Caro benzina: la Guardia di Finanza scopre frodi in un distributore su due
Nelle ultime settimane si è assistito ad una impennata dei prezzi della benzina. Frutto, come rilevato da frodi scoperte dalla Guardia di Finanza, del difficile scenario attuale ma anche di pratiche speculative adottate dai distributori di benzina. Dalle indagini risulta infatti che vi è stato un palese mancato rispetto dell’obbligo di ogni gestore di comunicare i prezzi dei carburanti praticati al ministero dello Sviluppo Economico. Tra gli obblighi disattesi dai gestori c’è spesso anche quello della corretta esposizione dei prezzi al pubblico. Nei primi cinque mesi dell’anno dai 1.320 interventi della GDF sono emerse 690 violazioni. In pratica poco più di un illecito ogni due verifiche (52,3%). E questo è solo il primo bilancio del piano di azione straordinario che il Governo ha messo in campo nei primi mesi dell’anno per fronteggiare il caro benzina. Nel mirino soprattutto le manovre speculative a danno dei consumatori, ma anche le frodi fiscali nel settore dei prodotti energetici che creano un dumping rispetto agli operatori onesti.
Secondo le indagini della Guardia di Finanza la quantità di prodotti energetici oggetto di frode ha superato le 177.000 tonnellate, con oltre 630 tonnellate di carburanti sequestrati. Effettuando poi 850 controlli fiscali, i finanzieri hanno scoperto un’evasione delle imposte per un totale di 230 milioni di euro. Ben 1.500 soggetti tra società ed entità giuridiche sospette messe sotto analisi negli ultimi 18 mesi.