Città

  • Radici

    La foto in prima pagina sul Corriere della Sera del 7 luglio mostra un grande albero caduto a Milano, un grande albero con piccole radici che il vento ha potuto sradicare.

    Gli alberi hanno bisogno di un po’ di spazio, le loro radici devono poter entrare profondamente nella terra ma nelle città tutto ormai è asfalto e cemento, le radici non possono svilupparsi, con il clima cambiato gli alberi soffrono anche loro e poi cadono perché non hanno radici sufficienti.

    Senza alberi non abbiamo l’ossigeno che ci serve, gli alberi abbattono l’inquinamento, gli alberi abbassano un po’ la temperatura quando la canicola infuria e troppe persone non hanno la possibilità di lasciare la città o di permettersi un condizionatore, gli alberi sono più che mai necessari specie nei luoghi abitati, piccoli o grandi che siano.

    La stessa Unione Europea aveva stanziato cifre importanti, anche per l’Italia, anche per Milano, perché si desse vita ad una decisa nuova piantumazione, parchi e giardini sono necessari così come è necessario salvaguardare la vita delle piante esistenti, nella realtà questo invito non è stato recepito e i soldi li avranno utilizzati altre città, altre nazioni.

    Purtroppo la tutela del verde è l’ultimo problema di molti, troppi amministratori, a partire da Milano, piantumazioni, parchi e giardini non si realizzano, gli alberi non sono curati e asfalto e cemento contornano gli alberi dei viali eredità di un lontano passato quando i sindaci avevano a cuore la loro città e tutti i loro cittadini non soltanto le piste ciclabili.

    Proteggere le radici degli alberi è necessario per la loro vita e per la nostra e le radici, conservare le radici, è importante anche per noi umani che dovremmo ricordarci da dove veniamo e che, se continuiamo a distruggere l’ambiente, non andremo da nessuna parte.

  • Partito il 60% dei cantieri del Pnrr ma la spesa resta ferma al 34%

    Il 60% dei cantieri del Pnrr è avviato o già completato ma la spesa certificata resta ferma al 34%. A evidenziarlo è stata la presidente dell’Associazione nazionale costruttori edili (Ance), Federica Brancaccio, durante l’assemblea pubblica annuale dell’associazione, svoltasi oggi all’Auditorium della Conciliazione, a Roma. “La vera sfida ora è garantire continuità, coordinamento nazionale e certezze per le imprese”, ha affermato Brancaccio. Il Pnrr ha trasformato l’Italia “nel più grande cantiere d’Europa” e rappresenta un modello di gestione da estendere ad altri ambiti, in particolare alle politiche urbane e dell’abitare, oggi ancora troppo frammentate: “Solo su quest’ultimo tema contiamo 40 competenze diverse”, ha affermato. L’assemblea, intitolata “Il tempo giusto”, ha rappresentato un momento di confronto sul futuro delle costruzioni in Italia, con un focus sulle trasformazioni in atto e le opportunità da cogliere in un contesto in continua evoluzione. All’evento sono intervenuti, oltre alla presidente Ance, rappresentanti di primo piano delle istituzioni e dell’economia, tra cui il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, il vicepresidente della Commissione europea, Raffaele Fitto, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, e il presidente Anci, Gaetano Manfredi. Gualtieri ha ringraziato imprese e lavoratori che hanno permesso lo sviluppo dei cantieri nella Capitale. Fitto invece ha precisato che l’impossibilità di spostare la scadenza per i progetti del Pnrr “non è una questione di volontà”.

    “Nel caso in cui dovessimo concedere una proroga, dovremmo cambiare tre diversi regolamenti con il voto non solo di tutti gli Stati membri ma anche di diversi Parlamenti”, ha spiegato Fitto, il quale ha sottolineato che la scelta di non posticipare la scadenza è stata fatta per “partito preso”. Il vicepresidente ha inoltre aggiunto che con il commissario europeo con delega all’Economia, Valdis Dombrovskis, sono stati introdotti alcuni elementi di flessibilità, come la possibilità di rimuovere alcuni progetti dal Pnrr e spostarli sulla programmazione della politica di coesione, permettendo così di estendere la scadenza per la loro realizzazione. Innovazione tecnologica, sostenibilità ambientale e rigenerazione urbana sono stati gli altri temi al centro del dibattito dell’assemblea. L’obiettivo comune: costruire un sistema più efficiente, inclusivo e capace di affrontare le sfide del futuro. “Abbiamo 2.500 imprese coinvolte nei cinque mila cantieri del fondo Opere indifferibili che rischiano di non vedere un euro. Sui ristori del caro materiali mancano all’appello quasi 3 miliardi”, ha avvertito Brancaccio. Il ministro Salvini, dal canto suo, ha fornito i dati aggiornati sulla situazione delle infrastrutture italiane: “Oggi possiamo dire che l’Italia ha in corso investimenti per 204 miliardi di euro. Le opere riguardano ferrovie e strade, infrastrutture idriche, trasporto pubblico locale e case popolari. Parliamo di 1.200 cantieri ferroviari attivi, di cui 700 per nuove opere e 500 per manutenzioni programmate”.

    Per il presidente dell’Associazione nazionale comuni italiani (Anci), Gaetano Manfredi, la certezza finanziaria “è un elemento fondamentale” per la crescita delle città. “Realizzare opere di qualità nei tempi giusti è possibile solo con una programmazione continua e non a singhiozzo. Sono fondamentali la programmazione e il monitoraggio costante. Per programmare serve la certezza dei fondi. Per questo il mio appello al governo è: dobbiamo prepararci al dopo Pnrr. Si scelgano fin da ora le priorità”, ha osservato. “Comuni e Città metropolitane sono diventati attori protagonisti nella realizzazione delle opere pubbliche, dopo anni di difficoltà, nonostante la carenza di personale e le problematiche organizzative”, ha sottolineato Manfredi, annunciando di avere consegnato a Raffaele Fitto “un’Agenda delle Città e dei Comuni, con tanti progetti cantierabili e realizzabili, che possono rappresentare una svolta per il Paese”. “Solo nel 2024 – ha ricordato – i Comuni hanno effettuato spese per investimenti pari a circa 19,1 miliardi di euro. Nel primo quadrimestre del 2025 la spesa è ulteriormente cresciuta. È un dato positivo, perché significa che le risorse si spendono e le opere si realizzano. Crescono in particolare le spese per scuole e impianti sportivi, anche grazie all’effetto del Pnrr”.

  • Il Vicepresidente Fitto ospita il dialogo sull’attuazione dello sviluppo urbano sostenibile nell’ambito della politica di coesione

    Il 24 giugno il Vicepresidente esecutivo Raffaele Fitto ospiterà a Bruxelles il dialogo sull’attuazione dello sviluppo urbano sostenibile nell’ambito della politica di coesione, che riunirà un gruppo mirato di sindaci per discutere le sfide e condividere approcci efficaci per conseguire uno sviluppo urbano sostenibile.

    L’agenda dell’UE per le città, che sarà presentata in una prossima comunicazione, delineerà un nuovo approccio a sostegno delle aree urbane. L’agenda è tesa a far sì che il sostegno dell’UE raggiunga le città e le comunità che ne hanno più bisogno e sia accessibile a tutti i potenziali beneficiari. Rafforzerà inoltre l’impegno dell’UE a favore dello sviluppo urbano sostenibile, ponendo le esigenze e gli interessi delle città in prima linea nelle future iniziative dell’UE.

    Il dialogo sull’attuazione contribuirà alla preparazione dell’agenda dell’UE per le città, la cui adozione è prevista per la fine del 2025.

    La Presidente von der Leyen ha incaricato tutti i commissari di organizzare due dialoghi sull’attuazione all’anno per allineare l’attuazione alle realtà sul terreno. Per il Vicepresidente esecutivo Fitto si tratta del primo di tali dialoghi.

  • Cani e gatti: consigli per l’arrivo del caldo

    Eccoci finalmente in estate e il caldo è arrivato anche troppo d improvviso, per molti è difficile abituarsi specie se si vive e lavora in città dove l’asfalto ributta su onde di calore.

    Non dimentichiamoci che anche i nostri animali soffrono il caldo, specie quelli che devono fare le loro passeggiate sull’asfalto e hanno pochi incontri, sempre brevi, con gli spazi erbosi ed ombreggiati dagli alberi.

    I gatti, che hanno sempre bisogno di avere l’acqua a portata di muso, in estate chiedono di cambiarla spesso, deve essere il più fresca possibile e hanno bisogno di un posto ventilato ma non metteteli sotto il ventilatore, rischierebbero una bronchite che potrebbe essere fatale.

    Se partite per le vacanze e lo portate con voi, scelta preferibile alla pensione che non deve mai essere cercata all’ultimo momento con il rischio di brutte sorprese al ritorno, non dimenticate che i gatti soffrono molto il caldo della macchina e perciò non vanno mai lasciati soli nella vettura.

    Nel nuovo luogo dove alloggerete si adatteranno presto, se sono gatti abituati anche ad uscire teneteli comunque chiusi per un paio di giorni così che memorizzino bene dove siete voi, il loro trasportino e cuscino e le ciotole per mangiare e bere e non lasciateli fuori di notte, ci sono troppi pericoli. Tutti i gatti che abbiamo avuto si sono benissimo abituati, in campagna, ad uscire di giorno e a tornare verso sera, basta abituarli anche con il cibo ed i fischietto di richiamo.

    Anche i gatti possono avere colpi di calore perciò, come per i cani, se il caldo è troppo inumidite un po’ la testa, la pancia e le zampe.

    Non portate fuori i vostri cani, specie in città, nelle ore calde, i loro polpastrelli sono molto delicati ed essenziali per lo scambio di calore corporeo perciò sull’asfalto bollente soffrono, come per i gatti necessitano di acqua fresca e di luoghi dove riposare un po’ al fresco e mai sotto l’aria condizionata che è per loro molto pericolosa.

    La cosa più importante di tutte non abbandonateli mai, mai.

    Fortunatamente ci sono leggi che puniscono l’abbandono di animali ma non c’è legge sufficientemente dura per lenire il dolore che prova un cane abbandonato, su una strada, piena di pericoli, proprio dalle persone che ama incondizionatamente.

    Oggi vi sono molti luoghi di villeggiatura, anche al mare, che ospitano persone ed animali, lentamente si sta cominciando a capire che loro sono parte di noi, esseri viventi, sensibili e sempre leali, come anche noi dovremmo essere.

  • Architetture e visioni. Il racconto fotografico di Alberto Lagomaggiore in mostra a Villa Ghirlanda

    Inaugurerà sabato 17 maggio nelle sale di Villa Ghirlanda a Cinisello Balsamo (MI) la mostra personale di Alberto Lagomaggiore “Fotografie di architettura 1994-2024”, a cura di Maria Fratelli e Giorgio Olivero, che ripercorre trent’anni di fotografia d’architettura del noto fotografo, allievo di Gabriele Basilico. Un centinaio le fotografie in mostra, tra bianco e nero e colore, realizzate da Lagomaggiore perlopiù con fotocamera analogica di grande formato, a partire dalla metà degli anni Novanta sino ad oggi. Alle prime immagini che raccontano le profonde trasformazioni urbanistiche che hanno interessato grandi città come Milano e Genova, e delle quali Lagomaggiore è stato diretto testimone visivo, si aggiungono i lavori, realizzati a partire dalla fine degli anni Novanta, per riviste e cataloghi di note aziende del settore del design industriale. Una sezione della mostra è dedicata alle fotografie, inedite e non ancora mai pubblicate, del cantiere di restauro del 2004 di Villa Belgiojoso Bonaparte (Villa Reale) in via Palestro a Milano, uno dei principali monumenti del Neoclassicismo milanese, sede della Galleria d’Arte Moderna. Una galleria di immagini suggestive e ricche di fascino che, attraverso uno sguardo inconsueto e originale, si muovono tra spazi architettonici e opere d’arte. Completano l’excursus sull’attività trentennale di Lagomaggiore le immagini di ricerca personale dedicate all’edilizia “minore”, spesso non vincolata e degradata, come la serie dedicata alle Cascine di Milano, significativi manufatti edili cerniere tra il tessuto urbano e la campagna circostante, ed anche agli edifici testimoni della trasformazione delle città, come la serie di immagini sui Cantieri di Milano. A conclusione della mostra vengono presentati i due recenti lavori “Cuneo Zone di Confine” e “MILANO OVER”, entrambi del 2020, confluiti in due volumi fotografici, dove emergono tutti gli elementi delle principali tematiche indagate negli anni da Lagomaggiore come l’analisi urbanistica delle città, il racconto del tessuto urbano nelle sue varie declinazioni di edilizia abitativa e industriale, la dettagliata indagine delle trasformazioni dello spazio proiettato dalle architetture.

    La mostra sarà visitabile fino all’8 giugno.

  • Negozi chiusi e amministrazioni silenti

    A Milano è allarme per i negozi vuoti, le saracinesche abbassate, ma se andiamo a vedere altre città, grandi e piccole, comprese le cittadine di provincia ed i paesi più grandi, scopriremo che il problema è generale, ovunque esercizi che hanno chiuso l’attività.

    Il dilagare delle vendite su internet, la presenza sempre più invasiva dei centri commerciali hanno ucciso gran parte del piccolo e medio commercio e se a questo aggiungiamo, specie per quanto riguarda le città più grandi, i problemi connessi alla ztl, al caro parcheggio, o alla mancanza di parcheggi, si comprende bene come i negozi abbiano sempre più difficoltà a sopravvivere.

    Il danno, specie per quanto riguarda gli acquisti fatti attraverso la rete, e presso i giganti mondiali delle vendite on line, non è solo la chiusura di tanti esercizi e la conseguente perdita di posti di lavoro ma anche un minor introito per lo Stato perché le grandi multinazionali non pagano adeguatamente le tasse in Italia.

    Un altro problema, che si verifica spesso negli acquisti su internet, è che molti prodotti sfuggono al controllo, si acquistano inconsapevolmente oggetti contraffatti, illegali, o comunque di qualità scadente, se non addirittura pericolosi, per i loro componenti e per le tinture utilizzate.

    La chiusura di tanti esercizi svuota molte vie aumentando anche il senso di insicurezza che è ormai radicato in chi si muove a piedi in strade deserte e spesso buie.

    La vendita sempre più accentrata nei centri commerciali, o tramite le catene di distribuzione on line, porta ad una omologazione dei prodotti causando di riflesso la morte anche di molte attività artigianali con la conseguente fine di peculiarità locali e standardizzazione dei prodotti stessi, uguali ormai non solo in ogni parte d’Italia ma del mondo.

    Nel frattempo anche i desideri si stanno omologando fino ad arrivare all’omologazione dei pensieri che gli algoritmi ci suggeriranno sempre di più, mentre lentamente la nostra capacità di giudizio e di scelta sarà sempre più rarefatta.

    Forse anche di questo dovrebbe occuparsi la politica partendo dalle amministrazioni locali che invece sembrano, in troppi casi, contribuire alla chiusura dei negozi con piani per la viabilità completamente sconclusionati, a partire da Milano.

  • Milano è il fumo di una sigaretta

    Milano è stata la mia città, importante sotto tutti punti di vista, affettivi e di lavoro, uno dei periodi più belli per me sono stati gli anni in consiglio comunale, quando il consiglio comunale, prima della sciagurata riforma, aveva un peso politico, lì si formavano e tornavano tanti personaggi della politica nazionale.
    Era una Milano uscita dalle tristi ed insanguinate giornate degli anni 70 e riprendeva con entusiasmo a crescere, a costruire un dibattito, un confronto tra forze politiche diverse, per questo ricordo, con stima ed affetto, i sindaci Tognoli e Pillitteri, lo scontro in aula si manteneva a livelli di reciproco rispetto senza quella violenza verbale che ormai caratterizza la politica di oggi.

    Oggi il consiglio comunale non conta nulla, le zone, diventati municipi, ancora meno, i problemi irrisolti negli anni 80 e 90 sono rimasti irrisolti, dal Lambro al Seveso, che  esondano ad ogni pioggia, dai marciapiedi dissestati alle aree periferiche sempre più abbandonate e pericolose.

    Nel frattempo la città è cambiata molto e non in meglio, salvo per i turisti e per chi deve fare affari, le strade per le macchine sono spesso ridotte ad un’unica corsia creando così interminabili file e la conseguente moltiplicazione dell’inquinamento, i parcheggi praticamente scomparsi, anche a pagamento, contribuiscono ad aumentare il traffico con gli automobilisti che girano disperati o si posizionano in seconda fila mentre marciapiedi enormi, in luoghi dove non vi è passaggio, danno un’idea di solitudine e a volte paura.
    I lavori per migliorare il trasporto sotterraneo, ed altre iniziative del sindaco, durano da anni aumentando il caos, l’inquinamento ed il malumore di chi si muove per lavoro.
    I prezzi sono alle stelle, dalle abitazioni ai locali e si cominciano sempre più a notare saracinesche abbassate, molti negozi chiudono ed al posto delle botteghe alimentari aprono mini supermercati. Il denaro si concentra sempre di più nelle mani di pochi e la qualità della vita, la qualità  vera, anche del cibo, è sempre meno.
    Ora come regalo per il nuovo anno il lungimirante sindaco Sala, che è riuscito a rendere la città sempre meno vivibile anche per i residenti, che devono pagare per poter entrare a casa loro, se abitano nel centro, ha concepito, con qualche altro genio, che per fumare all’aperto devi essere lontano 10 metri dalle altre persone, il che vuol dire mai a Milano a meno che tu vada di notte sul Monte Stella, o in qualche luogo simile, stando ben attento a non disturbare gli spacciatori ed i drogati.
    Certo fumare non fa bene alla salute e prima si smette è meglio è ma non fa bene alla salute neppure vivere subendo ogni giorno decisioni stolte ed altre dannose, vedendo che non si fa nulla di quanto serve per sistemare i quartieri, impedire le esondazioni dei  fiumi, contrastare quella criminalità e quello spaccio di droga che vietano a troppi di uscire di casa in sicurezza.
    Questa è la Milano di Sala non la mia ma visto che è l’inizio dell’anno possiamo  sempre sperare che alle prossime elezioni diventi sindaco qualcuno che abbia Milano nel cuore non solo come città del turismo e degli affari, una città che torni ad essere vivibile per tutti.

  • Torino e Braga vincono il premio Capitale europea dell’innovazione

    La Commissione ha rivelato i vincitori del premio Capitale europea dell’innovazione (iCapital) 2024-25, che, ormai da dieci anni, riconosce il merito delle città che svolgono un ruolo importante nel fornire soluzioni innovative ai cittadini. Quest’anno il premio, finanziato dal programma di ricerca e innovazione dell’UE Orizzonte Europa, è andato alle città di Torino e Braga.

    La cerimonia di premiazione si è svolta ieri a Lisbona in occasione del WEB Summit, uno dei più grandi eventi tecnologici al mondo. La Commissaria Iliana Ivanova ha consegnato i premi alle città che hanno integrato l’innovazione nella vita urbana quotidiana, promuovendo comunità sostenibili, inclusive e resilienti.

  • Centri storici tra crisi, trasformazioni e buone pratiche europee

    L’identità dell’Europa è tracciata in larga parte dalle sue città e delle città, come di questa identità del continente, i centri storici ne costituiscono il cuore. Tuttavia non esiste una vera riflessione da parte delle istituzioni europee sulla dimensione metropolitana, e anche le misure di sostegno sono relativamente scarse rispetto a quanto elargito ad altri settori – agricoltura, politica regionale del territorio, pesca. I centri storici rappresentano, soprattutto in Italia, il talismano della città, il territorio che raccoglie i principali monumenti, le glorie e le ragioni dell’orgoglio di una città. Con la trasformazione della società, i centri storici sono stati e sono destinati ancora a importanti cambiamenti; di questi, il segno principale è stato in Italia la chiusura al traffico o una sua limitazione. In buona parte questa scelta è restata la sola misura di qualificazione del centro storico – come se essa bastasse.

    Una soluzione all’italiana, perché una dimensione europea deve tener conto di un certo numero di esigenze:

    • Prioritaria è la difesa della salute dei Cittadini, provvedendo a misure che limitino l’inquinamento, atmosferico come acustico, reso più pernicioso dalle misure ristrette delle strade antiche. A queste in buona parte si ovvia proprio con un accesso limitato ai mezzi di trasporto; ma non solo: occorre anche investire sulla riconversione dei mezzi di trasporto, in particolare pubblici, sfruttando anche i finanziamenti europei disponibili per dotare autobus e altri veicoli pubblici con impianti elettrici. Tuttavia altro deve essere fatto in questa direzione: taxi-collettivi e perfino risciò. Decoro: il centro storico deve essere il biglietto da visita della città. Occorre procedere a una mappatura dei restauri da effettuare e trovare le migliori forme di co-finanziamento private e pubblico, e anche europeo attraverso fondi diretti, e recuperare, anzi valorizzare dal punto di vista sia estetico che dell’impiego, gli edifici non solo storici ma anche quelli dell’architettura minore. Una regolamentazione sui colori da usare e anche su alcuni criteri per fissare le insegne sono altri strumenti essenziali.
    • Vita: il centre storico ha un senso solo se è Per questo occorre mantenere alcune funzioni dei servizi pubblici – uffici comunali, banche, posta – ma soprattutto permettere ai negozi di poter lavorare nelle migliori condizioni. Un coinvolgimento con le categorie è fondamentale. Un centro chiuso ma accogliente per il passeggio, ben restaurato, illuminato, può creare ottime opportunità commerciali. Percorsi tematici, carte di acquisto comune e formule di agevolazioni, giornate o settimane dedicate, aiutano a sollecitare delle nuove forme di fare acquisiti, sempre basate su un’identità peculiare al centro storico – “i negozi del quartiere”.
    • Cultura: il commercio e i servizi però sono solo una gamba, perché il centro ha bisogno di affermare la sua vocazione culturale. Meglio dieci iniziative diffuse per le strade che una sola più eclatante ma riservata a pochi. Gli spazi degli edifici pubblici – centri civici, uffici comunali, piazze pedonali o altro – devono trasformarsi in altrettante occasioni di incontro, laboratori creativi, spazi espositivi. In queste il ruolo principale è quelle delle associazioni, alle quali si possono dare in concessione la gestione di specifici spazi.
    • Sostenibilità: il centro deve essere luogo del futuro. Pannelli solari – regolando la questione dei divieti da parte delle sovrintendenze-abbattimento delle barriere architettoniche, panchine per anziani, bagni pubblici, fontanelle: tutto questo è necessario per rendere il centro facile da usare, per la terza età, per genitori con passeggini, per turisti.
    • Parcheggi e mobilità: è il problema principale. II successo degli outlet dimostra, al di là della convenienza degli acquisti, che la facilità di parcheggio è un pezzo irrinunciabile del successo. La costruzione di un parcheggio non è mai cosa facile, e a seconda della sua collocazione occorre predisporre biciclette in prestito, autobus elettrici, percorsi pedonali. Il piano dei parcheggi costituisce l’investimento più oneroso, anche perché la formula delle generose concessioni a società private che si accollano la maggior parte delle spese di costruzione, comporta spesso dei prezzi per la sosta che non incentivano gli utenti.

    Tutti questi elementi, nessuno escluso, devono far parte di un approccio globale, che metta insieme le varie sfide in modo integrate. Un tale metodo è anche la condizione migliore per rivolgersi alla Commissione Europea per ottenere dei finanziamenti. Numerosi sono i programmi di finanziamento disponibili, altrettanti tasselli per realizzare un centro storico a misura d’uomo. In alcuni casi occorre una collaborazione tra enti locali o imprese e università in altri la creazione di consorzi internazionali. Ma tutte le esigenze di un centro storico possono essere soddisfatte con i finanziamenti europei, a patto di conoscere le regole di fondo dell’euro-progettazione. Dunque bisogna lavorare con metodo, coinvolgendo vari attori – associazioni di categoria, volontariato, operatori culturali, forze dell’ordine, comitati di cittadini – e mettere insieme un disegno complessivo.

    Spetta alle amministrazioni comunali farsi carico del coordinamento di queste lavoro, per far capire che tutti devono prendere parte a una decisione, nei rispettivi ruoli, e che chiudere una strada al traffico e basta è spesso indispensabile ma semplicistico. Nelle città ad alto flusso turistico queste strade pedonali si trasformano spesso in un mercificio che tradisce i connotati storici e allontana i residenti; in quelle meno battute dal turismo di massa, il centro storico si svuota di negozi e di residenti. Due forme di un medesimo deserto contemporaneo, tutt’altro che irresistibile perché, a volerle usare, ci sono idee e risorse per trasformare i centri “storici” in centri di vita.

  • Non abbandoniamo i nostri amici a quattro zampe

    Alcuni sono già partiti per le ferie, molti altri partiranno, altri ancora, troppi, non potranno farne e se le città fossero più verdi, con parchi e giardini, chi non può partire avrebbe dagli alberi alti, un po’ di ossigeno e di fresco, ma sembra essere un problema che non riguarda né gli amministratori pubblici né la politica.

    Nel periodo estivo e con molto caldo non dobbiamo dimenticarci dei nostri amici animali, i cani, i gatti hanno bisogno anche loro di maggiori attenzioni per non subire colpi di calore, importante non lasciarli mai in macchina, avere attenzione a bagnare loro la testa e i piedi se la temperatura si alza e non portarli a passeggiare nelle ore più calde sull’asfalto bollente.

    L’eccessivo caldo può portare dissenteria, in questo caso sentite il veterinario, non lasciateli mai senza acqua fresca e non date un’alimentazione che possa procurare eccessiva sete, non fateli correre o giocare dopo mangiato, specie gli animali più grandi possono incorrere con il movimento, dopo il cibo, nel rovesciamento dello stomaco.

    La maggior parte delle persone che ha un animale da compagnia sa bene che non bisogna mai abbandonarlo ma purtroppo, in estate, c’è sempre qualche sciagurato che si libera del proprio compagno a quattro zampe, lasciandolo sulla strada o in condizioni che portano sofferenza e morte. Per questo vigiliamo tutti segnalando alle forze dell’ordine ogni caso anomalo o pericoloso, un animale abbandonato o lasciato al sole in macchina o detenuto su un balcone.

    Per difendere i nostri amici pelosi vigiliamo insieme collaborando anche con le associazioni animaliste sempre attive su tutto il territorio nazionale.

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