Promozione della cooperazione tra i membri del Sud globale, contrasto del “protezionismo e del bullismo economico”, aumento dell’assistenza allo sviluppo dei Paesi africani e promozione di relazioni internazionali basate sull’uguaglianza e il rispetto reciproco. Sono queste le linee principali, contenute anche nella dichiarazione finale, emerse dalla riunione ministeriale del Forum sulla cooperazione Cina-Africa (Focac), che si è conclusa il 12 giugno a Changsha dopo tre giorni di lavori. L’iniziativa di Pechino, alla quale hanno partecipato il ministro degli Esteri cinese Wang Yi e i rappresentanti di 53 delegazioni africane, è stata l’occasione di rafforzare la penetrazione cinese nel continente in un momento di forte instabilità. Nel documento finale, i partecipanti ai lavori hanno riaffermato la volontà di “stabilizzare un mondo incerto con la certezza delle relazioni” tra la Cina e l’Africa, oltre che di promuovere un ordine multipolare equo, ordinato e fondato sul rispetto reciproco e sulla difesa dei diritti legittimi di tutti i Paesi. Particolare attenzione è stata attribuita all’attuazione dei dieci partenariati per la modernizzazione annunciati al termine del vertice Focac tenuto a Pechino lo scorso settembre, che incentivano la cooperazione in settori come l’industria verde, il commercio elettronico, l’intelligenza artificiale, la finanza e la sicurezza.
Sul piano commerciale, la Cina si è detta pronta a negoziare un accordo di partenariato economico per lo sviluppo condiviso con tutti i 53 Paesi africani che intrattengono relazioni diplomatiche con Pechino. L’intesa estenderà l’esenzione dai dazi doganali al 100 per cento delle merci importate da questi Paesi. Quelli meno sviluppati beneficeranno, oltre che del regime di esenzione tariffaria, anche di agevolazioni al mercato e nelle procedure di ispezione, quarantena e sdoganamento. Il documento rilancia anche l’attuazione del Secondo piano decennale dell’Agenda 2063 dell’Unione africana e definisce il 2026 come l’Anno degli scambi tra i popoli di Cina e Africa. Nella lettera letta in occasione della ministeriale, il presidente cinese Xi Jinping ha sottolineato che Pechino è disposta a garantire un regime di esenzione tariffaria per il 100 per cento delle merci provenienti da 53 Paesi africani con cui intrattiene relazioni diplomatiche, attraverso la negoziazione e la firma dell’Accordo di partenariato economico per lo sviluppo congiunto. “Nei 25 anni intercorsi dalla sua istituzione, il Forum sulla cooperazione Cina-Africa ha efficacemente guidato lo sviluppo vigoroso della cooperazione Cina-Africa, divenendo un modello di solidarietà e cooperazione nel Sud globale”, ha dichiarato Xi.
Le rassicurazioni del presidente Xi sono state ribadite dal suo ministro degli Esteri, Wang Yi, che nell’intervento ha avanzato cinque proposte per promuovere lo sviluppo della cooperazione con l’Africa – inclusa l’esenzione dei dazi per i Paesi partner – invocando il “fermo sostegno su questioni che riguardano i rispettivi interessi fondamentali”, oltre che “un ulteriore rafforzamento della fiducia politica reciproca”. Wang ha inoltre auspicato collaborazione per garantire una “globalizzazione economica inclusiva” e la salvaguardia degli scambi multilaterali incentrati sull’Organizzazione mondiale del commercio (Omc), annunciando che Pechino lavorerà per attuare le iniziative a sostegno della industrializzazione, della modernizzazione agricola e della formazione dell’Africa, oltre che sostenere il continente nello “svolgimento di un ruolo ancora maggiore” negli affari internazionali. Wang ha annunciato che la Cina lavorerà per attuare le iniziative a sostegno della industrializzazione, della modernizzazione agricola e della formazione dell’Africa, con cui sarà celebrato, nel 2026, l’Anno degli scambi tra i popoli. Infine, la Cina sosterrà il continente nello “svolgimento di un ruolo ancora maggiore” negli affari internazionali.
A margine della ministeriale di Changsha il titolare della diplomazia cinese ha tenuto numerosi colloqui, tra cui quelli con gli omologhi di Tanzania (Mahmoud Thabit Kombo), Senegal (Yassine Fall), Angola (Tete Antonio), Kenya (Wycliffe Musalia Mudavadi), Sudafrica (Ronald Lamola), Gibuti (Abdoulkader Houssein Omar) ed Etiopia (Gedion Timotheos). Significativi, in particolare, sono apparsi gli scambi con il sudafricano ed il keniota. Al ministro Lamola Wang ha detto con tono rassicurante che Cina e Sudafrica sono “importanti Paesi in via di sviluppo con esperienze e obiettivi comuni”, e che “quanto più complessa è la situazione e più acute sono le sfide, tanto più i due Paesi dovrebbero unirsi e cooperare”. Allo stesso, modo, ha detto al keniota Mudavadi, Pechino “attribuisce grande importanza al ruolo e all’influenza del Kenya ed è disposta a rafforzare la comunicazione strategica e il coordinamento per salvaguardare insieme i diritti e gli interessi legittimi dei Paesi in via di sviluppo, oltre che le norme fondamentali delle relazioni internazionali”.
Il Kenya è apparso del resto determinato a concludere nel più breve tempo possibile – “entro fine giugno” ha auspicato dal ministro Mudavadi – un accordo di partenariato con Pechino, nell’interesse di assicurarsi presto finanziamenti a progetti di infrastrutture e progetti stradali utili a migliorare i trasporti. Sullo sfondo di scenari infrastrutturali si è articolato anche il colloquio fra Wang e l’omologo l’omologo della Tanzania, Mahmoud Thabit Kombo, al quale ha assicurato la volontà di Pechino di rilanciare la ferrovia Tazara fra Zambia e Tanzania. La ferrovia Tazara “è un simbolo della fratellanza e del sostegno reciproco” tra Africa e Cina, che è disposta ad infondere nuova vitalità al progetto, ha detto Wang. L’infrastruttura, che collega il porto di Dar es Salaam, nella Tanzania orientale, con la città di Kapiri Mposhi, nella provincia centrale dello Zambia, è stata interamente finanziata dalla Cina negli anni Settanta, con l’obiettivo di fornire allo Zambia una via d’accesso indipendente all’oceano.
Il Corno d’Africa è stato oggetto di particolare interesse per il ministro degli Esteri cinese. Nell’incontro con l’omologo etiope Timotheos Wang ha sottolineato l’intenzione di “rafforzare la comunicazione strategica con l’Etiopia”, riconoscendo ai due Paesi il ruolo di “importanti rappresentanti del Sud globale e membri del gruppo Brics”. Pechino intende “promuovere uno sviluppo comune attraverso una cooperazione reciprocamente vantaggiosa e salvaguardare gli interessi comuni attraverso l’unità e la cooperazione”, ha sottolineato Wang, secondo il quale Cina ed Etiopia dovrebbero rafforzare l’integrazione delle rispettive strategie di sviluppo ed esplorare il potenziale di cooperazione in vari settori, con particolare attenzione al comparto dei veicoli a nuova energia, delle industrie verdi, del commercio elettronico e dell’intelligenza artificiale. In modo simile, nell’incontro con l’omologo di Gibuti Wang ha affermato che la Cina è pronta a sostenere la trasformazione del Paese strategicamente posizionato sul mar Rosso in un polo commerciale e logistico regionale. “La Cina è pronta a collaborare con Gibuti per costruire una cintura di sviluppo economico e prosperità basata sulla ferrovia Addis Abeba-Gibuti e aiutare Gibuti a diventare un polo commerciale e logistico regionale”, ha detto il ministro cinese, confermando indirettamente così anche il sostegno alle ambizioni etiopi di accesso al mare. Wang ha inoltre assicurato che Pechino continuerà inoltre “a sostenere Gibuti nell’adempimento dei suoi doveri di presidente di turno dell’Autorità intergovernativa per lo sviluppo (Igad), a sostenere l’unità e l’autosufficienza dell’Africa, a risolvere i problemi africani in modo africano”.
La ministeriale Focac si è conclusa a poche ore dall’apertura della China-Africa Economic and Trade Expo, evento alla quarta edizione svoltasi dal 12 al 14 giugno, sempre a Changsha. Secondo i dati diffusi dall’Amministrazione generale delle dogane (Gac), la cooperazione economica e commerciale tra la Cina e l’Africa ha dimostrato una forte vitalità, beneficiando negli ultimi 25 anni di un rapido aumento del volume commerciale. Le importazioni e le esportazioni totali della Cina con i Paesi africani sono passate da meno di 100 miliardi di yuan (circa 13,9 miliardi di dollari) nel 2000 a 2.100 miliardi di yuan nel 2024, segnando una crescita media annua del 14,2%. La Gac ha pubblicato oggi anche l’indice commerciale Cina-Africa 2024, che ha raggiunto il record di 1.056,53 punti. Secondo Pechino, l’indice utilizza come parametro di riferimento l’anno 2000, fissato a 100 punti. Alla fine del 2024, la Cina è stata il maggior partner commerciale dell’Africa per 16 anni consecutivi e finora la crescita del commercio bilaterale ha continuato ad accelerare nel 2025. Secondo i dati precedenti forniti dalla GAC, il commercio cinese coi Paesi africani ha toccato un livello record nei primi 5 mesi di quest’anno, crescendo del 12,4% su base annua e raggiungendo i 963,21 miliardi di yuan.