamenti ‘rosa’, (212.623 contro 178.309 assegni maschili). Tuttavia le somme attestano il permanere di un significativo ‘gap’ fra i sessi: nelle tasche delle neo pensionate arrivano in media 959 euro mentre ai loro ‘colleghi’ spetta quasi il 48% in più: 1.427 euro. In base alle rilevazioni diffuse ad aprile dall’Istituto, va ricordato, nei primi tre mesi dell’anno in corso le pensioni erogate agli uomini erano giunte a 85.831, con un importo medio di 1.520 euro, mentre quelle destinate alle donne 94.926, per un valore mediamente di 991 euro mensili, inferiore del 34,8%, al confronto con quanto ricevuto dalla componente maschile.

I numeri testimoniano la condizione di affanno delle pensionate, del resto, affondano le radici nelle difficoltà che hanno incontrato e ancora incontrano le lavoratrici della Penisola: nel XXI Rapporto annuale dell’Inps, presentato alla Camera dal presidente Pasquale Tridico, infatti, si mette in risalto come per le donne la retribuzione sia più bassa, in media, del 25% (nel 2021 è pari a 20.415 euro), rispetto a quella degli uomini, anche a causa del ricorso diffuso al part-time, strumento che consente loro di potersi (anche) prendere cura della famiglia. Nel 2021, si legge, infine, nel documento, ammontano a 76.364 gli assegni sociali e 41.598 sono quelli distribuiti nei primi sei mesi del 2022.

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