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In attesa di Giustizia: libertà perdute

Coloro che hanno la capacità di sopportazione di leggermi su queste colonne, anche di quando in quando, sanno che sono un difensore delle garanzie  appassionato della Costituzione che assegna quelle primarie e inalienabili.

Un avvocato, d’altronde, la Carta Fondamentale dello Stato la deve conoscere: sorprende, dunque, e non solo chi scrive, l’affermazione del sottosegretario alla Giustizia, On. Morrone, a proposito della necessità di eliminare le correnti di sinistra della Magistratura (violazione degli artt. 3, parità di diritti tra i cittadini e 18 della Costituzione) poi corretta estendendola a tutte le correnti: violazione del solo art. 18 che sancisce la libertà di associazione.

Va detto che una ragione di fondo l’On. Morrone ce l’ha perché la fragmentazione in correnti della Magistratura si è rivelata dannosa soprattutto con riguardo al funzionamento del Consiglio Superiore che risulta condizionato dalla necessità di mediare le proprie decisioni nel rispetto di equilibri e interessi tra le diverse componenti, facendone così un  politicizzato con poteri effettivi (autoassegnatisi) più estesi di quelli istituzionali e non quello di autogoverno previsto – ancora una volta – dalla Costituzione.

Esprimersi in quel modo, peraltro, è stato sbagliato sia dal punto di vista del diritto che politico…anche perché il rimedio è stato peggiore del male quando si è giustificato dicendo che è abituato a parlare in sedi differenti quali i comizi: come a dire che in campagna elettorale si possono dire e promettere cose che poi non avranno nessuna corrispondenza nei fatti. Ma questo, forse, già lo sapevamo e ce ne eravamo accorti da lungo tempo e con riguardo all’arco parlamentare quasi al completo.

Lamentarsi sempre di ciò che accade a casa nostra, peraltro, non è giusto perché altrove non si viva esattamente come nella Città del Sole di Tommaso Campanella.

Per restare in ambito europeo, su cui si incentra il focus del “Patto” vale la pena rimarcare che per la prima volta la Commissione UE ha attivato la procedura di infrazione prevista dall’art. 7 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione nei confronti della Polonia, sospettata di aver violato il diritto ad un ricorso effettivo a un giudice imparziale sancito dal TUE in combinato disposto con la Carta dei Diritti Fondamentali della UE.

Tutto ciò in conseguenza del fatto che in quel Paese si è disposto il pre pensionamento per legge dei giudici della Corte Suprema che dovrebbero essere indicati dal Ministro della Giustizia che già ricopre la carica di Procuratore Generale. Altre norme riguardano il Consiglio Nazionale della Magistratura (analogo al nostro C.S.M.) e paiono volte a limitare l’autonomia dei Giudici mediante una più marcata sottoposizione all’Esecutivo.

La salvaguardia del potere giudiziario da quello politico è un valore comune e da salvaguardare ad ogni costo: le nostre libertà, da noi come altrove, sono strettamente legate alla indipendenza dei Magistrati: ecco perché, si è espresso male, ma il sottosegretario Morrone  non ha tutti i torti e perché oggi Polonia e Stato di Diritto sono un ossimoro evidente.

 

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