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Tagliare i parlamentari taglia la democrazia

La riforma voluta dal governo e, inizialmente, appoggiata anche da FI che taglia 345 parlamentari (230 alla Camera e 115 al Senato) potrebbe diventare legge nei prossimi giorni. Da molti anni si parla di diminuire il numero dei parlamentari, a nostro avviso se da un lato può essere utile diminuire il numero di parlamentari, per snellire il Parlamento, dall’altro preoccupa che la riforma non abbia affrontato alcuni punti chiave necessari a ottenere per l’Italia la realizzazione di una democrazia parlamentare effettiva e compiuta. Ridurre il numero dei parlamentari dovrebbe andare di pari passo con la possibilità, anche per le formazioni più piccole, di fare gruppo, con la rivisitazione della soglia di sbarramento (in caso contrario solo i grandi partiti avranno possibilità di eleggere rappresentati) e soprattutto e prioritariamente con una legge elettorale che ridia ai cittadini il diritto di scegliere, con la preferenza, i propri rappresentanti. Se tutte queste osservazioni non saranno tenute in conto e la riforma sarà solo un taglio secco di deputati e senatori il risultato sarà evidente e cioè il governo avrà un controllo totale su Camera e Senato e la voce delle opposizioni diventerà ininfluente. Non solo: infatti a legge elettorale immutata continueranno ad essere i capi di partito a scegliere i parlamentari con la conseguenza, come ormai avviene da anni, che diventeranno parlamentari non tanto i più preparati e coloro che intendono rappresentare effettivamente i cittadini quanto gli yesmen e gli amici fidati dei leader. Che M5s e Lega, tra le tante cose oggettivamente più urgenti, si siano dedicati alla decurtazione dei parlamentari, senza dare vita a un minimo di riforma istituzionale, dimostra ancora una volta che vi sono forze politiche le quali hanno tutto l’interesse a delegittimare una parte delle istituzioni e ad appropriarsi delle altre. Il valore della democrazia si comprende appieno solo quando questa è messa a rischio o addirittura si perde. Che la democrazia italiana sia ancora incompiuta e fragile è noto, come diventa chiaro e preoccupante che chi è al governo invece di affrontare riforme per snellire quella burocrazia che sta affossando l’attività imprenditoriale e la vita dei singoli privati cittadini, si dedichi invece a una riduzione dell’organo legislativo e cioè il Parlamento. D’altra parte è da molto tempo che il Parlamento è considerevolmente depauperato dei suoi poteri attraverso la legislazione d’urgenza, che i tanti governi di questi anni hanno utilizzato, invocando più del necessario la fiducia, delegittimando di fatto il Parlamento e perciò il potere dei cittadini che, attraverso i parlamentari da loro eletti, dovrebbero legiferare.

Dietro una riforma che apparentemente parla di risparmio e funzionalità si nasconde ancora una volta il volere di chi è al governo di decidere senza un vero controllo delle Camere. Renzi ci aveva provato eliminando il Senato, M5s e Lega fanno un tentativo simile decurtando il numero dei parlamentari ma senza rinunciare all’uso eccessivo della legislazione d’urgenza e senza abbinare a questa riforma quelle necessarie a garantire che il sistema democratico non si tramuti prima in un sistema oligarchico e poi nel potere assoluto di chi governa.

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