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Turismo autarchico e il settore della balneazione

Le conseguenze dell’epidemia di Covid-19 che hanno colpito il turismo in modo più duro di qualsiasi altro evento (dalle Torri Gemelle alla crisi del 2009) continuano a farsi sentire. E a piangere sono anche i luoghi in cui solitamente in questo periodo di registrava il sold out, come ad esempio le spiagge. Anche se l’Enit, l’agenzia nazionale del turismo, vede in qualche modo segnali di ripresa e comunque una perfomance dell’Italia migliore rispetto alle rivali Spagna e Francia.

A certificare lo stato di salute precario dell’industria balneare è il Sindacato Italiano Balneari che aderisce a Fipe Confcommercio e associa più di 10mila imprese. Anche a luglio le spiagge hanno registrato una buona affluenza, ma soltanto nei week end, mentre nei giorni feriali sono rimaste desolatamente vuote. I cali più vistosi si registrano in Sardegna (-70% delle presenze rispetto allo stesso periodo del 2019), Campania, Calabria, Sicilia e Veneto (-40%). Cali del 35% invece in Basilicata, Liguria, Marche, Molise e del 30% invece in Abruzzo, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Puglia e Toscana. Regge un po’ meglio il Lazio che registra “solo” un -20%.

“La gran parte degli italiani sta riscoprendo la bellezza dei litorali nazionali vicino ai propri luoghi di residenza – dice il presidente del Sib Antonio Capacchione – ma mancano all’appello gli stranieri, tanto che diverse località a vocazione turistica sono state maggiormente penalizzate. Siamo ottimisti per il mese di agosto, da sempre scelto dalla maggior parte degli italiani per le vacanze, anche se siamo già consapevoli che il comparto turistico-balneare del 2020 rispetto allo scorso anno, complessivamente, non raggiungerà purtroppo il segno ‘+’ in nessuna delle nostre regioni”.

Sulla questione interviene anche il Codacons secondo cui “alla base della scarsa affluenza sulle spiagge non vi è solo l’assenza dei turisti stranieri, ma anche il fenomeno del caro-lettino e gli ostacoli al bonus vacanza, che finiscono per allontanare i cittadini dal mare”.

Tira su il morale il bollettino dell’Enit che parla di “quasi sold out in Italia a Ferragosto”: dal 10 al 16 agosto l’Italia fa meglio della Spagna con il 79% delle disponibilità di offerte online già “vendute”, mentre il Paese iberico è al 72%. Spiccano le maggiori destinazioni balneari: non più disponibili l’80% a Rimini, l’81% a Ravello, l’86% a Cavallino-Treporti, il 94% nel Cilento ed il 98% nel Salento. Anche la montagna vede le destinazioni delle Alpi non più disponibili all’84% in competizione con quelle francesi (87%). In termini economici, tenendo costante il Pil totale dell’Italia 2019, il confronto – spiega l’Enit – indica che il contributo diretto del turismo all’economia italiana diminuirà di -2,6 punti percentuali nel 2020 rispetto al 2019 quando rappresentava il 5,7 del prodotto interno lordo. Si prevede, quindi, che il contributo totale (che comprende gli effetti indiretti e indotti, nonché l’impatto diretto) del settore diminuirà di -5,8 punti percentuali, rispetto al 13% del Pil nel 2019. Come per gli impatti diretti, la riduzione prevista per l’Italia è inferiore rispetto agli altri Paesi selezionati (-7,4% la Spagna sul valore 2019).

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