Comprensibile l’entusiasmo che alcuni ministri o esponenti di partito possono avere nell’annunciare questa o quella nuova norma che il governo intende varare, meno comprensibile che poi, puntualmente, la norma debba essere rivista e modificata a fronte di ragionamenti più approfonditi.
La fretta non è mai una buona consigliera specie quando si tratta di argomenti delicati che riguardano tutti i cittadini, con riflessi in vari settori.
Il limite del contante a 10.000 poi, giustamente, riproposto a 5,000, tema che avrebbe dovuto dividere il problema tra quanto si può prelevare dal proprio conto, senza incorrere in controlli che comunque suonano un po’ vessatori visto che ognuno dovrebbe essere padrone dei propri soldi, e quanto si può pagare in contanti.
Alle considerazioni di chi teme che pagare in contanti porti ad un aumento del “nero” il governo dovrebbe rispondere dando, finalmente, nuove indicazioni in materia fiscale utili a contrastare tanta parte di evasione. Basterebbe consentire anche ai privati, come avviene per partite iva e imprese, di poter detrarre almeno l’iva di alcune spese quali quelle per idraulico, elettricista, imbianchino, o giardiniere.
Anche i privati fanno girare l’economia dando lavoro e non si comprende per quale motivo debbano essere penalizzati: tasse le pagano già sul loro reddito e su tutto quello che acquistano, servizi compresi, per quale motivo devono ulteriormente pagare l’iva sulle spese di manutenzione della casa o del verde? Se ci fosse una norma che consentisse la detrazione dell’iva, per le voci sopra indicate, eviteremmo l’evasione in molti settori.
Si è parlato di togliere l’obbligo del pos per cifre inferiori a 60 euro e già ci si corregge pensando di diminuire l’importo, un’altra inutile confusione che crea sconcerto ed incertezza nei singoli e in diverse categorie.
Basta con la politica dell’annuncio che ci ha ammorbato per troppi anni, grazie a troppi governi, si passi, in questo che vorremmo fosse il nuovo corso della politica, a dare notizia di un nuovo provvedimento solo dopo che si sono valutate tutti i pro ed i contro, sempre ovviamente disponibili ad ascoltare il Parlamento per eventuali modifiche ma non correggendosi da soli in continuazione.