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Riparte Brafa, arte e antichità tornano a Bruxelles

Antichità, arte moderna e lusso. Bruxelles rilancia Brafa, la celebre fiera d’arte della capitale belga, che ha riaperto le porte ai visitatori dopo gli anni difficili della pandemia. Tornano così sotto le volte della fiera di Bruxelles, a pochi passi dall’Atomium, i migliori mercanti d’arte del Belgio e dell’Europa intera, con i loro pezzi migliori, alcuni accessibili al grande pubblico altri invece riservati a grandi collezioni e musei.

La pandemia e poi la guerra però hanno modificato leggermente il mix degli avventori, fanno sapere gli organizzatori: meno cinesi e russi. E così tornano centrali i collezionisti del vecchio continente come l’aristocrazia industriale fiamminga e l’alta borghesia francese o tedesca. Clienti duri che non si lasciano affascinare da ciò che luccica ma cercano oggetti ricercati, e la fiera si adatta riducendo leggermente lo spazio all’arte contemporanea e puntando su antiquariato e sull’oggettistica di valore.

Da sempre Brafa è una fiera eclettica e ne fa il suo vanto: anche quest’anno le cose non cambiano, a fianco della Tentazione di Sant’Antonio del pittore fiammingo Pieter Huys infatti ci si imbatte nei celebri pois di Yayoi Kusama, artista giapponese ormai in collaborazione semi-stabile con Louis Vuitton di cui Brafa ospita uno dei pezzi più cari dell’esposizione, un quadro in vendita per 2,2 milioni di euro.

Tanta anche l’arte classica italiana dal negoziato a porte chiuse su un dipinto del XV secolo di Sebastiano del Piombo, portato dalla galleria Cappuzzo dopo tre anni di studi e accertamenti sull’origine, ad una croce cesellata d’oro all’incirca dello stesso periodo e proveniente dall’Opera del Duomo di Firenze e riscoperta dalla galleria Dei Bardi Art e offerta attorno ai cinquantamila euro. Nonostante i prezzi non siano quelli di tutti i giorni la maggior parte dei clienti è qui principalmente per trovare oggetti per le loro case, spiegano dal team di Brafa sottolineando la cura e l’attenzione tradizionale della borghesia belga, che ancora costituisce il 40% dei clienti della fiera, per le collezioni domestiche.

E le collezioni private possono permettersi anche di osare qualcosa nello stile e infatti a due passi dall’iperclassico busto di marmo dell’imperatore Commodo attribuito allo scultore Bartolomeo Cavaceppi e presentato dalla galleria Desmet si nota l’impressionante scala modulare anni 70 in poliestere rosso del designer francese Georges Ferran, su cui ruota lo stand della galleria Morentz. A ognuno il suo insomma. Il mondo delle fiere d’arte è fermo da anni e ciò che importa alla fin fine è che la gente ricominci a comprare, e a Brafa le premesse ci sono tutte.

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