patrimonio

  • La Commissione festeggia i sette vincitori del marchio del patrimonio europeo 2023

    Iliana Ivanova, Commissaria per l’Innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e i giovani, ha assegnato il marchio del patrimonio europeo 2023 ai sette siti vincitori. La cerimonia di assegnazione del marchio del patrimonio europeo si è svolta ad Anversa, in Belgio.

    I sette siti annunciati l’11 aprile sono: Sant’Anna di Stazzema, Stazzema (Italia), Cisterscapes — Paesaggi cistercensi per collegare l’Europa (Austria, Cechia, Germania, Polonia, Slovenia), il monastero di San Jerónimo de Yuste, Cuacos de Yuste (Spagna), il Museo di Nostro Signore nel sottotetto, Amsterdam (Paesi Bassi), il Teatro Reale di Toone, Bruxelles (Belgio), Kalevala- Vivere un patrimonio epico (Finlandia) e l’Ateneo rumeno, Bucarest (Romania). I siti del marchio del patrimonio europeo sono ora 67 in totale.

    Il marchio del patrimonio europeo incoraggia i cittadini ad apprezzare maggiormente il patrimonio comune e diversificato dell’Unione europea e contribuisce a rafforzare il senso di appartenenza dei cittadini europei.

    Dopo la cerimonia, una riunione di due giorni in cui le parti interessate discutono del futuro di questa iniziativa in aree chiave di sviluppo, come l’avvio della “comunità di pratiche” e l’annuncio di nuove possibilità di finanziamento per i siti del marchio del patrimonio europeo.

  • Tim ed il futuro dell’Italia

    Gli effetti della disastrosa vendita a soggetti finanziari privati (Private Equity) del controllo di Eni si sono rilevati nella loro entità durante e successivamente alla pandemia ed alla guerra russo-ucraina.

    Con le medesime modalità, e probabilmente tempistiche, la vendita della rete Tim al fondo statunitense Kkr si svelerà all’utenza industriale e familiare durante la prossima crisi internazionale.

    Viceversa, come risposta alla crisi post covid, la Francia e la Germania hanno spinto verso una maggiore presenza azionaria statale nelle rispettive società di produzione o gestione energetica. L’obiettivo dichiarato dai massimi esponenti istituzionali era quello di esercitare un maggiore controllo e capacità di influenzare le strategie in modo da assicurare le più basse tariffe energetiche tanto per le imprese, assicurando la loro competitività, quanto per l’utenza domestica in modo da avere una dignitosa qualità di vita (https://www.ilpattosociale.it/attualita/2024-ed-il-mancato-adeguamento-liberale/).

    L’Italia, invece, continua nella depatrimonializzazione dei propri asset strategici, tanto in campo energetico, cedendo quote delle proprie multiutility a fondi esteri, quanto nel settore delle telecomunicazioni rinunciando alla principale rete del nostro Paese, vale a dire Tim.

    In questo modo si pregiudica ogni strategia di sviluppo economico e, di conseguenza, si allontanano gli investimenti esteri.

    Diventa così molto difficile trovare elementi di una qualsiasi scuola economica che possano giustificare una simile deleteria strategia per il futuro dell’Italia.

  • La Brianza agricola cerca voce in Regione Lombardia

    La Brianza in passato era un territorio profondamente agricolo, dove Napoleone veniva ad acquistare il vino, come ricorda il movimento Fare Ambiente, ed il suo paesaggio agrario rappresenta un patrimonio che comprende modalità di sistemazione del terreno e di ritenuta delle acque, sistemi di irrigazione, terrazzamenti, percorsi, collegamenti verticali, edifici rurali, materiali e tipologie tradizionali, pratiche e tecniche di coltivazione tradizionali, usi e costumi.

    Per questi motivi Fare Ambiente ritiene di lanciare per il 2023 ‘La Campagna della Lombarda’ per il riconoscimento delle Imprese agricole e dei prodotti agricoli locali, come Patrimonio Culturale da tutelare e salvaguardare attraverso la presentazione di una legge regionale a firma di consiglieri regionali che si impegnano a riconoscere le imprese agricole come patrimonio storico e culturale del territorio; a tutelare i prodotti agricoli, anche di nicchia, quali prodotti enogastronomici lombardi; a tutelare le iniziative a km0 anche eventualmente attraverso un marchio “prodotto lombardo”; a promuovere una proposta di legge per il riconoscimento delle imprese agricole come patrimonio culturale da tutelare e infine a riconoscere in Fare Ambiente un soggetto attivo nella difesa del patrimonio agricolo lombardo.

    L’iniziativa non ha mancato di trovare interesse da parte di alcuni candidati per le elezioni del 12-13 febbraio, nelle circoscrizioni di Monza e Brianza e di Milan. Nella prima hanno raccolto l’appello Alessandro Corbetta (Lega), Paolo Romeo (Forza Italia) e Federico Romani (Fratelli d’Italia); nella seconda Fabio Altitonante (Forza Italia), Riccardo Pase (Lega), Chiara Valcepina (Fratelli d’Italia).

  • L’UE e l’immediato danno patrimoniale

    Al di là delle considerazioni relative alla tempistica ed al contenuto della ancora ipotizzata direttiva europea con oggetto una ulteriore “transizione green” da adottare per le abitazioni di classe energetica F e G (*), già ora si manifestano i primi effetti distorsivi sul mercato immobiliare.

    Il solo annuncio di un possibile adeguamento energetico da imporsi a circa il 65% degli immobili presenti sul territorio nazionale ha già determinato una perdita di valore proprio di quelle abitazioni oggetto di questi ipotizzati interventi strutturali in relazione ai costi aggiuntivi necessari per renderli a norma.

    Andrebbe ricordato, infatti, come molto spesso le abitazioni, specie se prime case, rappresentano la forma di investimento e di risparmio più adottata dalle famiglie, anche in funzione di un lascito patrimoniale a favore degli eredi. Gli stessi nuclei familiari accedono ai mutui presso gli istituti di credito attraverso i quali possono assicurarsi l’acquisto immobiliare non disponendo di ingenti risorse,

    Una della caratteristiche fondamentali perché questi finanziamenti rappresentino anche un investimento è data dalla “sicurezza”, o quantomeno dalla aspettativa, che il valore nominale dell’abitazione alla fine del mutuo sia quantomeno in linea con il costo complessivo dello stesso importo finanziato.

    Viceversa lo scellerato delirio ambientalista espresso dalla Commissione europea sta ponendo già ora le condizioni di un profondo danno patrimoniale, nella forma di una sostanziale differenza negativa tra il valore dell’impegno finanziato per l’acquisto ed il suo valore successivo espresso dal mercato, il quale determina una depatrimonializzazione in termini assoluti tanto del valore della abitazione quanto del risparmio privato.

    L’ Europa, ed il nostro Paese in particolare, stanno ancora oggi pagando le terribili conseguenze economiche e sociali della pandemia alla quale si aggiungono le conseguenze del conflitto ucraino.

    In questa situazione di estrema difficoltà ed incertezza imporre una visione assolutamente ideologica ad un bene fondamentale, come la casa, sul quale si basa parte dell’equilibrio familiare, rappresenta la assoluta incapacità di leggere ed interpretare le priorità dei cittadini e definisce senza ombra di dubbio la assoluta distonia della Istituzione Europea con i cittadini europei.

    (*) https://www.ilpattosociale.it/europa/il-tradimento/

  • La Francia candida la baguette a patrimonio dell’Unesco

    Parigi ha scelto: sarà la baguette, il celebre sfilatino di pane simbolo della Francia, a concorrere per l’iscrizione nel patrimonio immateriale dell’Unesco, l’ambitissimo riconoscimento attribuito ogni anno dall’organismo Onu per Scienza, Educazione e Cultura. La baguette è stata preferita ad altre due opzioni messe sul tavolo dalle autorità transalpine: i tetti in zinco di Parigi e una festa viticola nel dipartimento di Arbois.

    Ad optare per la baguette è stata la ministra della Cultura, Roselyne Bachelot, attualmente ricoverata in ospedale dopo essere risultata positiva al coronavirus. Se approvata, l’iscrizione del celebre sfilatino francese “farà prendere coscienza che una pratica alimentare facente parte della quotidianità e condivisa dai più in modo spontaneo rappresenta un patrimonio in tutto e per tutto”, ha affermato la ministra, lanciando però l’allarme: il numero di panettieri è “in costante diminuzione, in particolare, nei comuni rurali”. Nel 1970 si contavano 55.000 boulangeries artigianali (una ogni 790 abitanti) contro le 35.000 di oggi (una ogni 2.000 abitanti), “spesso a profitto della vendita di baguette prodotte industrialmente”.

    La decisione finale spetta ora all’Unesco, che non si pronuncerà prima dell’autunno 2022. Simbolo della vita quotidiana dei francesi e presente anche nel nostro Paese – come a sancire la profondità dei legami anche gastronomici tra Francia e Italia -, la baguette è profondamente radicata nell’immaginario collettivo della Francia, immortalata e raccontata in tantissimi film, romanzi, poesie o pubblicità. Il nome risale all’inizio del XX secolo e a cominciare dagli anni Novanta si cominciò a distinguere tra la baguette normale e ‘baguette tradition’, più croccante e pregiata, ma anche più cara rispetto alla prima. Lo sfilatino francese, che i parigini doc portano sotto al braccio, almeno nella leggenda, è stato dunque preferito ai meravigliosi tetti in zinco di Parigi e al Bou d’Arbois, una festa religiosa di origini medievali del Jura, nell’Est del Paese, trasformata in festa repubblicana.

    Annualmente sono circa un centinaio i beni immateriali che superano la selezione dell’organismo Onu con sede a Parigi, dove i tetti attendono pazientemente una seconda chance, magari alla prossima infornata di candidature.

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