gatti

  • Una profonda, condivisa cultura di rispetto

    In solo due settimane, in un canile rifugio in provincia di Piacenza, lodevolmente gestito dalla Lega nazionale difesa del cane, sono stati abbandonati 15 cani, di questi 11 erano di proprietà

    11 persone, non mostri apparentemente, hanno preso il cane con il quale vivevano, lo hanno portato in un canile e lo hanno abbandonato rinunciando alla proprietà, venendo meno ad un impegno, che avevano preso con l’animale ma anche con se stessi, con leggerezza, indifferenza.

    Molti, in tante parti d’Italia, riportano i cani che avevano adottato facendo loro ritrovare speranze e felicità che poi sono durate ben poco.

    I cani sono abbandonati senza ragioni particolari, non stiamo parlando di animali pericolosi, vengono abbandonati perché si è stanchi di occuparsi di loro, certo nel periodo nel quale si era chiusi in casa era utile avere un animale da portare fuori ,era la buona scusa per poter uscire, ma poi troppo impegno…

    Cani abbandonati perché non sanno cacciare, le strutture sono piene di cani da caccia di razza che preferiscono le coccole agli inseguimenti di qualche povero selvatico, cani regalati come giocattoli e che una volta cresciuti diventano ingombranti o dei quali comunque anche certi bambini si stancano  perché preferiscono giocare con la Rete.

    Persone che riportano un cane e poi dopo qualche tempo ne chiedono un altro come se tutto fosse un gioco, come se gli animali non avessero sentimenti, non provassero dolore.

    È vero, in Italia la maggior parte delle famiglie ha un animale d’affezione, gatti e cani sono numerosissimi ma sono ancora  troppo numerosi i cani ed i gatti abbandonati, troppo mal gestite molte convenzioni tra i comuni ed i canili rifugio ed è ancora lontana una profonda, condivisa cultura di rispetto per i nostri animali, sia per quelli d’affezione che gli altri, d’allevamento o selvatici.

    Anche di questo la politica e l’informazione dovrebbero occuparsi di più e meglio.

  • Un decalogo per imparare a convivere con i nostri gatti

    Il 17 febbraio è stata la giornata mondiale dedicata al gatto, questo piccolo felino che nei millenni ha collaborato e collabora con gli umani sia per difendere i raccolti che per allietare la sua casa. Animale da compagnia pieno di dignità, giocherellone e filosofo il gatto è uno dei piccoli misteri delle vita. Quante volte ci siamo chiesti a cosa stia pensando mentre immobile fissa, imperscrutabile, davanti a se, gatti diversi per carattere, secondo la tipologia ma anche all’interno della stessa famiglia, diversi anche di carattere ed atteggiamenti, secondo il colore del pelo, ma tutti pensatori. Predatore ed amico dolcissimo, indipendente ma nella maggior parte dei casi legati al loro umano da un vincolo di amicizia strettissimo ma che non consente di violare alcune sue priorità. Chiede coccole ma non così tante che lo possano far sentire prigioniero, dimostra il suo affetto ma sembra dire che il rapporto è sempre alla pari, ci dorme addosso ma se va quando decide che è arrivato il momento della solitudine. Anche chi ha avuto gatti straordinariamente affettuosi, legati al loro umano solo come i cani sanno fare, gatti così dolci che si abbandonano come peluche tra braccia, sa che dietro il loro sguardo rimane un piccolo mistero ed è per questo che tanti li amano e che alcuni li seviziano ed uccidono. Amare i nostri gatti è anche seguire le regole che consigliano i veterinari e rispettare ed aiutare quelli che vivono liberi e devono affrontare tanti pericoli.

    Nel giorno della festa nazionale del gatto ANMVI promuove la responsabilizzazione dei proprietari riguardo la salute, la sicurezza e la tracciabilità dei felini. Molte indagini dimostrano che la pandemia ha aumentato il numero dei pet nelle case degli italiani. Per questo ANMVI desidera diffondere un decalogo rivolto a chi convive con i gatti o ci vorrebbe convivere.

    1. La microchippatura e l’iscrizione all’anagrafe nazionale felina sono il primo gesto di attenzione.

    Ancora in molte zone d’Italia l’applicazione del microchip è un gesto volontario dei singoli proprietari, ANMVI auspica che tutti i proprietari dei gatti li iscrivessero all’anagrafe nazionale felina. Come siamo abituati a chiamare il nostro gatto per nome allo stesso a dovremmo dotarlo, per il suo bene, di un’identità pubblica.

    1. La prima visita dal veterinario: prima è meglio è.

    Fin dalle prime settimane di vita è buona cosa educare il gatto ad una corretta interazione con le persone. Al fine di evitare traumi al cucciolo, i veterinari ANMVI consigliano di affidarsi a strutture “cat friendly”, per favorire l’esecuzione della prestazione medica in sicurezza

    1. Vaccinazione core o non core? Se hai dubbi chiedi al veterinario

    I neo proprietari spesso necessitano di una corretta informazione relativa alle vaccinazioni. Conoscere i livelli di rischio a cui il gatto è esposto è importante per definire il tipo di vaccinazione adatta. Raccontare al veterinario il contesto in cui vivrà il cucciolo è il primo passo per proteggerlo.

    1. Malattie infettive: un sfida di squadra

    Quando si parla di malattie infettive nel gatto, il medico veterinario è la figura di riferimento da molteplici punti di vista, ma il nostro aiuto è fondamentale. Per formulare un completo piano di profilassi il medico ha bisogno delle nostre informazioni sulle abitudini di vita del pet, solo collaborando si può scongiurare il pericolo delle malattie infettive.

    1. La casa è il regno del gatto

    La mancanza dei corretti stimoli per il gatto è alla base della comparsa di comportamenti stress-derivati e di conseguenti patologie che possono metterne a rischio la salute. Un ruolo fondamentale è giocato dalla suddivisione degli spazi vitali, ad esempio il posizionamento in luoghi tranquilli e a diverse altezze di igloo, amache, ceste e rifugi garantiscono la tranquillità al pet.

    1. Profilassi preventiva stagionale: un’arma contro la filariosi cardiopolmonare

    La filariosi cardiopolmonare è una patologia direttamente correlata all’attività biologica delle zanzare. A causa delle sempre più frequenti modificazioni termiche e della maggiore adattabilità di alcune specie di zanzare, prima tra tutti la zanzara tigre capace anche di infliggere 30-48 punture l’ora, la profilassi non deve limitarsi solo ai mesi estivi.

    1. Pulci: mai da sottovalutare

    Tutti i gatti possono essere infestati da pulci, è possibile l’introduzione di larve dall’esterno con l’infestazione anche degli esemplari strettamente casalinghi. Le pulci possono fungere da vettori di altri agenti patogeni: il gatto grattandosi e mordendosi si procura lesioni che possono fungere da porta d’ingresso per altri batteri patogeni.

    1. Zecche: uno nessuno centomila parassitari

    Il medico veterinario saprà consigliare la molecola e il formato più idoneo dell’antiparassitario in relazione al singolo esemplare felino sia nel caso in cui viva in un contesto domestico sia qualora il trattamento vada effettuato in una colonia felina o in rifugio. In commercio sono disponibili molecole che garantiscono sicurezza, efficacia, economicità e facilità di somministrazione.

    1. I parassiti un problema one health

    È assolutamente errato pensare che la presenza dei parassiti sia un problema solo per gli animali, poiché lo è anche a livello ambientale visto che numerose specie possono perpetuare l’infestazione nel tempo grazie alla resistenza delle proprie forme immature. Alcune specie possono inoltre trasferirsi anche l’uomo.

    1. Non è vero che il gatto soffre di solitudine

    I gatti domestici sono spesso costretti a restare soli per molte ore, per questo è importante accorgersi dei loro comportamenti e offrire loro degli strumenti con cui stimolare il corpo così come la mente. I prodotti d’attivazione mentale mantengono il pet attivo anche quando è solo.

  • Cani e gatti a Dubai muoiono di fame per il recente divieto di alimentazione ai randagi

    Molti animali stanno morendo crudelmente a Dubai, dopo che una recente circolare ha dichiarato che dare del cibo a cani e gatti randagi è severamente vietata. Ai residenti non è infatti più consentito fornire alimenti e acqua, i gruppi di soccorso non sono autorizzati ad aiutare gli animali bisognosi e ai veterinari è stato ordinato di non curare i randagi trasportati dalle associazioni. All’orrore non c’è limite perché se questi animali non muoiono di fame vengono intrappolati e avvelenati o catturati e scaricati nel deserto da società di controllo sui randagi. OIPA International ha scritto alle autorità locali e internazionali chiedendo di fermare questo abominevole massacro e di considerare soluzioni più etiche per risolvere il problema della sovrappopolazione di randagi e della possibile diffusione di malattie.

  • Coronavirus: cani e gatti non contagiano

    La psicosi da mascherina anti Coronavirus ha colpito, almeno in Cina, anche i proprietari di cani e gatti – e non solo a Wuhan, città in cui si è sviluppato il focolaio – dopo che fonti locali non avevano escluso un possibile contagio anche tra i pets. E così la vendita di mascherine, la cui azienda produttrice, ironia della sorte, ha sede proprio a Wuhan (almeno quelle vendute in alcune farmacie di Milano e Roma arrivano proprio da lì), si è moltiplicata ma, stando alle dichiarazioni dello statunitense CDC (Centers for Disease Control and Prevention) non solo l’allarme è ingiustificato ma studi scientifici dimostrano che la notizia è priva di evidenze scientifiche. Semmai il pericolo è al contrario. I Coronavirus, infatti, sono una grande famiglia di virus e la forma che riguarda i pets è nota da tempo. Tutt’altra cosa è quello che si è diffuso tra gli uomini a partire dalla metà di dicembre che potrebbe essere pericoloso per gli animali. Tocca quindi a padroni o a semplici passanti indossare una mascherina in presenza di pets.

  • Vietata la registrazione di razze di gatti sottoposte a modifiche anatomiche

    Dopo che finalmente, per garantire il rispetto ed il benessere degli animali da compagnia, si è stabilito di vietare il taglio della coda e delle orecchie ai cani, pratica che era usata specialmente per alcune razze, ora da parte dell’ANFI arriva una importante decisione per i felini. L’ANFI infatti ha deciso di non registrare più nel libro genealogico le razze Scottish, Munchkin, Elf, Bambini e Dwelf. Su queste razze si è infatti espresso il Centro nazionale di referenza per il benessere animale (CReNBA) in quanto far nascere animali con genotipo sofferente è di fatto in contrasto con la Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia, ratificata dall’Italia nel 2010. La convenzione, tra l’altro, dice “qualsiasi persona la quale selezioni un animale da compagnia per riproduzione è tenuta a tener conto delle caratteristiche anatomiche, fisiologiche e comportamentali che sono di natura tale da mettere e repentaglio la salute ed il benessere della progenie o dell’animale femmina”.

    L’Associazione nazionale felina italiana non registrerà più razze i cui gatti hanno caratteristiche anatomiche che portano a sofferenze e dolori inutili  per stress e danno fisiologico, gli Scottish ad esempio sono affetti da problemi ossei dovuti alla selezione ed alla mutazione genetica.

    Il CReNBA afferma  In modo inequivocabile che “sussistono numerose evidenze scientifiche che dimostrano come le deformità delle razze oggetto del parere….possono portare a patologie osteocartilaginee accompagnare da disturbi dolorosi  che in casi estremi possono  portare alla necessità di praticare l’eutanasia”. Da qui è evidente che l’allevamento e la riproduzione delle razze di felini sopracitate portano la nascita di soggetti sofferenti e il desiderio di avere animali con caratteristiche estetiche che nulla hanno a che fare con la natura degli stessi è una crudeltà che va impedita.

    Purtroppo la moda snaturalizza troppo spesso, per colpa dei loro proprietari, tanti animali da compagnia e il business è sempre più in aumento, cani e gatti col mantello coltrato dalle più strane tinture, per adeguarsi ai vestiti delle proprietarie, o con le unghie smaltate, o addirittura veri e propri esperimenti genetici per creare animali che sembrino perennemente cuccioli o per farli diventare vere e proprie armi di offesa. In una società così spesso priva di buon senso e di capacità di distinguere il bene dal male, il giusto con l’ingiusto ben vengano associazioni ufficiali che intervengano per stabilire cosa è lecito o vietato.

     

  • Gli animali da compagnia stanno bene con noi e con i loro simili

    In Italia aumentano le persone che vivono con un cane o un gatto ma purtroppo non diminuiscono gli abbandoni e canili e gattini hanno molti animali in attesa di una casa e di un po’ di affetto. Tutti coloro che già hanno un cane o un gatto, se appena ne hanno la possibilità, dovrebbero adottarne un secondo, infatti gli animali che vivono con noi sono molto più sereni se hanno un loro simile con il quale giocare e farsi compagnia.

    Ovviamente l’inserimento di un nuovo animale presuppone che si debbano adottare piccoli accorgimenti per non suscitare crisi di gelosia o reazioni negative. Specificatamente, nel caso dei gatti, animali molto abitudinari, che amano la routine e prevedere ciò che avviene, è importante che non perdano il senso della sicurezza e che perciò tutti i gatti di casa abbiano un loro spazio. Anche se i gatti in casa sono sterilizzati sarebbe meglio abbinare maschio e femmina. Capire l’umore del getto è abbastanza facile: se arriva con la coda bella dritta vuol dire che si sente tranquillo e sicuro di sé e dell’ambiente nel quale vive. Ovviamente non tutti i gatti hanno lo stesso carattere, ci sono quelli più indipendenti e quelli molto affettuosi, per questi soprattutto è molto importante che il nuovo venuto non rappresenti la minaccia di perdere l’affetto e le attenzioni ai quali sono abituati.

    E’ bene per il gatto ed è bene per noi, infatti se un gatto si sente a disagio può avere comportamenti non solo depressivi, ma anche fastidiosi, come sprizzare urina, non fare i bisogni nella cassetta o vomitare. Se il gatto è anziano ma in buona salute, per quanto abbia bisogno di più tranquillità, non ha in genere problemi ad accettare un cucciolo, specie una femmina se è un maschio o un’altra femmina se è una femmina. Ma se il gatto invece ha problemi di salute è bene che il nuovo compagno non gli stia sempre addosso altrimenti potrebbe disturbarlo troppo. Anche i gatti sono, come noi umani, soggetti ad antipatie e simpatie, perciò l’inserimento è molto importante affinché si creino i presupposti di una convivenza non solo pacifica ma anche proficua; perciò ogni gatto deve avere la sua ciotola, la sua lettiera e la possibilità di avere spazi propri. Anche se il gatto è un animale più solitario del cane ha comunque bisogno di noi e cioè di un po’ del nostro tempo, sia per giocare, sia per avere coccole. Anche i gatti più giovani non si accontentano di giocare da soli e comunque fin dai primi tempi vedrete che anche il nuovo arrivato mettersi su dei vostri indumenti che lo tranquillizzano. E’ importante anche parlare con i gatti, perché imparano non solo a capire il suono della voce e il nostro atteggiamento ma anche proprio le parole e perciò da subito il nuovo arrivato dovrà avere un nome col quale lo chiameremo più volte al giorno. I gatti che vivono insieme alla fine, scambiando i feromoni, prodotti dalle ghiandole esocrine, avranno un ‘odore di gruppo’ e si riconosceranno. Una piccola gelosia ci può essere comunque sempre, perciò ricordiamoci di non togliere nulla di ciò che davamo al nostro primo gatto ma moltiplichiamo anche per il nuovo venuto le stesse attenzioni.

    Sicuramente, una volta abituati alla reciproca presenza, i gatti si faranno compagnia anche durante la nostra assenza, anche quando non giocano e dormono in due posti diversi si sentiranno in compagnia e molte volte, vedrete, dormiranno vicini.

  • Come contrastare la leishmaniosi negli animali

    Un recente congresso di medici veterinari ha affrontato un grave problema e cioè la recrudescenza della leishmaniosi, malattia infettiva che colpisce l’uomo e gli animali, sia domestici che selvatici. La malattia è in evoluzione in tutta Italia, ormai dal Sud (era endemica in Sicilia e nel Mezzogiorno d’Italia) è arrivata al Nord da tempo (trovando spesso impreparati i proprietari di cani). Il suo espandersi non è legato solo ai cambiamenti climatici ma anche alle condizioni igienico-sanitari che possono favorire i flebotoni ed alla maggior mobilità della popolazione umana ed animale. Sono numerosi gli studi sulla leishmaniosi canina, patologia importante e complessa, che presenta complicanze oftalmologhe, alterazioni ematologiche e proteiche, dermatologiche e renali, e che a volte si presenta in forme atipiche che possono avere anche collazioni con malattie immunomediate. Fino a poco tempo fa, i felini erano stati considerati resistenti alle infezioni di leishmania, ma negli ultimi anni, grazie a tecniche diagnostiche più specifiche, si sono documentati vari casi di questa malattia. La prevenzione è d’obbligo se si vogliono salvare i nostri amici a 4 zampe: non solo repellenti antiparassitari ma anche profilassi vaccinale è d’obbligo per ridurre l’incidenza della malattia, come ovviamente uno stretto rapporto col proprio medico veterinario. Per evitare credenze errate, la malattia non è trasmessa dagli animali ma dal flebotomo (insetto molto simile alla zanzara per l’occhio di chi non ha conoscenze specialistiche). E’ perciò evidente che l’unico modo per salvarsi è, appunto, la prevenzione.

  • Le virtù salutistiche del gatto

    Da qualche tempo si sono aperti, prima in Francia e poi in Italia, dei locali nei quali gli avventori, oltre a consumare bevande, leggere libri o utilizzare i propri apparecchi informatici possono passare il tempo in compagnia dei gatti del locale. I cat coffee nascono anche sulla scia di quello che già da tempo hanno dimostrato i ricercatori dell’università del Minnesota: esaminando i dati di un follow up a 20 anni di uno studio epidemiologico effettuato negli Usa, questi ricercatori hanno osservato che convivere o aver convissuto con un gatto riduce di circa il 40% il rischio di infarto mortale e di circa il 25% quello di ictus. Il progetto Nanhes II è stato anche studiato dal ricercatore biostatico Michele Michelatti, come riporta un articolo di Paola D’Amico. I ricercatori sostengono che si potrebbe pensare alla convivenza con un gatto come uno dei metodi di prevenzione ai problemi cardiovascolari, specialmente per i soggetti più a rischio. Ancora non sono chiari i motivi per i quali la convivenza con un gatto porta a un miglioramento del sistema cardiovascolare, certamente le fusa e le vibrazioni che ne derivano possono aiutare la mineralizzazione ossea; certo è, ancora, che il gatto è un animale rilassante e non è impegnativo nella gestione, anche se dobbiamo sempre ricordare che anche lui ha bisogno di tempo e di affetto. Già ai tempi degli Egizi questi animali erano apprezzati non solo per l’abilità nella caccia ai topi che mettevano in pericolo le riserve di granaglie, infatti troviamo la loro effigie in molti reperti archeologici.

    Assolutamente da sfatare è la tesi che il gatto si affeziona solo alla casa e non al suo amico umano, infatti questi animali, pur avendo un sistema sociale diverso dal cane, hanno modi affettuosi e consolidati di relazionarsi sia con gli umani che con gli altri animali. Il gatto manifesta affetto passeggiando con noi in giardino, rispondendo al suo nome quando lo si chiama, venendo a salutarci quando torniamo a casa, cercando e dando manifestazioni affettuose che non hanno nulla a che vedere col cibo e tentando di dormire sulle gambe o sulla testa delle persone alle quali è affezionato. Due o tre gatti che vivono in casa sviluppano tra di loro dei rapporti di amicizia e, a volte, in giardino, anche di collaborazione, quando si tratta di trasportare una preda troppo grossa per uno solo per esempio.

    Intorno al gatto si sono fatti convegni e tavole rotonde, perché comunque rimane un felino che, pur piccolo, ha in sé tanti misteri. Ed ogni gatto, come ogni cane, dimostra peculiarità personali al di là della razza. Purtroppo contro questi piccoli animali militano ancora tante leggende che vanno sfatate, tipo quella del gatto nero, e si verificano tante crudeltà da contrastare, compresa quella, in alcuni luoghi, di utilizzarli come cibo.

    Il gatto è il gatto: un amico dallo spirito libero che ci può aiutare a colmare non solo la solitudine ma anche qualche problema di salute. Certo è che per dare affetto ha bisogno di riceverlo.

  • Gli italiani sempre più attenti ai propri amici a quattro zampe

    L’incertezza politica ed economica  ha in parte modificato le abitudini degli italiani, come sottolinea il rapporto Eurispes, meno viaggi, cene al ristorante e spese per cambiare apparecchi tecnologici, ma nella sfera domestica, nella quale sono saldamente inseriti gli animali di casa, i risparmi si fermano davanti alla ciotola del cane o del gatto. Infatti il 76% ritiene i propri animali membri a tutti gli effetti del nucleo famigliare, 6 su 10 i loro migliori amici, secondo il 31° rapporto Eurispes che ha, come ogni anno, analizzato la società italiana anche attraverso il rapporto con gli animali da compagnia. La maggior parte delle persone non ritiene troppo gravoso vivere con un cane in appartamento e doverlo portare fuori ma in molti lamentano le difficoltà che si incontrano nei ristoranti o per andare nei luoghi di villeggiatura. Un terzo del campione intervistato sceglie per i propri spostamenti solo strutture che accettano animali  e più del 37 per  cento porta sempre con se il proprio amico peloso, solo 3 persone su 10 lo lasciano in pensione per brevi periodi. Ormai più di un terzo degli italiani vive ufficialmente con uno o più animali e aumentano le famiglie con più animali. Anche la spesa per interventi veterinari è salita dimostrando come l’attenzione e la cura siano aumentate ed anche gli ipermercati hanno ormai ampi spazi e vasta scelta di prodotti per cani e gatti, cresciute anche le attività  correlate, scuole di addestramento, centri estetici e di fisioterapia, dog sitter etc. La necessità di  dare e mantenere il benessere  animale sembra essere sempre più entrato nel vivere quotidiano, comprese qualche esagerazione importata dagli Stati Uniti: cappottini esagerati, pietre brillanti per guinzagli ed altre amenità che tramutano i piccoli pet in giocattoli viventi  e anche questa è una piccola sevizia che dovrebbe essere evitata. Ora anche la domotica si sta occupando dei nostri quattro zampe inventando giochi elettronici che dovrebbero distrarre e tenere in compagnia il vostro cane e gatto mentre siete assenti. Certo tutto può essere utile ma la cosa migliore è stare il più possibile con i propri animali e se lo spazio lo consente dargli un amico a quattro zampe, sia cani che gatti stanno meglio, quando non ci siete, in compagnia di un loro simile più che di una luce laser o un drone domestico.

  • La sterilizzazione e le nostre cure aiutano i gatti a vivere meglio

    Come abbiamo ricordato diverse volte, avere attenzione al benessere degli animali significa anche effettuare, quando occorre, la loro sterilizzazione. Specialmente quando si parla di gatti, dobbiamo ricordare che un gatto libero e non sterilizzato ha un’aspettativa di vita di circa 3-4 anni a causa di intemperie, incidenti, infezioni e avvelenamenti. Le femmine che potrebbero avere almeno due cucciolate all’anno si indeboliscono e i maschi, con i combattimenti per territorio e accoppiamento, si feriscono spesso in modo grave e, non essendo stati vaccinati, muoiono per le infezioni delle ferite. I gatti sono una specie molto prolifica e perciò se una femmina può andare in calore e avere cuccioli 2-3 volte all’anno con 4-6 cuccioli per ogni cucciolata e se i cuccioli a loro volta non sono sterilizzati e hanno altre cucciolate, è facile immaginare quanto sia esponenziale l’aumento di gatti randagi esposti a tutti i rischi di una vita senza un minimo di assistenza.

    La sterilizzazione del gatto maschio è anche importante perché una volta che ha raggiunto la maturità sessuale marchia il territorio con schizzi di urina dall’odore molto forte, abitudine che se prende non perde una volta sterilizzato. Perciò è importante che la sterilizzazione avvenga appena raggiunta la maturità sessuale, tra i 5 e i 7 mesi per i gatti europei. Avere in casa un maschio non sterilizzato porta anche al suo continuo tentativo di fuggire a cercare femmine, col rischio di perderlo definitivamente. Le femmine durante il calore si lamentano in modo molto forte e possono smettere di mangiare.

    Sterilizzare i nostri amici felini non comporta loro alcun problema ma semplicemente conserva la loro salute e li fa rimanere più legati al loro territorio e alla loro casa. Non è vero che il gatto sterilizzato sia destinato a divenire obeso, certo occorre che sia nutrito in modo corretto e che ci si ricordi che il gatto è un animale che deve potersi muovere e giocare, se il gatto mangia troppo è spesso per noia, perché vive troppo in solitudine, perché cerca di richiamare la nostra attenzione. I gatti sterilizzati e che vivono una vita sana rimangono giocherelloni anche in tarda età e possono arrivare a vivere anche per 20 anni. E’ importante ricordare che sono animali che devono sempre avere acqua pulita a disposizione e che essendo molto curiosi non devono avere accesso a fonti di calore pericolose (quali i fornelli). Quando i gatti diventano più adulti, controllare che non ingrassino troppo è importante anche per evitare che insorgano patologie renali o che diventino diabetici. Se notate che il vostro gatto beve in maniera eccessiva e troppo spesso è bene che facciate un esame dell’urina per controllare appunto che non stia per insorgere una forma diabetica. Tenere il vostro gatto con cura e provvedere in tempo utile a sterilizzarlo è l’unico modo per salvargli la vita e tenerlo con voi a lungo. Non va infatti dimenticato che i gatti randagi in Italia sono circa 2,5 milioni e che impedire che tale cifra aumenti è anche un modo per far sì che i gatti abbiano una vita migliore, considerando anche che i gatti liberi sono spesso anche vittime di violenze da parte di esseri umani disumani. Nel caso il gatto avesse il diabete, si può curare con iniezioni di insulina e si possono dare integratori per sostenere meglio la funzionalità delle zampe posteriori.

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