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  • Caro benzina: la Guardia di Finanza scopre frodi in un distributore su due

    Nelle ultime settimane si è assistito ad una impennata dei prezzi della benzina. Frutto, come rilevato da frodi scoperte dalla Guardia di Finanza, del difficile scenario attuale ma anche di pratiche speculative adottate dai distributori di benzina. Dalle indagini risulta infatti che vi è stato un palese mancato rispetto dell’obbligo di ogni gestore di comunicare i prezzi dei carburanti praticati al ministero dello Sviluppo Economico. Tra gli obblighi disattesi dai gestori c’è spesso anche quello della corretta esposizione dei prezzi al pubblico. Nei primi cinque mesi dell’anno dai 1.320 interventi della GDF sono emerse 690 violazioni. In pratica poco più di un illecito ogni due verifiche (52,3%). E questo è solo il primo bilancio del piano di azione straordinario che il Governo ha messo in campo nei primi mesi dell’anno per fronteggiare il caro benzina. Nel mirino soprattutto le manovre speculative a danno dei consumatori, ma anche le frodi fiscali nel settore dei prodotti energetici che creano un dumping rispetto agli operatori onesti.

    Secondo le indagini della Guardia di Finanza  la quantità di prodotti energetici oggetto di frode ha superato le 177.000 tonnellate, con oltre 630 tonnellate di carburanti sequestrati. Effettuando poi 850 controlli fiscali, i finanzieri hanno scoperto un’evasione delle imposte per un totale di 230 milioni di euro. Ben 1.500 soggetti tra società ed entità giuridiche sospette messe sotto analisi negli ultimi 18 mesi.

  • Tel Aviv named as world’s most expensive city to live in

    Tel Aviv has been named as the most expensive city in the world to live in, as soaring inflation and supply-chain problems push up prices globally.

    The Israeli city came top for the first time in a survey by the Economist Intelligence Unit (EIU), climbing from fifth place last year and pushing Paris down to joint second with Singapore.

    Damascus, in war-torn Syria, retained its place as the cheapest in the world.

    The survey compares costs in US dollars for goods and services in 173 cities.

    The EIU said the data it collected in August and September showed that on average prices had risen 3.5% in local currency terms – the fastest inflation rate recorded over the past five years.

    Transport has seen the biggest price increases, with the cost of a litre of petrol up by 21% on average in the cities studied.

    Tel Aviv’s climb to the top of the EIU’s World Cost of Living rankings mainly reflected the soaring value of Israel’s currency, the shekel, against the dollar. The local prices of around 10% of goods also increased significantly, especially for groceries.

    The survey found Tel Aviv was the second most expensive city for alcohol and transport, fifth for personal care items, and sixth for recreation.

    Tel Aviv’s mayor, Ron Huldai, warned in an interview with the Haaretz newspaper that rising property prices – not included in the EIU’s calculations – meant the city was heading towards an “explosion”.

    “Tel Aviv will become increasingly more expensive, just as the entire country is becoming more expensive,” he said.

    “The fundamental problem is that in Israel there is no alternative metropolitan centre. In the United States, there is New York, Chicago, Miami and so on. In Britain, there’s Greater London, Manchester and Liverpool. There you can move to another city if the cost of living is too onerous.”

    Last year, Paris, Zurich and Hong Kong shared joint first place in the EIU’s survey. Zurich and Hong Kong were fourth and fifth this year, followed by New York, Geneva, Copenhagen, Los Angeles and Osaka.

    Tehran climbed the most in the rankings, jumping from 79th to 29th, as US economic sanctions continued to cause shortages of goods and rising import prices in Iran.

    The EIU said the rankings continued to be sensitive to shifts brought about by the coronavirus pandemic.

    “Although most economies are now recovering as Covid-19 vaccines are rolled out, the world’s major cities still experience frequent surges in cases, prompting renewed social restrictions. In many cities this has disrupted the supply of goods, leading to shortages and higher prices.”

    It added: “Fluctuating consumer demand has also influenced purchasing habits, while investor confidence has affected currencies, further fuelling price rises.”

    ìThe EIU said it expected price rises to moderate over the coming year as central banks cautiously increased interest rates to stem inflation.

    The five most expensive cities

    1 Tel Aviv

    2 Paris and Singapore in joint place

    3 Zurich

    4 Hong Kong

    The five cheapest cities

    1 Damascus

    2 Tripoli

    3 Tashkent

    4 Tunis

    5 Almaty

    Source: EIU’s World Cost of Living index

  • Nasce il Portale Consumi: ecco come risparmiare e non sprecare

    C’è un nuovo strumento che farà felice tutti gli utenti desiderosi di controllare le proprie spese. Dal primo luglio le bollette e i consumi di luce e gas potranno essere consultati online. Oggi diventa infatti operativo il nuovo Portale Consumi dell’Arera, l’Autorità per l’energia e l’ambiente, come previsto dalla legge di Bilancio 2018. Il Portale è stato sviluppato grazie ad Acquirente unico, il garante affidato per legge che acquista energia elettrica alle condizioni più favorevoli sul mercato e la cede alle imprese di vendita al dettaglio per rifornire gli utenti domestici e le piccole imprese che non acquistano sul mercato libero.
    La piattaforma sarà suddivisa in una sezione informativa e un’area riservata dove sarò possibile verificare la situazione relativa alle bollette di luce e gas. Per accedere, il consumatore dovrà disporre di credenziali Spid, cioè del Sistema pubblico di identità digitale, attraverso il quale è possibile accedere a tutti i servizi online della Pubblica amministrazione. Consiste in un username e una password che possono essere utilizzati sia da computer che da tablet o smartphone e che si possono richiedere attraverso la compilazione di un modulo online, fornendo indirizzo e-mail, numero di telefono, documento di identità valido e la tessera sanitaria con codice fiscale.
    Al momento sul portale sarà possibile consultare solamente i dati di consumo degli ultimi 12 mesi. L’archivio conterrà quindi tutto lo storico delle bollette saldate dai consumatori, permettendo di avere sempre a disposizione una fotografia sull’evoluzione dei propri consumi e delle proprie spese nel tempo. Il portale metterà anche a disposizione uno studio dei dati attraverso tabelle o grafici per rendere più semplice e automatica la comprensione delle informazioni.
    Non tutti potranno però accedere alle stesse informazioni: ciò dipenderà in primo luogo dal tipo di contatore installato. Quelli di ultima generazione rendono le letture dei dati disponibili in modo continuo. Tuttavia, dipenderà anche dalla frequenza con la quale queste verrano messe a disposizione del Sistema informativo integrato, cioè il database per le informazioni dei clienti del mercato libero e del tutelato.
    Con il tempo non sarà più solamente possibile consultare il proprio storico, ma le funzioni del portale verranno ampliate. Ad esempio, si preveder che venga creato un rapporto di stretta collaborazione fra il Portale Consumi e quello delle offerte, di Arera. In questo modo, infatti, si potrà anche guidare il consumatore nella ricerca dell’offerta più adatta ai suoi specifici consumi. La conoscenza dei propri dati di consumo è considerata, dalla normativa europea, una delle chiavi per aumentare la consapevolezza del consumatore e consentirgli di compiere scelte più accurate ed ecosostenibili. Avere a disposizione il proprio preciso profilo di consumo, infatti, può, da un lato, indurre a modificare le proprie abitudini di consumo, dall’altro a scegliere una fornitura di energia più coerente al proprio reale profilo di consumo.
    Mentre esordisce il Portale Consumi, arriva anche una brutta notizia: il rincaro dei prezzi dell’energia. Per tutto il mese di luglio – afferma il Codacons – si susseguiranno aumenti su telefonia, energia elettrica e le spese per andare in vacanza. Le tariffe della luce aumenteranno dell’1,9% per decisione dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente. Un aumento che avviene proprio nel momento di maggior consumo di elettricità da parte delle famiglie, visto il grande caldo di questi giorni.
    I ritocchi delle tariffe telefoniche, già avviati a giugno, avanzeranno anche nel mese in corso. Ci saranno poi i tradizionali rincari estivi nel settore trasporti, accompagnati per i milanesi dall’incremento dei prezzi per i mezzi pubblici da 1,5 a 2 euro.

  • Crescita, inflazione, consumi: gli effetti dei differenziali di crescita

    Oltre al sostegno al debito pubblico fortemente sostenuto dalla iniezione di liquidità della BCE con il Q.E., uno dei desideri reconditi inconfessabili del presidente della Banca Centrale Europea rimaneva  quello di stimolare non solo la ripresa economica ma anche parallelamente l’inflazione. Un desiderio inconfessabile condiviso anche dalla componente economica dei governi Renzi e Gentiloni i quali addirittura erano favorevoli all’aumento dell’IVA considerata strumento idoneo all’aumento dell’inflazione che ne sarebbe scaturita. Questi desideri nascevano dalla possibilità legata alla ripresa dell’inflazione di rendere inevitabilmente meno pesante il fardello del debito pubblico in costante crescita di circa 56 miliardi all’anno anche se veniva professata l’austerità che sarebbe stata imposta  dall’Europa. In altre parole si tentava con l’artificio valutario di coprire i disastri della gestione della spesa pubblica dei governi Renzi e Gentiloni.

    Tutto sommato con le opportune diversità questo pensiero o desiderio risulta simile a quello  dei sovranisti che vedono nel ritorno alla Lira e nella conseguente immediata esplosione dell’inflazione l’unico metodo per togliere peso al debito pubblico in aggiunta anche alla considerazione, assolutamente infantile in un contesto competitivo, che la stessa inflazione si trasformasse in  fattore competitivo per le stesse imprese e export oriented.

    Nel luglio 2018 tutte le tre, diverse per genesi ma coincidenti per fini desideri di inflazione, possono considerarsi soddisfatte. Dopo gli avveniristici indicatori di crescita coniati dal governo Gentiloni, supportati come sempre da Confindustria, indicati in un tasso di aumento del Pil a +1,4%, due successive correzioni hanno portato il tasso di crescita per il  2018 prima all’1,3% ed ora all’1,2% e all’ 1% per il 2019. Viceversa, l’inflazione dalle ultime rilevazioni risulta del +1,3% grazie soprattutto all’aumento della quotazione del barile di petrolio come nel contingente dall’aumento dei prezzi della verdura fresca del 2,2%.

    In altre parole la strategia economica monetarista, che ha fornito esclusivamente delle sterili iniezioni di liquidità ed inflazione conseguente (peraltro molto al di sotto delle previsioni a causa della domanda interna in continua a flessione), ha portato ad una crescita nominale del PIL inferiore all’inflazione stessa. Una perversa contraddizione in termini.

    Questo ovviamente determina una perdita di capacità di spesa dei consumatori italiani. L’andamento infatti dei consumi rileva un +1.1% per il 2018 il che dimostra ancora una volta l’effetto perverso del differenziale tra  crescita inflazione e consumi. Si evidenzia, ancora una volta, come l’inflazione che non risulti legata ad un aumento della domanda (quindi espressione di un economia in crescita e comunque calcolata  mediamente entro  il  +2%) ma a fattori esogeni, e quindi importata, potrà fornire un sollievo al peso del debito il cui costo comunque ancora una volta andrà a gravare sulle capacità economiche dei cittadini. Quindi, a fronte di una perdita del potere d’acquisto attribuibile al “costo dell’inflazione” nell’economia italiana ne consegue un ulteriore calo dei consumi legato alla politica valutaria.

    Draghi, Padoan, Calenda e sovranisti nel loro complesso, in questo spalleggiati ormai dalla sempre più ridicola posizione di Confindustria, potranno essere anche entusiasti degli obiettivi raggiunti ma che  verranno pagati in termini di minore  capacità e disponibilità economica dai cittadini italiani, come tutti gli indicatori economici stanno dimostrando.

    Sembra incredibile come, mentre tutti affermino che il mercato nella sua forma odierna  risulti  cambiato in virtù della globalizzazione, ancora oggi  si cerchino facili e banali ricerche e strategie di sviluppo attraverso la semplice leva monetaria la quale sta portando il nostro Paese verso la marginalità economica mondiale.

     

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