Finanziamenti

  • La BEI investe nell’aggiornamento della rete italiana

    La Banca europea per gli investimenti e l’operatore di rete italiano Terna hanno stanziato 490 milioni di euro per investimenti che modernizzeranno la rete di trasmissione elettrica del Paese. Il prestito di 22 anni fa parte della politica di ottimizzazione della struttura finanziaria di Terna e sarà destinato a sostenere gli investimenti di sostituzione di componenti patrimoniali, nonché l’adozione di soluzioni eco-compatibili. “Questa operazione conferma l’impegno della Banca dell’Unione europea a migliorare il settore cruciale delle reti elettriche. Rafforza ulteriormente la fruttuosa collaborazione della BEI con Terna: negli ultimi anni la banca ha sostenuto i piani di investimento chiave dell’azienda nella modernizzazione e sviluppo della rete di trasmissione e in progetti transfrontalieri di alta qualità come l’interconnessione Italia-Francia”, ha affermato Dario Scannapieco, vicepresidente della BEI. Questo finanziamento porta i prestiti della Banca dell’UE a Terna a 2,15 miliardi di euro.

  • I senza casa sono più esposti a malattie e costano alla collettività

    Non avere una casa provoca danni alla salute simili alla demenza senile, specialmente se si è in là con gli anni. Un’analisi di Margot Kushel, che dirige un centro per l’assistenza a popolazioni vulnerabili a San Francisco, ha diagnosticato che gli homeless dimostrano a 60 anni condizioni di cattiva salute tipiche di norma di chi di anni ne ha 80. Oltre alla depressione, chi non ha casa soffre di mancanza di sonno, alcolismo e/o diabete ed è più esposto a ictus, infarto e malattie polmonari. Nella sola Los Angeles, secondo l’Università della Pennsylvania, curare le malattie dovute alla mancanza di un tetto può costare 621 milioni di dollari l’anno da qui al 2030, più di quanto costerebbe dare una casa ai senza tetto a carico della comunità (il costo annuo per la California sarebbe di 588 milioni di dollari). Il governatore della California Gavin Newsom aveva in effetti pesato di stanziare 500 milioni del budget per i senza tetto, ma l’iniziativa è apparsa incongrua agli americani e anche un successivo provvedimento più blando tentato dallo stesso governatore è stato impugnato davanti alla Corte costituzionale dalle grandi aziende che sarebbero state tassate per recuperare risorse per gli homeless.

  • EIB to announce new initiatives for climate action and inclusive development

    Europe should address today’s global challenges by following policies that respond to the climate emergency while also building a resilient and inclusive society, according to the core initiatives of the European Investment Bank (EIB).

    The bank will meet regional partners from across the globe, as well as fellow International Financial Institutions, to detect new cooperation opportunities that would help move its ambitious proposals forward.

    EIB President Werner Hoyer, speaking ahead of the IMF/World Bank Group annual meetings said, “’The world is in real need of bold multilateral action. From trade policy and development to climate action, Europe can and must itself provide leadership. As the financial arm of the EU and an investor across the globe, we must reaffirm our commitment to play our part. We must act immediately and swiftly if we want to ensure a sustainable transition to a “net-zero” emissions economy. As the recent IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) report warned us, the effects of climate change are hitting us more strongly than ever before. Natural hazards such as droughts, floods, forest fires, food shortages, and disease pandemics will become more frequent in the near future, potentially displacing millions of people. We need to all join forces to build a resilient and inclusive society that leaves no one behind.”

    The EIB also plans to address the issue of gender equality as part of its commitment to deliver its own gender strategy to promote women’s rights both inside and outside Europe. This campaign is part of the run-up to the signing of an important pledge with other financial institutions to economically empower women.

    The Caribbean Development Bank and the EIB will also announce that they will jointly strengthen their cooperation through the implementation of joint projects that include measures to support climate resilience.

    France and Germany’s development banks will, along with the EIB, take stock of the progress that has been made on the Clean Oceans Initiative. The initiative was launched a year ago in Bali, within the framework of the IMF/WB Group meetings, with the goal of providing €2 billion to finance projects that aim to tackle waste and plastic pollution by 2023.

    The EIB is the long-term lending institution of the European Union which is owned by the EU Member States. It works towards implementing EU policy goals and makes long-term finances available for sound investments. The EIB is also one of the largest financiers of climate action globally, with over €90 billion invested in support of the Paris Climate Agreement.

     

  • Dalla Ue altri 100 milioni in aiuto dell’Africa

    Due nuove misure umanitarie sono state finanziate da parte della Commissione europea, per una cifra complessiva di poco inferiore ai 100 milioni di Euro.

    Un primo pacchetto di aiuti, del valore di 60 milioni di euro, è destinato alla Repubblica Centrafricana, che ha visto lo scoppio di due sanguinose guerre civili nel corso degli ultimi 15 anni: la misura, finalizzata a implementare gli accordi di pace dello scorso 6 febbraio, va ad aggiungersi agli 850 milioni stanziati dall’Unione a beneficio del Paese africano negli ultimi 5 anni, dei quali 140 milioni nell’erogazione di aiuti umanitari.

    Il secondo pacchetto di aiuti, dal valore di 34 milioni di euro, sosterrà la realizzazione di iniziative umanitarie nella regione subsahariana dei grandi laghi: in particolare, 29,375 milioni contribuiranno a contrastare la carestia che affligge le regioni orientali della Repubblica Democratica del Congo, già interessate da conflitti armati e recentemente colpite da una nuova epidemia del virus ebola; 4,3 milioni  sovvenzioneranno l’erogazione di provviste, assistenza sanitaria ed istruzione ai rifugiati burundesi in Tanzania e Ruanda; infine, 600.000 euro finanzieranno i progetti di assistenza umanitaria rivolti ai rifugiati della Repubblica Democratica del Congo nel vicino Congo.

  • Lombardia: finanziamenti per ricerca e sviluppo alle PMI

    La Lombardia è da sempre in prima linea quando si parla di finanziamenti per l’innovazione e l’internazionalizzazione delle Pmi. In questi giorni si stanno discutendo due provvedimenti che puntano a promuovere l’attività delle imprese piccole e medie: queste valgono complessivamente 37 milioni.

    Il primo, atteso a breve in pubblicazione, è il nuovo bando Frim Fesr 2020 «Ricerca e Sviluppo», gestito da Finlombarda, che vale 30 milioni: finanzia ricerca e innovazione delle Pmi e dei liberi professionisti. A disposizione ci sono risorse regionali, statali e del Por Fesr 2014-2020 per i progetti collegati alle aree di specializzazione della «Strategia regionale di specializzazione intelligente per la ricerca e l’innovazione-S3» (settore aerospaziale, agroalimentare, industrie creative) e alle tematiche delle «smart cities» (infrastrutture, costruzioni intelligenti, sicurezza). I finanziamenti sono a medio-lungo termine, di durata da tre a sette anni (di cui massimo due di preammortamento) con tasso fisso nominale dello 0,5% e importo tra 100mila euro e un milione. È finanziabile fino al 100% degli investimenti di almeno 100mila euro in attività di ricerca industriale, sviluppo sperimentale e innovazione, realizzati entro 18 mesi (più sei di possibile proroga) dal decreto di concessione. Sono ammissibili nel finanziamento spese per tecnici e ricercatori, costi di ammortamento o canoni per l’acquisto in leasing di impianti e attrezzature nuovi o usati, i costi della ricerca contrattuale, delle competenze tecniche e dei brevetti, la consulenza per l’attività di ricerca, i materiali necessari alla realizzazione del progetto, le spese generali forfettarie, i costi per il deposito e la convalida dei brevetti durante il periodo di realizzazione del progetto. Sarà possibile presentare domanda online dal 6 giugno fino a esaurimento delle risorse.

    Si apre invece il 22 maggio lo sportello della «linea internazionalizzazione» di Regione Lombardia, gestita da Finlombarda, che finanzia i progetti integrati di internazionalizzazione e sviluppo internazionale delle Pmi lombarde attive da almeno due anni. Lo stanziamento iniziale è di 7 milioni a valere su risorse del Por Fesr 2014-2020 con il cofinanziamento regionale e statale. Sono previsti finanziamenti di medio-lungo termine a tasso zero, di importo compreso tra 50 e 500mila euro e durata da tre a sei anni (di cui massimo due di preammortamento). I finanziamenti coprono fino all’80% degli investimenti in programmi di internazionalizzazione, che siano realizzati entro 18 mesi dalla concessione dell’agevolazione e di importo minimo di 62.500 euro. Sono finanziabili le spese sostenute per la partecipazione a fiere internazionali, per la promozione dei prodotti in showroom o spazi espositivi temporanei all’estero, per servizi di consulenza, per l’ottenimento di certificazioni estere e per il personale impiegato nel progetto di internazionalizzazione. Le imprese potranno fare domanda online, fino a esaurimento delle risorse.

    Resterà aperto fino al 17 giugno, invece, il bando Fashiontech della Regione Lombardia per la sostenibilità delle piccole e medie imprese del settore moda. In base al bando, aperto il 30 aprile, sarà possibile presentare progetti “di ricerca e sviluppo finalizzati all’innovazione del settore Tessile, moda e accessorio, secondo il principio della sostenibilità, dal punto di vista ambientale, economico e sociale”. Il budget del bando è di 10 milioni di euro. Possono partecipare al partenariato pmi, grandi imprese, organismi di ricerca pubblici e privati o Università. Le imprese devono avere sede operativa attiva in Lombardia alla data della prima richiesta di contributo. Vengono comunque solo riconosciute le spese sostenute presso la sede in Lombardia.

  • I soldi del Qatar ai centri islamici in Italia e in Europa

    Il settimanale TEMPI, nel suo numero del 3 aprile scorso, annuncia che in Francia esce Qatar Papers con la presentazione di 45 progetti finanziati con 22 milioni di euro dall’emirato islamico in Italia. Nel 2014, inoltre, il Qatar – annuncia la pubblicazione francese – ha finanziato con 71 milioni di euro 113 moschee e centri islamici in tutta Europa, di cui l’Italia è la maggiore beneficiaria con il sovvenzionamento dei 45 progetti sopra indicati. Gli autori dei Papers sono due giornalisti francesi che hanno avuto accesso a migliaia di documenti interni della “Qatar Charity”, la fondazione controllata dall’emiro del Qatar. TEMPI cita inoltre l’esperto internazionale di terrorismo, Lorenzo Vidino, che su La Stampa scrive che “analizzare cosa fa il Qatar è fondamentale perché l’emirato, pur non essendo l’unico del Golfo Arabo a farlo, negli ultimi anni è diventato il principale finanziatore di moschee e centri islamici in Europa, perlopiù istituzioni legate ai Fratelli Musulmani”, che sono una delle più importanti organizzazioni islamiste internazionali con un approccio di tipo politico all’Islam. Furono fondati nel 1928 da al-Ḥasan al-Bannāʾ a Ismailia, poco più d’un decennio dopo il collasso dell’Impero Ottomano. Sono stati dichiarati fuorilegge, in quanto considerati un’organizzazione terroristica, da parte dei governi dei seguenti paesi: Bahrain, Egitto, Russia, Siria, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Tagikistan e Uzbekistan. Godono invece di cospicui finanziamenti e protezione più o meno esplicita da parte dei governi di Turchia e Qatar.

    Dove sono finiti in Italia tutti questi soldi arabi? Soprattutto al Nord (Saronno, Piacenza, Brescia, Alessandria), anche se la Regione dove il Qatar ha finanziato più progetti è la Sicilia (ben 11). Vidino riferisce che i beneficiari sono in larga misura organizzazioni legate all’Ucoi (Unione delle comunità islamiche d’Italia). Tra i documenti originali pubblicati nel libro, però, si trova anche una lettera di raccomandazione del 27 gennaio 2015 e firmata da Yussuf al Qaradawi, in cui lo sceicco elogia il Coordinamento delle Associazioni islamiche di Milano, Monza e Brianza (Caim) ed esorta i destinatari a donare generosamente ai suoi rappresentanti Yassine Baradei e Davide Piccardo, noti esponenti dell’islam lombardo, per sostenere il loro progetto di costruire “un nuovo grande centro islamico a Milano, con una moschea e vari centri educativi, un progetto che ha bisogna di sostegno”.

    Al Qaradawi – scrive TEMPI – non è un religioso islamico qualunque. Egiziano di nascita, voce onnipresente sull’emittente del Qatar Al Jazeera, è il leader spirituale dei Fratelli Musulmani e si è distinto per le sue posizioni altamente controverse. Approva la pena di morte per gli apostati che abbandonano l’islam, ha elogiato Hitler ed esaltato l’uccisione degli israeliani da parte dei palestinesi, è convinto che i musulmani conquisteranno Roma e l’Europa attraverso il proselitismo.

    Queste identiche idee estremiste, anticamera del terrorismo islamico, vengono insegnate in molti centri islamici in tutta Europa e – continua Vidino – “vengono regolarmente promosse dai network legati ai Fratelli Musulmani e amplificate attraverso i massicci finanziamenti del Qatar”. Ecco perché – secondo l’esperto di terrorismo – bisogna cominciare a riflettere se approvare una legge che vieti “ogni finanziamento estero” delle moschee, soprattutto se proveniente dal Qatar. “Visto il flusso di fondi del Qatar diretto nella nostra penisola, sarebbe opportuno che anche la nostra classe politica affrontasse la questione”.

    Già, la nostra classe politica! Nel mese d’ottobre dell’anno scorso il nostro ministro degli Interni e vice presidente del Consiglio si è recato nel Qatar per firmare alcuni importanti accordi di collaborazione tra l’Italia e l’emirato del golfo Persico. Da un punto di vista economico, le cose stanno andando molto bene tra noi e il Qatar. Come ricorda La Verità, i dati sull’interscambio commerciale sono molto interessanti e il volume d’affari ha raggiunto 2,35 miliardi di euro nel 2017, “con un aumento dell’ 8,7% rispetto all’anno precedente e che nuove partnership tra aziende italiane e realtà qatariote si sono sviluppate in vista della Coppa del mondo del 2022”. Non va dimenticato il ruolo fondamentale del settore della Difesa: nel 2016, il Qatar ha firmato un accordo con Fincantieri per la consegna di sette unità navali per un costo complessivo di cinque miliardi di euro. E anche i nostri produttori agricoli hanno registrato un aumento dell’export, con un volume di esportazioni quadruplicato negli ultimi 10 anni e certificato dall’ultimo accordo siglato da Coldiretti con l’emirato per la distribuzione dei prodotti italiani.

    Su che cosa dovrebbe riflettere la classe politica italiana? Sugli affari o sui finanziamenti del Qatar agli islamisti italiani? Voi lettori che risposta date? Io l’ho già data, dentro di me, e sono certo che non coincide con quella della classe politica. Di fronte al proselitismo dei musulmani in Italia,  finanziato in abbondanza dal Qatar, nessuno muoverà un dito. Non potendo contare sulle riflessioni dei politici,  prego solo che sia S. Pietro a non permettere l’invasione della sua basilica!

  • Bruxelles muove 116,1 milioni per stimolare investimenti per 3,2 miliardi su clima e ambiente

    Arrivano nuovi finanziamenti nell’ambito del programma LIFE per ambiente e clima, che consentiranno di sbloccare più di 3,2 miliardi di euro di sovvenzioni supplementari a favore di 12 progetti su vasta scala in 10 Stati membri dell’Ue al fine di sostenere la transizione dell’Europa a un’economia circolare, a basse emissioni di carbonio. La Commissione europea ha annunciato un investimento di 116,1 milioni di euro che sosterranno progetti in Austria, Bulgaria, Repubblica ceca, Estonia, Finlandia, Grecia, Ungheria, Italia, Portogallo e Slovenia.

    Karmenu Vella, Commissario responsabile per l’Ambiente, gli affari marittimi e la pesca, ha dichiarato: “I progetti integrati del programma LIFE sono un ottimo esempio di fondi dell’UE che fanno veramente la differenza sul campo, migliorando la qualità di vita di milioni di cittadini europei. I nuovi investimenti aiuteranno gli Stati membri ad attingere alle risorse per rispondere alle preoccupazioni dei cittadini per quanto riguarda la qualità dell’aria e dell’acqua e per arrestare la perdita di biodiversità”. Miguel Arias Cañete, commissario responsabile per l’Azione per il clima e l’energia, ha dichiarato: La Commissione ha proposto di basarsi sull’esperienza positiva dell’integrazione in altre politiche delle azioni per il clima e di rafforzare ulteriormente l’azione per il clima nel prossimo bilancio a lungo termine dell’UE. Porsi obiettivi più ambiziosi porterà a un potenziamento dell’azione per il clima in settori chiave come quello dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e dell’azione esterna e a un incremento dei finanziamenti destinati all’azione per il clima nell’ambito del programma LIFE.

    I progetti finanziati sono volti a portare gli Stati a conformarsi alla legislazione dell’Ue in 5 settori (natura, acqua, aria, attenuazione dei cambiamenti climatici e adattamento ai cambiamenti climatici) e avranno una dotazione di bilancio complessiva di 215,5 milioni di euro, 116,1 milioni dei quali – appunto – cofinanziati dall’Ue. Il finanziamento dell’UE mobiliterà investimenti per un importo supplementare di 3,2 miliardi, in quanto gli Stati membri possono utilizzare anche altre fonti di finanziamento dell’Ue, tra cui i fondi agricoli, regionali e strutturali e Orizzonte 2020, nonché fondi nazionali e investimenti del settore privato.

  • La Bei finanzia con 150 milioni lo sviluppo dell’aeroporto di Venezia

    La Banca europea per gli investimenti (BEI) ha concesso un finanziamento di 150 milioni di euro per lo sviluppo dell’Aeroporto di Venezia, terzo scalo internazionale in Italia per traffico passeggeri, gestito da Save. Il finanziamento ha la garanzia del Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS), il pilastro del Piano europeo per gli investimenti, il cosiddetto Piano Juncker.

    L’aeroporto di Venezia Marco Polo, che raggiungerà quest’anno gli 11 milioni di passeggeri, è caratterizzato da una forte connotazione internazionale: l’87% del traffico è stato da/per paesi esteri (a fronte di una media italiana del 64%). Grazie al piano di investimenti in corso l’aeroporto potrà sostenere un volume di traffico fino a 16 milioni di passeggeri al 2025. Si stima che i progetti finanziati genereranno circa 2.700 posti di lavoro durante la fase di costruzione e, una volta terminati, circa 500 nuovi posti di lavoro collegati all’operatività dello scalo. Il progetto contribuirà all’Iniziativa europea sulla sicurezza (Esi-European safety initiative) rispettando i nuovi standard comunitari fissati della Commissione UE sulla sicurezza dell’aviazione.

    Il finanziamento BEI coprirà quasi un terzo del volume totale degli investimenti, che riguarderanno l’espansione del terminal passeggeri, il rifacimento delle piste di volo, il prolungamento della pista secondaria e l’ampliamento delle aree di manovra degli aeromobili.

    “Per un’area come il Veneto, caratterizzata da una forte vocazione turistica e da un ricco e dinamico tessuto imprenditoriale, un’operazione di queste dimensioni sul principale aeroporto è garanzia del fatto che si investe sul futuro, perché la mobilità di persone e merci è condizione essenziale per lo sviluppo economico e sociale”, ha commentato Dario Scannapieco, vicepresidente della BEI. “Il finanziamento da parte di una Istituzione finanziaria così rilevante finalizzato a progetti infrastrutturali dell’aeroporto di Venezia, rappresenta un riconoscimento importante del ruolo del Marco Polo quale infrastruttura di riferimento per la mobilità e lo sviluppo economico-sociale del territorio”, ha dichiarato Enrico Marchi, Presidente di Save.  Violeta Bulc, Commissaria europea ai Trasporti, ha dichiarato: “Con questo nuovo progetto, il piano Juncker si conferma ulteriormente come importante sostenitore delle infrastrutture di trasporto strategico in Europa. L’espansione dell’aeroporto Marco Polo di Venezia stimolerà lo sviluppo regionale e creerà posti di lavoro per la comunità locale. Sono molto soddisfatta che l’UE sostenga questo progetto».

  • Italia prima beneficiaria dei prestiti Bei, ma i finanziamenti contro le calamità naturali sono stati rifiutati

    A disastro compiuto il governo è corso ad annunciare stanziamenti e programmi di prevenzione, ma l’Italia ha rifiutato i prestiti che l’Europa offriva per interventi di messa in sicurezza del territorio.

    La Banca europea per gli investimenti era pronta a concedere 1,150 miliardi e con cui finanziare progetti contro frane e alluvioni. Il finanziamento era stato discusso nel 2014, all’epoca del governo Renzi, ma non fu poi sottoscritto (da dicembre 2017 era pronta una tranche di 800 milioni) né da Matteo Renzi né da Paolo Gentiloni, che lasciò la questione al governo entrante vista l’imminenza delle elezioni del 4 marzo scorso. Il governo Conte ha poi deciso di chiudere la task force Italia Sicura tramite cui i fondi dovevano essere ricevuti e utilizzati.

    Il prestito avrebbe dovuto essere restituito pagando interessi dello 0,7% in 20 anni e il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha spiegato (a Matrix, via Facebook e su La Stampa) di non aver sottoscritto quel finanziamento perché mancavano progetti specifici cui destinarli e perché appariva pertanto inopportuno gravare i contribuenti del costo di restituzione di tale prestito.

    L’Italia nel 2017 è stato il primo Paese dell’Ue per finanziamenti ricevuti dalla Bei, con oltre 11 miliardi di euro (il 16% del totale delle erogazioni della Bei stessa) attraverso i quali sono stati attivati 119 progetti (nel 2016, con quasi 10 miliardi, era ancora seconda dietro alla Spagna). Poiché la Banca europea degli investimenti è un’istituzione dell’Unione europea, l’Italia ne è a anche azionista (con una quota di capitale sottoscritto pari a 37 milioni 578.019 euro, è tra i primi 4 azionisti al pari di Germania, Francia e Regno Unito).

  • Italian Digital Challenge: una due giorni per conoscere i finanziamenti europei dedicati all’industria high tech

    Il 12 e 13 novembre si svolgerà a Bruxelles l’Italian Digital Challenge, dedicata ad una selezione di aziende italiane di high tech. L’iniziativa si prefigge di Favorire l’accesso ai finanziamenti europei per l’industria digitale, anche da parte di Pmi e Startup; Creare incontri con possibili partner industriali e finanziari internazionali; Aprire nuovi mercati, entrare nelle reti internazionali dell’high tech.

    Il primo giorno è previsto un incontro presso la Commissione Europea con i Dirigenti delle DG Connect, della DG Growth, della DG Research e dell’Easme, preposti ai Programmi di finanziamento (H2020 e oltre) per Ict, Iot, Digital Manufacturing, Greentech. Il secondo giorno prevede un’Open Session con Aziende, Investitori, Istituzioni Finanziarie, Reti Internazionali, per scambiare esperienze e creare nuove partnership

    L’Italian Digital Challenge, realizzato con la Collaborazione della Commissione Europea e della Rappresentanza Italiana, permette ai partecipanti di sviluppare conoscenze approfondite sui temi dei finanziamenti europei per l’industria digitale; strategie vincenti per i Programmi europei; un’azione di networking internazionale verso Istituzioni, Aziende, Investitori.

    Informazioni sull’agenda dei lavori e sulle modalità di adesione sono presenti sul sito www.italiandigitalchallenge.it. Le adesioni devono pervenire entro il 2 novembre.

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