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Inganni, abusi, minacce e consolidamento della dittatura

Sono tanto semplici gli uomini e tanto obbediscono alle necessità presenti,
che colui che inganna troverà sempre chi si lascerà ingannare.

Niccolò Machiavelli

Ingannare, questo ha cercato di fare sempre anche il primo ministro albanese. E sempre sperando di trovare davanti a se delle persone che si potevano lasciar ingannare. Anzi, ingannare, mentire, manipolare la gente, tutti, non solo la gente semplice, per sembrare credibile, sono state delle scelte consapevoli, sono state e sono delle basilari parti integranti di una strategia ideata e messa in atto da anni ormai. L’ennesima dimostrazione si sta verificando, purtroppo, anche in queste settimane, dopo il devastante terremoto del 26 novembre scorso, di cui il nostro lettore è stato ormai informato.

Quanto è accaduto dopo quel terremoto e quanto sta accadendo tuttora, purtroppo, hanno messo allo scoperto la falsità di tutto ciò che, per anni, hanno cercato di far apparire il primo ministro e la sua potente e ben organizzata propaganda governativa. In queste settimane è stata sgretolata l’immagine virtuale e fasulla di quell’Albania, mai esistita in realtà. In queste settimane è stato palesemente verificato il pieno fallimento del primo ministro e del suo governo nel gestire la cosa pubblica. Quanto è accaduto e sta accadendo tuttora ha testimoniato e dimostrato, allo stesso tempo, anche il fallimento delle strutture dello Stato. Di tutte quelle strutture che dovevano gestire le emergenze e che, invece, non hanno potuto fare niente o quasi. Il terremoto del 26 novembre e quanto è accaduto dopo, hanno testimoniato e dimostrato anche gli enormi abusi con la cosa pubblica da parte di tutti coloro che, al contrario, avevano l’obbligo istituzionale, di proteggerla e di gestirla al meglio.

Per coprire tutto ciò e per sfuggire alle dirette responsabilità istituzionali e personali, il primo ministro sta cercando di nuovo e come sempre, di incolpare tutto e tutti e di apparire come colui che non è e che mai sia stato. Sta incolpando anche la Natura e gli Dei, ma non i veri responsabili. Per tutti ormai però è chiaro che l’unica vera ragione per cui il primo ministro albanese abbia scelto questa strategia di comportamento pubblico è soltanto quella di “scappare”, di schivare le sue dirette, inevitabili e legalmente punibili responsabilità istituzionali e/o personali. Perché sembrerebbe sia stato proprio lui che abbia consapevolmente fatto, secondo tante denunce pubbliche, le sue scelte e le sue alleanze per governare insieme con il “mondo di mezzo”, la criminalità organizzata e determinati clan occulti.

Per riuscire nella sua strategia, il primo ministro, dopo essere “scomparso” subito dopo il terremoto, ormai ha scelto di apparire e usurpare, per ore e ore intere, gli spazzi mediatici, soprattutto quelli televisivi. Lo sta facendo determinato e noncurante di sembrare ridicolo, nauseante e incredibile. Adesso l’unica cosa vitalmente importante per lui è quella di essere presente dappertutto, di stabilire il da fare, di recitare, di fare, se e quando serve, anche il clown. Ma di essere anche aggressivo se necessario. Durante questi giorni lui sta apparendo per quello che veramente è: un ingannatore e incallito manipolatore. Nella sua “crociata”, nel suo intento di apparire come il “Salvatore”, lui sta usando, come ha sempre fatto in questi ultimi anni, la sua personale televisione; una televisione che porta anche le iniziali del suo nome (un’ulteriore espressione della sua ben nota pubblicamente mania di grandezza). I curatori d’immagine e gli addetti della propaganda governativa costringono le altre televisioni a trasmettere sul dopo terremoto soltanto quello che la televisione del primo ministro trasmette con regia centrale. Da notare che sembrerebbe non essere mai stata fatta le prevista e dovuta trasparenza sul pagamento delle tasse, come tutte le altre televisioni.

Durante questi giorni dopo il terremoto si è visto un primo ministro che, all’occorrenza, cambia sempre maschere e casacche. Si presenta come musulmano convinto, poi appare vestito da “mago”, con dei lunghi, strani e neri mantelli. Davanti a delle persone che hanno perso i propri cari fa finta di commuoversi e racconta “storie personali”. Poi fa di nuovo il “padre di famiglia” ma della “grande famiglia”, quella degli albanesi. Parla di quello che è accaduto come di un castigo dell’onnipotente, anche se il primo da castigare dovrebbe essere proprio lui. Durante questi giorni dopo il terremoto si è visto per ore e ore intere un primo ministro che soltanto si esibisce, che passa da un ruolo ad un altro in un batter di ciglio, che cerca di apparire per una persona abbattuta dal dolore. Il ruolo prevede di fare il buono e il mansueto, il misericordioso e il pietoso. Ma fino ad un certo punto e soprattutto se lo lasciano a recitare secondo un copione prestabilito. Perché se no, al primo “disturbo”, alla prima contestazione, non controllata dai suoi che lo circondano, al primo grido di protesta, alla prima espressione che contrasta con quanto lui abbia o stia dicendo, lo mette in uno stato di alterazione mentale. Proprio come quando, alcuni giorni fa, contestato durante una cerimonia in pieno centro di Tirana, ha mostrato il dito medio, mentre era circondato da bambini innocenti! Questo è il vero volto e la vera personalità di colui che dovrebbe governare il paese e che, invece, da anni cerca di governare soltanto scandali.

Il primo ministro ha scelto questa strategia dopo il terremoto perché cerca di minimizzare lo spazio mediatico, durante il quale si potevano trattare le vere e gravi ragioni che hanno causato la fine di vite umane e ingenti danni materiali, si poteva dare delle risposte ai tanti “perché”. Ha scelto questa strategia per non parlare del fallimento del governo e quello personale del primo ministro, delle innumerevoli bugie e promesse consapevolmente mai mantenute, degli scandali che si susseguono l’un l’altro da tanti anni e degli abusi milionari che ogni mese che passa diventano più frequenti! Ha scelto questa strategia, perché così “ruba” e usurpa gli spazzi mediatici e non permette che vengano trattati gli argomenti che meritano la massima attenzione. Tutto per non permettere a dare delle risposte alle seguenti domande: Perché si sono verificate tutte quelle cose? Perché tante vittime? Perché tanti danni? Perché non hanno funzionato le strutture governative e statali per le emergenze? Perché i soccorritori non erano equipaggiati e addestrati? Perché soltanto grazie all’intervento dei soccorritori stranieri che si sono salvate molte vite. E tanti altri perché. Ma il primo ministro non può e non vuole che si diano risposte a simili domande. Perciò bisogna evitare a tutti i costi che la gente parli degli abusi con le costruzioni, della qualità delle materie prime, dei permessi edilizi dati soltanto per clientelismo e per guadagni milionari. Essendo quella dell’edilizia, fatti alla mano, un’attività che ha servito e serve tuttora, anche più di prima, per riciclare il denaro sporco proveniente da attività criminali e dalla corruzione capillare di tutte le strutture governative e statali. Perciò il primo ministro albanese ha scelto di fare per ore e ore intere il “One-man show” durante queste ultime settimane

Chi scrive queste righe è convinto che quanto sta accadendo attualmente in Albania è una chiara ed inequivocabile testimonianza della gestione dello Stato e della cosa pubblica come un affare personale del primo ministro. Il quale, per coprire gli innumerevoli abusi del potere, minaccia e cerca di ingannare chi si lascerà ingannare. E così facendo, fa di tutto per consolidare una nuova dittatura. Quella sua. Una legge sul controllo dei media, che lui vuol approvare giovedì prossimo ne è un’ulteriore e allarmante testimonianza. E siccome lui fa e farà di tutto per non lasciare la sua poltrona, allora per gli albanesi c’è soltanto un cosa da fare; ribellarsi e cacciarlo via!

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