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Per le assunzioni ‘vecchio stile’ c’è Amazon: tremila nuovi posti fissi in Italia nel 2021

Tremila nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato in Italia entro la fine dell’anno e parere favorevole alla global tax. Amazon decide di puntare sull’Italia, annunciando l’intenzione di voler portare la forza lavoro complessiva dell’azienda “a oltre 12.500 dipendenti dai 9.500 di fine 2020, in più di 50 sedi in tutta Italia”.

Contestualmente arrivano aperture sul fronte della global tax, la tassa globale sulle multinazionali con aliquota minima al 15%, frutto dell’accordo raggiunto a Londra tra i ministri delle Finanze del G7. “Sono molto contenta degli sviluppi che ci sono stati nell’ultimo G7 dei ministri finanziari, perché in realtà quello che loro hanno deciso, cioè un approccio uniforme alla tassazione delle aziende multinazionali, è quello che noi abbiamo cercato di portare avanti da molto tempo. Noi siamo molto in favore di un approccio condiviso”, ha detto la country manager Italia e Spagna di Amazon, Mariangela Marseglia, intervenendo al Forum in Masseria a Manduria. “Chiaramente – ha proseguito – poi dovremo vedere i dettagli, perché ci sarà il G20 a Venezia a luglio, però la direzione è assolutamente quella giusta”.

Intanto l’azienda annuncia nuove assunzioni in Italia, parte di un più ampio programma di espansione, che prevede anche l’apertura di due centri di distribuzione a Novara e Cividate al Piano (BG), un centro di smistamento a Spilamberto (MO), oltre a 11 depositi di smistamento in Piemonte, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Umbria e Marche. Per concretizzare il piano, il colosso dell’e-commerce spiega di essere alla ricerca di personale per molte posizioni: “Dal prelievo, imballaggio e spedizione delle merci, al marketing, al finance e alla ricerca sulle tecnologie del futuro”.

Nel corso del Forum in Masseria, trova spazio anche il tema delle condizioni di lavoro dei dipendenti di Amazon: “Non lavorerei mai per un’azienda che sfrutta i dipendenti. Quando leggo i dati vedo che più del 90% dei nostri driver completa le rotte prima delle otto ore che è il loro tempo di lavoro. Poi credo ci siano un po’ di polemiche strumentali su questo tema”, ha affermato Marseglia. “C’è un contratto nazionale dei trasporti e della logistica, e noi forniamo già condizioni molto migliorative rispetto a quelli che sono i minimi contrattuali”, ha concluso.

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