pensieri

  • Solitudine e silenzio

    Sono due situazioni complementari, che si possono integrare completamente, o che possono rivelarsi separatamente. Corrispondono quasi perfettamente alla mia natura. Le chiacchiere, dopo averne sentite moltissime durante i vari periodi della mia vita, ora mi disturbano. La retorica, dopo averla assimilata da mattino a sera durante il periodo fascista, non la sopporto più. Una volta la ammiravo per la sua capacità di rendere gradevole e accettabile a volte, il banale e l’incognito. I talk show mi annoiano. Gli oratori sono quasi sempre gli stessi e parlano di tutto, non solo di ciò di cui sarebbero competenti.

    La solitudine è la dieta dell’anima, disse qualcuno, ma Baudelaire aggiunse che la moltitudine e la solitudine sono termini uguali e convertibili per il poeta attivo e fecondo. Chi non sa popolare la propria solitudine, nemmeno sa essere solo in mezzo alla folla affaccendata. Sarà vero che essere soli è il destino di tutti i grandi spiriti? Un destino a volte deplorato, ma sempre scelto come il minore di due mali. Dentro di me, tuttavia, hanno sempre un’eco i versi di Quasimodo, quando afferma:

    Ognuno sta solo sul cuore della terra
    trafitto da un raggio di sole:
    ed è subito sera.

    Ecco, senza quel raggio la solitudine sarebbe buio e morte.

    Il silenzio, invece, è splendore dei forti, rifugio dei deboli – direbbe De Gaulle. Ma è proprio così? Gli risponde Anton Cechov che afferma: “In generale una frase per bella e profonda che sia, agisce soltanto sugli indifferenti, ma non sempre può appagare chi è felice o infelice. Perciò, suprema espressione della felicità, o dell’infelicità, appare più spesso il silenzio. Si può provare questa sensazione e vivere questa situazione quando si fa una solitaria su di una parete di roccia. Il silenzio allora è anche parlante. Ci dice la gioia di arrampicare e l’enfasi dell’ascesa, l’accettazione dello sforzo fisico e il tripudio dell’arrivo in vetta. Comunque sia, solitudine e silenzio vanno spesso di pari passo e aiutano a sconfiggere la lucida disperazione umana. La loro interscambiabilità li rende elementi connaturati all’animo umano. Quante volte, in solitudine, mi sento circondato dal silenzio parlante delle ombre che mi circondano. Con loro dialogo e vado ai ricordi, che rendono eterno ciò che abbiamo felicemente o infelicemente vissuto. La mia solitudine è popolata dalle anime di coloro che sono scomparsi, il mio silenzio è rotto dalla loro memoria. E solitudine e silenzio diventano parte di me stesso per riuscire ad essere al tempo stesso solo e insieme a chi non c’è più, silenzioso, ma dialogando con le loro ombre.

    Si, la solitudine ed il silenzio mi sono connaturali, non solo perché, con lo spirito, solo e silenzioso non sono mai, ma anche perché, fisicamente, godo le passeggiate solitarie nelle foreste del Lussemburgo, o nei boschi delle Dolomiti di Brenta, dove il silenzio della natura crea magie insospettabili e richiami all’infinito. Solitudine uguale a pace, silenzio uguale a quiete e tranquillità.

    Bella la solitudine in ascolto del silenzio siderale mentre si guardano le stelle luminose e la luna rosa di queste notti. Bello il silenzio nella solitudine del cielo nelle mattine di primavera. Solitudine e silenzio! Due doni impagabili, due condizioni da vivere, due situazioni da godere.

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