Europa

Oslo blinda le forniture di gas all’Ue con la Nato

Più energia all’Europa, più sicurezza alle forniture di gas. Dalla piattaforma Troll A, nel mezzo del mare del Nord, Ursula von der Leyen, Jens Stoltenberg e il primo ministro norvegese Jonas Gahr Store rilanciano l’intesa tra l’Ue e il Paese scandinavo, ottenendo anche l’ombrello della protezione della Nato. L’incontro è avvenuto all’indomani della messa in campo della task force tra l’Unione e l’Alleanza Atlantica per la sicurezza delle infrastrutture critiche. Ed è la Norvegia ad essere tra i Paesi maggiormente sotto osservazione con le oltre 90 strutture offshore. “Forniremo il 30-40% di gas all’Ue per i prossimi 4-5 anni e non è nostro interesse che i prezzi si alzino”, ha assicurato il primo ministro di Oslo a von der Leyen.

L’incontro ha sancito ancora una volta l’irreversibilità dello sganciamento dal gas russo. E se da un lato l’Italia si candida ad essere un hub energetico europeo come porta principale del gas algerino e azero, dall’altro c’è un’Europa che guarda a Nord. “Alla partnership affidabile” con quella Norvegia che – ha scandito la presidente della Commissione – “mentre Putin ci ricattava si è dimostrata amica”. «Queste infrastrutture sono impressionanti, ma sono anche vulnerabili.  La Nato ora ha un ruolo più forte per garantirne la sicurezza e vogliamo aumentare il nostro impegno”, ha chiosato Stoltenberg.

L’obiettivo è non permettere più blitz come quelli che hanno messo fuori uso il Nord Stream. Anche perché, ha ricordato von der Leyen, il mercato del gas è vulnerabile alle manipolazioni. La piattaforma comune per gli acquisti di gas che l’Ue sta per rendere operativa si rivolgerà anche alla Norvegia, con l’obiettivo di stipulare contratti a lungo termine, i più indicati contro le speculazioni della Borsa di Amsterdam. Ma von der Leyen ha anche annunciato “un’alleanza verde” con la Norvegia tutta incentrata sulle energie pulite. Le stesse che sono al centro del piano Net Zero presentato dalla Commissione.

Il pacchetto approderà al summit dei 27 per una discussione che si annuncia spigolosa. A dividere c’è soprattutto l’inclusione del nucleare tra le rinnovabili. In un documento congiunto, Germania, Spagna e altri 5 Paesi membri hanno puntualizzato che l’idrogeno da atomo non è una fonte verde. Lo scontro con la Francia e i ‘nuclearisti’ è dietro l’angolo. Con l’Italia spettatrice interessata.

Mostra altro

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio