Lettere

Mai più guerra tra fratelli

Riceviamo e pubblichiamo l’intervento del Presidente di Assoarma Milano, Ten. Arch. Gabriele Pagliuzzi, alla Messa del 25 aprile 2024 al Santuario Arcivescovile S. Giuseppe in Milano

Milano, 26 aprile 2024

Cari Presidenti, Care Rappresentanze d’Arma milanesi, grazie a tutti i presenti, oggi pomeriggio nella nostra città, al coperto delle ritualità istituzionali, si leveranno grida di odio e clamori di invettive. Qui, noi, nel Santuario Arcivescovile dedicato a S. Giuseppe, viceversa celebriamo un rito di amore.

Nella data del 25 aprile scelta come conclusione in Italia della Seconda Guerra Mondiale intendiamo elevare un commosso ricordo di tutti i caduti militari e civili nell’immane conflitto. Di tutte le vittime e di tutte le sofferenze patite.

Oggi, in un frangente che vede il riaffacciarsi della guerra in territori a noi sempre più prossimi, con decine di migliaia di morti nella popolazione civile, risalta ancora più prepotente il nostro desiderio di pace che non può essere disgiunto, essendo da esso garantito, dallo spirito di unità di Patria. L’Italia, la nostra Italia è culla di civiltà millenaria, è ammirata e invidiata ovunque per l’armonia delle sue bellezze che la natura ci ha voluto regalare, per la grandiosità della sua arte, per il carattere generoso e sostanzialmente mite della sua gente. E qui penso all’esodo dolorosissimo e silenzioso dei nostri fratelli giuliani e dalmati, strappati da terre italianissime con la ferocia di una vera e propria pulizia etnica. Trecentocinquantamila per i quali il 25 aprile è solo l’inizio dell’incubo dell’occupazione dei partigiani comunisti titini con la danza macabra delle vendette. Purtroppo non solo lì.

Ecco i motivi di unità che ci richiede il nostro compito nel mondo. Ecco i motivi di una vera riappacificazione con la nostra storia.

“Beati i puri di cuore perché vedranno Dio”.

Questa citazione di Matteo l’abbiamo voluta iscrivere nel nostro invito perché il suo senso profondamente religioso si dilata nelle forme eroiche della vita. Proprio in questa circostanza di raccoglimento e memoria di cui ringrazio Monsignor Angelo Macchi per la sua sensibilità di padre e fratello, vorrei ricordare due figure, due militari, due giovani che il destino ha indirizzato in due parti avverse.

Renato Del Din, sottotenente degli alpini, già allievo della Teulié, organizzatore delle prime formazioni partigiane Osoppo-Friuli, caduto il 25 aprile 1944, a 22 anni a Tolmezzo, durante un’ardita manovra contro una postazione nemica.

Paolo Broggi, sottotenente degli alpini, già volontario nella campagna di Grecia nel Regio Esercito, alfiere del 1° Reggimento Alpini della divisione Monterosa R.S.I., a 21 anni, ferito in un agguato in pattuglia sulle apuane, catturato e quindi passato per le armi.

Due giovanissimi italiani, due ventenni!

Mai più guerra tra fratelli, mai più odio ma ammirazione per questo coraggio eroico che è atto puro in sé come categoria dello spirito sopra ogni visione e ogni credo.

La modernità della scienza ci fa credere tutti immortali e molto le dobbiamo per il prolungamento della vita e il sostegno all’inevitabile decadimento dell’essere ma questo non so se può renderci più forti o invece più fragili e tremebondi.

E allora, quando sarà il nostro momento, magari in qualche letto anonimo di ospedale, attaccati all’ostinazione delle macchine e alla fredda caparbietà della medicina, pensiamo agli occhi puri di questi ragazzi di allora, al loro coraggio spavaldo, al loro disprezzo del pericolo e della morte.

Che il loro esempio ci illumini e ci conforti e renda il nostro cammino di uomini e di italiani meritevole di essere vissuto.

Il Presidente

Ten. Arch. Gabriele Pagliuzzi

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