E’ nato un portale per la Val Trebbia, celebrata da Ernst Hemingway come una delle valli più belle del mondo: www.valtrebbiaexperience.org. A realizzarlo è stato Gabriele Balordi, che nel giro di 11 mesi con la sua iniziativa si è posto quale punto di riferimento di quanti vogliono scoprire passeggiate, ristoranti, punti dove soggiornare e visitare le attrattive naturali e culturali (dai castelli alle chiese) nonché praticare gli sport (dal ciclismo all’equitazione al rafting) offerti dalla località.
Cosa l’ha indotta a ritenere fattibile un’iniziativa come quella di creare un portale e mettere in rete l’offerta turistica della Val Trebbia?
«La Val Trebbia è una territorio meraviglioso che purtroppo non è valorizzato come si dovrebbe. Mi è capitato molto speso di far visitare la valle ad amici e conoscenti e immancabilmente tutti sono rimasti stupiti sia dalla straordinaria bellezza paesaggistica, sia dall’offerta enogastronomica che la valle offre. Non a caso nel 2013 il famoso magazine americano Forbes ha segnalato come l’Emilia sia il territorio al mondo dove si mangia meglio. E la Val Trebbia è in Emilia».
Che riscontri ha avuto finora in termini di attenzione del pubblico interessato alla Val Trebbia e di partecipazione di operatori turistici della stessa Val Trebbia?
«L’interesse del pubblico è stato sorprendente, in poco meno di un anno dalla presentazione del progetto il sito ha avuto quasi 15.000 visite con oltre 40.000 pagine visualizzate. Un successo senza precedenti se consideriamo che la Val Trebbia piacentina si sviluppa in lunghezza lungo la Strada Statale 45 per poco più di 60 chilometri. Un territorio molto limitato ma con un incredibile potenzialità turistica. Meno entusiasmante la partecipazione degli operatori turistici che, come spesso avviene da queste parti, si dimostrano poco sensibili verso progetti mirati a portare benefici al territorio. Non voglio fare di tutta l’erba un fascio, fortunatamente ci sono le eccezioni, ma paradossalmente è maggiore l’interesse da parte di imprenditori non nativi del territorio. Ma questo è un vecchio ed annoso problema di tutto il territorio piacentino. Si tende a coltivare il proprio orticello senza preoccuparsi di intraprendere iniziative comuni. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: l’Expo di Milano ad esempio è stata un’altra occasione persa nonostante il fiume di denaro investito».
Ogni start-up è merito di un privato, ma non c’è amministrazione che non sia pronta a farsi bella con l’inventiva altrui, che accoglienza ha avuto da parte di chi dovrebbe promuovere questo territorio?
«Il progetto è stato presentato a marzo 2016 a Bobbio, di fronte ad un pubblico numeroso ed interessato. Tra questi anche molti rappresentanti dei Comuni della valle. Purtroppo conosciamo bene i problemi che le amministrazioni si trovano ad affrontare quotidianamente. Il Fiscal Compact è una realtà con cui tutti i Comuni devono fare i conti. Ma questo non dev’essere un alibi. Quelle poche risorse disponibili dovrebbero essere, a mio modesto parere, investite meglio e soprattutto in iniziative comuni mirate a portare benefici a tutto il territorio e non ai singoli Comuni. Sto cercando di sensibilizzare le attività imprenditoriali più virtuose ed importanti di tutto il territorio piacentino a sostenere il progetto. Credo che i risultati fin qui ottenuti in termini di visibilità non si possano ignorare. Voglio continuare ad essere fiducioso».