Ghepardo

  • Tra progetti realizzati e obiettivi futuri la dotttoressa Laurie Merker fa un bilancio delle attività del Cheetah Conservation Fund

    Buone notizie dal CCF (Cheetah Conservation Fund). La fondatrice, l’antropologa californiana Laurie Merker, annuncia che molti degli obiettivi prefissati per il 2023 sono stai raggiunti, a partire dal completamento del Centro di soccorso e conservazione (CRCC) a Geed-Deeble, in Somaliland, dove sono stai spostati i ghepardi. Oltre al trasloco il team del CCF ha continuato a lavorare per fermare il commercio illegale di fauna selvatica e tante sono state le donazioni arrivate per migliorare il centro in Somaliland. Le sovvenzioni hanno contribuito a riunire i legislatori per rafforzare la legislazione sulla fauna selvatica e sulla silvicoltura in Somaliland contro il commercio illegale di animali selvatici e per consentire al governo di sviluppare parchi nazionali, aree protette e giardini d’inverno. Questa legge verrà presentata al Parlamento del Somaliland all’inizio di gennaio.

    Quest’anno il CCF è stato rappresentato all’incontro della Convention for MigratorySpecies (CMS), che è responsabile dell’African Big Cat Initiative (ACI) ed è stata celebrata anche la Giornata internazionale del ghepardo su una piattaforma internazionale della COP28 sul clima a Dubai.

    In Namibia, ricerca, conservazione ed educazione sono continuate a pieno ritmo. Il CCF ha partecipato ad un lavoro finanziato dall’Unione Europea suddiviso in 15 sovvenzioni per il progetto “Steambio” istituito presso il Centro tecnologico per le biomasse del CCF. Ciò ha visto molti partner andare e venire durante l’anno.

    Sfortunatamente diversi ghepardi sono stati catturati dagli agricoltori, la maggior parte è stata recuperata in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente, delle Foreste e del Turismo e in seguito sono stati liberati quasi tutti.

    Anche quest’anno il CCF ha tenuto una campagna “One Health” durante la quale sono stati vaccinati quasi 3.000 cani (e gatti) domestici ed è stata insegnata la gestione e la salute del bestiame. Sono nati molti cuccioli dei cani da guardia e tanti allevatori hanno convissuto in perfetta armonia con i predatori.

    L’eco-turismo è andato alla grande grazie ai numerosi turisti che hanno visitato il lodge complimentandosi per l’operato del CCF.

    Purtroppo però i ghepardi sono ancora vittime del bracconaggio e del mercato illegale, senza dimenticare le trasformazioni dell’habitat naturale a causa dei cambiamenti climatici e della sempre maggiore antropizzazione dei territori che non sempre permette l’adeguata convivenza tra fauna, fauna selvatica e uomo.

    A breve poi un vertice in cui esperti e ricercatori cercheranno di trovare idee da mettere in campo per arginare la minaccia di estinzione alla quale il ghepardo potrebbe essere soggetto.

  • Dalla Namibia all’India per sostenere la difesa del ghepardo

    Sempre più febbrile ed efficace l’attività del CCF (Cheetah Conservation Fund) che cerca di mitigare le minacce alla specie (conflitto uomo-fauna selvatica, commercio illegale di animali da compagnia e perdita di habitat) fornendo programmi di educazione ambientale alle persone che vivono accanto al ghepardo. Un impegno che incontra l’attenzione e l’apprezzamento da più parti come dimostra il recente viaggio in India della dott.ssa Laurie Marker, fondatrice del CCF, che ha ricevuto ampia copertura mediatica e commenti pubblici più che positivi suggellati dall’incontro della delegazione del CCF con il primo Ministro indiano che ha scelto di prendere parte alla presentazione in prima persona. Anche il patron internazionale del CCF, Peter Katjavivi, ha fatto sentire la sua presenza con un comunicato stampa sul progetto Cheetah e l’impatto positivo delle politiche di conservazione in Namibia.

    Il lavoro di conservazione su vasta scala è basato sulla ricerca scientifica e garantirà un futuro per il ghepardo in natura e la collaborazione e il contributo di tutti noi sono fondamentali.

  • Un sogno di nome…ghepardo

    Mercoledì 5 ottobre 2022, dalle 20,30 alle 21:30, si svolgerò l’incontro on line, Un sogno di nome…ghepardo. All’evento, al quale si può partecipare tramite piattaforma Meet, vedrà la partecipazione di Silvia Mirandola, Biologa, PhD, autrice di “Leadership Safari. Meet the experts in the African Savanna” e socia CCF Italia.

    Chi fosse interessato può scrivere a bvonhoenning@gmail.com

  • Il Ministero dell’Ambiente e dello Sviluppo Rurale del Somaliland e il Fondo per la Conservazione dei Ghepardi nota il declino del bracconaggio di cuccioli

    HARGEISA, Somaliland – 22 agosto 2021 — Cheetah Conservation Fund (CCF), l’organizzazione internazionale dedicata alla conservazione dei ghepardi allo stato brado, e il suo partner, il Ministero dell’Ambiente e dello Sviluppo Rurale (MoERD) del Somaliland, annunciano un periodo di dieci mesi senza alcuna confisca o eventi di intercettazione che coinvolgono cuccioli di ghepardo. Questa notevole flessione dell’attività segue l’ondata di missioni di salvataggio che si sono svolte tra luglio e ottobre 2020, che è stata coronata da due intercettazioni ad Hargeisa che hanno catturato otto trafficanti e 13 cuccioli e hanno portato all’arresto e alla condanna del più famigerato trafficante di cuccioli del Somaliland.

    Dall’arresto di Cabdiraxmaan Yusuf Mahdi, meglio conosciuto con il soprannome Abdi Xayawaan (Abdi Animals), il 17 ottobre 2020, nessun altro cittadino del Somaliland è stato catturato con dei cuccioli. La polizia ha intercettato Abdi Xayawaan e un membro della sua impresa criminale in possesso di 10 cuccioli di ghepardo a seguito di un busto di traffico separato il 23 settembre. Quel giorno, sei uomini sono stati arrestati in una puntura sotto copertura quando hanno tentato di vendere tre cuccioli di ghepardo a un residente locale di Hargeisa. La polizia ha sequestrato i loro telefoni cellulari e i dati ottenuti li hanno portati ad Abdi Xayawaan. I sei sono stati condannati insieme al capobanda Abdi Xayawaan e al suo complice nel novembre del 2020.

    “Questi casi consecutivi sono notevoli per il gran numero di sospetti che compaiono in tribunale e perché è solo la terza e la quarta volta che vengono ottenute condanne in casi riguardanti il ​​traffico di ghepardi. Sette imputati hanno ricevuto una condanna a un anno di carcere con una piccola multa, ma Cabdiraxmaan Yusuf Mahdi, un recidivo arrestato in tre precedenti occasioni, ha ricevuto una condanna a quattro anni e una multa di tre milioni di scellini del Somaliland, circa $ 5.000 USD. La sua sentenza è la sentenza più grave emessa da qualsiasi tribunale africano in un caso di traffico di specie selvatiche che coinvolge ghepardi”, ha affermato il ministro Shukri H. Ismail del MoERD.

    La notizia della condanna e diversi altri fattori hanno avuto un effetto raggelante sul traffico di ghepardi in Somaliland, secondo il MoERD.

    “Il Ministero ritiene che ci siano diverse ragioni per il periodo di quiete di dieci mesi. Innanzitutto, una campagna mediatica congiunta CCF-MoERD che documenta le confische e gli arresti del 2020 ha generato consapevolezza nelle comunità locali sulla natura illegale del commercio di ghepardi. Per molte persone, questa è stata la prima volta che hanno scoperto che prendere i cuccioli è contro la legge. In secondo luogo, il MoERD ha lavorato con i nostri coordinatori regionali del Somaliland per aumentare la consapevolezza su tutte le nostre leggi sulla fauna selvatica e sulle sanzioni per la loro violazione. E terzo, sembra esserci una diminuzione del commercio di cuccioli di ghepardo tra il Somaliland e lo Yemen. Potrebbe essere dovuto al COVID-19 o perché il Somaliland ha intensificato l’applicazione nel Golfo di Aden, o una combinazione di fattori, ma ci sono meno navi yemenite che tentano di accedere illegalmente alla nostra costa”, ha affermato Abdinasir Hersi, direttore generale del MoERD.

    CCF e MoERD sono grati per la tregua, che ha permesso loro di concentrarsi su altri aspetti della loro partnership. Oltre a fornire assistenza 24 ore su 24, 7 giorni su 7 a 55 animali confiscati che vivono nelle case sicure di CCF, CCF ha il mandato di costruire capacità nelle forze dell’ordine della fauna selvatica del Somaliland con LICIT (Legal Intelligence/Cheetah Illicit Trade), un progetto di 2,75 anni finanziato dal Governo del Regno Unito attraverso l’Illegal Wildlife Trade Challenge Fund. I partner CCF e LICIT. International Fund for Animal Welfare (IFAW) e Legal Atlas, sviluppano quadri legali, colmano le lacune nella legislazione esistente e forniscono formazione ai funzionari governativi nelle forze dell’ordine sia nazionali che regionali. CCF ei suoi partner stanno pianificando la loro prossima formazione LICIT ad Hargeisa per questo settembre.

    “CCF è lieta della cooperazione tra la Polizia del Somaliland, la Guardia Costiera, il Ministero dell’Ambiente e dello Sviluppo Rurale e il sistema giudiziario del Somaliland, che supportiamo attraverso LICIT. Consideriamo questo periodo di quiete di dieci mesi un progresso significativo nei nostri sforzi per fermare il commercio di ghepardi”, ha affermato la dott.ssa Laurie Marker, fondatrice e direttrice esecutiva di CCF. “Ma mentre siamo felici per il terreno che abbiamo guadagnato, sappiamo di avere ancora molto lavoro davanti a noi”.

    Fonte: Comunicato stampa Cheetah Conservation Fund

  • Remembering Cheetas: il libro fotografico con le più belle immagini dell’affascinante felino

    10 le immagini vincenti del concorso fotografico Remembering Cheetahs, che saranno incluse nel libro fotografico che uscirà il 12 ottobre, scelte durante una diretta Facebook dalla dptt.ssa Laurie Marker collegata dalla Namibia, e la fotografa, esperta di natura e viaggi, Margot Raggett. I dieci autori, la cui scelta non è stata affatto facile, sono: Andy Howe, Ben Cranke, Benoit Bussard, Bertus Venter, Dee Roelofsz, Franceso Veronesi, Fred Vogt, Robert L Keyser III, Sue Morris e Vicki Jauron. Grande la partecipazione del pubblico che ha permesso anche che il concorso raccogliesse più di 11,000 sterline per progetti legati ai ghepardi.

  • Diamo più voce ai ghepardi

    Pubblichiamo di seguito un articolo di Patricia Tricorace tratto dal Blog del CCF (Cheetah Conservation Fund)

    Da quando il CCF è  venuto a conoscenza dell’impressionante volume di ghepardi vivi contrabbandati dal Corno d’Africa, con il commercio illegale di animali domestici ben 13 anni fa, abbiamo cercato di saperne molto di più. Sapevamo che dovevamo provare che il problema esisteva, e abbiamo iniziato a raccogliere dati che sarebbero stati utili a dimostrare i fatti.  I nostri dati sono stati cruciali per sollevare la questione nell’ambito degli organismi internazionali, così da introdurre il commercio illegale di ghepardi nell’agenda della 16a Conferenza delle Parti CITES nel 2013. Da allora, il CCF ha fatto immensi sforzi per creare partenariati. Il nostro obbiettivo: essere certi che il ghepardo abbia una voce….tanto meglio se più forte.

    Il traffico illegale di parti di animali, siano esse di avorio di elefanti, corni di rinoceronte, scaglie di pangolino o ossa di tigre, ha attratto l’attenzione del pubblico perché le immagini di animali morti colpiscono veramente il cuore. Tuttavia, poco si sa del’impatto sulla conservazione degli animali commercializzati, sia che si tratti di  commercio di animali da compagnia, o destinati a zoo privati o da intrattenimento. Nel caso dei ghepardi, nel momento in cui un cucciolo di pochi mesi viene strappato alla natura, le probabilità che possa ritornare alla vita selvatica sono pari a zero. Anche se esercitati alla caccia, i cuccioli orfani non avranno le abilità che solo una madre può insegnare, come riconoscere i suoi nemici, cercare l’acqua o creare il proprio areale. Inoltre, poiché i cuccioli sottratti alla natura illegalmente sono giovanissimi, tra le 6 e le 10 settimane di età, devono essere allevati dall’uomo. Di conseguenza, si abituano all’uomo e se vengono liberati possono avvicinare gli insediamenti umani, creando l’occasione di conflitti tra umani e animali selvatici.

    Noi del  CCF crediamo che oltre a curare i ghepardi che vengono sequestrati al traffico, dobbiamo porre fine a questo commercio, occupandoci di un aspetto cruciale: sensibilizzare globalmente sulle minacce che il commercio costituisce per la sopravvivenza del ghepardo, e non possiamo agire da soli. Per questo motivo, puntiamo ad agire attivamente a livello locale, nazionale ed Internazionale con le sedi istituzionali competenti, il che ci permette di scambiare informazioni e creare cooperazione. Dobbiamo concentrarci su tutti i settori che possono prendere misure contro il commercio di animali selvatici, includendo non solo i governi e le organizzazioni internazionali (IGO), bensì anche quelle non governative (ONG). Puntiamo anche al settore privato. Esploriamo alternative quali le banche che devono assumere un ruolo più attivo contro il traffico di animali selvatici tramite il monitoraggio di transazioni finanziarie sospette, e passiamo ore ed ore esaminando la Rete in cerca di mercati e social per individuare avvisi e pubblicità di vendite di ghepardi vivi.

    La nostra ricerca cibernetica ci ha dato la possibilità di incontrare altri attori preoccupati e ci ha aperto le porte alla illustrazione del problema dei ghepardi.

    Il 5 e 6 giugno ho avuto il privilegio di intervenire nel seminario Cyber-Enabled Wildlife Crime a Lione, in Francia, ospitato dall’INTERPOL e dal nostro partner di lunga data, l’International Fund for Animal Welfare (IFAW). L’importanza di questo seminario non può essere abbastanza sottolineato, in quanto comprendeva partecipanti dei più svariati settori: società tecnologiche online, agenzie delle forze dell’Ordine, politici e decisori politici, ONG, oltre che accademici. Ho imparato così tanto su società di IT come eBay, Etsy, Facebook, Google, e Instagram; da IGO  quali i partner  ICCWC INTERPOL, CITES e UNODC (United States Office for Drugs and Crime), e anche dalle nostre partner ONG quali  IFAW, WCS (Wildlife Conservation Society) e  WWF/TRAFFIC.

    Grazie a questo seminario, ogni settore ha avuto la possibilità di condividere informazioni su ciò che facciamo, come lo facciamo, e perché. Abbiamo potuto anche discutere delle nostre necessità, e le opportunità potenziali di collaborazioni trasversali tra diversi settori e le migliori prassi. Comprendere gli ostacoli che dobbiamo affrontare quando facciamo il nostro lavoro è cruciale. Gli ostacoli possono spaziare da problemi di privacy e dì sicurezza, fino a leggi nazionali inadeguate e il numero incredibile di specie animali e vegetali (più  di 30.000!) elencati negli allegati CITES, di cui molti vengono commercializzati via Internet illegalmente, mentre altri possono essere venduti legalmente in circostanze particolari.

    A conclusione dei due giorni di incontro, tutti noi ci siamo lasciati con una maggiore conoscenza e volontà di miglioramento delle comunicazioni e della collaborazione, avendo tutti  individuato che questa esiste. Ci siamo anche accordati sul fatto che è necessario comunicare tra settori scambiando informazioni  perché queste possono contribuire ad aumentare la sensibilizzazione trasversale tra consumatori e management. Infine, tutti hanno riconosciuto la necessità di un  uso più efficace delle risorse già alquanto limitate. Il lavoro è appena iniziato.

    Subito dopo il seminario INTERPOL, ho fatto una breve deviazione per incontrare i colleghi del Corno d’Africa, (HoA), partecipando ad una riunione all’Aja. Il Corno d’Africa è al centro delle nostre preoccupazioni quando si tratta di combattere il commercio illegale di ghepardi, perché molti ghepardi selvatici vengono contrabbandati dall’Etiopia attraverso la Somalia per poi riversarsi sulla Penisola Arabica. La breve visita mi ha permesso di essere aggiornata sulla creazione del Horn of Africa Wildlife Enforcement Network, o HAWEN, che sarà un partner essenziale per i nostri sforzi in quella regione. HAWEN è stato istituito lo scorso novembre con il sostegno di attori cruciali che comprendono  IFAW, la sede nazionale dell’IUCN dei Paesi Bassi e il governo nederlandese.

    Durante entrambe le riunioni, ho ribadito il profondo impegno del CCF nella lotta al traffico illegale di animali selvatici, così come la nostra disponibilità a continuare a collaborare con tutti gli attori secondo le nostre risorse. Il nostro obbiettivo è quello di far sì che la voce del ghepardo risuoni in tutte le persone e istituzioni che avremo l’occasione di incontrare.

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