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  • Ok di Tunisia e Algeria: il corridoio del gas per rifornire Italia, Austria e Germania può partire

    Tunisia e Algeria si aggiungono al patto tra Italia, Austria e Germania per trasportare idrogeno tra le due sponde del Mediterraneo. Con la firma, il 21 gennaio a Roma, di una nuova dichiarazione comune di intenti tra i cinque paesi, il progetto del Corridoio Sud dell’Idrogeno inizia a fare qualche passo avanti concreto.

    L’intesa siglata a Villa Madama non aggiunge né modifica le linee fondamentali del progetto SouthH2 Corridor. Punta invece a rafforzare la cooperazione, soprattutto a livello tecnico, tra tutti iPpaesi interessati dai 3.300 chilometri di gasdotti adatti a trasportare anche idrogeno. Roma, Vienna e Berlino avevano già compiuto un passo del genere a fine maggio 2024. L’accordo prevedeva di trasformare il supporto politico in lavori tecnici e cooperazione tra gli stakeholder rilevanti dei 3 Paesi. La dichiarazione d’intenti firmata il 21 gennaio 2025 estende il perimetro dell’iniziativa a Tunisia e Algeria. Prevede per i 5 Paesi l’impegno di riunirsi semestralmente a livello di gruppo di lavoro tecnico per monitorare e sostenere l’attuazione del progetto.

    Finora, la tabella di marcia è rispettata. L’intesa allargata a Tunisia e Algeria era prevista nella prima metà del 2025. Entro fine 2025 dovrà avvenire lo sviluppo di un rapporto di definizione dell’ambito del SouthH2Corridor. E l’ok allo status di Progetti di reciproco interesse (PMI) nell’ambito del regolamento sulla rete transeuropea per l’energia (TEN-E) nel settimo elenco PCI/PMI europeo.

    Il Corridoio Sud dell’Idrogeno prevede la costruzione di nuove pipeline, o il riadattamento di condutture esistenti, per trasportare in Europa l’idrogeno prodotto in Nord Africa. Il SouthH2 Corridor rientra nella strategia europea per il vettore energetico, che prevede di importare dall’estero entro il 2030 almeno 10 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile.

    Da progetto, la pipeline di 3.300 km dovrebbe trasportare 4 milioni tonnellate di idrogeno l’anno, il 40% del target Ue. Idrogeno che dovrebbe essere generato in Algeria (manca però adeguata capacità rinnovabile affinché sia H2 verde) e trasportato via Tunisia fino a Mazara del Vallo, dove sarebbe immesso nella rete italiana per poi accedere ai mercati dell’Europa centrale attraverso Tarvisio. Con una possibile diramazione attraverso la Svizzera (Passo Gries), paese che ha il ruolo di osservatore nel progetto. Il segmento italiano sarà quello principale: lungo 2.300 chilometri, circa 70% dei quali da ottenere tramite riconversione delle condutture gas esistenti e 30% da costruire ex novo.

    A inizio dicembre 2024, il Corridoio Sud dell’Idrogeno è stato inserito nella lista dei progetti bandiera dell’Ue per il 2025 sotto l’iniziativa Global Gateway, che facilita finanziamenti e realizzazione dell’opera. In precedenza, era già stato inserito nella lista dei progetti di interesse europeo.

  • La Polonia spinge la Ue a bandire il gas liquefatto russo

    La Polonia e altri nove paesi dell’Unione europea stanno esercitando pressioni per rafforzare le sanzioni contro la Russia, proponendo restrizioni più severe sulle esportazioni di gas naturale liquefatto (Gnl). L’obiettivo di tale misura è ridurre le capacità di finanziamento di Mosca che, perlopiù, vengono utilizzate per sostenere i costi del conflitto in Ucraina. In una proposta congiunta, visionata dall’edizione europea di “Politico”, Polonia, Estonia, Lettonia, Lituania, Danimarca, Svezia, Finlandia, Repubblica Ceca, Romania e Irlanda hanno chiesto ulteriori azioni per colpire le vendite di combustibili fossili russi e porre fine ad alcune scappatoie esistenti rispetto alle sanzioni attualmente in vigore. La Polonia, che ha assunto la presidenza del Consiglio dell’Ue dal primo gennaio, secondo “Politico” è il Paese firmatario della proposta di maggior rilievo e più in grado di influenzare l’agenda a Bruxelles. Secondo il documento, la Russia ha incassato 200 miliardi di euro dalle vendite di combustibili fossili all’Ue dall’inizio dell’invasione su vasta scala dell’Ucraina iniziata il 24 febbraio del 2022. Nonostante gli impegni europei di ridurre la dipendenza energetica da Mosca, le importazioni di Gnl dalla Russia sono aumentate dell’11% nella prima metà del 2024, secondo i dati riportati da “Politico”.

    “È necessario vietare l’importazione di gas e Gnl russi il prima possibile”, si legge nella proposta, che suggerisce anche sanzioni contro la flotta di petroliere russe e il divieto di attracco nei porti dell’Ue. Il pacchetto proposto include ulteriori restrizioni sull’importazione di metalli come l’alluminio, una riduzione della dipendenza dal combustibile nucleare russo, misure per rafforzare i controlli alle frontiere e sanzioni contro istituti finanziari di Paesi terzi che aiutano la Russia ad aggirare le sanzioni. Le restrizioni sull’uso delle criptovalute sono state indicate come un altro strumento da approfondire. Con la Polonia alla guida del Consiglio dell’Ue, la Commissione europea dovrebbe presentare un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia entro febbraio, in vista del terzo anniversario dell’invasione. Tuttavia, il primo ministro ungherese Viktor Orban ha promesso di opporsi a nuove misure che potrebbero avere dei riflessi sul settore energetico, mentre la Slovacchia sta spingendo per aumentare le importazioni di gas russo dopo l’interruzione delle forniture che transitavano attraverso il territorio ucraino.

  • Impianti di stoccaggio del gas dell’UE pieni al 95% prima del 1° novembre

    Durante la crisi energetica, gli Stati membri dell’UE hanno deciso di fissare un obiettivo giuridicamente vincolante per riempire gli impianti di stoccaggio del gas al 90% della capacità entro il 1° novembre di ogni anno, allo scopo di garantire una sicurezza sufficiente dell’approvvigionamento e la stabilità del mercato nei mesi invernali. Secondo gli ultimi dati ora pubblicati da Gas Infrastructure Europe, in vista della scadenza, l’attuale livello di stoccaggio del gas dell’UE è superiore al 95%. In questo momento nell’UE sono infatti stoccati circa 100 miliardi di metri cubi di gas, pari a quasi un terzo del nostro consumo annuo.

    Il regolamento sullo stoccaggio del gas del giugno 2022 stabilisce l’obiettivo vincolante dell’UE di riempire al 90% gli impianti di stoccaggio entro il 1° novembre di ogni anno, con obiettivi intermedi per i paesi dell’UE al fine di garantire un riempimento costante durante tutti i 12 mesi. Il regolamento rientra in un’ampia gamma di misure adottate dall’UE a seguito della crisi energetica innescata dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, miranti a preparare meglio il sistema energetico europeo alla stagione invernale.

  • L’UE adotta un nuovo regolamento sul metano per monitorare e ridurre le emissioni nocive di combustibili fossili all’interno e al di fuori dell’Europa

    La Commissione adotta la prima normativa europea volta a monitorare e ridurre efficacemente le emissioni di metano prodotte dal settore energetico in Europa e nel mondo.

    Il nuovo regolamento obbliga l’industria europea del gas fossile, del petrolio e del carbone a misurare, monitorare, comunicare e verificare correttamente le proprie emissioni di metano, conformemente alle più stringenti norme di monitoraggio, e ad adottare misure per ridurle. Vieta inoltre il rilascio in atmosfera e la combustione in torcia nei settori del petrolio e del gas, salvo in circostanze inevitabili, specie per motivi di sicurezza.

    Poiché l’Europa continua a importare la maggior parte dell’energia fossile che consuma, il regolamento riguarderà anche le emissioni di metano prodotte dai combustibili fossili importati e introdurrà progressivamente requisiti più rigorosi per garantire che agli esportatori si applichino gradualmente gli stessi obblighi di monitoraggio, comunicazione e verifica degli operatori dell’UE.

    La Commissione istituirà inoltre uno strumento di monitoraggio mondiale degli emettitori di metano e un meccanismo di allarme rapido per gli eventi a super emissione al fine di condividere informazioni sull’entità, sulla ricorrenza e sull’ubicazione delle fonti con elevate emissioni di metano all’interno e all’esterno dell’UE. Grazie a questo strumento, la Commissione potrà chiedere informazioni rapide sulle misure adottate dai paesi interessati per contrastare tali fughe.

  • AggregateEU apre il primo bando a medio termine per garantire un approvvigionamento energetico stabile e prevedibile

    Nell’ambito della piattaforma AggregateEU per l’acquisto in comune di gas, la Commissione apre il primo bando a medio termine in cui gli acquirenti potranno presentare la loro domanda di gas per diversi periodi da sei mesi da aprile 2024 a ottobre 2029.

    Il bando a medio termine è un nuovo servizio proposto dalla Commissione per avvicinare acquirenti e venditori al di là della crisi a breve termine che abbiamo vissuto negli ultimi due inverni. AggregateEU raccoglierà la domanda dei consumatori di energia dell’UE per un massimo di 5 anni e la metterà a gara allo scopo di garantire nei prossimi anni un approvvigionamento stabile e prevedibile alle aziende partecipanti, basandosi sulle fondamenta del meccanismo di crisi introdotto nel 2023. La piattaforma è stata creata in risposta a contatti approfonditi con le parti interessate.

    Questo nuovo bando a medio termine porterà avanti i lavori di AggregateEU volti a garantire e diversificare l’approvvigionamento di gas in risposta alla guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina e deriva dal successo ottenuto dai 4 bandi a breve termine per l’acquisto in comune di gas che si sono svolti da aprile a dicembre 2023 nell’ambito della piattaforma dell’UE per l’energia, e che hanno portato alla fornitura di oltre 42 miliardi di m3 della domanda aggregata di gas in Europa grazie a fornitori affidabili. Nel corso dell’anno proseguiranno anche i bandi a breve termine.

    Per partecipare a questo primo bando a medio termine, gli acquirenti e i venditori devono registrarsi e iscriversi alla piattaforma AggregateEU. Per questa prima tornata la domanda deve pervenire entro il 21 febbraio e sarà messa all’asta dal 26 al 27 febbraio. Non appena la domanda e l’offerta saranno state abbinate mediante la piattaforma, le singole aziende negozieranno i loro contratti bilateralmente.

  • Il Gnl russo continua ad arrivare nei porti Ue, che restano aperti al business di Mosca

    L’Unione europea e il suo mercato unico, nonostante dodici pacchetti di sanzioni, hanno continuato e continuano ad offrire appigli utili alla Russia per finanziare la propria economia. Il ministero dell’Economia del governo federale del Belgio, riferisce Il Sole 24 Ore, ha rilevato che nei primi 11 mesi del 2023 il 51% del Gnl entrato nel porto di Zeebrugge era di provenienza russa. «Una parte significativa» di questo prodotto però lascia il Paese, essendo destinata ad altre destinazioni. Gli hub portuali europei sono dunque stati lasciati a disposizione per transito e movimentazione, confermando le pecche di un meccanismo sanzionatorio contro cui il Parlamento europeo ha chiesto correzioni.

    Pur a fronte di sollecitazioni a intervenire, la Ue, come spiegato dalla Commissione europea, ritiene che un messa al bando totale genererebbe un impatto «probabilmente limitato» poiché la Russia da un lato sarebbe in grado di reindirizzare la maggior parte delle esportazioni, in particolare verso l’Asia, dall’altro potrebbe finire per beneficiare dell’aumento dei prezzi globali del gas derivanti dall’embargo. Il rischio, in sostanza, è che per cancellare profitti chiudendo il mercato unico europeo e i suoi porti, si generino utili potenzialmente maggiori.

    Sul gas naturale liquefatto – sottolinea il quotidiano confindustriale in sostanza, Vladimir Putin e la sua Russia per ora la fanno franca. Non per sviste europee, ma per dinamiche che sfuggono al controllo degli europei, i cui porti per il Gnl russo restano a disposizione.

  • L’Ue ha lanciato la prima gara per acquisti comuni di gas

    L’Europa unisce per la prima volta le forze per gli acquisti congiunti di gas che la aiuteranno a riempire le scorte, tenere bassi i prezzi, e creare un nuovo mercato energetico sempre più lontano dalla Russia. A 5 mesi dall’intesa sul maxi-piano RePowerEu, e con il prezzo del gas in costante flessione – arrivato a ridosso dei 35 euro al megawattora sulla piazza di Amsterdam -, la Commissione europea ha lanciato la prima gara internazionale per una richiesta comune totale di 11,6 miliardi di metri di cubi di gas, dei quali quasi 2,8 miliardi di metri cubi in Gnl e circa 9,5 miliardi di metri cubi per le consegne attraverso tubo.

    Un esordio che unisce 77 aziende Ue tutte iscritte alla nuova piattaforma ‘AggregateEu’, che conta già 107 partecipanti nell’attesa di espandersi ulteriormente. Ora i riflettori si spostano su tutti i fornitori internazionali, Mosca esclusa, chiamati a rispondere all’invito presentando le loro offerte alle aziende Ue entro il 15 maggio per coprire le consegne da giugno 2023 a maggio 2024.

    Una “svolta”, nelle parole del vicepresidente Ue Maros Sefcovic, per l’intero Continente e anche oltre. Il nuovo strumento di aggregazione della domanda apre infatti la possibilità di “creare un nuovo mercato in Europa”, «espandere la base clienti anche per i fornitori internazionali” e “aumentare la sicurezza energetica prima del prossimo inverno”, è la valutazione di Bruxelles. Impegnata ora in un lavoro cruciale da svolgere sin da subito per riempire i depositi di gas durante l’estate. Il calendario è già pronto e, dopo la prima gara, altri round di acquisto saranno lanciati con cadenza regolare a giugno, agosto, ottobre e dicembre. Con la sfida, sullo sfondo, di riuscire a coinvolgere anche le major nazionali, tradizionalmente mosse da interessi concorrenti.

  • L’UE attrae oltre 13,4 miliardi di m3 di gas nella prima gara d’appalto congiunta

    Il Vicepresidente Maroš Šefčovič ha annunciato l’esito positivo della prima gara internazionale dell’UE per l’acquisto congiunto di gas. Sfruttando il suo peso economico collettivo, l’UE è riuscita ad attrarre offerte da 25 imprese fornitrici, per oltre 13,4 miliardi di mdi gas, superando gli 11,6 miliardi di mdi domanda congiunta che le imprese dell’UE hanno presentato attraverso il nuovo meccanismo AggregateEU.

    Il prestatore di servizi PRISMA ha già abbinato i fornitori internazionali ai clienti europei presenti in AggregateEU, per un volume complessivo di 10,9 miliardi di m3 (8,7 miliardi di m3 di gas via gasdotto e 2,2 miliardi di m³ di GNL).

    Le imprese dell’UE potranno ora negoziare le condizioni dei contratti di fornitura direttamente con le imprese fornitrici, senza il coinvolgimento della Commissione.

    Questa iniziativa sosterrà gli sforzi degli Stati membri dell’UE volti a rispettare gli obblighi di stoccaggio del gas per il prossimo inverno, e nel contempo rafforzerà la nostra sicurezza energetica collettiva a prezzi competitivi. Seguiranno altre gare ogni due mesi fino alla fine dell’anno. La prossima gara d’appalto dovrebbe essere indetta nella seconda metà di giugno.

    L’aggregazione della domanda e l’acquisto congiunto sono un’iniziativa faro nell’ambito della piattaforma dell’UE per l’energia, nata per diversificare le forniture di gas dell’UE dopo che la Russia ha invaso l’Ucraina e l’Europa ha deciso collettivamente di porre fine alla sua dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili russi.

  • La Commissione invita i fornitori internazionali a rispondere alla prima gara d’appalto dell’UE per l’acquisto in comune di gas

    La Commissione ha lanciato la prima gara d’appalto internazionale per l’acquisto in comune di gas a livello dell’UE, sfruttando il peso economico collettivo dell’UE attraverso il meccanismo AggregateEU, di recente creazione. In questa prima gara d’appalto, 77 imprese europee hanno presentato richieste per un volume totale di 11,625 miliardi di metri cubi di domanda di gas. La domanda di GNL è pari a 2,781 miliardi di metri cubi, mentre 9,554 miliardi di metri cubi sono richiesti per la consegna tramite gasdotto.

    I fornitori internazionali di gas, esclusa la Russia, sono ora invitati a rispondere alla gara presentando le loro offerte per rifornire i clienti europei entro il 15 maggio. La prima gara d’appalto riguarda le forniture di gas dal giugno 2023 al maggio 2024.

    L’acquisto in comune di gas da parte dell’UE è stato introdotto in risposta alla crisi energetica innescata dall’invasione russa dell’Ucraina, nel quadro degli sforzi dell’UE volti a procedere il prima possibile alla graduale eliminazione delle forniture di gas russo e del piano REPowerEU. È aperto a tutti gli Stati membri e alla Comunità dell’energia dell’UE. Ulteriori gare d’appalto verranno lanciate dopo i prossimi esercizi di aggregazione della domanda, previsti per giugno, agosto, ottobre e dicembre 2023. Finora, circa 107 imprese hanno aderito all’acquisto in comune di gas attraverso lo strumento AggregateEU.

  • La Commissione lancia il primo invito alle imprese per l’acquisto in comune di gas

    La Commissione lancia una procedura del tutto nuova che consente alle imprese europee di registrare il rispettivo fabbisogno di gas attraverso il meccanismo AggregateEU in vista dell’acquisto in comune di gas a livello dell’UE. Si tratta di un traguardo fondamentale che permette all’UE di riempire gli impianti di stoccaggio del gas in modo coordinato e tempestivo per affrontare il prossimo inverno, sfruttando il suo potere di mercato collettivo per negoziare prezzi migliori con i fornitori internazionali.

    Le imprese registrate hanno a disposizione una settimana, fino al 2 maggio, per rispondere all’invito. Dopodiché, i volumi richiesti saranno aggregati e messi a gara sul mercato mondiale. Una volta che il meccanismo AggregateEU avrà associato la domanda collettiva europea alle offerte dei fornitori internazionali di gas, le imprese aderenti avvieranno con essi le trattative sulle condizioni contrattuali di acquisto e consegna del gas. La Commissione non svolgerà alcun ruolo nelle trattative. I primi contratti di acquisto sono previsti prima dell’estate.

    Ulteriori gare saranno regolarmente effettuate con cadenza bimestrale nei prossimi 12 mesi. Le iscrizioni al meccanismo AggregateEU sono ancora aperte e finora vi hanno aderito 76 imprese, mentre altre sono in procinto di farlo.

    Gli Stati membri si sono impegnati a partecipare all’aggregazione della domanda per almeno il 15% dei rispettivi obiettivi nazionali di stoccaggio del gas, pari a circa 13,5 miliardi di metri cubi all’anno. Gli obiettivi di stoccaggio e di acquisto in comune del gas sono stati concordati nel 2022 come misure di emergenza per far fronte all’uso del gas come arma da parte della Russia e ai prezzi dell’energia che dall’invasione russa dell’Ucraina hanno subito rincari senza precedenti. Mirano a ridurre la volatilità dei prezzi, ad assicurare approvvigionamenti energetici sicuri e prevedibili e a sfruttare il peso collettivo del mercato europeo. Per realizzare il piano REPowerEU e diversificare l’approvvigionamento energetico dell’UE, il gas russo è escluso dall’acquisto in comune.

    AggregateEU è il meccanismo dell’UE che consente l’aggregazione della domanda e l’acquisto in comune di gas. Componente centrale della piattaforma dell’UE per l’energia, mira a sostenere gli sforzi dell’Unione di sostituire il gas russo con alternative più affidabili e a garantire un approvvigionamento di gas sufficiente, riducendo nel contempo il rischio che le imprese si facciano concorrenza sul mercato mondiale rilanciando prezzi di acquisto eccessivi. La piattaforma dell’UE per l’energia è stata creata nell’aprile 2022 in seguito al mandato del Consiglio europeo e in risposta alla necessità di diversificare le fonti di approvvigionamento di gas per spezzare la dipendenza da quello russo. Nell’ottobre 2022 il Consiglio europeo ha approvato l’acquisto in comune di gas per facilitare i negoziati con partner affidabili e cercare partenariati reciprocamente vantaggiosi sfruttando il peso collettivo politico e di mercato dell’Unione.

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