gas

  • L’Ue ha lanciato la prima gara per acquisti comuni di gas

    L’Europa unisce per la prima volta le forze per gli acquisti congiunti di gas che la aiuteranno a riempire le scorte, tenere bassi i prezzi, e creare un nuovo mercato energetico sempre più lontano dalla Russia. A 5 mesi dall’intesa sul maxi-piano RePowerEu, e con il prezzo del gas in costante flessione – arrivato a ridosso dei 35 euro al megawattora sulla piazza di Amsterdam -, la Commissione europea ha lanciato la prima gara internazionale per una richiesta comune totale di 11,6 miliardi di metri di cubi di gas, dei quali quasi 2,8 miliardi di metri cubi in Gnl e circa 9,5 miliardi di metri cubi per le consegne attraverso tubo.

    Un esordio che unisce 77 aziende Ue tutte iscritte alla nuova piattaforma ‘AggregateEu’, che conta già 107 partecipanti nell’attesa di espandersi ulteriormente. Ora i riflettori si spostano su tutti i fornitori internazionali, Mosca esclusa, chiamati a rispondere all’invito presentando le loro offerte alle aziende Ue entro il 15 maggio per coprire le consegne da giugno 2023 a maggio 2024.

    Una “svolta”, nelle parole del vicepresidente Ue Maros Sefcovic, per l’intero Continente e anche oltre. Il nuovo strumento di aggregazione della domanda apre infatti la possibilità di “creare un nuovo mercato in Europa”, «espandere la base clienti anche per i fornitori internazionali” e “aumentare la sicurezza energetica prima del prossimo inverno”, è la valutazione di Bruxelles. Impegnata ora in un lavoro cruciale da svolgere sin da subito per riempire i depositi di gas durante l’estate. Il calendario è già pronto e, dopo la prima gara, altri round di acquisto saranno lanciati con cadenza regolare a giugno, agosto, ottobre e dicembre. Con la sfida, sullo sfondo, di riuscire a coinvolgere anche le major nazionali, tradizionalmente mosse da interessi concorrenti.

  • L’UE attrae oltre 13,4 miliardi di m3 di gas nella prima gara d’appalto congiunta

    Il Vicepresidente Maroš Šefčovič ha annunciato l’esito positivo della prima gara internazionale dell’UE per l’acquisto congiunto di gas. Sfruttando il suo peso economico collettivo, l’UE è riuscita ad attrarre offerte da 25 imprese fornitrici, per oltre 13,4 miliardi di mdi gas, superando gli 11,6 miliardi di mdi domanda congiunta che le imprese dell’UE hanno presentato attraverso il nuovo meccanismo AggregateEU.

    Il prestatore di servizi PRISMA ha già abbinato i fornitori internazionali ai clienti europei presenti in AggregateEU, per un volume complessivo di 10,9 miliardi di m3 (8,7 miliardi di m3 di gas via gasdotto e 2,2 miliardi di m³ di GNL).

    Le imprese dell’UE potranno ora negoziare le condizioni dei contratti di fornitura direttamente con le imprese fornitrici, senza il coinvolgimento della Commissione.

    Questa iniziativa sosterrà gli sforzi degli Stati membri dell’UE volti a rispettare gli obblighi di stoccaggio del gas per il prossimo inverno, e nel contempo rafforzerà la nostra sicurezza energetica collettiva a prezzi competitivi. Seguiranno altre gare ogni due mesi fino alla fine dell’anno. La prossima gara d’appalto dovrebbe essere indetta nella seconda metà di giugno.

    L’aggregazione della domanda e l’acquisto congiunto sono un’iniziativa faro nell’ambito della piattaforma dell’UE per l’energia, nata per diversificare le forniture di gas dell’UE dopo che la Russia ha invaso l’Ucraina e l’Europa ha deciso collettivamente di porre fine alla sua dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili russi.

  • La Commissione invita i fornitori internazionali a rispondere alla prima gara d’appalto dell’UE per l’acquisto in comune di gas

    La Commissione ha lanciato la prima gara d’appalto internazionale per l’acquisto in comune di gas a livello dell’UE, sfruttando il peso economico collettivo dell’UE attraverso il meccanismo AggregateEU, di recente creazione. In questa prima gara d’appalto, 77 imprese europee hanno presentato richieste per un volume totale di 11,625 miliardi di metri cubi di domanda di gas. La domanda di GNL è pari a 2,781 miliardi di metri cubi, mentre 9,554 miliardi di metri cubi sono richiesti per la consegna tramite gasdotto.

    I fornitori internazionali di gas, esclusa la Russia, sono ora invitati a rispondere alla gara presentando le loro offerte per rifornire i clienti europei entro il 15 maggio. La prima gara d’appalto riguarda le forniture di gas dal giugno 2023 al maggio 2024.

    L’acquisto in comune di gas da parte dell’UE è stato introdotto in risposta alla crisi energetica innescata dall’invasione russa dell’Ucraina, nel quadro degli sforzi dell’UE volti a procedere il prima possibile alla graduale eliminazione delle forniture di gas russo e del piano REPowerEU. È aperto a tutti gli Stati membri e alla Comunità dell’energia dell’UE. Ulteriori gare d’appalto verranno lanciate dopo i prossimi esercizi di aggregazione della domanda, previsti per giugno, agosto, ottobre e dicembre 2023. Finora, circa 107 imprese hanno aderito all’acquisto in comune di gas attraverso lo strumento AggregateEU.

  • La Commissione lancia il primo invito alle imprese per l’acquisto in comune di gas

    La Commissione lancia una procedura del tutto nuova che consente alle imprese europee di registrare il rispettivo fabbisogno di gas attraverso il meccanismo AggregateEU in vista dell’acquisto in comune di gas a livello dell’UE. Si tratta di un traguardo fondamentale che permette all’UE di riempire gli impianti di stoccaggio del gas in modo coordinato e tempestivo per affrontare il prossimo inverno, sfruttando il suo potere di mercato collettivo per negoziare prezzi migliori con i fornitori internazionali.

    Le imprese registrate hanno a disposizione una settimana, fino al 2 maggio, per rispondere all’invito. Dopodiché, i volumi richiesti saranno aggregati e messi a gara sul mercato mondiale. Una volta che il meccanismo AggregateEU avrà associato la domanda collettiva europea alle offerte dei fornitori internazionali di gas, le imprese aderenti avvieranno con essi le trattative sulle condizioni contrattuali di acquisto e consegna del gas. La Commissione non svolgerà alcun ruolo nelle trattative. I primi contratti di acquisto sono previsti prima dell’estate.

    Ulteriori gare saranno regolarmente effettuate con cadenza bimestrale nei prossimi 12 mesi. Le iscrizioni al meccanismo AggregateEU sono ancora aperte e finora vi hanno aderito 76 imprese, mentre altre sono in procinto di farlo.

    Gli Stati membri si sono impegnati a partecipare all’aggregazione della domanda per almeno il 15% dei rispettivi obiettivi nazionali di stoccaggio del gas, pari a circa 13,5 miliardi di metri cubi all’anno. Gli obiettivi di stoccaggio e di acquisto in comune del gas sono stati concordati nel 2022 come misure di emergenza per far fronte all’uso del gas come arma da parte della Russia e ai prezzi dell’energia che dall’invasione russa dell’Ucraina hanno subito rincari senza precedenti. Mirano a ridurre la volatilità dei prezzi, ad assicurare approvvigionamenti energetici sicuri e prevedibili e a sfruttare il peso collettivo del mercato europeo. Per realizzare il piano REPowerEU e diversificare l’approvvigionamento energetico dell’UE, il gas russo è escluso dall’acquisto in comune.

    AggregateEU è il meccanismo dell’UE che consente l’aggregazione della domanda e l’acquisto in comune di gas. Componente centrale della piattaforma dell’UE per l’energia, mira a sostenere gli sforzi dell’Unione di sostituire il gas russo con alternative più affidabili e a garantire un approvvigionamento di gas sufficiente, riducendo nel contempo il rischio che le imprese si facciano concorrenza sul mercato mondiale rilanciando prezzi di acquisto eccessivi. La piattaforma dell’UE per l’energia è stata creata nell’aprile 2022 in seguito al mandato del Consiglio europeo e in risposta alla necessità di diversificare le fonti di approvvigionamento di gas per spezzare la dipendenza da quello russo. Nell’ottobre 2022 il Consiglio europeo ha approvato l’acquisto in comune di gas per facilitare i negoziati con partner affidabili e cercare partenariati reciprocamente vantaggiosi sfruttando il peso collettivo politico e di mercato dell’Unione.

  • Oslo blinda le forniture di gas all’Ue con la Nato

    Più energia all’Europa, più sicurezza alle forniture di gas. Dalla piattaforma Troll A, nel mezzo del mare del Nord, Ursula von der Leyen, Jens Stoltenberg e il primo ministro norvegese Jonas Gahr Store rilanciano l’intesa tra l’Ue e il Paese scandinavo, ottenendo anche l’ombrello della protezione della Nato. L’incontro è avvenuto all’indomani della messa in campo della task force tra l’Unione e l’Alleanza Atlantica per la sicurezza delle infrastrutture critiche. Ed è la Norvegia ad essere tra i Paesi maggiormente sotto osservazione con le oltre 90 strutture offshore. “Forniremo il 30-40% di gas all’Ue per i prossimi 4-5 anni e non è nostro interesse che i prezzi si alzino”, ha assicurato il primo ministro di Oslo a von der Leyen.

    L’incontro ha sancito ancora una volta l’irreversibilità dello sganciamento dal gas russo. E se da un lato l’Italia si candida ad essere un hub energetico europeo come porta principale del gas algerino e azero, dall’altro c’è un’Europa che guarda a Nord. “Alla partnership affidabile” con quella Norvegia che – ha scandito la presidente della Commissione – “mentre Putin ci ricattava si è dimostrata amica”. «Queste infrastrutture sono impressionanti, ma sono anche vulnerabili.  La Nato ora ha un ruolo più forte per garantirne la sicurezza e vogliamo aumentare il nostro impegno”, ha chiosato Stoltenberg.

    L’obiettivo è non permettere più blitz come quelli che hanno messo fuori uso il Nord Stream. Anche perché, ha ricordato von der Leyen, il mercato del gas è vulnerabile alle manipolazioni. La piattaforma comune per gli acquisti di gas che l’Ue sta per rendere operativa si rivolgerà anche alla Norvegia, con l’obiettivo di stipulare contratti a lungo termine, i più indicati contro le speculazioni della Borsa di Amsterdam. Ma von der Leyen ha anche annunciato “un’alleanza verde” con la Norvegia tutta incentrata sulle energie pulite. Le stesse che sono al centro del piano Net Zero presentato dalla Commissione.

    Il pacchetto approderà al summit dei 27 per una discussione che si annuncia spigolosa. A dividere c’è soprattutto l’inclusione del nucleare tra le rinnovabili. In un documento congiunto, Germania, Spagna e altri 5 Paesi membri hanno puntualizzato che l’idrogeno da atomo non è una fonte verde. Lo scontro con la Francia e i ‘nuclearisti’ è dietro l’angolo. Con l’Italia spettatrice interessata.

  • InvestEU eroga 30 milioni a sostegno della transizione ecologica

    Il Fondo europeo per gli investimenti (FEI), sostenuto da una garanzia del programma InvestEU, ha annunciato il suo sostegno da 30 milioni di € in qualità di investitore primario alla prima chiusura al fondo European Climate Debt Solutions (“EUCLIDES”) gestito da Rivage Investment. Questo fondo d’impatto fornirà principalmente debito di crescita ai fornitori di soluzioni per il clima in Europa. I beneficiari contribuiranno alla riduzione delle emissioni di carbonio e di gas a effetto serra fornendo, tra l’altro, soluzioni fisiche e/o digitali, sviluppando soluzioni di trasporto pulito di persone e merci, soluzioni energetiche pulite, processi innovativi o tecnologie di rottura a basso impatto ambientale.

    Paolo Gentiloni, commissario per l’Economia, ha dichiarato: “Garantire la transizione verde richiederà investimenti significativi e costanti. InvestEU può svolgere un ruolo importante nel mobilitare tali investimenti. Questo accordo, sostenendo il contributo delle imprese europee innovative ai nostri obiettivi comuni in materia di clima, rappresenta un altro importante passo in questa direzione.”

    Il programma InvestEU fornisce all’UE finanziamenti a lungo termine mobilitando fondi privati e pubblici a sostegno delle priorità strategiche dell’UE, come il Green Deal europeo e la transizione digitale. Sostiene inoltre gli obiettivi del piano industriale del Green Deal europeo, volto ad accelerare la trasformazione industriale “zero emissioni”. Il Fondo InvestEU è attuato da partner finanziari che investiranno in progetti che utilizzano la garanzia a titolo del bilancio dell’UE e mobiliteranno così almeno 372 miliardi di euro in investimenti aggiuntivi.

  • L’illusione europea ed italiana

    Riceviamo e pubblichiamo un articolo del Prof. Francesco Pontelli

    All’interno della Unione Europea un accordo rappresenta la sintesi della volontà politica  espressa da Paesi diversi uniti nella realizzazione di un progetto comune. Al di là del contenuto normativo e strategico (1) andrebbe sottolineato come uno dei fattori fondamentali per il successo di un qualsiasi progetto sia indubbiamente rappresentato  dalla tempestività (2) con la quale viene raggiunto e reso operativo.

    L’accordo relativo ad un tetto al prezzo del gas (#pricecap) non presenta alcuno dei sopracitati fattori fondamentali per il suo successo. A questo si aggiunga come i due ultimi governi italiani alla giuda del nostro Paese abbiano posticipato ogni iniziativa straordinaria per rendere meno impattante l’escalation dei costi energetici in quanto entrambi erano avvinti in una speranzosa attesa, di oltre dieci mesi,  di un parto normativo europeo.

    Il tempo in attesa di questa annunciazione, tuttavia, non è certamente passato, in quanto i governi Draghi prima e Meloni adesso si trovano a gestire un tasso di inflazione pari, se non superiore, al doppio di quella dei partner europei (*). Questa, poi, mina alla base ogni fattore competitivo delle imprese italiane e la stessa sopravvivenza economica di molte famiglie del ceto medio.

    A questa inedia politica degli ultimi due governi italiani, i cui costi vengono tranquillamente scaricati sui ceti produttivi, si aggiunge un banale ed inappropriato favore espresso dal governo in carica, motivato da una discesa delle quotazioni del gas, e quindi del costo dell’energia elettrica alla quale ancora rimane agganciato, attribuito proprio all’approvazione di tale messianico accordo. Quando, invece, tali quotazioni in discesa rispetto ai mesi precedenti dipendono da un forte rallentamento della domanda di energia -15% (A) certificata da una preoccupante discesa della produzione industriale pari al -1% sul mese precedente e -1,9 quella annuale (B).

    L’indice negativo di segnali economici esprime un forte rallentamento del ciclo produttivo ed economico ma anche la cristallina espressione degli effetti di una  speranzosa inattività dei governi Draghi e Meloni i quali di fatto hanno abbandonato a sé stessi le categorie produttive e le famiglie del ceto medio basso.

    Nessuna correlazione si può individuare quindi tra una ancora futura applicazione dell’accordo relativo al tetto del prezzo del gas e la sua discesa nelle quotazioni internazionali. Viceversa, di certo, l’inedia governativa degli ultimi due governi, unita ad un inaccettabile quanto imbarazzante entusiasmo per il conseguimento del price cap, hanno portato il nostro sistema economico e soprattutto industriale all’interno di una crisi molto più problematica rispetto ai partner europei.

    (*) La Germania ha appena destinato una manovra finanziaria di duecento miliardi (200) il cui effetto si dimostrerà nella seconda metà del 2023

  • Nuove proposte della Commissione per combattere gli elevati prezzi dell’energia e garantire la sicurezza dell’approvvigionamento

    La Commissione, con la proposta di un nuovo regolamento di emergenza, incentiva i propri sforzi per far fronte ai prezzi elevati dell’energia e a migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento nonché la preparazione per l’inverno. Le misure proposte consentiranno l’acquisto congiunto di gas, introdurranno meccanismi di limitazione dei prezzi per lo scambio di gas TTF e nuove misure sull’uso trasparente delle infrastrutture, con un approccio improntato alla solidarietà tra Stati membri, unitamente a sforzi continui per ridurre la domanda di gas. Queste nuove misure miglioreranno la stabilità dei mercati europei del gas sia durante l’inverno che successivamente. Inoltre, contribuiranno ad attenuare ulteriormente la pressione sui prezzi avvertita dai cittadini e dall’industria europei, garantendo nel contempo un mercato interno funzionante. Il regolamento si basa sull’aggregazione della domanda dell’UE e sugli acquisti congiunti di gas per negoziare prezzi migliori e ridurre il rischio che gli Stati membri si sovrappongano gli uni agli altri. Proseguono inoltre i lavori per creare un nuovo parametro di riferimento per la determinazione dei prezzi del GNL, un quadro per proporre un meccanismo di correzione dei prezzi per stabilire un limite dinamico di prezzo per le transazioni sulla borsa del gas TTF e una provvisoria regolamentazione o forchetta dei prezzi per prevenire picchi estremi dei prezzi nei mercati dei derivati. Nelle proposte odierne rientrano anche regole di solidarietà standard tra gli Stati membri in caso di carenze di approvvigionamento e la proposta di creare un meccanismo di assegnazione del gas per gli Stati membri colpiti da un’emergenza dell’approvvigionamento di gas a livello regionale o dell’Unione. Inoltre, la Commissione effettuerà una valutazione delle esigenze di REPowerEU per accelerare la transizione verso l’energia pulita ed evitare la frammentazione del mercato unico. Infine, la Commissione ha proposto un uso flessibile e mirato dei finanziamenti della politica di coesione per affrontare l’impatto dell’attuale crisi energetica sui cittadini e sulle imprese.

  • L’Azerbaigian raddoppierà la fornitura di gas all’Unione europea

    La Russia era un fornitore di gas  “inaffidabile” già prima dell’invasione dell’Ucraina. Ora usa l’energia come arma di guerra. Per questo l’Unione europea si è rivolta all’Azerbaigian per raddoppiare la fornitura entro il 2027, per arrivare entro quella data a ricevere 20 miliardi di metri cubi. Il memorandum d’intesa è stato firmato a metà del mese di luglio dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il presidente azero, Ilham Aliyev, nella residenza presidenziale di Zagulba, a circa 25 chilometri a nord-ovest di Baku, sulla pittoresca costa del Mar Caspio.

    Prevede una tappa intermedia: passare entro l’anno dagli attuali 8,1 miliardi di metri cubi a 12 miliardi. E si riuscirà grazie al Tap, la Trans-Adriatic Pipeline, che rappresenta l’ultima  sezione del Corridoio meridionale del gas, e arriva in Puglia. “L’Italia sarà tra i primi beneficiari di questa operazione perché già ora importa dall’Azerbaigian 6 miliardi di metri cubi di gas (è il terzo fornitore)”, ha spiegato una fonte Ue. “Già a novembre faremo degli stress test sul Tap per verificare la sicurezza dell’approvvigionamento con l’aumento della fornitura”. Per il raddoppio serviranno dei lavori che faranno parte di un Progetto di interesse comune europeo.

    “Sono felice di contare sull’Azerbaigian, nostro partner energetico cruciale”, ha commentato von der Leyen dopo la firma del memorandum d’intesa. “Raddoppieremo la fornitura di gas dall’Azerbaigian all’Ue. Con questo memorandum d’intesa ci impegniamo per l’espansione del Corridoio meridionale del gas, che è già una via di approvvigionamento molto importante per l’Unione europea, erogando attualmente 8,1 miliardi di metri cubi di gas l’anno”, ha spiegato. “E amplieremo la sua capacità a 20 miliardi di metri cubi in pochi anni. Già dal prossimo dovremmo raggiungere i 12 miliardi di metri cubi”, ha aggiunto.

    Il Corridoio meridionale del gas e’ lungo 3.500 chilometri ed è entrato in funzione il 31 dicembre 2020 e “vediamo già i vantaggi di questa cooperazione”, ha confermato il presidente azero, Aliyev. Alimentato dal gigantesco giacimento Shah Deniz II, nella parte azera del Mar Caspio, il Corridoio è costituito dal Tap, la sua ultima sezione, che collega il Gas Natural Transanatolio Pipeline (Tanap) al confine turco-greco a Kipoi, attraversa la Grecia, l’Albania e il Mar Adriatico e termina appunto in Puglia. Inoltre, una sezione del Tap va anche in Bulgaria, che riceverà un miliardo di metri cubi di gas all’anno. La capacità del Tap è attualmente di 10 miliardi di metri cubi l’anno, ma può essere portata a 20 miliardi aggiungendo due stazioni di compressione e modificando quelle esistenti. Un lavoro stimato in circa 4,5 miliardi di euro.

    La sfida resta quella di battere sul tempo la Russia: sostituire le sue forniture prima che chiuda definitivamente i rubinetti. Attualmente il gas russo copre il 40% del fabbisogno dell’Europa, ma Mosca ha già ridotto (o tagliato completamente) la fornitura a dodici Stati membri. Negli ultimi mesi, le consegne attraverso l’Ucraina sono diminuite di quasi il 30% e quelle effettuate attraverso il gasdotto Nord Stream, che trasporta il gas russo direttamente in Germania sotto il Mar Baltico, sono diminuite del 60%. Attualmente il Nord Stream 1 è fermo per manutenzione programmata almeno fino al 21 luglio ma nessuno ha la certezza che riprenderà. “Non sappiamo cosa accadrà quest’estate, dobbiamo essere vigili”, ha dichiarato l’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borrell.

    Nella prima metà del 2022 l’importazione di gas liquefatto (Gnl) non russo e’ aumentata di 21 miliardi di metri cubi mentre la fornitura da gasdotti non dalla Russia è aumentata di 14 miliardi di metri cubi, in arrivo da Norvegia, Mar Caspio, Regno Unito e Nordafrica. La fornitura dai gasdotti russi è calata di 28 miliardi a 45 miliardi di metri cubi mentre l’importazione di Gnl dagli Stati Uniti e’ stata di 30 miliardi (in tutto il 2021 fu di 22 miliardi).

    Ma a Baku non si è parlato solo di fossili. Il memorandum include anche la promozione delle energie rinnovabili, poiché l’Azerbaigian ha “un enorme potenziale” in questo campo, specialmente nell’energia eolica offshore e nell’idrogeno verde, ha evidenziato von der Leyen. E sono stati stabiliti gli impegni per ridurre le emissioni di metano. L’obiettivo ultimo è sempre la neutralità climatica entro il 2050.

  • Il pragmatismo tedesco ed il paradigma ideologico italiano

    Il pragmatismo tedesco si dimostra ancora una volta vincente nel confronto con l’approccio  ideologico  italiano soprattutto in occasione di  un simile  periodo di crisi che si protrae dal marzo 2020. Lufthansa, solo per fornire un esempio, rimane in attesa dei tempi biblici della burocrazia italiana per acquisire i sedimenti di quella che una volta era la compagnia di bandiera  Alitalia ora Ita, “risanata” con finanziamenti pubblici, proposta dai piazzisti italici e forse ceduta alla compagnia tedesca.

    La Germania, inoltre, dimostra ancora una volta la massima attenzione per le proprie priorità anche nell’affrontare la crisi energetica, riuscendo ad imporre in sede comunitaria l’approvazione di un accordo relativo all’embargo europeo del petrolio russo, e per di più con l’appoggio dell’Italia, che ne esclude però quello  “consegnato” attraverso l’oleodotto.

    Quindi, l’embargo ed i suoi nefasti effetti non si manifesteranno in modalità così drammatiche per l’economia tedesca quanto, invece, per la nostra come inevitabile conseguenza del semplice fatto che il greggio russo in Italia viene  importato via mare e quindi è soggetto all’embargo europeo.

    Il nostro sistema economico si appresta, quindi, a subire ogni conseguenza imputabile ad una minore disponibilità di greggio per una decisione comunitaria la quale ha di fatto salvato l’economia tedesca.

    Risulta, poi, paradossale come in questo periodo storico alla guida del Paese tedesco si trovi una coalizione di centro-sinistra con ministri di chiara estrazione ambientalista.

    Tuttavia, di fronte alla progressiva riduzione della disponibilità di gas russo, magari ob torto collo, tutto il governo si è dimostrato deciso nel riaprire le centrali a carbone con l’obiettivo di mantenere il più possibile inalterata la disponibilità energetica per il sistema industriale della Germania e conseguentemente il livello occupazionale.

    Nel nostro Paese, viceversa, il ministro Cingolani, espressione di una “plasticità” ideologica intesa come l’incapacità di comprendere l’eccezionalità del momento, si ostina a non voler riattivare le trivellazioni dei giacimenti di gas naturale di cui l’Italia dispone. I nostri giacimenti di gas naturale, va ricordato, sono secondi per grandezza ed importanza solo a quelli norvegesi in Europa e dai quali la vicina Croazia ha già aumentato del 20% le proprie estrazioni per contenere la minore disponibilità di gas russo e calmierarne  il prezzo.

    L’approccio prettamente ideologico seguito dal governo, ed in particolare dal ministro Cingolani, nella semplice applicazione di una granitica ideologia nonostante il nostro Paese si trovi all’interno di un periodo storico eccezionale nella sua articolata gravità, dimostra ancora una volta come il problema italiano sia l’applicazione hic et nunc di un qualsiasi paradigma ideologico, indipendentemente dal contesto storico e dalla specificità del nostro Paese (1. Assoluta dipendenza energetica, 2. Inflazione energetica fuori controllo solo per offrire due esempi).

    Una conseguente ed inevitabile considerazione porta ad individuare proprio in questa banale applicazione ideologica, che esprime una incapacità di analisi in relazione al contesto storico, la principale ragione del declino del nostro Paese il quale negli ultimi 30 anni risulta l’ultimo in Europa per crescita e disponibilità di reddito (-3,7%) mentre la Germania ha visto accrescere la disponibilità economica per i propri cittadini del +34,7%.

    Il pragmatismo tedesco, in altre parole, specialmente in questo contesto, dimostra contemporaneamente una sensibilità e soprattutto una volontà da parte della classe politica nazionale individuabile nel mantenimento del sistema economico e contemporaneamente nell’assicurare il massimo livello di occupazione possibile.

    Viceversa le strategie italiane dimostrano semplicemente come, anche in questo contesto di estrema difficoltà, un qualsiasi paradigma ideologico risulti prevalente nella definizione della strategia economica e politica del governo nazionale.

    L’italico approccio ideologico alle sempre più complesse situazioni economiche e politiche può già da oggi venire indicato come il vero responsabile del disastro prossimo venturo del nostro Paese.

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