Oriente

  • Il G7 a guida italiana nel 2024 sarà in Puglia

    Sarà la Puglia ad ospitare il prossimo G7 a guida italiana che si terrà nella seconda metà di giugno del 2024, “dopo il voto europeo” previsto il 9-10. L’annuncio è arrivato da Hiroshima dalla premier Giorgia Meloni che non ha voluto aggiungere dettagli sulla località che ospiterà il vertice. Qualche indiscrezione, però, fa ipotizzare che non sarà una città, ma un luogo che consenta da un lato una più facile gestione delle questioni legate alla sicurezza delle delegazioni, e dall’altro sia al centro di una delle zone più belle e caratteristiche della regione. “La sede precisa ve la dico la prossima volta – ha detto Meloni -. C’è tempo, è fra un anno. Ce l’ho, ma preferisco dirvela la prossima volta”.

    L’annuncio in conferenza stampa in Giappone, è stato preceduto di qualche minuto da una telefonata al presidente della Regione Michele Emiliano che ha ringraziato la premier “per il grande riconoscimento che il governo italiano, con questa scelta, ha dato a noi tutti”.

    “Abbiamo scelto la Puglia come sede del G7 – ha spiegato Meloni da Hiroshima – perché storicamente ha svolto la funzione di ponte: anche Francesco l’ha scelta per un evento senza precedenti, terra simbolo di dialogo tra oriente e occidente”.  Papa Francesco, infatti, per due volte ha scelto la Puglia e in particolare Bari come sede di eventi rilevanti per il dialogo ecumenico e tra le sponde del Mediterraneo: il 7 luglio del 2018 vi si tenne l’incontro con i capi delle Chiese Ortodosse, Orientali Ortodosse e Cattoliche Orientali, mentre 2 anni dopo, il 23 febbraio 2020, Bari fu sede dell’evento “Mediterraneo Frontiera di Pace”, dove il Papa chiamò a raccolta tutti i vescovi del Mediterraneo. Qualche anno prima, nel maggio del 2017, Bari aveva ospitato la riunione ministeriale finanze del G7.

    “Un riconoscimento straordinario – ha detto Emiliano – del lavoro che la Puglia ha svolto con riferimento al dialogo tra oriente e occidente, in permanente connessione con Papa Francesco, e della nostra capacità di accoglienza di tutti i popoli del mondo”. La “non casualità della scelta” è stata sottolineata dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, mentre il ministro Raffaele Fitto (entrambi sono pugliesi) ha parlato del “ruolo centrale dell’Italia nel Mediterraneo e nel mondo”.

  • Agopuntura riconosciuta dall’ISS

    Il 25 luglio del 2022 sono state pubblicate le linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità per l’uso dell’agopuntura nella terapia del dolore. Nello specifico, queste linee guida sono rivolte a tutti gli operatori sanitari che, nel corso della loro attività clinica, si trovino ad assistere pazienti adulti (≥18 anni) con sintomi da emicrania episodica e cronica o con lombalgia cronica e si riferiscono ad uno studio che ha rivelato una maggiore efficacia dell’agopuntura rispetto ai farmaci previsti per le suddette patologie. La notizia è molto positiva sotto tanti punti di vista. In primo luogo per il fatto che in Italia i più recenti studi riportano che l’emicrania ha una prevalenza che va dal 20 al 40% della popolazione (dipendentemente dall’età, il sesso e la collocazione geografica). In secondo luogo perché si può ridurre l’impatto economico di queste patologie e delle terapie ad esse associate (solo nei 27 Paesi UE è stato calcolato un costo complessivo pari a 111 miliardi di euro – Linde et al. 2012. Dati riferiti a dieci anni fa). E, in terzo luogo il fatto che l’agopuntura, come dimostrato, riduce quasi a zero gli eventi avversi o effetti collaterali (a patto, sempre, che sia eseguita da personale medico adeguatamente preparato). Insomma, come detto, si tratta di una buona notizia e, potrei anche aggiungere, meglio tardi che mai, visto che l’agopuntura è una pratica dalle origini talmente antiche che non vi è accordo sui suoi primi utilizzi. Alcuni reperti archeologici orientali (pietre sottilmente affilate) fanno pensare addirittura ad un suo uso in un periodo storico antecendente al neolitico. Nelle linee guida, tuttavia, come in quasi tutti gli studi clinici relativi a questa pratica di medicina tradizionale, non si fa mai riferimento alla teoria scientifica (possiamo iniziare a dirlo?) che l’ha resa possibile. Teoria che interpreta e codifica la realtà su due piani opposti e complementari tra loro, ovvero, quello fisico e quello metafisico. Ma torniamo all’agopuntura. Che cos’è? Come funziona? Innanzitutto è importante dire che l’agopuntura costituisce una delle 5 componenti della Medicina Tradizionale Cinese (insieme alla dieta, alla fitoterapia, alla massoterapia e alle ginnastiche psicofisiche quali, ad esempio, il Qi Gong e il Tai Chi). Il che ci fa capire che l’agopuntura non è un metodo terapeutico a sé stante ma una pratica di complemento di un sistema terapeutico più ampio che parte dal presupposto che la salute è il risultato del buon funzionamento di un insieme di sistemi (in occidente potremmo definirli sistema metabolico, nervoso, psichico, etc.). Equilibrio tra uomo e ambiente, equilibrio tra le sue interazioni fisiche (cibo, movimento, etc.) e le sue interazioni metafisiche (pensieri, idee, etc.) con l’ambiente (naturale o sociale) che lo circonda. Come funziona? Qui viene il bello, perché nessuno studio scientifico ne parla, o rimanda ad un approfondimento sul tema. L’agopuntura consiste nell’inserzione di specifici aghi (sono principalmente di due tipi) in specifici punti del corpo (dipendentemente dal trattamento necessario) che si trovano lungo canali energetici definiti “meridiani”. Sì, lungo canali “energetici”, ovvero, metafisici, invisibili, intangibili. Il che ci rimanda al discorso sulla teoria che ha generato l’agopuntura e sulla capacità di antichi saggi orientali di saper codificare e “mappare” sia i canali fisici (ad esempio il reticolato arterioso e venoso) sia quelli metafisici (i meridiani energetici, per l’appunto). Noi occidentali siamo educati ed abituati a considerare l’organismo dal solo punto di vista fisico, ovvero come un insieme di fasci nervosi, arterie, vene, vasi linfatici, muscoli, ossa e organi. Secondo gli antichi saggi fondatori della Medicina Tradizionale Cinese tutto ciò costituisce solo la parte fisica di qualsiasi sistema vivente (più o meno complesso) perché secondo la Medicina Tradizionale Cinese i meridiani energetici sono presenti anche nei vegetali e negli animali. I meridiani sono canali che scorrono in tutto il nostro corpo dalla superficie agli strati più profondi dove si trovano gli organi, mettendo in comunicazione le varie parti e riunendole nell’unità dell’organismo. Possiamo immaginarli come corsi d’acqua sotterranei a varie profondità che sgorgano in superficie in particolari punti chiamati Xuè, ovvero i punti che vengono stimolati con gli aghi nell’agopuntura o con la digito pressione nello shiatsu per accedere al sistema energetico di ogni individuo. I meridiani sono 12 e costituiscono la grande circolazione energetica del corpo. Ad ognuno è collegato un organo da cui prende il nome: Polmone, Intestino crasso, Rene, Vescica urinaria, Fegato, Vescica biliare (cistifellea), Cuore, Ministro di Cuore (pericardio), Intestino tenue, Triplice riscaldatore, Milza/Pancreas e Stomaco. La prima testimonianza scritta di agopuntura si trova nel Huangdi Neijing (tradotto come Canone di Medicina Interna dell’Imperatore Giallo), datato circa 300 a.C. dove troviamo anche citate sia la teoria dello yin e dello yang che quella dei 5 elementi (o delle 5 trasformazioni). A questo punto, visto che l’agopuntura è oggetto di approvazione in Italia come in moltissime altre parti del Mondo (ad esempio, per determinate condizioni patologiche è stata approvata anche dall’Organizzazione mondiale della sanità, dal National Institutes of Health degli Stati Uniti e dal National Health Service del Regno Unito) non è forse arrivato il momento di approfondire lo studio, con metodo scientifico, di tutte le pratiche terapeutiche fondate su queste antichissime teorie? La dietoterapia come il Tai Chi, ad esempio? Del resto sempre di più si legge di studi scientifici che dimostrano che alcuni alimenti (mondo fisico) contribuiscono a cambiare il nostro umore, il nostro modo di pensare (mondo metafisico) o, viceversa, che alcuni stati mentali (depressione o ansia o stress) incidono sul nostro metabolismo. C’è ancora molto da recuperare in questo senso, soprattutto se pensiamo che la scuola di medicina salernitana (di influenza araba, a sua volta di influenza orientale) più di mille anni fa raccomandava come cure queste tre cose “l’animo lieto, la quiete e la moderata dieta”.

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